ANNE HATHAWAY E IL SORRISO CHE MENTE AGLI OSCAR

Nel 2003, Anne Hathaway era all’apice della sua carriera quando ricevette il meritato Oscar per il suo ruolo ne Les Miserables. Nel film Anne interpreta Fantine e la sua “discesa agli inferi”: da giovane ragazza piena di vita a prostituta costretta a vendere i propri capelli e denti per mantenere la figlia Cosette. Per interpretare il ruolo, Anne ha dovuto sottoporsi ad una dieta rigidissima e ridursi a pelle e ossa.

cliomakeup-vip-sono-felici-4-anne-hathawayUna tale disumana preparazione e il dover interpretare un personaggio così tragico e “vero”, hanno avuto su Anne gravi conseguenze fisiche e psicologiche. A distanza di tempo dalla notte degli Oscar, Anne ha rivelato che in quel periodo si sentiva malissimo e quella sera per lei è stato molto pesante dover fingere di essere al culmine della felicità per la sua carriera.

cliomakeup-vip-sono-felici-3-anne-hathaway-oscarIl fatto stesso di indossare un lussuoso abito di Prada le creava forte disagio, dopo essersi calata così profondamente nel personaggio di Fantine. L’attrice ha anche detto di aver impiegato quasi un anno per ricominciare a mangiare normalmente.

UNA FOTO PRIMA E DOPO CHE RAPPRESENTA LA DEPRESSIONE

Il “correttore di infelicità”, il sorriso giusto che ti salva dagli sguardi della gente, da domande importune e soprattutto dal pregiudizio, è ben conosciuto dalle persone che soffrono di depressione. Negli ultimi anni, fortunatamente, in proposito ci sono state diverse celebrities che hanno parlato apertamente delle proprie malattie mentali, proprio per spezzare la vergogna e i pregiudizi.



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In questo senso, tra le iniziative che hanno avuto più risonanza negli ultimi anni c’è però quella di una persona comune, una ragazza.

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Questa foto condivisa su Facebook da Amber Smith è diventata virale, e mostra la realtà dei suoi attacchi di panico.

CIÒ CHE TEMIAMO PIÙ ANCORA DELLA NOSTRA MALATTIA È IL GIUDIZIO DEGLI ALTRI

Amber ha spiegato di aver condiviso la foto perché la stragrande maggioranza della gente vede solo il lato “normale” di lei.

Ma “Ciò che temiamo di più non è il luogo oscuro in cui siamo, né i tempi bui che stiamo per attraversare, o quello che siamo in grado di fare. Ciò che in realtà temiamo più è che i nostri amici non capiranno; che li perderemo. Che la nostra famiglia e i colleghi ci guarderanno diversamente “.

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Amber ha chiamato le foto “prima e dopo” perché “la malattia è sempre in agguato. E dato che è relativamente facile nascondere certi malesseri al mondo, la stigmatizzazione di qualsiasi tipo di patologia mentale non potrà che andare avanti.

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Un’altra ragazza affetta da depressione posta le sue immagini di prima e dopo. “A sinistra: ciò che lascio vedere al mondo. A destra: come mi riduce la depressione.”

Secondo Amber, più persone saranno in grado di uscire allo scoperto, e rinunciare ad un sorriso che mente, più le persone potranno capire cosa significa avere “un dolore dentro che nessun altro può vedere”.

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“Parliamo per coloro che non possono. Per coloro che hanno perso la vita per la loro malattia e per coloro che lottano in silenzio. Incoraggiamo gli altri a chiedere aiuto se ne hanno bisogno. Diciamo: “non sei solo”. Parliamo per essere ascoltati. E, infine, per essere visti.”

Anche l’estate scorsa abbiamo parlato di un post di Selvaggia Lucarelli che riguarda proprio la nostra Clio:

1)  SELVAGGIA LUCARELLI SULLA FOTO DI CLIO IN COSTUME

Ed ecco altri articoli in cui parliamo della lotta ai pregiudizi:

2) SCANDALO MAC E NON SOLO: RAZZISMI E MAKEUP ALLA NY FASHION WEEK

3) UNA MODELLA CON LA VITILIGINE RIPUDIA IL FONDOTINTA

4) DISABILITÀ INVISIBILI: LOTTA AI PREGIUDIZI SULLE PATOLOGIE CRONICHE INTESTINALI

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Ragazze, voi avete mai postato la vostra foto che mente? Avevate già letto il post di Selvaggia, e se sì cosa ne pensate? Anche voi vi siete commosse vedendo i sorrisi “correttori dell’infelicità” di tutte quelle persone? Vi è mai capitato di nascondere un dolore alle persone che avevate intorno? Pensate che mostrarlo possa essere un gesto utile per se stessi o gli altri, o viceversa credete che in qualche modo fingere la felicità aiuti ad andare avanti con la propria vita e, pian piano, ritrovare un sorriso sincero? Se vi va, lasciateci un commento. Un bacione dal TeamClio!

70 COMMENTI

  1. Che post intenso…seguo sempre selvaggia ma questo mi era sfuggito..grazie ragazze!
    Io faccio un lavoro a contatto col pubblico e capita spesso di avere un periodo duro e sentirmi morire dentro ma dover fare sempre quel sorriso di facciata. É successo proprio ieri… Avevo appena litigato con un amico e 5 minuti dopo dovevo accompagnare il mio gruppo al museo. Ogni volta che voltavo le spalle sentivo le lacrime pronte a uscire ma di fronte a loro sorriso smagliante e battute. Una fatica enorme che prosciuga ogni energia e non lo nota quasi nessuno.
    Non è tutto oro cio che luccica e non c’è felicità dietro ogni sorriso.

