UNA PAGINA FACEBOOK CONTRO IL SESSISMO PUBBLICITARIO ITALIANO

Il sessismo nelle pubblicità non è un problema del tutto eliminato

Il sessismo nelle pubblicità, però, non è un problema che è stato cancellato completamente dal mondo dei media, anzi! Vi abbiamo, ad esempio, già parlato delle pubblicità di moda più scandalose degli ultimi tempi, ma la provocazione basata su un ruolo sessualizzato o inferiore della donna è ancora presente in molte campagne appartenenti a settori ben più insospettabili, anche (e, in certi casi, soprattutto) italiane.

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A questo proposito, sono stati fondati da Annamaria Arlotta la pagina Facebook e il gruppo pubblico “La pubblicità sessista offende tutti”, per denunciare l’arretratezza in fatto di parità di genere trasmessa dalla comunicazione pubblicitaria del bel Paese.

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Annamaria, infatti, ha detto in un’intervista all’Espresso: “L’idea di aprire un gruppo mi è venuta qualche anno fa. Ero da poco tornata in Italia dopo aver vissuto alcuni anni in Inghilterra e ho notato subito che la pubblicità qui era completamente diversa da come la ricordavo nel Regno Unito, dove allusioni sessuali e doppi sensi sono quasi inesistenti.



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All’inizio pensavo che fosse una differenza dovuta al puritanesimo britannico, che fossimo noi quelli più “liberali”. Ma mi sono presto resa conto che era semplicemente una questione di rispetto. Nelle pubblicità italiane la donna è ridotta sempre e unicamente al corpo e al fattore seduttivo.

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E questo, aldilà della volgarità di molti spot, fa passare il messaggio sbagliato che solo le donne giovani e belle hanno valore. Le altre praticamente non esistono”.

GLI STEREOTIPI DI GENERE, UNA BATTAGLIA ANCORA DA COMBATTERE

Tuttavia, un altro fronte su cui la pubblicità deve ancora lavorare è quello degli stereotipi di genere, che spingono, ad esempio, a raffigurare in una pubblicità di pannolini un bimbo come un futuro esploratore, e una bambina semplicemente come vanitosa.

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Gli stereotipi di genere nei media non sono ancora stati superati

Alcune pubblicità di questo tipo, dopo aver ricevuto numerose proteste, sono state cambiate o direttamente eliminate, ma in ogni caso il fulcro della questione è che siano comunque state inizialmente fatte e approvate. C’è chi afferma che la pubblicità si limita a seguire le tendenze e il flusso di ciò che vuole la società, e non ha dunque un ruolo educativo.

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CI SI AVVICINA VERSO UNA MAGGIORE CONSAPEVOLEZZA?

Di conseguenza, una maggiore consapevolezza riguardo la parità di genere e, soprattutto, l’uguaglianza di diritti e doveri condivisa da tutti gli esseri umani, deve essere il primo passo che farà in modo che avvenga un cambiamento radicale in questo settore e non solo. E, chi lo sa, magari per qualcuno guardare le opere di Eli Rezkallah, potrà fare in questo senso una piccola, grande differenza.cliomakeup-pubblicita-sessiste-ribaltate-in-a-parallel-universe-eli-rezkallah (9)

“È carino avere un ragazzo in casa”

Ragazze, volete saperne di più su altre pubblicità e campagne controverse? Allora non perdetevi:

1) PANDORA E LA PUBBLICITÀ DI NATALE SESSISTA

2) ZARA È SESSISTA? LA MOSSA INFELICE DELLA “FINTA” LINEA UNISEX!

3) DALLA “CICCIONA CHE TRUCCA” AL “TRIO DELLE CICCIOTTELLE” IL PASSO È BREVE: I SESSISMI GRATUITI IN RADIO E SUI GIORNALI

4) SCARPETTE ROSSE E I 7 NANI: QUANDO I CARTONI SONO ACCUSATI DI BODY SHAMING!

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Ragazze, voi che cosa ne dite del progetto fotografico “In a parallel universe”? Eravate a conoscenza delle pubblicità vintage sessiste che abbiamo menzionato nel post, e che effetto vi ha fatto vederle con i ruoli ribaltati? Anche voi, come Annamaria Arlotta, credete che si debba ancora combattere il sessismo nelle pubblicità? Diteci la vostra nei commenti! Un bacione dal TeamClio!

