INCI: GLI INGREDIENTI DANNOSI ESISTONO DAVVERO?

Un antico proverbio indù recita “Anche il nettare è veleno in caso di consumo eccessivo”. Questo per dire che non esistono ingredienti da demonizzare per categoria o per sentito dire.

L’ASTERISCO ACCANTO AGLI INGREDIENTI INDICA LA PROVENIENZA DA AGRICOLTURA BIOLOGICA

Tutti gli ingredienti scelti per essere inseriti nei cosmetici prodotti in Italia subiscono dei controlli molto rigidi, così come i prodotti finiti. La legge prevede dei test di sicurezza severi e obbligatori. Infatti, chi per esempio ricerca prodotti con buon Inci e addirittura bio sa bene che gli ingredienti davvero biologici sono solo quelli contrassegnati da asterisco. Gli altri non si fregiano di questa “etichetta”.

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Credits: Foto di Unsplash | Angelos Michalopoulos

In linea di massima, esistono delle categorie di ingredienti che sarebbe preferibile evitare. Per esempio, sono molto inquinanti alcuni tensioattivi che derivano dalla raffinazione del petrolio, come SLES e SLS. Allo stesso modo, sono composti sintetici molto dannosi per l’ambiente i PEG, a loro volta di derivazione petrolifera. Questi vengono usati per mescolare l’acqua con le sostanze più grasse, che per natura non riuscirebbero mai a legare tra loro.

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Credits: Foto di Unsplash | Fulvio Ciccolo



Ci sono dei siliconi, come il Dimethicone, molto impiegati in cosmesi a causa delle loro proprietà. Rendono, infatti, i capelli più lucidi e la pelle più levigata. In realtà, però, si tratta di un’illusione: a lungo andare, infatti, i siliconi possono occludere i pori e seccare i capelli, innescando quasi un effetto di dipendenza. Se si smette improvvisamente di utilizzarli, le condizioni di pelle e capelli potrebbero peggiorare molto e velocemente. Di contro, però, è bene dire che ci sono anche prodotti biologici che non sortiscono gli effetti sperati: insomma, mai generalizzare!

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Credits: Foto di Pexels | Shiny Diamond

Attenzione: non vanno demonizzati e non sono nocivi per la salute. Vengono sottoposti a numerosi controlli e test, quindi sono sicuri per l’uomo, ma sono pericolosi per l’ecosistema e dannosi per l’ambiente, in quanto non biodegradabili. In sostanza, inquinano flora e fauna, e in particolar modo il mare. Lo stesso dicasi per i parabeni, composti organici utilizzati come conservanti specialmente per prodotti come shampoo e balsamo. Utilizzarli o meno è una questione etica e, quindi, una scelta opinabile.

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Via Giphy

Infine, sono da evitare ingredienti allergizzanti come il Triclosan, un antibatterico presente in molti prodotti per l’igiene orale.

INCI ONLINE, TRA APP E SITI WEB DEDICATI

Siamo sempre più informati circa il variegato mondo della cosmesi. Difficile, per esempio, che una vera beauty addicted non conosca gli acidi di bellezza per la pelle, come usarli e, ancora, quali sono gli ingredienti più adatti alle proprie esigenze.

Anche leggere l’INCI dei prodotti cosmetici oggi è molto più semplice rispetto a qualche anno fa. Online, sia su siti web dedicati che tramite apposite app, è possibile trovare tutto quello che ci serve, inclusa la tabella INCI che contiene tutti gli ingredienti più impiegati in cosmesi, catalogati in base alla loro tipologia e nondimeno tenendo conto di altri criteri importanti come l’impatto ambientale.

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Credits: @itbiotiful Via Instagram

Tra queste c’è l’app Biotiful, con un database di oltre 10.000 prodotti e tantissimi ingredienti, in perenne aggiornamento. Come funziona? Si seleziona il prodotto a cui si è interessati e si scopre il suo INCI completo con tutte le valutazioni del caso.

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Credits: @greenity_official Via Instagram

Un’altra app molto valida è Greenity, che permette di cercare i cosmetici per nome oppure semplicemente scannerizzando il codice a barre. Questa app classifica i prodotti secondo un codice cromatico: si spazia dal verde riservato agli ingredienti ottimi al rosso per quelli dannosi e nocivi.