  2. La mia è diventata una maschera, un sorriso incollato alla faccia..
    È difficile, impossibile, poter spiegare alle persone perché si è così tristi, un sorriso ti evita le domande, ed evita a te di dover ricordare ad ogni domanda..un pezzo di vita che tenti disperatamente di mettere da parte, di superare.
    Ogni foto del mio matrimonio..porta i segni di questi sorrisi…ero felice davvero, ma anche disperatamente triste, e ad ogni sorriso, ad ogni risata, una lacrima gli faceva compagnia.
    Ho sempre reagito alla depressione, non mi ha mai avuta, ma sono diventata rabbiosa, cinica, pessimista, iperprotettiva e senza autocontrollo..perché da qualche parte quello che abbiamo dentro deve pur venire fuori, e se non è la depressione saranno altri stati d’animo o somatizzazioni, ulcera, crampi, mal di testa…
    I miei sorrisi sono iniziati a 17 anni e non ho più smesso, oggi ne ho quasi 37 e me ne sento addosso almeno 70.
    Mi piace la Lucarelli, la apprezzo perché sa essere pungente ma anche inopportuna, profonda e schietta.

  3. Le mie foto che mentono riguardano il periodo in cui mi ero resa vittima e carnefice di una dieta squilibrata ed eccessivamente restrittiva, che mi stava portando sul limitare di un baratro da cui sarebbe stato molto più difficile riemergere. Mi scattavo tante foto per vedermi con il “nuovo corpo”, con cui superficialmente mi credevo felice, ma ad oggi, riguardandole, mi provocano un colpo al cuore insopportabile, ricordandomi gli attacchi di panico e lo squilibrio ormonale. Altre foto che mentono sono tante, troppe, tra quelle con il mio ex ragazzo, perchè la nostra storia era molto diversa da quello che volevo far credere alla gente, e anche a me stessa. Questo post mi ha emozionata: ecco come i social possano trasformarsi da vetrina dell’esteriorità a quella dell’interiorità, ecco come il loro uso possa considerarsi a tutti gli effetti positivo, in quanto sensibilizzatore, stando pur attenti a non prevaricare quel limite sottile che sottende e che fa cadere nell’auto celebrazione di sè anche nel dolore, che pure esiste, purtroppo.

  4. Non uso i social e quindi niente foto che mentono. .ma alla mia età -44- a meno che non si viva un una favola le cose tristi della vita ti hanno scavato dentro : genitori che invecchiano, amici ammalati che lottano per una normalità che prima ti sembrava scontata, qualcuno che non ce l’ha fatta e puoi solo piangere.
    ovvio che a chi ti conosce poco dici tutto bene, ma io ho imparato a piangere anche davanti agli altri e a dire:la vita è cattiva con tutti se hai bisogno io ti posso capire.
    ma è una cosa che richiede tempo e qualche volta lascio le persone spiazzate. Ma tutti mi dicono che sono una persona vera, e la ritengo una conquista.

  5. Molto bello questo post. La mia foto che mente è della mia festa
    dei 18 anni. Ho i capelli messi in piega dal parrucchiere, abiti nuovi e sembra
    stia benissimo e sia raggiante. In realtà la mia tanto sognata festa con gli amici mi
    è stata al 100% intossicata e in bagno ho appena pianto a dirotto. Mio padre ha
    appena urlato in auto umiliando mia mamma per una quisquilia (sono già separati
    ma andavamo al locale insieme) e ha appena tra l’altro rinfacciato di aver speso i soldi di questa festa inutile. Lo rinfaccerà per settimane.
    Sono dispiaciuta anche per mia sorella più piccola che in auto ha sentito tutto e ha la faccia scura ed esasperata.
    Io mi chiedo che ci faccio lì che una festa non l’ho mai fatta e potevo mettere via invece 15 euro per andare a mangiare una pizza con un amico. Solo passato, non sono più così dolce dolce e carina e non permetto a nessuno di rovinarmi le giornate perché ha un carattere orribile. Sono abbastanza fiera di come sono diventata forte.

  6. Ti capisco ma credimi molte persone sono disposte a conoscerti e accoglierti anche con il tuo dolore e senza finzioni…io l’ho imparato con il tempo.un abbraccio

  7. La mia foto non era su un social.. è una foto ricordo che troneggia a casa di mia mamma dove non vivo più da anni.. E’ bello essere una persona vera, ce ne sono poche

  8. Scusa volevo riferirmi alle foto pubblicate dalla Lucarelli. Ci vuole fatica e coraggio ma fingere sempre è troppo faticoso prima o poi esplodi. Mi tengo la finzione per i bambini a cui dire la verità potrebbe far troppo male. A tutti gli altri verità e amen se passo per una disillusa

  9. Non sono nessuno per darti un consiglio Adriana, però come sai ho letto i tuoi commenti e visto le tue foto. Hai un marito e bambini bellissimi, puoi ripartire da questo appena quegli altri problemi saranno purtroppo..superati. Sono stata single una vita intera prima di avere questo compagno, non ho bambini. La famiglia è una grande ricchezza. Sono le generazioni future. Tuo marito è splendido e innamorato. In bocca al lupo tesoro e mi dispiace per il tuo dolore

