RAHAF KHATIB, MARATONETA CON LA HIJAB

Rahaf Khatib è una 32enne originaria di Damasco e che si è trasferita negli Stati Uniti negli anni ’80. Khatib inoltre è una grandissima appassionata di corsa e, mentre si preparava per la sua sesta maratona, per scherzo ha mandato una mail a Women’s Running, rivista specializzata in questo tipo di sport e di cui Khatib è grande fan.

ClioMakeUp-Copertine-Magazine-Rivoluzionarie_11Via Instagram @runlikeahijiabi

Non sarà difficile dunque immaginare la gioia e lo stupore che Khatib ha provato una volta che non solo la rivista le ha risposto, ma le ha chiesto addirittura di essere la protagonista di una copertina.

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Questo per mostrare alle lettrici come la corsa abbia tantissimi volti, alcuni dei quali contornati dalla hijab, il velo allacciato sotto la gola per coprire il capo indossato dalle donne secondo la tradizione islamica!



ClioMakeUp-Copertine-Magazine-Rivoluzionarie_12Via Women’s Running Magazine

Il messaggio di Khatib, prima donna musulmana e con la hijab a posare per una rivista dedicata alla corsa, e di Women’s Running, è rivoluzionario per questo: non importa a quale religione, sesso o nazionalità si appartenga, lo sport è universale, e il divertimento e il benessere che ne derivano non fanno alcuna distinzione.

ClioMakeUp-Copertine-Magazine-Rivoluzionarie_10Via Women’s Running Magazine

ELLE: SULLA COPERTINA…CI SIAMO NOI!

L’anno scorso, nel numero di ottobre di Elle Australia, la copertina raffigurava…Noi! La copertina infatti era fatta di un materiale riflettente simile alla superficie di uno specchio: in questo modo, tenendo la rivista in mano, sulla copertina appariva il viso di chi la reggeva.

ClioMakeUp-Copertine-Magazine-Rivoluzionarie_16Credits: dailymail.co.uk

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Credits: dailymail.co.uk

I social network così sono stati invasi dall’ashtag #bethecover, accompagnati ovviamente dalle fotografie che ritraevano i nuovi protagonisti di Elle.

ClioMakeUp-Copertine-Magazine-Rivoluzionarie_17Credits: dailymail.co.uk

Perché abbiamo annoverato questa copertina tra quelle rivoluzionarie? Perché, secondo noi, dimostra molto bene come tutti, nel nostro piccolo, possiamo fare una rivoluzione. Non importa infatti se un cambiamento parte da qualcosa di apparentemente semplice come la copertina di una rivista, o dall’impegno che mettiamo nel nostro lavoro, nelle nostre passioni o nei nostri ideali: si deve iniziare sempre da qualcosa, e quel qualcosa…possiamo essere noi!

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Ragazze, voi conoscevate queste copertine? Ci sono altri magazine che hanno presentato delle copertine che vi sono piaciute in particolar modo o che vi hanno lasciato un ricordo forte? Diteci la vostra nei commenti! Un bacione dal Team!

23 COMMENTI

  1. Non acquisto riviste in generale, perche’ non mi piace pagare un giornale pieno zeppo solo di pubblicita’…e poi tutte queste copertine shock le fanno secondo me solo x vendere di piu’ e stop…

  2. La rivoluzione la fanno solo se al primo passo segue poi un vero cambiamento nell’immagine della rivista..se si dedica una copertina “shock” e poi torna tutto come di norma..che rivoluzione è?
    e poi shock di che?
    se mettessero in copertina ogni esempio di donna esistente..allora si, ci sarebbe un reale cambiamento , la super figa, poi la ragazza sfigurata, poi la casalinga disperata, poi la manager, poi la curvy, poi l’intellettuale, poi la finta bambolona stupida, poi la ragazza senza le hambe e poi la super vip…insomma…questo sarebbe rivoluzione…e sarebbe semplicemente la normalità.
    Al momento non fanno nulla di che..

  3. È vero purtroppo…..comunque grazie del post che può comunque informarci anche di questo!