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Credits: @ilconsiglioinpiu Via Instagram

Vi segnaliamo anche il Biodizionario, un sito internet che consente di scoprire quanto ciò che acquistiamo e utilizziamo ogni giorno sia compatibile con l’ambiente, il nostro benessere e, più in generale, quello dell’ecosistema. Anche in questo caso, si utilizza una sorta di “semaforo” per valutare ingredienti e prodotti.

Ragazze, se siete interessate ad altre informazioni sulla skincare e il mondo beauty, date un’occhiata a questi post:

1) I MIGLIORI FONDOTINTA 2020 SECONDO IL TEAMCLIO

2) CREME VISO ANTIAGE PER PELLE GRASSA: I PRODOTTI TOP

3) I NUOVI ROSSETTI OPACHI 2021 DA AVERE SUBITO

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Via Giphy

Bene ragazze, speriamo che questo post su come leggere l’INCI vi sia stato utile. Ora la parola passa a voi: leggete abitualmente l’INCI dei cosmetici? Ci sono degli ingredienti che evitate per scelta o per necessità come allergie o simili? Avete scartato dei prodotti che una volta utilizzavate dopo aver letto gli ingredienti? Fateci sapere tutto nei commenti! Un bacione dal TeamClio!

34 COMMENTI

  1. Ehm… scusate eh ma avete detto tutto e niente. Anzi, più niente che tutto. È così generico che si poteva evitare di scrivere un articolo così perché non è stato detto niente che anche un bambino non sappia! Dai ragazze, un minimo di ricerca e di indicazioni su sostante più o meno pericolose era d’obbligo…

  2. Nulla che non sapessi gia’, ma ho trovato l’articolo informativo e utile.
    Ci sono creme che costano pochissimo con una buona formulazione e sono molto buone.
    Ultimamente sono rimasta delusa dalla tanto decantata crema Cien che ha vinto in certi test contro creme da 100 Euro.
    E’ densa, sembra di mettere una crema solare tanto e’ bianchiccia e ha un odore acre di vomito e dotto il make up risulta troppo pesante.. Non la ricomprero’ piu’

  3. Non sono d’accordo… Come hanno giustamente scritto alla fine, non ci sono sostanze pericolose che non siano già regolamentate, l’Europa ha praticamente la normativa più severa per la composizione dei cosmetici. Che i siliconi e i parabeni o i tensioattivi facciano male è un dato senza alcuna base scientifica. Anzi, io mi spingerei ancora più avanti! È impossibile per quanto mi riguarda scegliere inci in maniera consapevole se non si hanno competenze adeguate per farlo, il consumatore medio semplicemente non ne ha le capacità perché solitamente si affida al sentito dire.

  4. Ho avuto un periodo in cui per la skincare volevo utilizzare prodotti bio e naturali, con meno siliconi, paraffine & co. Poi mi sono stancata sinceramente, anche se non è che adesso mi spalmo addosso la prima cosa che capita. Leggo lo stesso gli INCI e preferisco comunque le creme con ingredienti “rossi” e “gialli” magari tra gli ultimi nomi dell’elenco. Per esempio una crema di Bottega Verde che mi piace molto ha le prime 3 righe con tutti ingredienti verdi a parte il Cyclopentasiloxane (è un silicone, meno pesante del Dimethicone) però appunto è in minore quantità rispetto a quanto ci sia in una crema di Nivea per dire… Come avete giustamente sottolineato non c’è nessuna base scientifica che accusi seriamente che siliconi, paraffine, parabeni & co. facciano male all’organismo. Credo (spero) che se ci fosse un forte dubbio di tossicità avrebbero già fatto molti esperimenti in merito. E non lo dico io, l’ho letto da vari libri, in primis, libro che consiglio a tutti, da Il trucco c’è e si vede di Beatrice Mautino (chimica e divulgatrice scientifica). Che poi siano delle sostanze inquinanti allora è un paio di maniche. Però penso che il silicone sia il minor problema riguardo l’inquinamento del nostro pianeta.