  10. Concordo su tutto! Mostrare le proprie fragilità è liberatorio, chi ci vuole veramente bene ci apprezzerà lo stesso!

  11. figurati… volevo solo specificare che ho partecipato al tema del post pur non essendo una “digital native” :). Da ragazzina sentivo gli amici al telefono di casa ..ecco. In bocca al lupo

  12. Grazie tesoro, si..ho una famiglia meravigliosa, è la fortuna più grande, mio marito il mio perno, la mia roccia..e i cuccioli la mia gioia, gli unici momenti in cui dimentico tutto è quando riesco a stare una giornata intera tutti insieme, mi ricaricano di forza e amore ❤
    Grazie ❤

  13. Pur essendo giovane, ho 28 anni, non amo postare foto sui social. Trovo normale che comunque sui social si voglia apparire al meglio e quindi si condividano sorrisi, location fantastiche, i propri successi. Questo non significa che la vita sia solo quella. Tutti abbiamo dei dolori e delle ferite che ci portiamo dentro. Ma non tutti meritano o sono in grado di vederli. Ritengo che il dolore sia un sentimento intimo, da vivere con se stessi e con le poche persone che ci conoscono e ci amano davvero per quello che siamo. Gli altri sono solo conoscenti, comparse della nostra vita che non meritano di entrare in questa sfera così personale. L’anno scorso è morta la mia cara nonna, ed è stato straziante per me. Questo dolore l’ho condiviso con mio marito e con quei pochi amici che mi sono stati vicini. Quando sono rientrata in ufficio tutti i colleghi con garbo mi hanno fatto le condoglianze, ma non ho voluto andare oltre. Ero li per lavorare, non per cercare conforto o comprensione. A causa di un infanzia difficile soffro spesso di attacchi di panico. Ma non mi aspetto di essere capita, scusata, compresa o confortata da chiunque. Anche questo aspetto della mia personalità la vivo con chi mi ama davvero. Non sbandiero i miei dolori in giro cercando compassione. Non mi nascondo dietro alle mie difficoltà se a lavoro non riesco a portare a termine il mio compito. Nel mio piccolo cerco di essere gentile con tutti perché non so mai cosa stia passando l’altra persona, ma non mi aspetto lo stesso trattamento. La vita è dura per certi aspetti e ci sono campi in cui non si ci può permettere di essere deboli. Sta a noi costruirci una rete di sostegno, un posto in cui poter essere noi stessi mostrando anche le nostre ferite. Questo luogo per me è casa mia, con mio marito.

  14. Un carattere orribile no, la vita ti ha sicuramente indurita e fortificata, ma orribile no..e fidati, sei ancora dolce e carina e questo non vuol dire che hai abbassato la guardia. Io sono come te, ti capisco ❤

  15. Pazzesco, una apre un blog di trucco e varie amenità e si trova a piangere come una fontana… caro Team, questo va eletto (non esiste il premio? Dovreste crearlo!) come miglior post non-truccoso dell’anno! Ho apprezzato molto le parole della Lucarelli, e mi è piaciuto tantissimissimo il vostro approccio profondo a questo tema. Mi lamento ogni giorni, con le poche persone che la pensano come me, della superficialità del mondo in cui viviamo, sono contenta di aver realizzato che non sono così mosca bianca come pensavo!

  16. rimane sempre una persona abbastanza discutibile che ha fatto successo come molti altri criticando acidamente, polemizzando, davvero un pessimo carattere e persona…..

  17. Questo post arriva proprio al momento giusto…sto uscendo da una storia che è stata breve ma intensa, la mia prima relazione. Mi pesa fare la faccia felice al lavoro, dove non voglio che si sappia nulla. Per fortuna ho degli amici che mi aiutano, mi stanno vicino.
    Lui mi manca molto e anche se so che non era quello giusto penso che forse rimarrò da sola, che non riesco ad attrarre i ragazzi…sono tutte fissazioni da cui voglio liberarmi!

  18. Grazie per questo post! Penso che bene o male sia quello che capita ad ognuno di noi! Purtroppo tutti (o almeno quasi tutti) hanno qualcosa da “mascherare”. Io lo faccio per autoproteggermi dal mondo là fuori, sono una persona riservata e molte volte quando ti chiedono “come va?” è più “facile” fare un bel sorriso e dire “bene, grazie” che stare a spiegare cosa c’è che non va!

  19. “Tutti abbiamo dei dolori e delle ferite checi portiamo dentro. Ma non
    tutti meritano o sono in grado di vederli. Ritengo che il dolore sia un
    sentimento intimo, da vivere con se stessi e con le poche persone che ci
    conoscono e ci amano davvero per quello che siamo. Gli altri sono solo
    conoscenti, comparse della nostra vita che non meritano di entrare in
    questa sfera così personale”.

    Sono assolutamente d’accordo con te, anzi non potevi esprimere meglio questo pensiero!

