COME INSERIRE LATTE E DERIVATI IN UNA SANA ALIMENTAZIONE? QUANTE PORZIONI MANGIARE A SETTIMANA?

  1. Latte e derivati si contraddistinguono per l’elevato contenuto di calcio: è, quindi, molto utile sapere quante porzioni mangiare a settimana di latte e derivati.
  2. É possibile suddividere questo gruppo alimentare nella categoria di latte, yogurt e altri tipi di latte fermentato e in quella dei formaggi.
  3. La risposta a quante porzioni mangiare a settimana di latte e derivati è diversa in base al sottogruppo.
  4. I prodotti a base di latte fermentato si ottengono sfruttando l’attività di particolari microorganismi.
  5. I formaggi dovrebbero essere considerati un sostituto degli altri alimenti ricchi di proteine.

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Credits: Foto di Pexels | Karolina Grabowska

Quante porzioni mangiare a settimana di latte e derivati? Come orientarsi nella scelta di questi prodotti? Qual è il ruolo che ricopre questo gruppo alimentare nella nostra dieta? Sono queste le domande alle quali risponderemo nel corso del post.

Tutte le informazioni hanno puramente scopo divulgativo e non sostituiscono in alcun modo il parare di un esperto. Per indicazioni specifiche rivolgetevi sempre al vostro medico e al dietista nutrizionista di riferimento.

Ragazze vi interessa capire quante porzioni mangiare a settimana di latte e derivati? Allora questo è il post che fa al caso vostro. Siete pronte? Iniziamo subito!

IL GRUPPO ALIMENTARE DI LATTE E DERIVATI: PARTIAMO DALLA CLASSIFICAZIONE

Per capire quante porzioni di latte e derivati mangiare a settimana, ma soprattutto per imparare a inserirli nella nostra alimentazione, è necessario partire dalla loro classificazione.

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Il gruppo alimentare di latte e derivati può essere suddiviso nei seguenti due sottogruppi:

  • Latte, yogurt e altri tipi di latte fermentato
  • Formaggi.

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Il burro non rientra nel gruppo di latte e derivati, ma nella categoria dei grassi da condimento per il quale si consiglia un consumo occasionale.

LATTE E DERIVATI SONO RICCHI DI CALCIO

Latte e derivati si contraddistinguono per l’elevato contenuto di calcio presente in una forma altamente biodisponibile.

Il fosforo è un altro minerale ben rappresentato, mentre per quanto riguarda il contenuto in vitamine, ritroviamo soprattutto quelle del gruppo B e la vitamina A. Le proteine sono di buona qualità e il tenore in grassi risulta ampiamente variabile in base al prodotto in questione.

QUALI SONO I DIVERSI TIPI DI LATTE? COME SI DIFFERENZIANO?

In commercio possiamo ritrovare il latte di diverse specie, anche se quello vaccino è sicuramente il più utilizzato.

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Credits: Foto di Pexels | Chevanon Photography

Le tipologie di latte si differenziano inoltre in base al trattamento termico subito che ne influenza la stabilità. I trattamenti termici più intensi permettono di conservare il prodotto più a lungo, ma d’altra parte le alte temperature utilizzate possono portare alla perdita di alcuni nutrienti. Se ne abbiamo la possibilità, preferiamo il latte fresco pastorizzato rispetto a quello a lunga conservazione.

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A seconda dell’eventuale operazione di scrematura è possibile ottenere il latte nella versione intera, parzialmente scremata o scremata. Tuttavia, il quantitativo di grassi non varia di molto. Per rispondere alle esigenze di chi soffre di intolleranza al lattosio viene inoltre prodotto il latte delattosato. In questo latte ad “alta digeribilità” il disaccaride lattosio è stato scisso nei suoi due componenti, glucosio e galattosio.

YOGURT E ALTRI TIPI DI LATTE FERMENTATO

I prodotti a base di latte fermentato si ottengono sfruttando l’attività di particolari microorganismi che convertono il lattosio in acido lattico.

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Credits: Foto di Pexels | Karolina Grabowska

Come il latte anche i prodotti a base di latte fermentato forniscono proteine di buona qualità e sono una fonte di calcio ad elevata biodisponibilità. Tuttavia, il loro contenuto di lattosio è inferiore rendendoli generalmente ben tollerati anche da chi soffre di intolleranza al lattosio. Per quanto riguarda il tenore in grassi, questo dipende dal tipo di latte utilizzato.

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Per poter chiamare un latte fermentato yogurt, questo deve essere prodotto utilizzando dei microorganismi specifici che sono Streptococcus thermophilus e Lactobacillus delbrueckii spp bulgaricus. Lo yogurt greco, più denso dello yogurt classico, si ricava attraverso una fase di filtrazione molto lenta detta colatura. Il Kefir è un’altra tipologia di latte fermentato originaria del Caucaso dal gusto leggermente acidulo.

I FORMAGGI: TUTTO QUELLO CHE DOVRESTE SAPERE

I formaggi sono i prodotti ricavati dal latte intero, parzialmente o totalmente scremato in seguito a un processo di coagulazione acida.

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Credits: Foto di Pexels | Polina Tankilevitch

Per praticità si inserisce anche la ricotta in questo gruppo alimentare anche se dal punto di vista commerciale non può essere definita un formaggio poiché è ottenuta dal siero. La ricotta, oltre ad essere una buona fonte proteica, possiede un contenuto di grassi inferiore rispetto alla media dei formaggi.

LA CLASSIFICAZIONE DEI FORMAGGI: I FORMAGGI SONO CLASSIFICATI IN BASE ALLA TIPOLOGIA DI LATTE UTILIZZATO E NON SOLO

I formaggi possono essere classificati in base alla tipologia di latte utilizzato (vaccini, pecorini, caprini, bufalini e misti), al trattamento a cui è stata sottoposta la pasta (formaggi a pasta cruda, semicruda, cotta e filata), alla consistenza della pasta (a pasta dura, semidura e molle) e al periodo di stagionatura (freschi, stagionati a maturazione breve, media e lenta).

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Credits: Foto di Pexels | Polina Tankilevitch

Nei formaggi il contenuto di lattosio diminuisce grazie all’azione dei batteri lattici. Inoltre, la durata del periodo di stagionatura porta a una riduzione di questo zucchero, per questo motivo i formaggi freschi hanno un contenuto di lattosio inferiore.

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Credits: Foto di Pexels | Marina Utrabo

Dal punto di vista pratico la classificazione dei formaggi che risulta più utile è quella che prende in considerazione il tenore in grassi.

Le linee guida per una sana alimentazione ci suggeriscono la seguente suddivisione:

  • Formaggi con un contenuto di grassi inferiore al 25% e meno di 300 kcal per 100 g. Ad esempio ricotta, mozzarella, stracchino, provola, camembert, feta e caciottina fresca;
  • Formaggi con contenuto superiore al 25% di grassi e più di 300 kcal per 100 g come gorgonzola caciotta, parmigiano, grana, groviera, caprini e pecorini.

Ragazze, siamo solo all’inizio. Quante porzioni di latte e derivati mangiare a settimana? Come orientarsi nella scelta? Risponderemo a queste domande nella pagina successiva. Continuate a leggere!

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