Ciao a tutte!

Quante volte, anche qui sul blog, ci siamo lamentate del fatto che la moda non sempre garantisca una buona vestibilità alle vare tipologie di fisico? Ce lo siamo dette tante volte: i corpi sono tutti diversi e non sta né in cielo né in terra che nel 2016 ci siano persone non in grado di trovare gli abiti per sé, solo perché qualcuno ha deciso che, certe fisicità, “non esistono” o “non dovrebbero esistere”.

Volete scoprire cosa ha combinato, allora Tommy Hilfiger insieme ad una geniale stilista, mamma di un bambino disabile? Una collezione che, speriamo, cambierà le regole della moda – e non solo.

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Quando parliamo di diversi tipi di fisico, di solito ci riferiamo a seni e fianchi abbondanti, stature minute o altezze statuarie, ma in questo caso, Tommy Hilfiger, ha davvero fatto qualcosa in più.

Anche i più piccoli, infatti, possono avere difficoltà a trovare l’abbigliamento per loro: ci pensa però Runway of Dreams a vestire i bambini disabili e, insieme al noto stilista canadese, è nata una collezione per iniziare a pensare ad ogni fisicità, eliminando l’idea che si debba essere necessariamente normali – qualunque cosa significhi “normale” – per essere eleganti. Perché sì, anche le donne e gli uomini in carrozzina sognano di esserlo – e i bambini pure!

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Vi lasciamo il video di presentazione del progetto Runway of Dreams: è in inglese, ma anche qualora non capiate una sola parola, la reazione dei bambini è decisamente inequivocabile – e imperdibile!



Runway of Dreams nasce da una designer, Mindy Scheier, madre di un bambino affetto da distrofia muscolare. Non riuscendo a trovare vestiti adatti per suo figlio, ha capito che la sua esigenza era in realtà un’urgenza per molti bambini e persone affette da diverse forme di disabilità.

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Non solo è importante che ognuno si senta a proprio agio “nei propri panni“, ma vi immaginate che differenza possa fare, nella propria vita, potersi vestire da soli, quando non si era mai riusciti prima?

Eppure erano sufficienti misure adatte e abbottonature facili da gestire e da applicare non su abiti “diversi” da quelli indossati e comprati da tutti, ma su quegli stessi capi: jeans, polo, vestiti, camice e scarpe da ginnastica finalmente da indossare in modo indipendente, anche se si ha un solo arto o se si è costretti a sedere su una carrozzina.

ClioMakeUp-abbigliamento-vestiti-bambini-disabili-runway-of-dreams-tommy-hilfiger-11Alcuni capi della collezione Tommy Hilfiger + RUnway of Dreams

Tommy Hilfiger, allora, ha voluto sposare la causa, creando una collaborazione tra il proprio prestigioso brand, decisamente cool tra i ragazzini, e il progetto di Mindy Scheier. Il risultato? Una collezione assolutamente “normale” e perfetta per lasciare che i bambini abbiano finalmente una scelta e non siano costretti ad indossare l’unico modello che si adatti al loro corpo, alla loro posizione e a ciò che li aiuta a muoversi.

In che cosa consiste, esattamente, il progetto? È sufficiente una collaborazione con un noto stilista, per cambiare le cose? È davvero così importante potersi scegliere i vestiti – o è solo una forma di frivolezza che, chi ha problemi, troverà sicuramente futile? Scopritelo a pag. 2!

24 COMMENTI

  1. Condivido soprattutto l’importanza di potersi vestire in modo autonomo… Il mio migliore amico è rimasto semi paralizzato dopo un incidente in scooter e a 24 anni non è facile dovere chiedere aiuto a qualcuno anche per metterti una maglia… Lui ha imparato a fare tutto da solo, ma c’è voluto tempo e fatica, quindi ben vengano capi più semplici

  2. Sono felice che a qualcuno sia venuta questa splendida idea , spero che in futuro altri brand facciano lo stesso per queste persone più sfortunate di noi . Bravi !!!

  3. L’idea è splendida, i prezzi dovrebbero essere accessibili a tutte le famiglie..quindi fa bene la stilista a cercare collaborazioni anche con brand più abbordabili.
    Ho una bimba di 3 anni e mezzo, infinitamente grata alla vita perché è perfettamente sana e spero lo stesso per il cucciolo che porto dentro, ma torno a lei..la mia cucciola..da sempre cerca l’autonomia, mettersi le scarpe da sola, vestirsi da sola..lavarsi da sola…è una sua esigenza, le prime volte si rattristava ed arrabbiava quando non riusciva ad infilarsi una maglietta o la calzamaglia..piano piano..col tempo ed il nostro aiuto è diventata brava e più sicura di sé e se non riesce in qualcosa mi chiama, da qui penso…se una bimba sana di 3 anni va in crisi, nonostante presto riuscirà nei suoi ontenti, quanto può pesare una vita “a provarci”?
    Ogni gesto diventa una sfida…e per me è chiaro che chi vive con un handicap è un eroe.
    Io ed il mio maritozzo..per aiutare la pupa a sentirsi più sicura..abbiamo sempre preferito ad esempio scarpe con lo strappo o cerniera, niente lacci…e ci siamo armati di santa pazienza…..lei si lava….a poi ovviamente devo dare una ripassata…si veste..e le do una riistemata…ma adoro quel faccino soddisfatto…chiude la cerniera del giubbino..mi guarda ed è come dicesse al mondo TIE’!