  20. Bella questa tua testimonianza…mi ricordi un pò me. Ho cambiato città da un paio d’anni, lavoro e studio. Entrambe le cose vanno bene, ma ho poca autostima che mi porta a non essere serena. Vivere da sola mi dà tanta forza ma alle volte la solitudine è più forte…cerco di avere speranza nel futuro

  21. Scusate, ma io sono veramente stufa di sentire i piagnistei delle celebrities che si lamentano di quanto difficili siano emozionalmente e fisicamente i loro ruoli nei film. Anne Hathaway avrà fatto fatica a sorridere agli Oscar perchè aveva fame e mi dispiace se stava male, ma non è proprio da mettere a confronto con gli altri esempi menzionati qui di persone che sorridono perchè l’alternativa sarebbe impensabile. Il film l’ha fatto per scelta, sapendo cosa comportava il ruolo e il sacrificio fisico da affrontare per non parlare del fatto che è stata remunerata più che adequatamente e avrebbe potuto tirarsi indietro e dire di no in qualsiasi momento. Tanti altri purtroppo la scelta e la possibilità di dire di no di fronte alla malattia o al profondo disagio che hanno dentro e trovano lo stesso la forza di fare un sorriso, finto o meno sono loro che meritano un Oscar.

  22. Sono pienamente d’accordo con te. Allo stesso modo anche i momenti di gioia sono più belli e profondi condivisi con le persone che ci amano, sul social anche il sorriso veramente felice perde un po’ di significato.

  23. sono d’accordo. Ammiro Anne Hathaway come attrice ma appunto, qui si tratta del suo mestiere. Vogliamo mettere con chi ha parenti malati e deve andare al lavoro o a scuola e sorridere? quello è da Oscar, come dici tu. Avendo provato sulla mia pelle per 10 anni cosa significa ti do assolutamente ragione.

  24. Non c’è niente di male a rispondere “bene, grazie” a persone che, molto probabilmente, non sono davvero interessate a sapere come stai. Sono davvero poche le persone a cui possiamo rispondere con sincerità!

  25. Condivido pienamente. Tutti abbiamo delle difficoltà, star comprese. Ma in questo specifico caso possiamo dire che Anne si è tirata la zappa sui piedi da sola. Poteva rifiutare il ruolo e di certo non sarebbe diventata meno abbiente. E’ stata ben ricompensata per il suo ruolo e le sue fatiche e sono sicura che dopo ha avuto tutto il tempo di riprendersi con calma e tranquillità negli agi che la vita da attrice permette. Le persone “normali” invece spesso non hanno il tempo di riprendersi dopo un trauma o un evento sfiancante. Devono riprendere subito la corsa della quotidianità ed è davvero estenuante.

  26. Se pensi che la maggior parte delle persone “normali” e uso il termine in senso lato non ha nemmeno il tempo di riprendersi da un raffreddore… figuriamoci da un trauma o da una malattia seria. La vita e gli impegni incalzano, cerchiamo di stare vicini alle persone che hanno bisogno di noi e del nostro affetto e tiriamo fuori un sorriso per loro e questo non è nascondersi, ma un atto di profondo amore nel voler proteggere le persone che a loro volta ci amano.
    Aprendo una piccola parentesi che non ha molto a che fare con il tema serio di questo post, ma allora un attore di teatro che recita in un pezzo impegnato ed emotivamente estenuante e deve farlo dando il massimo di se tutte le sere per 4 mesi di fila, come sopravvive se un’attore o attrice di film sta malissimo per una scena che avrà al massimo impegnato una giornata della sua vita? Per non parlare di un medico in un reparto di oncologia, un missionario in una zona di guerra, ma come vanno avanti tutti i giorni?

  27. Questi post fanno bene al cuore, perchè se razionalmente sappiamo che “nessuno può essere sempre felice”, sappiamo anche quanto, in un particolare stato emotivo, tendiamo a vederci soli..come se le vite degli altri fossero sfiorate da certe brutte cose e le nostre invase (che non vuol dire augurarle eh, semplicemente si vede tutto nero nero). Invece le cose brutte fanno parte della vita, come le cose belle… e bisognerebbe avere la forza di pensare che passano, e di cambiarle o accettarle..difficilissimo, a volte impossibile..
    Detto ciò, distinguere tra le varie situazioni è doveroso, se una persona comune sta giù (e uso un eufenismo) il suo mondo non si ferma:casa, magari figli, lavoro etc. e nessuno ti fa uno sconto… Se si salta una premierè (che per carità è lavoro, nel senso che in termini di immagine ti rende), beh diciamo che nessuno viene a recriminare, licenziare etc…
    Se i vip volessero rendersi più vicini, potrebbero imparare che il silenzio a volte aiuta più di cento parole che suonano false lontane un miglio! E non perchè sempre lo siano, ma perchè chi passa un periodo no, a volte tipo me ora, non è solo triste ma incazzata nera… e il sapere che tu hai avuto la forza di truccarti e tirar fuori le poppe e sorseggiare champagne non so, ma non mi consola manco un pò

  28. credo che sia la cosa più difficile sentirsi infelice senza un motivo. Ti senti un’ingrata verso i tuoi cari che fanno di tutto per darti amore e stabilità, verso quelli che una ragione per piangere ce l’hanno veramente e non è una cosa che puoi esternare e spiegare, semplicemente perchè non c’è spiegazione. Stai male, punto e basta alla faccia del mondo che esige un motivo tangibile e per questo ti fa sentire ancora peggio. Sono contenta che tu sia riuscita ad uscirne può veramente diventare un circolo vizioso.

  29. Non sono completamente d’accordo.
    Perché dobbiamo sempre decontestualizzare le situazioni? Il disagio di Anne Hathaway all’Oscar non vale meno del mio che per un anno non sono uscita perché avevo paura di vomitare o di avere un attacco di panico da un momento all’altro. Sono d’accordo che una persona con una famiglia da mandare avanti sia un problema mooolto importante e più concreto del non sentirsi a proprio agio in una situazione ma non sono sempre e solo capricci e non è che siccome abbia i soldi, siano problemi risolvibili in breve tempo o meno importanti.
    Sono due situazioni diverse: una è una attrice che farà sicuramente una vita più agitata della mia, avrá più tempo di riprendersi ma se sta male quanto lo sono stata io, be’ la capisco.