30 COMMENTI

  1. Sinceramente vedo una grande differenza tra le pubblicità degli anni 60 (in cui chiaramente è raffigurata una società totalmente diversa da quella in cui siamo ora) e la pubblicità dell’amaro del capo, per esempio. Le prime mettono chiaramente in evidenza il ruolo predominante dell’uomo e quello subordinato della donna, la seconda gioca con le parole, e non la trovo nè sessista nè denigratoria. Secondo me è giusto parlare trattare e sensibilizzare su questi temi, ma bisogna sempre farlo con un limite, perché sennò si rischia l’efdetto opposto, come anche per le pubblicità razziste o per la moda curvy ecc. il troppo stroppia. Quando c’è un palese messaggio sessista è giusto prendere provvedimenti, quando non c’è, trovo controproduttivo esasperare la cosa e cercare il marcio a tutti i costi.
    Quindi, tornando alla pubblicità dell’amaro del capo, io vedendola dovrei pensare che quella pubblicità sta dicendo che io donna ho per forza un capo uomo e che l’unica cosa a cui posso ambire è farmelo? E se vedo la pubblicità della birra che dice “fatti una bionda”? È sessista perché le bionde sono solo oggetto sessuale? È sessista perché la bionda non può decidere se farsi l’uomo?

  2. Nella società italiana il ruolo della donna in ambito lavorativo è ancora molto lontano dall’essere alla pari. E ciò è proprio a causa della mentalità maschilista e sessista estremamente diffusa e che ogni donna vive ogni giorno! La pubblicità in Italia è vergognosa e arretrata come non mai! Le pubblicità che riguardano la pulizia della casa o la cura dei bambini vedono come protagoniste SOLO e SEMPRE le donne. Ogni giorno ci faccio caso e questa cosa mi mette un enorme tristezza perché, come dice l’articolo, le pubblicità rispecchiano la società per cui sono rivolte. E infatti è così. Le nostre pubblicità mostrano davvero la mentalità della nostra società, che è ancora molto sessista! E chi dice il contrario non ha proprio contatto con la realtà.
    La pubblicità dell’amaro del capo io la trovo offensiva, perché come al solito la donna dovrebbe “ambire” ad andare a letto col capo, come se sia una cosa bella o positiva. Inoltre sappiamo tutti il fenomeno delle molestie sul lavoro, che va al di là del caso Weinstein ad Hollywood. Nella cronaca italiana ci sono innumerevoli esempi. Anche la pubblicità della birra che dice fatti una bionda, anche quella è sessista perché il nesso tra la birra è una bella donna bionda super scollata io non lo trovo. Non stiamo parlando di una pubblicità di intimo, ma della pubblicità di una birra! Ma di cosa stiamo parlando? Quindi per vendere un qualsiasi prodotto che possa interessare il genere maschile è necessaria una bella donna? Queste pubblicità mostrano solo questo: belle donne oggetto del desiderio degli uomini e mamme e casalinghe che puliscono la casa, cucinano e si occupano dei bambini.
    Trovo questo scenario triste, antiquato, offensivo e imbarazzante, perché vivo nel 2018 e non nel 1918!!!!

  3. Aberranti le pubblicità degli anni ’60. Non ne avevo mai viste ovviamente! Mostrano proprio il fatto che la donna era ancora considerata inferiore.
    Le pubblicità di adesso le trovo volgari, con doppi sensi da bar, che si potrebbero proprio evitare ormai, non fanno ridere a nessuno tranne che a qualche uomo sessista e ripeto, da bar.
    Non so se rendo!
    Comunque non mi piace nemmeno l’idea dell’uomo zerbino! Insomma ci vuole equità!
    Anche se ne siamo molto lontani ancora! Soprattutto in ambito lavorativo. Una mia amica si è sentita molte volte dire: “non assumiamo donne, solo personale maschile”, ma siamo fuori?!
    Però ecco, neanche ribaltando i ruoli non si va da nessuna parte. Per fare un esempio: l’uomo che lava i piatti o cucina e la donna in divano? No. E neanche il contrario! Ci si deve aiutare!
    Per dire, cucina chi arriva a casa per primo, indifferente che sia lui o lei. Chi stira? Chi dei due è più bravo xD
    Insomma, esempi sciocchi per spiegare come vorrei vivere io con il mio ragazzo, con equità e aiuto!

  4. A casa mia è così. Mio marito lavora Tutto il giorno, esce alle 5.30 e torna alle 21…eppure dopo cena sparecchia, cambia il pupo..sono io a rimproverarlo perchè vada a distendersi.
    Nei giorni liberi…ognuno fa qualcosa, prima si finisce e prima si esce, io lavo i piccoli, lui sistema..rifà i letti, io cucino e lui passa aspirapolvere…
    Mio marito è adorabile ❤