  4. Splendida ma soprattutto concreta iniziativa! Sai Clio prima di aprire e leggere il post avevo paura che fosse la solita roba tutto fumo e niente arrosto del tipo “Guardate come siamo bravi che fotografiamo i piccoli disabili con i nostri abiti” e invece hanno davvero fatto qualcosa di utile 🙂

  5. Splendida ma soprattutto concreta iniziativa! Sai Clio prima di aprire e leggere il post avevo paura che fosse la solita roba tutto fumo e niente arrosto del tipo “Guardate come siamo bravi che fotografiamo i piccoli disabili con i nostri abiti” e invece hanno davvero fatto qualcosa di utile 🙂

  6. E’ una delle cose più belle che io abbia mai visto, queste iniziative riempiono il cuore di speranza.
    Non si può ancora pensare nel 2016 che una persona affetta da disabilità debba “accontentarsi” di vedere riconosciuti i suoi diritti fondamentali e non debba avere come tutti quanti sogni, passioni, ambizioni.
    Viva la moda e viva gli stilisti che vanno al passo con i tempi!

  7. A parte questi casi particolari, pur avendo un bambino sano grazie a Dio, trovo spesso abiti belli ma poco pratici per i piccolini: cappucci sempre e ovunque anche quando li vesti in estate, poche felpe con zip davanti per sovrapporle al grembiulino, allacciature molto fantasiose per le tutine ma poco pratiche quando ci si muove. Tessuti troppo rigidi o troppo leggeri per la mezza stagione. Piumini invernali superimbottiti e ceratine o giubbini di jeans, non esiste una via di mezzo: o muori di caldo o batti i denti o sovrapponi e ti trovi a lavare 10 cose. So che molte mamme amano queste cose, ma per me comodità per noi e i bimbi devono andare di pari passo con l’estetica.

  8. Occhio perché alle elementari le maestre si arrabbiano perché i bambini non hanno imparato ad allacciarsi le scarpe

  9. E aggiungono che è meglio che l’arancia come frutto non va bene perché sporca e ci mette troppo a sbucciarla. Meglio sia io a farlo a casa finché avrà 20 anni

  10. Perfettamente daccordo!
    io ad esempio trovo assolutamente inutili quei giubbini super imbottiti….ma senza maniche, come un gilet….ma dico io….le scaldo il petto e le braccine possono pure staccarsi per il freddo? eh ma fa figa però

  11. Bravi,brave,complimen
    ti,complimenti a tutte le persone che vogliono rendere la vita piu facile a persone con difficolta!Invece di negare e deridere cercate di fare il mondo piu pieno di amore,rispetto ed aiutarsi altrui perche puo succedere anche a te!Keep going like this!

  12. Esatto. Intendo quei vestiti inutili. Pensa che nei giorni più freddi ho messo al piccolino persino le calzamaglia da bimba, blu o grigie naturalmente, perché pantaloni abbastanza caldi no…bisogna diventare matte e girare anche piccoli negozi che hanno abbigliamento per bambini, oltre che le catene che non hanno tanti vestiti sensati

  13. Il mio ne ha 6, ma non ho mai comprato scarpe con i lacci perché proibite alla materna. Naturalmente non è in grado di allacciarsi scarpe che non ha mai messo, né lui né i suoi coetanei e guarda un po’ secondo le maestre elementari è grave. Perché non si mettono d’accordo con le colleghe della materna? Insegnare l’automomia ai figli è compito di noi genitori, ma questo deve continuare a scuola.

  14. Io non mi pongo il problema..e non mi porro’ il problema se sarà maschietto…riciclero’ tutte le calzamaglie della pupa…tanto sotto i vestiti…seppur rosa…che me frega

  15. A me hanno insegnato ad allacciarmi le scarpe coi lacci alla materna, e mia madre che è maestra d’asilo, l’ha insegnato a schiere di bambini! A mio figlio, 2 anni e mezzo , cerco di insegnare un po’ tutto, ovviamente commisurando le difficoltà secondo le sue abilità! Quando sarà più grandicello impareremo a fare i fiocchetti, per ora viva il velcro!

  16. E’ tutta la vita che, da donna con disabilità e vanitosa, combatto per far capire alla gente che un ausilio ortopedico non basta essere funzionale, deve avere anche una estetica accettabile, e tutti mi guardano con gli occhi sgranati. Che dire poi per i vestiti! Sì, perché sentirsi belli e, perché non fighi, fa bene all’autostima di qualsiasi persona, figuriamoci per un adolescente con una disabilità! Anche sentirsi belli è importante.

  17. Ciao TeamClio, bellissimo post, strano che abbia ottenuto pochi commenti! 🙂
    Non sapevo di questa cosa, spero che collabori anche con H&M e Oviesse (h&m non ce l’ho in città, ma ho pensato al fatto che in molte grandi città c’è).

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