  30. Anche se la lotta alla solitudine è di vitale importanza, onestamente non riesco a condividere il fatto che se non posti online le tue foto non esisti. Anzi direi che il mio dolore più grande è proprio questo. Io grazie al cielo non ho storie tragiche da raccontare, ma ho avuto anch’io i miei momenti bui e quando ho cercato di confidarmi con qualche “amica” sono stata cordialmente tenuta a distanza. Per questo ci sono gli odiosi sorrisi correttori di infelicità: le persone non vogliono vedere i problemi e la tristezza, non vogliono esserci per te quando hai bisogno, non vogliono ascoltare i tuoi sfoghi. Men che meno se non condividi i ca$$i tuoi su quei dannati social. Il risultato è stato che io, un tempo socievolissima e generosa, ora sono diffidente e introversa, ho pochissime amiche e le vedo una volta ogni tanto, e quando mi sento triste per qualsivoglia motivo piango da sola per fatti miei, perché le lacrime allontanano ancora di più le persone che già non ci sono. Questa è stata la mia esperienza al riguardo, e sinceramente non mi illudo che le cose migliorino in futuro. Ho perso fiducia negli altri.

  31. Ciao a tutte….grazie per questo post, è forte e toccante allo stesso tempo e fa bene indipendentemente da tutte le esperienze che ho letto…quando si sta male possono esserci un miliardo di motivi, ma la sostanza è che il dolore non fisico è più facile da nascondere e assai più doloroso da curare. Penso che tutte più o meno abbiamo avuto i nostri “sorrisi che mentono” perché è molto difficile parlare di quello che ci fa star male senza rischiare di apparire viziate, ingrate o annoiate. Per esperienza posso dire che è difficile parlare ai propri genitori di tutto questo perché non volgiamo farli soffrire, ma l’amicizia quella vera aiuta a fare il primo passo per riprendersi la propria vita. Poi c’è chi, come è stato scritto, non ha il tempo di riprendersi da un raffreddore e allora deve per forza reagire subito e cercare di andare avanti. Infine vorrei dire a tutti coloro che si sentono costretti a sorridere mentendo che la vita è troppo importante e bisogna farsi aiutare da chi ci vuole bene e ci capisce e non sempre sono i nostri genitori….non abbiate paura di ammettere le vostre ansie, paure, insoddisfazioni o sofferenze, chi vi conosce sul serio capirà che non siete viziate, ma avete bisogno di qualcuno in grado di ascoltare senza giudicare….un abbraccio di cuore a tutti.

  32. Eh quante ne avrei da scrivere.. Potrei parlare ore delle cose brutte che ho vissuto, di come mi hanno forgiata e di come anche adesso a volte mi creano problemi.
    Scelgo invece di parlare di rinascita.
    Ho letto tutti i commenti e anche io cambiando città e cambiando vita ho finalmente avuto la possibilità di ricominciare tutto e di poter essere me stessa… Perché di buono ne ho da vendere, al contrario di quello che per tanti anni ho creduto. Quando il contesto in cui vivi e le persone di cui ti circondi in realtà non ti amano, ma sono marce, finisci per convincerti che quella sbagliata sei tu. E invece nossignore, fate fuori le persone che non vi apprezzano e non vi meritano, un bel calcio nel sedere. Sono ripartita da sola ma con la consapevolezza che nessuno mi avrebbe più fatto del male, che avrei potuto contare davvero su me stessa. “Aiutati che Dio ti aiuta Vero” mi sono sempre detta e così è stato. Ultimo episodio, post parto, depressione e attacchi di panico, insonnia, di tutto e di più… Ho chiesto aiuto, perché voglio fare la madre con tutta l’anima e così giorno dopo giorno ho sconfitto anche questo grande ostacolo. Oggi mi ritrovo ad essere felice per quello che ho, a migliorarmi sempre e comunque perché si può sempre fare di meglio.. Amo mio figlio, amo mio marito e amo me stessa. Sono forte e determinata a non farmi più fregare dall’oscurità. Reagite ragazze, non credo ci sia qualcosa più forte al mondo della volontà e della forza d’animo di una donna.

  33. So benissimo cosa vuol dire soffrire di attacchi di panico perchè ne ho sofferto anch’io per anni, quindi ti capisco.
    La differenza tra te (e tantissimi altri) ed Anne Hathaway sta nel fatto che:
    1 – lei ha scelto con cognizione di causa la sua situazione di disagio, non le è capitata tra capo e collo e non è stata obbligata, tu no
    2 – poteva tirarsi indietro in qualsiasi momento se la situazione le creava troppo disagio, tu no
    3 – Finito il film ha avuto tutto il tempo di riprendersi, tu se passi una notte a vomitare per l’attacco di panico la mattina dopo vai a lavorare
    4 – inoltre è stata pagata profumatamente, tu stai male ma nessuno ti paga anzi la maggior parte delle persone che non l’hanno mai provato non capiscono assolutamente cosa vuol dire avere un attacco di panico. Non uscire perchè hai il terrore di star male, rinunciare alle cose più basilari (io avevo persino smesso di guidare), la gente che ti dice “cerca di calmarti” come se uno potesse farlo a comando e si facesse venire la bava alla bocca per scelta. Gli “amici” che ti evitano perchè se stai male rovini la serata.
    Riassumendo la grossa differenza sta nella facoltà di scelta che le persone che stanno veramente male non hanno

  34. Ragazze, da psichiatra devo dirvi che c’e’ un po’ di confusione tra depressione, sofferenza per la fine di una relazione e via dicendo… 🙂 da donna vi ringrazio tantissimo (cosi’ come ringrazio molto Selavggia) per questo post. Abbiamo tutte una foto con un correttore della felicita’ e leggere le esperienze di altre persone e’ stato molto commovente. Un abbraccio!

