CORONAVIRUS E SCUOLA: COME SPIEGARE LA CHIUSURA E LA DAD AI PIÙ PICCOLI
Molti bambini vivono con dispiacere la chiusura delle scuole e l’obbligo della DAD (didattica a distanza). L’apprendimento a casa, attraverso uno schermo, è sicuramente molto diverso da quello in classe. Allo stesso modo è difficile per i bambini accettare di non poter più vedere i compagni di scuola.
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Come ci si deve rapportare a queste difficoltà? Secondo la Dott.ssa Sciarillo, è importante dare poche informazioni ma semplici e chiare, senza angosciare troppo i più piccoli. Insomma, è giusto sottolineare ciò che è vietato, ma lo è altrettanto ricordare ciò che invece si può ancora fare, dalle tante attività da fare a casa per divertirsi insieme a loro e non solo.
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“È necessario adattare la comunicazione al tipo di elaborazione che il bambino può sostenere. Per i più piccoli risulta molto difficile creare rappresentazioni mentali. Ecco perché è fondamentale dare un nome e un volto al virus in modo tale che la conoscenza riduca l’angoscia. Rendere visibile qualcosa di invisibile“.
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I BAMBINI DEVONO CAPIRE CHE STIAMO CONVIVENDO CON IL VIRUS. I GENITORI POSSONO SFRUTTARE LE DINAMICHE DEL GIOCO
La nuova routine, in sostanza, è la convivenza con il Coronavirus e tra le conseguenze c’è anche l’eventualità che la scuola riapra o richiuda, a fasi alterne durante l’anno. “Ai più piccoli si può spiegare che a scuola il virus è talmente contento che viaggia e saltella attraverso tosse, starnuti e saliva da un bimbo all’altro. Quindi, a volte noi gli facciamo uno scherzo e non ci facciamo trovare. Ma gli amici e le insegnanti si possono continuare a vedere dal PC e si può continuare ad imparare e divertirsi insieme“.
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Bisogna far capire ai bambini, anche ai più grandi, che stiamo cercando di essere più astuti del virus. Si deve anche manifestare loro empatia per la difficoltà che stanno vivendo, ma spiegare che mentre i medici lavorano per curare i malati la scuola può continuare tranquillamente a distanza.
BAMBINI, DISTANZIAMENTO SOCIALE E MASCHERINA: LA PAROLA CHIAVE È TRASFORMAZIONE
Concentriamoci per un attimo sull’uso della mascherina e sul tema del distanziamento sociale, difficile da far interiorizzare ai bambini. Le loro difficoltà sono anche le nostre: proviamo fastidio, alle volte fatica a respirare e a capire gli altri, non riuscendo a scorgerne le espressioni facciali ma solo gli occhi.
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Stiamo gradualmente imparando a capire meglio il linguaggio del corpo e dello sguardo e questo riguarda anche i bambini: “I bambini imparano ciò che sperimentano. Intorno alle esperienze costruiscono rappresentazioni mentali che delineano nuovi scenari relazionali, in cui i volti si esprimono attraverso gli sguardi e il contatto fisico è da evitare. Emergono nuovi codici per interpretare le emozioni che non si avvalgono più dell’interezza delle sfumature delle espressioni facciali“, ci ha spiegato la Dott.ssa Sciarillo.
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Anche in questo caso, quindi, la parola chiave è trasformazione. I bambini, supportati dai grandi, stanno imparando nuovi modi di comunicare e di esprimersi: “Fare disegni, scrivere bigliettini, inventare giochi che si possono fare in videochiamata oppure giochi a distanza all’aperto. Non sempre l’amore si può esprimere e comunicare con un abbraccio. Questo è un grande cambiamento che apre nuovi scenari“.
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Pensiamo, per esempio, al rapporto con i nonni. Come spiegare ai bambini che non possono più abbracciarli e incontrarli, ma vederli solo a distanza? Niente di più semplice: dicendo la verità e spiegando loro che i nonni non hanno contro il Coronavirus difese forti come quelle dei più piccoli.
Se siete interessate ad altri approfondimenti su questo periodo, date un’occhiata a questi post:
1) DIETA IN SMARTWORKING: I CONSIGLI DELLA DIETISTA
2) LE MASCHERINE COORDINATE MAMMA-BAMBINO
3) LE TUTE COMODE E FASHION PER NON RINUNCIARE ALLO STILE STANDO A CASA
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Bene, ragazze, anche per oggi è tutto. Questo era il nostro focus su Coronavirus e bambini, realizzato in collaborazione con la Dott.ssa Grazia Sciarillo, Psicologa-Psicoterapeuta ad indirizzo psicoanalitico specializzata in Prevenzione, consulenza e trattamento del disagio in età evolutiva. A questo punto, passiamo a voi la parola: che ne pensate? Quali sono le vostre esperienze in merito? Fatecelo sapere nei commenti, un grande bacio dal TeamClio.