  5. da quando uso prodotti bio non sento piu’ pelle che tira o prude.. quando usavo prodotti tipo nivea, garnier o bottega verde sentivo la pelle tirare dopo cinque minuti (pelle secca)

  6. Ti confesso che anche io non mi sono curata molto dell’inci, ma da circa 6mesi mi sono data all’ecobio… La mia pelle è buona, senza imperfezioni, ma lo era anche con siliconi e co. È dna, grazie a Dio ho una buona pelle. Comunque dicevo che alcuni mesi fa, visto che la mia crema siliconica che usavo da anni era andata fuori produzione ne ho presa una nuova bio. Mi sono trovata bene, ma è finita quando ero al mare e lí non l’ho ritrovata, quindi ne ho presa un’altra sempre bio che ho usato in questi due mesi finché orrore negli ultimi giorni ha incominciato a darmi sfoghi allergici. Cosa che mai nessuna crema siliconica mi aveva fatto! Sospetto che essendo una crema mia fosse ormai ‘andata’ anche se c’è l’avevo da tre mesi ed il pao era 6… Questo papello per dire che su internet si legge tanto che il chimico è il male ed il bio è la cosa più sana del mondo… Ecco a me il bio ha fatto reazione ed il sintetico no! Alla fine ogni pelle è diversa punto. Ora sono ritornata alla prima crema bio che ho provato, che devo dire amo alla follia, ma se per caso tra 2-3 mesi mi fa anche quella uno scherzetto è la volta buona che torno al chimico, perché non mi fido di un prodotto che si deteriora entro il pao, e alla fine i conservanti chimici servono appunto ad evitare ciò

  7. Queste sono cose di cui si parla da almeno 10 anni sul web in modo molto più specifico e approfondito ma capisco che un post così possa essere un buon punto di partenza per un principiante 🙂 io ho dovuto imparare a leggere gli inci perché sono allergica a molte cose (più usate dal bio italiano che dal mondo tradizionale tra l’altro) quindi leggo sempre l’etichetta o provo vari samples prima di fare un’acquisto sbagliato

  8. Tutto è “chimico”. E sì, sbagliano quelli dell’ecobio a dire sempre “la roba chimica fa male” Ma, ragazzi, la chimica è ovunque, noi stessi siamo fatti di elementi chimici xD A parte ciò, è vero, il bio non è garanzia… Alla fine l’unica cosa positiva del biologico rispetto alle sostanze classiche, chiamiamole così, perché dire “chimico” è sbagliato (ne ero colpevole anche io finchè non ho letto il libro di Beatrice Mautino e visto i video di Dario Bressanini, che consiglio veramente a tutti, gira troppa disinformazione su internet & co.), è che inquinano di meno e hanno un po’ più di rispetto per l’ambiente, anche se ripeto, non è una garanzia lo stesso. Comunque per quello che è successo a te, capita a molti di trovarsi male con l’eco bio che usa molti ingredienti lasciati naturali perché possono essere più allergizzanti di invece sostanze che sono state trattate apposta per non dare problemi alla pelle! Quindi, anche io mi sono trovata bene con creme eco bio ma mi trovo altrettanto bene con creme siliconiche per dire. Le uniche che magari evito sono quelle con la paraffina come secondo ingrediente…

  9. L’unica cosa buona del bio non è che inquina meno, come detto sopra ognuno è diverso e risponde diversamente agli ingredienti contenuti nei cosmetici. Io ho fatto un esperienza di reazione allergica (che mi ha anche lasciato segni) con prodotti i cui INCI contenevano quasi esclusivamente ingredienti di sintesi o derivanti dal petrolio. Come la paraffina che per uso cosmetico dovrebbe essere pura(senza nessun residuo) al 98/99%, peccato che nussuna azienda che la utilizzi ne dichiara la purezza! Questo per dire che ognuno, anche facendo brutte esperienze, trova i prodotti giusti. Personalmente credo che non vadano demonizzati entrambi….nel mio bagno convivono pacificamente prodotti con inci bio insieme a prodotti con inci contenenti siliconi&co.

  10. Anche io utilizzo prodotti bio e non. Ho provato un campioncino tempo fa di una crema biologica ed era fantastica… non L’ho comprata solo perché costa 50 euro… Io non ho demonizzato niente e nessuno, semmai sono i fanatici dell’ecobio che demonizzano tutto ciò che non è ecobio!

  11. Il mio commento era proprio inteso a non “demonizzare” nessun prodotto, ma per dire che ognuno trova la giusta ricetta per la propria pelle, a volte proprio combinando prodotti bio e prodotti non!! Anche a me non piacciono i “fanatici”!! Il bio è a base naturale e reazioni ci possono essere così come puo succedere con i non bio. Per farla breve, ci vuole la giusta misura in tutto!!