  35. La depressione è una malattia silenziosa… è bello darle una voce tramite queste piccole iniziative.

  36. L’avrà scelto come ruolo ma magari non si aspettava che sarebbe arrivata a stare male per questo e a trascinarlo oltre i mesi delle riprese, magari le hanno messo delle pressioni per non ritirarsi o era ormai troppo dentro quando si è resa conto che iniziava a stare male. Sarà anche stata pagata ma se c’è un problema pensare che mi hanno pagata non mi serve e probabilmente non mi aiuta neanche dal punto di vista psicologico (a me farebbe sentire ancora più in dovere). Se mi dovessi calare in lei e immaginare di stare come stavo e presentarmi alla notte degli Oscar, non mi sento di pensare che il mio problema fosse peggiore. Ma forse sono troppo empatica io.

  37. Credo che ognuno di noi in diversi momenti della vita sia stato profondamente infelice per qualcosa…purtroppo le cose tristi accadono a tutti quanti e nessuno è immune. Ne avrei di foto da postare mentre sorrido e dentro mi sento morire. Per fortuna ho un carattere che reagisce, a inizio anno ho scoperto di essere incinta ma poi l’ho perso…sono stata a casa quel giorno e il giorno dopo ero in ufficio, come sempre. Lo sappiamo solo io e il mio ragazzo e non lo abbiamo detto a nessuno…lo dico qui perchè fa bene dirlo “ad alta voce”, adesso ho smesso di piangere senza farmi vedere e ho recuperato il mio sorriso perchè sono così. Voglio che la mia vita sia piena di sorrisi anche se in molti momenti mi sento morire dentro. Il sorriso porta gioia, può cambiarti la giornata, almeno lo credo io e amo pensarla così. Credo che Selvaggia sia una grande, alle volte è molto dura, altre spavalda fino a farsi odiare, altre volte è sincera fino all’esasperazione come questa volta …mi piace

  38. Hai proprio ragione…solo che in periodo di esami è più dura, il tempo in cui non lavoro lo occupo con lo studio e mi lascio trascinare dai pensieri negativi “troverò mai la persona giusta per me? sarà che piaccio poco?” e cose del genere. La città in cui vivo mi piace, ma è ancora troppo presto per dire se è la città per me o no. Desidero prima concentrarmi su me stessa e sul mio benessere, in modo che ovunque sarò potrò contare sulla mia forza interiore

  39. Sarai una mamma meravigliosa senza dubbio anche grazie alla tua esperienza e perchè sei cresciuta e ti sei creata una vita e uno spazio in cui ti senti te stessa e sarai in grado di comprendere i tuoi figli nel loro bisogno di crescere ed essere se stessi. in bocca al lupo!

  40. Un abbraccio virtuale Ki, mi dispiace per il periodo difficile, ma contenta ora che stai meglio! Ci ho pensato tutto il giorno leggendo le testimonianze di tutte e tornando indietro nella memoria ai periodi tristi o difficili, è un bel post questo ti fa riflettere. Io non ho foto, ma nemmeno una dei periodi che ricordo essere particolarmente neri. Ho uno o 2 buchi di memoria se così vogliamo chiamarli nei miei album fotografici, sarà perchè non amo farmi fotografare in genere (non è un’ossessione, semplicemente non sono capace di essere naturale davanti alla macchina fotografica e vengo sempre fuori con espressioni stranite o da pazza) o perchè inconsciamente non ho voluto testimonianze o ricordi che mi perseguitassero? Ho tantissime fotografie da bambina, ho avuto un’infanzia molto felice. Qualcuna da teenager un po’ sfigatella (non esistevano i filtri e photoshop), pochissime nei miei 20 anni, zero tra i 25 e 30 anni più o meno. Ricominciano con l’avvento del digitale con vacanze e feste indimenticabili con i miei, smettono di nuovo 4 anni fa, 0 nada quando ho perso un familiare al quale eravamo tutti affezionatissimi. Riappaiono dopo un anno ma tutte quelle che trovo mi ricordano un evento felice o meglio un momento che volevo condividere. Sono rimasta un po’ stranita da questa cosa, voglio riflettere sulla possibilità che non sia una coincidenza.