  5. Sono d’accordo con te!molto spesso, soprattutto in tempi recenti, le battaglie femministe sembra quasi che vogliano portare ad una prevaricazione della donna sull’uomo e quest’ultimo viene sempre visto come il maiale, lo schifoso, il sessista ecc.
    Conscia del fatto che il maschilismo sia ancora radicato in molte menti, non penso che si possa guarire una piaga con un’altra piaga. Tristemente ora che sono usciti gli scandali sulle molestie un qualsiasi approccio viene visto come molestia, e l’uomo (sopratutto se famoso) non può difendersi e finisce sulla gogna pubblica, umiliato anche laddove si era semplicemente approcciato ad un’altra persona.
    Poi le pubblicità come quelle citate mi fanno venire i brividi, quelle anni 60 ma ancor più quelle moderne, perché vuol dire che tutto sommato negli ultimi (ormai quasi) 60 anni le cose non sono poi cambiate così tanto!certo sono più velate, ma ugualmente sessiste

  6. Purtroppo l’iniquità è una malattia viscida che non si fa notare, non sempre.
    Però ti faccio riflettere su una cosa, pensa alle varie pubblicità che sponsorizzano prodotti per la cura della casa, in quante c’è un uomo e in quante una donna?o quelle che pubblicizzano prodotti per infanti, in quante c’è un uomo e in quante una donna?
    Certo, ci sono anche gli uomini (mi viene in mente la pubblicità della swiffer) ma tristemente la prevalenza è femminile, come se questi ruoli fossero esclusivamente femminili.
    E questo riflette la mentalità delle persone a cui la pubblicità è rivolta!equità è quando per tutti sarà normale vedere un uomo che stira, una donna manager o viceversa, ma senza pensare che i due sessi siano relegati a certi ruoli

  7. Che bravo marito che hai 🙂 un gran bel esempio! Diciamo che nel suo caso sarebbe legittimato a stendersi, come gli dici tu appunto! Bravo veramente 🙂 se fossero tutti così allora il maschilismo, sessismo robe varie sarebbero veramente superati!

  8. Anche io mi accodo a chi ritiene che, anche se molto migliorata, la situazione odierna è ben lontana da essere paritaria. Magari in maniera pubblica ci si indigna, ma nella mentalità della gente la donna è sempre perlopiù madre e moglie.
    Io personalmente lo vivo sul lavoro dove, donna ed architetto, noto sguardi meravigliati quando si tocca con mano la mia professionalità e si da per scontato che io non sappia fare tutta una serie di cose. Ed incontro perfetti idioti tutti i giorni, che vengono iper sopravvalutati. Nella vita pubblica, posso aver raggiunto qualsiasi risultato, ma la domanda principe è sempre quando ti sposi e perché non ho figli (ho una relazione stabile da una vita).. Me ne frego altamente, ma che fatica…e che scoramento..

  9. Esattamente quello che ho ribadito anche io. Gli slogan come quello dell’altro post:” il futuro è femmina” Non mi piacciono per niente, sono irrispettosi verso gli uomini! Le femministe convinte ed estreme mi stanno sulle balls… Per non parlare del Politically Correct che ormai sta diventanto una piaga!

  10. Per quanto riguarda la birra, il nesso sta nel gioco di parole con “bionda”, per il resto sono d’accordo con te.

  11. Sono totalmente d’accordo con te. Però magari in un paese non medievale, l’amaro avrebbe fatto anche la variante “gay” con un giovane ragazzo al posto della ragazza e lo stesso identico slogan.

  12. I cartelloni rifatti con la variante maschile strappano un sorriso ma sinceramente che noia, erano gli anni ’60, non si può sempre tirare in ballo il passato. Il problema è il presente e la mancanza di parità tra uomo e donna nell’immaginario sociale: se un padre di famiglia viaggia per lavoro due settimane all’anno, nessuno ha niente da ridire, se lo fa la madre è una degenerata, una madre snaturata e via dicendo. Quando l’Italia uscirà dal Medioevo sarà sempre troppo tardi.

  13. le pubblicità sono orrende … però alcune mi danno un sentore di 50 sfumature e mi vengono i sudori freddi a pensare che facciamo 2 passi avanti e uno indietro. Di solito mi sento dire ” che fortuna tuo marito dà una mano in casa” la cosa mi irrita in maniera esponenziale, perchè sottintende che le faccende sono mio dovere e lui accondiscende a dare una mano … il suo lavoro è ovviamente più importante del mio (fa nulla se io guadagno di più, lui si stanca e lavora di più) e io sono un mostro perchè non gli stiro le camicie … purtroppo la mentalità è ancora quella. A volte rispondo stizzita sì sono fortunata perchè mio marito i lavori in casa li fa semplicemente perchè la casa la usa anche lui senza farmi pensare che mi sta facendo un favore …
    Posso presentare uno spunto a favore degli uomini negli anni 60? Secondo me queste pubblicità sono deleterie anche per l’uomo, infatti l’unico ruolo è quello di provvedere per la famiglia e di guadagnare abbastanza per poter garantire lo stile di vita “idilliaco” dipinto nelle pubblicità. Se non puoi comprare a tua moglie l’aspirapolvere e la cucina nuova sei un fallimento