  12. Facciamo un attimo il punto.
    Solo un deficiente direbbe che “il chimico fa male”, dato che se per “chimico” si intende la cosmesi di sintesi, si ribadisce che in commercio, e perlomeno nella Unione Europea, non ci possono essere ingredienti TOSSICI.
    Per legge.
    Dal 1996 gli INCI sono obbligatori, come giustamente ha scritto Clio in questo post, e grazie a tale normativa il consumatore ha la possibilità di serenamente e consapevolmente sapere cosa ca@@lo si spalmi in faccia, facendo le sue personali scelte.
    Ora.
    Chi passa all’ecobio e lascia il sintetico (in modo totale o parziale, come ho fatto io, dato che per i trucchi non sono “ecotalebana”), il sintetico, comunque, in passato lo aveva conosciuto/usato, anche perché il mercato del green in Italia non c’è da moltissimo tempo (una dozzina di anni); o meglio, in passato si notava nei negozi la presenza sparuta di due-tre marche ecobio al massimo, perlopiù tedesche come il buon vecchio Dr. Hauschka, che non se le filava nessuno, mancando l’informazione ad hoc.
    Il sintetico, dicevo, lo aveva conosciuto/usato.
    Grazie all’informazione sui benedetti inci, ora trasparenti, ed a siti come promiseland, saicosatispalmi e l’angolodilola, si decide cosa si preferisca acquistare/usare a seconda dei propri bisogni.
    Il silicone, tanto per dirne una, non è il demonio.
    Il silicone (anche se in realtà su alcuni soggetti può dare irritazione) non fa… nulla. In senso assoluto. Esso è inerte. Liscia, dà la sensazione gradevole di un prodotto che scivola sulla pelle, infatti le aziende abbondano nel suo uso per creme/fondotinta/balsami. Punto.
    Magari per le pelli untuose è pure un plus.
    Però poi succede pure che magari a chi ha la pelle come la mia il silicone asciughi troppo, e disidrati.
    Tristi ricordi di creme vuote, magari pure firmate e costose.
    E quindi, senza chiamare l’esorcista, qualcuno come la sottoscritta in cima ad un INCI per una crema o un fondotinta non ha questa gran voglia di vederci un silicone, ma qualcosa di diverso, più dermocompatibile.
    Soprattutto quando magari si investono dei soldi: abbiate pazienza, vado per i 46 anni, per la pelle investo senza problemi. E spendere 80 euro per una crema che non è il demonio, ma che in cima all’inci, e quindi come ingrediente in maggior quantità e peso, tiene un silicone, quel vasetto, per quanto mi riguarda, va riposto sullo scaffale.
    Nulla di dire sul fatto che anche gli ingredienti naturali vanno studiati e conosciuti. Avere la pelle grassa ed usare l’olio di cocco o l’olio di mandorle è un autogoal. Ma non è colpa di questi due olii: semplicemente, non erano adatti alla propria pelle.
    La chiave di tutto è informarsi e poi scegliere.
    Senza accendere roghi ai siliconi, ma neppure tenere il paraocchi.

  13. Non hai sollevato nessun vespaio: semplicemente, volevo dire la mia, dato che, in generale, chi preferisce l’ecobio viene visto come un fanatico…anche a sproposito, pur ammettendo che sul tubo ci siano delle esaltate ignoranti, come quelle che accusano Yves Rocher di truffare i consumatori, perché usa degli ingredienti naturali ed osa dirlo! Ma finché un marchio non millanti certificazioni ecobio che non ha, ha il sacrosanto diritto di produrre prodotti sintetici con ingredienti naturali.
    Il fatto è che se ci sono delle persone fanatiche, ciò non vuol dire che tutti i consumatori di cosmesi ecobio siano così.

  14. Per fortuna, non sono tutti fanatici!! Io utilizzo prodotti Yves Rocher e mi trovo benissimo, non ho mai avuto problemi. Io sono per la libertà di scelta, se poi i fanatici vogliono rimanere tali è solo un loro problema!! ;))

  15. Credo che questa scusa sia superata e maschera la non voglia di informarsi. Non ci vuole un chimico esperto per conoscere le basi doc X o Y.

  16. Ma non è affatto una scusa! Bisogna avere consapevolezza che non tutti possiamo sapere tutto (Burioni docet), e bisogna avere l’umiltà di chiedere informazioni a chi ne sa più di noi. In questo ambito, ad esempio, Beatrice Mautino: proprio un chimico esperto. Ultimamente c’è questa diffidenza nei confronti degli esperti e tutti vogliono intervenire in ogni discussione… ebbene, non si può. A livello dermatologico ci sono studi come in ogni altro ambito; non è che tutti possono dire la loro OPINIONE, perché la scienza non è un’opinione. Perdonami, ma cosa significa per te informarsi? Informarsi davvero vorrebbe dire leggere gli studi, valutarne il peso, confrontarli, trarre delle conclusioni… non vuole dire leggere saicosaitispalmi o greeme. Scegliere la fonte da cui trarre informazioni è la cosa più importante.