  41. Nel mio piccolo ne so qualcosa… alle medie essere vittima di “amiche” che in realtà ti sfruttano solo per i compiti, e dover far finta di prendere come scherzi tutte le cose che dicono “per ridere” ma sapendo benissimo che ti feriscono, perché se no resteresti da sola. Dover fare la faccia allegra quando invece ti sei appena chiusa in bagno a piangere perché i tuoi genitori hanno passato il pomeriggio a litigare (adesso hanno superato la cosa, ma hanno avuto dei momenti di crisi quando ero adolescente e non lo augurerei a nessuno). Quando ti è sparito il gatto da una settimana, l’hai cercato dappertutto e non puoi neanche mostrarti così preoccupata perché ti dicono “ma è solo un gatto”.
    Ma direi che la foto che mente per eccellenza per me è quella della laurea. Ho passato la specialistica con un’ansia sempre maggiore per gli esami, il dover conservare la media alta, il dover fare in tempo. Non c’era nessun particolare motivo, ma avevo deciso che DOVEVO laurearmi nella prima sessione, ci sono riuscita ma mi sono rovinata la vita per farlo. Prima dell’ultimo esame dormivo pochissimo, piangevo tutti i giorni, avevo lo stomaco chiuso e mi sentivo costantemente il battito cardiaco accelerato. Mi era venuta l’acidità di stomaco per i troppi caffè presi a digiuno, perché proprio non riuscivo a mangiare, al massimo qualche boccone di pasta o cioccolatini. Stavo benino solo quando ero con il mio ragazzo. Questo per un mese e mezzo, ma già prima tutto l’anno era stato pesante. Da luglio per tornare a pesare come prima mi ci è voluto fino a natale, nelle foto di laurea ero 43 kg. Ero talmente nel pallone che non ero neanche sicura di ricordarmi la mia tesi. Sorridevo ma in realtà semplicemente non avrei più voluto sentirne parlare, basta, ero troppo esaurita e mi infastidivano anche i complimenti. Odiavo il mio correlatore che aveva reso le cose ancora più difficili sparendo senza darmi indicazioni. Quando mi hanno buttato lì l’idea del dottorato sono scappata a gambe levate. Adesso va molto meglio… la cosa importante da ricordarsi è che se ne esce.

  42. Grazie Silvia…e uno grandissimo da me a te! Credo proprio che non sia una coincidenza sai? Io ne ho perché del dolore non parlo, non mi piace raccontarmi, in questo modo credo di proteggermi un pochino. Se nessuno sa nessuno chiede giusto? Lo affronto meglio in questo modo. Anche io ho dei buchi di memoria per i dolori più grandi, è stranissimo, arrivo addirittura a dimenticare se voglio. Probabilmente il non far foto in quei momenti non è solo per il disagio di venire con facce buffe ma è il tuo modo per proteggerti. Magari non te ne rendevi conto allora ma adesso rileggendo e riflettendo su questo post hai tutto chiaro

  43. Anche a me succede di avere dei buchi di memoria e di dimenticare a volte, ma non credo sia strano 🙂 credo che abbiamo un nostro modo per difenderci, proteggerci e andare avanti meglio di prima 🙂

  44. La depressione, il malessere emotivo e psicologico nascosto o stigmatizzato dalla famiglia e dalla società sono sempre esistiti, quello che è davvero cambiato (anche in chi ha problemi molto meno gravi) è l’ostentazione sui social attraverso le immagini di una vita fittizia, spesso non realistica, in cui sono tutti vincenti/belli/allegri/alla moda/rilassati/in forma/giovani/sorridenti ecc o apparentemente tali, c’è una forte pressione nel sembrare e apparire a tutti i costi in un certo modo. Le mie foto che mentono sono quelle di una persona cara che non c’è più è che è stata una presenza fondamentale nella mia infanzia e adolescenza, ogni volta che le rivedo mi rendo conto di quanto sia stata brava a nascondere dietro i sorrisi e atteggiamenti giocosi il buco nero che aveva dentro per non rovinarmi l’età più bella, la mia foto personale invece non esiste perchè nei periodi più bui quando volevo scomparire dopo una perdita così grande non sopportavo nemmeno di vedermi allo specchio.

  45. Più che dimenticare quando riaffiorano, mi dico sempre alla Rossella O’Hara “non posso pensarci ora o diventerò matta, ci penserò domani, dopotutto domani è un’altro giorno”

  46. Chissà perché quando si è così tristi ci si presta comunque a farsi fotografare, visto che di solito si vuole essere al meglio in foto. Forse ci si vuole ricordare di come non ci si vuole mai più sentire.

  47. Ciao Lucy mi dispiace che ti senta così, ho capito dal tuo commento di ieri che ovviamente l’ultimo anno mesè più o meno non sia stato facile per problemi di salute che ho avuto l’impressione fossero seri. Anche se il corpo recupera forse la mente e l’animo ci mettono di più, ma spero che con il tempo e la salute troverai anche più serenità e nuove amiche che ti meritano e apprezzano nel bene e nel male in salute e in malattia etc. etc. e comunque c’è sempre il blog di Clio …

  48. Grazie mille Ki, che bel complimento. Ci dispiace molto per ciò che hai passato, e ci onora che tu abbia voluto condividerlo proprio con noi. Un abbraccio forte.

  49. Il concetto di foto che mente è molto bello e profondo, la depressione è una malattia subdola ma bisogna farsi aiutare farcela da soli è difficile!

  50. A me però la Lucarelli non piace, non dico che non scriva cose intelligenti, ogni tanto, però è una gran speculatrice. Senza contare che si erge a paladina dei bullizzati ma spesso lei stessa è una bulla… dovrebbe avere un po’ più di coerenza

  51. Sono d’accordo, una persona a me molto vicina sta passando un periodo difficilissimo a causa di una brutta malattia e ora è caduta in depressione e non è più in se’, è irriconoscibile e incontrollabile. Questo è il periodo più brutto che abbia mai attraversato ma per fortuna ho vicino a me persone che mi vogliono bene e mi sostengono, se non ci fossero loro a farmi forza non so dove sarei adesso..