  4. Perché si deve vedere nel “vendere” il demonio? È illecito che un prodotto e quindi l’impresa che lo produce guadagni sul capitale che ha investito, dopo, ripeto dopo, aver sostenuto i costi per produrre, compresi gli stipendi dei dipendenti???? Non credo. E se riesce a veicolare anche un concetto di diversità che deve entrare nella norma, qual è il problema?

  5. È solo una supposizione, ma forse hanno messo a confronto una donna biologica con due donne che non lo erano, forse il messaggio è “sono tutte bellissime”.
    Ho anche pensato che potesse riguardare la carnagione, perché i canoni di bellezza Indiani (ma soprattutto dell’industria cinematografica di Bollywood) prediligono una carnagione chiara o olivastra rispetto ad una più scura.
    Queste sono solo mie supposizioni 🙂

  6. Queste copertine, come hanno scritto altre utenti, sono solo un inizio.La storie che mi colpiscono di più sono come quella di Aisha

  7. Come ho detto in un’altra occasione su questo blog….. io sono per la legge del taglione. Quello che fai ti verrà fatto. Non datemi, come mi è già successo quando si affrontano questi argomenti, della fascista.. (che peraltro a volte non si sa neanche il significato di questa parola)… però non è possibile che queste cose avvengano ancora nel nostro millenio.
    Io un tentativo lo farei. Tuo marito ti ha sfigurato con l’acido? Bene… anche tu proverai quello che hai fatto provare a questa giovane donna di 18 anni.
    Scusate, ma non posso vedere, nè sentire queste cose…..

  8. Io mi riferivo alle riviste in generale..vanity fair, vogue, cosmopolitan ecc…nn le acquisto perche’ non mi va di spendere soldi x leggere solo pubblicita’, e qua e la un articolo, che magari potrebbe essere interessante…e poi, il secondo concetto lo ribadisco…a certi giornali interessa solo la tiratura e basta…

  9. Concordo pienamente e sono felice che invece delle solite starlette qualcuno dia spazio a storie come questa

  10. Quello che proprio non dovrebbe esistere è quello che è successo ad Aisha. Sono cose che mi fanno proprio inca**are! Mi fa piacere che ne parlino, anche se purtroppo credo che affinché le cose cambino per queste donne, ci sia bisogno di ben altro. Sono un pò pessimista su questo fronte.

  11. Bel post, bravo team!! Figata quella di Elle. La storia di Aisha l’avevo già sentita, è incredibile che di questi tempi ci siano tali dementi che capaci di fare una cosa del genere a una ragazzina, pretendendo (e purtroppo avendo nei loro paesi) la legge dalla loro parte.

  12. Ma cosa c’entra la rappresentazione di ogni tipo di donna esistente con la volontà di una rivista di raccontare una certa storia? Seppur singola o non all’ordine del giorno, ma almeno viene raccontata e diffusa, si sensibilizza e se ne parla, si scuote qualche coscienza con un immagine ”forte” (perché una ragazza senza naso è un immagine forte). Insomma neanche le iniziative più nobili vengono apprezzate in un modo o nell’altro. La ragazza afgana prima di quella copertina sarà stata sconosciuta ai più, avrà toccato la coscienza di chi non sa cosa accade al mondo, ha denunciato una realtà esistente; la donna sfigurata è un esempio di forza e motivazione per altre donne in difficoltà. Non è poco!

  13. Il punto è che ogni rivista ne pubblica una ogni anno e…..basta, capisci? questa non è una rivoluzione, lo sarebbe se queste donne ogni settimana o ogni mese venissero raccontate, perché una volta ogni tanto…e poi le si dimenticano. Io apprezzo vengano raccontate, ma una volta..non è abbastanza, deve essere un racconto facente parte della normalità…una costante, insieme ad ogni tipo di donna…alternare ogni donna con ogni tipo di problema e la forza che le appartiene, che sia la forza di accettarsi, di ribellarsi, di cambiare, di realizzarsi…
    Io apprezzo, ma le riviste non fanno ancora abbastanza, si limitano ad un cenno ogni tanto..e poi si rispengono le luci.

  14. Sono contenta di non essere la sola a pensarla così. In questi casi, per me, non esistono mezze misure!
    Insisto nel dire che proverei, che farei un tentativo… poi vediamo se abbiamo ragione oppure no!

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