  17. Sono d’accordissimo sul fatto che non tutti i consumatori eco-bio siano fanatici, anzi, probabilmente la grande maggioranza non lo sono, me compresa. Purtroppo però i fanatici ci sono eccome, e spesso, proprio avendo posizioni radicali e inamovibili, fanno più rumore della “massa” consumatrice consapevole di eco-bio. Per quanto riguarda l’esempio che fai su Yves Rocher però, pur non gridando alla truffa, non sono sicura che non sia veramente una forma ben mascherata di manipolazione. Mi spiego meglio : alcune marche, come il colosso francese sopracitato o l’altro colosso inglese Body Shop, secondo me giocano da anni sull’ambiguità del termine NATURALE. Se é pur vero che non si definiscono bio e che storicamente sono stati tra i primi a puntare su ingredienti vegetali non chimicamente manipolati, al giorno d’oggi hanno INCI molto molto simili a tante altre marche che non gridano al naturale ma che utilizzano comunque molti estratti puri. Eppure continuano a usare questo termine come loro cavallo di battaglia, sperando secondo me che una parte poco informata dei consumatori pensi che i loro prodotti si avvicinino al bio molto più di altri, o che, peggio ancora, siano due concetti quasi equivalenti. So che il malinteso deriva dalla mancanza di conoscenza e non si tratti di una vera e propria truffa, ma ho il sospetto che loro ci giochino su eccome. Detto questo, di Yves Rocher apprezzo diversi loro prodotti che trovo abbiano un buon rapporto qualità/prezzo per il tipo e la quantità di ingredienti che usano.

  18. Finalmente qualcuno che lo dica forte e chiaro !!! Tutti tuttologi col web, come dice il buon Gabbani….

  19. Sì, ci vuole un chimico esperto !!! Ho studiato chimica all’università, ma non era l’argomento principale del mio corso di laurea, e nonostante ne sappia quindi indubbiamente più di chi non ha mai aperto un libro a riguardo io per prima mi affido agli esperti ma ancora di più ai vari collegi di esperti nazionali come per esempio le linee guida ufficiali dei ministeri, italiani e non. Non é perché si é letto uno studio o due sull’argomento che ci si può permettere di dire di aver capito. Intanto uno studio scientifico bisogna saperlo leggerlo e giudicarlo, il che significa conoscere a mena dito la statistica che é al giorno d’oggi una scienza a parte molto complessa e poi non bisogna dimenticare che sono le metanalisi che fanno fede, cioé quel tipo di studi che analizzano tutti gli studi fatti su un determinato argomento ! Smettiamo di insultare gli esperti e sopratutto di crederci tuttologi, perché non lo siamo….

  20. Io non mi proclamo tuttologa e tantomeno “studio” e so tutto grazie a Google. Le mie due lauree non sono googlate ma sudate e reali. Detto ciò, dico solo che ci si può informare su più fronti, capire e non dire solo “ah non ci capisco niente”. Se si apre la mente e si cerca di capire, si può fare. Dipende solo da un solo fattore “aver voglia di imparare”.

  21. Io non mi proclamo tuttologa e tantomeno “studio” e so tutto grazie a Google. Le mie due lauree non sono googlate ma sudate e reali. Detto ciò, dico solo che ci si può informare su più fronti, capire e non dire solo “ah non ci capisco niente”. Se si apre la mente e si cerca di capire, si può fare. Dipende solo da un solo fattore “aver voglia di imparare” e confrontare e ragionare con la propria testa.

  22. Io non mi proclamo tuttologa e tantomeno “studio” e so tutto grazie a Google. Le mie due lauree non sono googlate ma sudate e reali. Detto ciò, dico solo che ci si può informare su più fronti, capire e non dire solo “ah non ci capisco niente”. Se si apre la mente e si cerca di capire, si può fare. Dipende solo da un solo fattore “aver voglia di imparare”.