  14. Mi sa che è peggio di così, se l’uomo viaggia va benissimo, se viaggia la donna è perchè sicuramente ha un altro. D’altronde è ancora comune la mentalità che se una donna ha fatto carriera è sicuramente andata a letto con le persone giuste (si è fatta il capo come nella pubblicità). Ho lavorato tanti anni in una banca d’investimento a livello mondiale e ti garantisco che sono discorsi che girano molto liberamente, la cosa triste è che non sono solo gli uomini a farli. Mi consolavo del fatto che fossero dettati dall’invidia, ma non sono sicura che fosse solo quello il motivo …

  15. L’ultima parte del tuo commento apre un oceano di riflessioni. Gli stereotipi esistono anche per gli uomini e non sono meno pressanti. Se la donna deve essere bella, l’uomo deve essere ricco e potente. Anche lui ha la sua croce. Magari potrebbe sembrare più superficiale l’aspetto fisico, ma sempre uno stereotipo è.

  16. Boh guarda io sono cresciuta in una famiglia in cui i genitori sono perfettamente intercambiabili : mio padre fa spesa lava stira cucina quanto mia mamma, mi ha cambiato il pannolino e cullato le notti in cui piangevo finché ce n’è stato bisogno e dei due quella che ha fatto più “carriera” è mia mamma. Lei a sua volta cambia le lampadine, sa usare un cacciavite o una brugola e tante altre cose ritenute da uomo. Però sento spesso la frase di mio padre “devo dare giù alle camicie, che detersivo è meglio che io usi?” Oppure di mia mamma “devo fare un foro, quale testina è meglio che usi?” Quindi si è vero che certe pubblicità vengono rivolte alle donne (che poi vorrei vedere quante donne vorrebbero dedicata una pubblicità sui camion o su delle marmotte) ma il vero problema è come la gente reagisce. Finché le donne non decideranno (almeno tra le mura domestiche, e non sto parlando di violenze) di non accettare un rapporto impari, il problema non sarà delle pubblicità.

  17. Ti posso solo dire che sei stata fortunata e che è molto bello che la tua famiglia sia così!
    Le pubblicità non possono cambiare la mentalità di un popolo, ma sicuramente non farebbe male cominciare anche da qui a togliere degli stereotipi stupidi. Poi ovvio che sono le persone a dover andare avanti come mentalità!però non penso farebbe male iniziare anche dalle pubblicità a sdoganare certe cose 🙂

  18. L’aveve detta uguale Marilyn in gentlemen prefer blondes:
    “non sai che per un uomo essere ricco è come per una ragazza essere bella?”

  19. Pubblicità orrende se ne producono sempre.
    Anche ora ne gira una praticamente nuova, di due acque (nell’unica pubblicità) famose: lei a casa vestita di tutto punto, pure con il classico giro di perle, e naturalmente alle prese con la cucina, lui rientra pimpante dal lavoro e le chiede cosa ha preparato per cena e lei inizia con la vocina idiota a fare l’elenco.
    Io questi li ammazzerei, siam sempre lì: donna schiva, zitta e lava

  20. Esattamente, stessa cosa.
    Lavoriamo entrambi 8 ore al giorno e, dato che io faccio 8 ore continuate, arrivo a casa prima e quindi mi sobbarco più lavoro. Eppure sento la solita tiritera dagli altri: è bravo, daì, ti aiuta in casa… MI AIUTA??? Perché lui non sporca? Non mangia? Non si cambia i vestiti??
    Sto tentando di crescere mio figlio in modo totalmente diverso, forse sarò esagerata ma non faccio che ripetergli che un vero uomo collabora totalmente con la persona con cui divide la vita, non si limita a dare un piccolo contributo e a sentirsi pure bravo per questa miseria.
    Per ora posso dire che ha recepito e che spesso si indigna per atteggiamenti da macho che non deve chiedere mai.

  21. Sai qual è la cosa più tremenda? Scoprire che dopo anni di lavoro e professionalità ancora non ricevi la giusta considerazione, nemmeno da chi ti cerca per primo per il tuo lavoro ma ti vuole sottopagare perché donna.
    Ho appena ricevuto un’offerta di lavoro importante, in una realtà che esiste da prima degli anni 50, mi hanno fatto fretta perché cercano proprio una persona preparata come me.
    Poi…poi mi mandano la loro proposta scritta. Ridicola, un livello che è lo stesso del mio PRIMO lavoro, quello di 25 anni fa! Io ho un ben altro livello, ho raggiunto il massimo e loro mi propongono di ripartire da zero! Cosa peraltro proibita per legge.
    Fossi stata un uomo non l’avrebbero fatto.

  22. 1200 euro partendo dall’ultimo livello, quello che si assegna a chi e’ al suo primo impiego, non certo a chi è già esperto. Mandati a quel paese, naturalmente.

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