Allora, parlo da “esperta” (laurea il Lettere e divoratrice di libri, dai classici ai contemporanei). I libri non sono male, nel senso che bisogna sempre considerare l’epoca, il contesto, il genere. La trilogia di 50 sfumature si inserisce nel genere della letteratura di consumo, rivolto essenzialmente ad un pubblico femminile. Inoltre si inserisce nella scia del successo di Twilight, col quale condivide la storia tra il “bello e dannato” e la ragazzina semplice, goffa e normale (che potremmo essere tutte noi). L’intento dell’autrice, e successivamente dei produttori del film, era quello di renderlo un successo. E così è stato. L’autrice ha saputo mescolare sapientemente tutti gli ingredienti che contribuiscono alla fama di una storia nei giorni nostri: 1)la lettura semplice e scorrevole, stilisticamente apprezzabile; 2) il personaggio di Anastasia, col quale si immedesima la lettrice. Anastasia rappresenta la speranza che una qualsiasi ragazza può trovare il principe azzurro (in questo caso modernizzato) ma allo stesso tempo rappresenta la ragagzza forte che con la sua personalità riesce a “redimere” il cattivo ragazzo; 3) il personaggio di Christian Grey, il più complesso della storia, che inizialmente sembra essere il “cattivo” ma che poi si rivela la vittima perchè abusato da piccolo e che quindi diventa il personaggio da giustificare e per cui provare compassione. Non ultimo, ci viene presentato come un moderno eroe (che corteggia la ragazza) ma allo stesso tempo anti-eroe (per le sue perversioni e le sue turbe psicologiche che lo fanno essere freddo e distante). Insomma, una storia d’amore come ne sono state raccontate tante, con l’aggiunta di quel pizzico di trasgressione (che nel 2015 non dovrebbe neanche più scandalizzare) che vede nelle descrizioni di sesso molto dettagliate e nella pratica del sadomasochismo il suo rappresentante.
Ok, scusate il pippone, spero di non avervi annoiato. Questo il mio parere “professionale” e da normale spettatrice.
