VESTITI USATI RICICLO: SAPPIAMO DAVVERO COME FUNZIONA?
- Dove mettere i vecchi abiti? Il riciclo di vestiti usati è sempre più in voga tra le catene di fast fashion.
- Probabilmente vi sarĂ capitato di vedere i cestoni per il recupero degli abiti nei negozi H&M, ma anche in quelli giganteschi di Primark.
- Ma non sono gli unici brand che propongono un programma di riciclo vestiti usati; con loro anche catene come Zara e Ovs.
- In genere, in cambio dei proprio vecchi abiti si ricevono dei buoni sconto da spendere nella catena in cui si è andati.
- L’idea alla base è quella di utilizzare i vestiti usati in nuovi modi, per creare un circolo di prodotti che non andranno a inquinare l’ambiente e sprecare inutili risorse.
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C’è chi parla di approccio circolare, pensando di usare principalmente o definitivamente le fibre tessili derivanti dal riciclo dei vestiti usati, per dare valore al futuro. Il fatto è che l’operazione di base per la persona è molto semplice: si prendono degli abiti vecchi, si portano nel negozio, si riceve un buono e si compra qualcosa di nuovo. Il brand, invece, attua un processo ben più particolare.
Vediamo allora come funziona il riciclo dei vestiti usati e se sia davvero così importante per il pianeta. Via col post!
VESTITI USATI RICICLO: DOVE PORTARE I VECCHI ABITI? NELLE CATENE DI FAST FASHION
Succede principalmente quando facciamo il cambio di stagione dell’armadio, durante una sessione di decluttering extra o se quando ci accorgiamo che le nostre esigenze fashion sono cambiate. In queste circostanze ci imbattiamo in un quantitativo variabile di vestiti che non vogliamo più.
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Alcuni sono ormai vecchi e un po’ logori, altri sono nuovi ma non ci piacciono più o sono di una taglia sbagliata. A volte li regaliamo a una sorella, un’amica, una persona che potrebbe apprezzarli.
Altre volte li doniamo a chi ne ha più bisogno direttamente o attraverso associazioni oppure li mettiamo nei cassonetti destinati al recupero dei vestiti usati, sparsi in un po’ in tutte le città .
Ma c’è anche un altro modo per liberare il guardaroba ottenendo persino qualcosa in cambio. Quello di donare tutto alle catene di fast fashion.
Ci sono molti brand di fama mondiale che raccolgono i vecchi vestiti, invogliando il consumatore a donare per ricevere in cambio qualcosa, generalmente un buono sconto spendibile in negozio.
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Nel lontano 2013 H&M ha creato il suo programma di Garment Collecting e va a gonfie vele da sempre. Funziona così: si portano in negozio i prodotti tessili di qualsiasi marca e qualsiasi stato di usura, si lascia il sacchetto alla cassa e si otterrà in cambio un buono sconto di 5 euro in cambio, spendibile sin da subito sul prossimo acquisto.
Qualcosa di simile avviene in altre catene come Ovs, che offre uno sconto di 5 euro a fronte di una spesa minima di 40 euro.
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Mentre Zara e Primark non regalano buoni ma promettono di impegnarsi nel recupero, riciclo e sostegno di associazioni come Unicef.
RIFIUTI TESSILI: NE PRODUCIAMO MOLTISSIMI E SONO SEMPRE DI PIĂ™
Le catene di fast fashion, che oramai da decenni popolano la scena dello shopping online e nei negozi, hanno reso la moda davvero “veloce”. Se prima compravamo un maglione e ci pensavamo bene prima di farlo, perché i costi erano più o meno alti e non avevamo un ventaglio di scelta così vasto con collezioni che si rinnovano ogni settimana, oggi non è più così.
IL FAST FASHION HA FATTO CRESCERE I RIFIUTI TESSILI
E sulla scia di queste catene, che sono sempre pronte a proporci l’ultimo must have super desiderato con una rapidità disarmante, anche i grandi brand devono stare al passo cercando di resistere.
Quindi oggi si comprano tanti vestiti, si riempiono fior di buste e carrelli spendendo cifre ridicole. A questi prezzi, però, corrisponde una qualità che non è sempre eccelsa, che portano l’indumento a logorarsi rapidamente.
Dunque si crea l’esigenza dopo poche settimane o mesi di comprare nuovi vestiti che possano sostituire quelli vecchi. Questi diventano rifiuti tessili, che aumentano sempre di più.
Secondo un’inchiesta condotta dalla ONG Changing Markets Foundation ogni anno vengono create circa 92 milioni di tonnellate di rifiuti tessili.
Inoltre, entro il 2030, si prevede che scarteremo più di 134 milioni di tonnellate di tessuti all’anno. Davvero troppi!