  23. Yves Rocher c’è dagli anni Cinquanta. In un certo senso, è pioniera della produzione di cosmetici CON ingredienti naturali, e non DI ingredienti naturali.
    Quindi, a mio avviso (e per la legge), non manipola proprio niente. Non è responsabile della percezione del consumatore medio, se questi ritenga ecobio i suoi prodotti, che essa NON millanta per tali. La sua attività ed il concept sono assolutamente leciti e rispettosi della legge.
    Il “naturale” è una cosa (qualsiasi marchio da erboristeria, tipo L’Erbolario), l’ecobio un’altra.

  24. Chiaro che legalmente non fanno nulla di illecito ! So bene che se una persona non conosce la regolamentazione in vigore e fa confusione tra termini diversi il problema é suo e non dell’azienda che produce a norma di legge. Sottolineavo solo il fatto…sperimentato da diversi commenti di conoscenti…che alcune persone fanno un pò un amalgama tra naturale e bio e che nello stesso tempo il marketing da sempre sfrutta l’ignoranza (nel senso greco di non conoscere) per accattivare il cliente. Il che è, a mio giudizio personalissimo, a volte eticamente dubbio. Ma quando si parla di marketing l’etica va spesso a farsi benedire…

  25. Piccolo particolare : pochi in percentuale hanno una laurea e molti nemmeno un diploma…. E gli strumenti non tutti quindi sanno usarli…. “Problemi loro” é una frase elitaria e irrispettosa che sinceramente mi fa rabbrividire.

  26. Domanda rivolta all’Amministrazione: come mai avete censurato il mio commento?
    Non ci sono parolacce, non ci sono link di altri forum, non ci sono offese di nessun genere.
    Non mi pare di aver violato il regolamento.
    Giusto per capire.
    Grazie.

  27. ogni tanto sbucano questi post generici, peccato sugli argomenti più interessanti! Perchè da un addetta ai lavori, ormai produttrice di make-up, ci piacerebbe qualcosa in più del classico post che scriverei io leggendomi due o tre cose da google come ricerca! “la divagatrice” su IG ha spiegato che il costo non è una variabile perchè la produzione spesso avviene nella stessa fabbrixa, e il prodotto è “marchiato” poi… molti mascara (chissà anche dark love magari) sono prodotti in Italia: questa cosa mi ha incuriosito (mi sono sentita quasi orgogliosa ahahahhaha chissà perchè), al di là che sia italiano il brand che lo rivende come prodotto finito! Accade unpò in tutti i settori delle muiltinazionali, ovviamente non parliamo di realtà locali o piccoline. Ce ne sarebbero di curiosità da svelare dietro il make-up – l’inci e non solo – sarebbe carino leggere qualcosa se però si hal a voglia di approfondire perchè alla fine queste info ormai lesappiamo un pò tutte. Post utile , come hanno già detto molte sotto, se proprio finora non ti eri nemmeno mai chiesto che cosa c’è in un etichetta, di nessun prodotto, mai

  28. in realtà il silicone non fa male, perchè tutti i pordotti make up che artrivano in Italia o prodotti dalle multinazionali sono testati.. assolutamente! Io preferisco l’ecobio perchè so che i siliconi mi danno quell’effetto pelle tesa per 5minuti, o capelli lucidi mezza giornata… poi se sotto sono una schifezza, una schifezza restano. Oggi ho i capelli belli sistemati, senza punte secchissime e crespo ovunque sempre, e sono convinta che siamerito di quello che ci metto sopra (oltre a limitare il calore più che posso); stessa cosa per la mia pelle: se mi devo rienpire di maschere, cerotti etc per mewttermi in faccia alcool e siliconi e poco altro, preferisco non metterci altro che una crema ricca di principi attivi che penetrano. Alla fine la pago di più m,a ci gudagno eccome 🙂 poi per carità ogni scelta è libera, soprattutto se consapevole. anche io seguo
    la Mautino, donna in gamba 🙂

  29. Ti appoggio in pieno!
    Per me, leggere l’INCI significa leggere, capirlo e trarre delle conclusioni critiche sulla cosa, per quanto sia possibile visto che dall’inci non si possono trarre tutte le conclusioni. Alcuni di quelli che “leggono” l’inci non sarebbero in grado di capire di che prodotto si tratta se non fosse scritto davanti.
    Non capisco tanto leggere l’inci per vedere se un prodotto è buono o cattivo, in assoluto. “C’è la paraffina, è cattivo”, “olio di ricino, è buono”. Se cerchi un prodotto eco-bio si, ma in generale non è uno e cattivo e l’altro no. Poi ci sono tanti che hanno la mente elastica e capiscono…

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