Il tampax ci ha cambiato la vita, ammettiamolo! C’è chi si limita ad usare questo tampone interno solo in alcune occasioni, come al mare per poter stare in costume senza troppi problemi, e c’è chi, invece, preferisce utilizzarlo sempre durante il ciclo mestruale.

Difficile non sapere cos’è il tampax e a cosa serve: si tratta di assorbenti interni – per la precisione è un tampone assorbente invisibile, se non fosse per quel filo per la rimozione – che non hanno bisogno di ali o adesivi. Può avere l’applicatore, altra grande invenzione che permette di evitare il contatto diretto e più profondo con le parti intime, oppure può non averlo. Ne esistono di vari tipi e di varie misure, insomma a noi resta solo scegliere i migliori per le nostre esigenze. Tampax è anche il nome dell’azienda che ha lanciato questi tamponi, in particolare quelli compatti e alla camomilla per risultare delicati e piacevoli da utilizzare.

Ma basta perderci in chiacchiere! Cerchiamo di fare chiarezza sul tampax, con un sacco di consigli utili su come si mette, alcuni interessanti cenni sulla storia e qualche informazione sui pro e i contro, focalizzandoci in particolare su eventuali controindicazioni ed effetti collaterali. Via con il post!

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Credits: Foto di Pexels | Karolina Grabowska

ASSORBENTI INTERNI TAMPAX: COME METTERLI

Prima di addentrarci nell’interessantissima storia del primo assorbente tampax, concentriamoci sull’aspetto più importante. Come si mette l’assorbente interno? Nonostante l’utilizzo di questo tampone sia in realtà parecchio intuitivo, spesso sorgono dubbi su come inserirlo correttamente, specialmente se si è alle prime armi.

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Credits: @tampax Via Instagram



Per chi non ne ha mai fatto uso, riuscire a infilarlo bene senza farsi male potrà sembrare una mission impossible. No, ragazze, non è così: non abbiate paura! Ecco consigli su come mettere il tampax step by step.

ASSUMETE UNA POSIZIONE COMODA PER L’INSERIMENTO DEL TAMPAX E CERCATE DI NON IRRIGIDIRVI

Rilassatevi e respirate, perché l’agitazione non porta da nessuna parte, anzi irrigidirvi per la tensione potrebbe accrescere il fastidio. Con calma e delicatezza, prendete l’applicatore e assumete una posizione comoda per favorire l’inserimento. In genere meglio procedere in piedi con le gambe leggermente divaricate. È anche possibile sollevarne una, poggiando il piede sul WC o sul bordo della vasca, ad esempio.

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Credits: @tampax Via Instagram

A questo punto si passa all’azione: posizionate l’applicatore all’ingresso del canale vaginale e spingetelo delicatamente al suo interno. Rilasciate il tampone, spingendo la parte più esterna dell’applicatore in plastica o cartone, e rimuovetelo. Il risultato sarà quello di vedere solamente un filo pendente, che servirà poi a rimuovere il tampone. A proposito, il tampax va tolto ogni 4 o 5 ore, anche prima se il flusso è particolarmente abbondante.

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Credits: @tampax Via Instagram

Queste regole valgono nel caso in cui si usi un assorbente interno con applicatore, come il famoso Tampax Compak. Come si inseriscono, invece, le varianti senza supporto? I tamponi senza applicatore, quelli tipo Ob, vanno inseriti completamente a mano. Bisogna prenderne uno, slegare il cordoncino, tenere il tampone da una mano e con l’altra aprire le labbra per favorire la spinta nella vagina.

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Credits: Foto di Pexels | Polina Zimmerman

Con le dita bisogna spingerlo fino a quando sentirete che non c’è, fatta eccezione, ovviamente, per l’immancabile filo. Vi consigliamo, se siete alle prime armi, di scegliere un modello con applicatore.

LA STORIA: CHI HA INVENTATO IL TAMPAX?

Passiamo, adesso, alla storia degli assorbenti interni. Pensate che sia stata una donna, stanca del suo ciclo mestruale, ad aver inventato il tampax? No, ragazze, vi sbagliate, perché è stato un uomo a crearlo e brevettarlo negli anni ’20.

Ma facciamo un passo indietro. Verso la fine dell’Ottocento la Johnson & Johnson inventò dei tamponi usa e getta, una grande rivoluzione visti i tempi. Li chiamò Lister’s towel ma le donne si vergognavano di acquistarli. Un flop pazzesco, nonostante l’idea fosse valida.

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Credits: @nyamhistory Via Instagram

Per superare l’imbarazzo femminile, la Kimberly-Clark nello stesso periodo commercializzò i primi assorbenti moderni in cellulosa e cotone, da comprare self-service, quindi senza coinvolgere il commesso o cassiere di turno. In seguito la Kotex lanciò sul mercato i suoi tamponi usa e getta, battezzati con il medesimo nome, ma non erano ancora il top in fatto di praticità.

cliomakeup-tampax-storia-13-kotex Credits: @nyamhistory Via Instagram

Nel 1929 un osteopata aggiunse al tampone un pratico applicatore di cartone, per consentire un veloce inserimento, e un filo per la rimozione. Quell’uomo si chiamava Earle Haas, il vero inventore del tampax.

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Credits: @mawreese324 Via Instagram

Il medico dopo due anni, nel 1931, depositò il brevetto della sua invenzione, che chiamò “accessorio catameniale” (kataménios in greco vuol dire mensile).

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Credits: @tampax Via Instagram

In seguito, il brevetto fu registrato con il nome con cui lo conosciamo oggi, Tampax, e fu lanciato sul mercato (finalmente!) da una donna, la tedesca Gertrude Tendrich nel 1936. L’imprenditrice comprò il marchio e fondò la società, per l’appunto chiamata Tampax, oggi di proprietà di Procter & Gamble.

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Credits: @_deformities Via Instagram

ANCHE LE DONNE DEL PASSATO USAVANO GLI ASSORBENTI INTERNI

Ebbene sì, anche prima dell’Ottocento, anzi secoli e secoli prima, le donne riuscivano a contenere il ciclo mestruale con dei tamponi interni che potremmo definire gli “antenati” dei nostri tampax.

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Credits: @projectdevi Via Instagram

Si narra che Cleopatra e le donne egiziane avessero trovato un modo per raccogliere il flusso. Avevano creato dei tamponi interni arrotolando dei fogli di papiro ammorbiditi. Nell’Antica Roma le donne inserivano al loro interno un tampone di lana o stoffa, mentre in Grecia un panno. Tra le numerose leggende c’è quella della matematica Ipazia, che pare abbia gettato a un corteggiatore indesiderato un panno intriso del suo sangue mestruale!

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Via Giphy

Nel Medioevo, invece, si usava una sorta di mutanda contenitiva, un pantaloncino che serviva a tenere fermi assorbenti di cotone a dir poco rudimentali. Da non dimenticare un altro metodo per contenere le emorragie: un muschio particolarmente assorbente, inserito nella vagina.

L’uso di un qualsivoglia tampone è però sempre stato legato, o quasi, allo status delle donne. Le più ricche potevano permettersi di utilizzare stracci o altro per tamponare il flusso, mentre le altre inevitabilmente si macchiavano. Altro che period kit!

Ragazze, siete curiose di saperne di più? Nella prossima pagina parleremo di controindicazioni ed effetti collaterali del tampax, ma anche di come scegliere i tipi e le misure più adatte a ognuna di noi!

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