  52. Grazie Silvia 🙂 Eh sì, gli ultimi mesi non sono stati facilissimi, ma purtroppo gli episodi che mi hanno fatto perdere fiducia nell’amicizia risalgono a un bel po’ prima… Ammetto che in parte è stato il mio approccio non proprio ideale, ma dall’altro lato ho avuto la sfortuna di incontrare persone pessime, quanto di più lontano dal concetto di amici si possa immaginare, e questo mi ha segnata molto.
    Comunque è vero, questo blog è senza dubbio un’ottima compagnia quotidiana, e devo dire che un po’ ha ‘sostituito’ la classica chiacchierata tra amiche 🙂

  53. Condivido pienamente. Questo mi ha fatto pensare anche al mio ragazzo, che quando si è laureato ha dovuto stringere la mano a quei carnefici dei suoi prof mentre suo padre, malato di cancro, era agli ultimi mesi di vita.
    Per quanto riguarda la Hathaway, è una bravissima attrice e mi spiace che quel ruolo l’abbia segnata tanto negativamente, ma è il suo lavoro, è stata pagata 10 milioni di dollari e consacrata all’empireo del cinema con la statuetta più ambita. Loro appartengono a un’altra categoria di gente, non capiranno mai come se la passano i comuni mortali anche se un tempo lo sono stati pure loro.

  54. Io mi sono sentita così durante gli esami più “pesanti” dell’università… ho passato giornate intere di luglio dell’anno scorso e di gennaio di quest’anno a piangere a dirotto, con i miei cari visibilmente preoccupati e timorosi di una mia depressione; mi sentivo giù di morale e più mi deprimevo più mi sentivo in colpa nei confronti della mia famiglia e del mio ragazzo, sempre amorevoli e pronti a sostenermi: loro non capivano le motivazioni dei miei pianti disperati e forse nemmeno io…. ancora oggi pensare a quei giorni mi fa star male e mi fa sentire un’egoista e un’ingrata…

  55. Credo proprio che sia così Fefe, dimenticare è l’unico modo per tornare a sorridere dopo una situazione brutta. E’ strano come la nostra mente o il nostro corpo ci difende a volte, meno male che ci pensa lui ❤

  56. Sì è stranissima questa cosa, le mie migliori amiche non sanno nulla e a voi l’ho scritto. A volti in momenti tanto tristi ti senti più libera con persone che conosci meno … l’importante è parlarne giusto? ❤
    Grazie Team e grazie Clio…

    p.s. ho letto del nome di Lenticchia… E’ stupendo!

  57. è il mio film preferito. L’unico nella storia dell’universo che mi è piaciuto un milione di volte più del libro anche se la storia nel libro è molto più complessa e Scarlett O’Hara è veramente senza sentimenti.

  58. Beh lei è eccezionale! Ha una forza, una tenacia! Quando fa il vestito con le tende per andare da Rhett??? Numero uno!

  59. premetto che non considero donna il soggetto a cui vi riferite in questo post,per mettersi in mostra è disposta a tutto, cerca la lite ovunque…dico però…meno male che esistono i CORRETTORI DI FELICITA’…se noi facessimo trasparire quotidianamente i nostri momenti bui, creeremmo negli altri stati d’animo negativi…io non voglio assolutamente rovinare le giornate degli altri, anche perchè anche gli altri hanno i loro problemi…la PNL ci insegna a essere positivi sempre e comunque anche quando anzi sopratutto se dentro abbiamo milioni di piccole schegge di dolore che ci stanno lacerando…la PNL ci dice che, alla domanda che gli altri ci fanno “come state?” noi dobbiamo rispondere “benissimo” anche se in quel momento ci hanno diagnosticato il male peggiore…non si tratta di nascondere ma di rispettare gli altri…non possiamo coinvolgere gli altri nei nostri stati d’animo negativi..quando CLIO ha annunciato l’arrivo di BABY LENTICCHIA mi ha colpito la sua confessione di un suo ABORTO SPONTANEO avvenuto , qualche giorno prima di NATALE, lei stessa ha confessato che è stato un momento brutto (come è normale sopratutto perchè avvenuto qualche giorno prima di NATALE) ma io non mi sono mai accorta di NIENTE perchè lei il SUO SORRISO non l’ha perso mai…team clio la signora in questione è un esempio negativo di donna, statene alla larga…

  60. Mi spiace molto. L’università può essere dura se presa così. Cerca di razionalizzare un po’ tutto. In bocca al lupo e fatti forza. Da quello che scrivi vedrai che non succederà più

  61. Anch’io ho trovato nella vita persone che mi hanno usato solo per i compiti e anch’io sono stata molto studiosa. Ti Capisco e abbraccio Becky

  62. Sono d’accordissimo.. infatti molte Delle esperienze citate da me è altre ragazze sono tristezze momentanee e non certo depressione, che è una patologia seria

  63. È come dici, molte persone sfuggono quando sentono problemi. Io sto supportando un mio amico che prima era solo poco più che un conoscente. I suoi migliori amici sono scappati…ed è solo un esempio

  64. Speriamo… la cosa che mi preoccupa di più è la possibilità che mi ricapiti in futuro quando lavorerò… in questo periodo, però, sono molto serena e “galoppo “verso la laurea 🙂

  65. Grazie, sei molto carina. Alla fine penso siano cose che ti rafforzano, chiaro che uno preferirebbe non doverci passare comunque…

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