Il regista e sceneggiatore Yorgos Lanthimos firma un visionario e fantastico film sull’evoluzione di una giovane donna, interpretata da Emma Stone, riportata in vita da uno scienziato (Willem Defoe).

“Povere creature!” (il cui titolo originale è “Poor Things”) è stato presentato in concorso all’80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove si è aggiudicato il Leone d’oro al miglior film. Si è, poi, aggiudicato due Golden Globe e, di recente, quattro premi Oscar. Un lungometraggio da vedere e che regala interessanti spunti di riflessione.

In questo post il Dottor Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta. Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva, ci parlerà del film “Povere creature!” in un’attenta recensione, ricca di interessanti e utilissimi spunti di riflessione sui temi che emergono molto vividamente cari alla psicologia e, in qualche senso, alla psicoanalisi. Siete pronte? Lasciamo subito la parola al Dottor Femia.

Cliomakeup-recensione-povere-creature-locandinaCredits: @poorthingsfilm Via Instagram. Una curiosità sulla locandina: prestando attenzione, nel make-up di Emma Stone si possono vedere i personaggi del film

POVERE CREATURE! IL VIAGGIO DI BELLA BAXTER TRA BARBIE E FRANKENSTEIN: LA RECENSIONE

“Non “Barbie” di Greta Gerwig, non “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi: il film più femminista dell’anno potrebbe essere di un uomo, “Povere Creature!” di Yorgos Lanthimos: un’originale e visionaria storia di formazione in cui una giovane creatura-Frankenstein si autodetermina, andando a conoscere la vita e il mondo con la chiave passe-partout del sesso e della curiosità.

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Credits: @poorthingsfilm Via Instagram. Una delle locandine del film



POVERE CREATURE! LA TRAMA: IL VIAGGIO DI BELLA BAXTER, INTERPRETATA DA EMMA STONE

Bella Baxter, la protagonista del film interpretata da Emma Stone (che ha vinto l’Oscar come Migliore Attrice per questo ruolo straordinario), è una giovane donna dal cervello di bambina che vive in una versione grottesca dell’Inghilterra vittoriana insieme a una figura paterna, uno scienziato dedito alle invenzioni anatomiche più strane che la ama, ma la tiene segregata in casa al riparo dalle esperienze della vita.

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Credits: @poorthingsfilm Via Instagram. Una delle immagini tratte dal film

Quando Bella incontra il giovane assistente del padre comincia a perfezionare la sua conoscenza del mondo, aumentando la sua gioiosa curiosità e scoprendo attraverso le pulsioni sessuali la voglia di vivere, imparare, capire, gustare le cose col corpo e con la mente. Decide a quel punto di andarsene, lasciare il padre e la confortevole bizzarra dimora, dando così il via ad un viaggio iniziatico nel mondo ‘esterno’; in un primo momento un playboy con pochi scrupoli la inizia ai piaceri più completi dell’amore erotico, ma ben presto, quando lui diventa più possessivo del caro padre, senza pensarci Bella fugge di nuovo, sempre nel tentativo di realizzare sé stessa attraverso la conoscenza del bene e del male, del piacere e del dolore, della libertà e della responsabilità autonomamente intraprese. Un viaggio esistenziale attraverso bordelli, lavoro, amicizie, vacanze, incontri, balli, incomprensioni, che la porteranno alla fine a capire, da sola, cosa vuol fare nella sua vita, anzi, cosa vuol essere.

UNA BARBIE FREUDIANA

Nel racconto vediamo come l’evoluzione dei bisogni di base – dai più primitivi a quelli poi mediati dalla morale, dagli affetti e dalle convenzioni sociali – trovano man mano soddisfazione ed espressione.

La protagonista uccide metaforicamente il padre per raggiungere sé stessa e portare avanti i valori che gradualmente acquisisce nel suo strambo percorso, e in tutto il film si alternano concetti salienti della psicologia: dalle pulsioni sessuali, alle pulsioni aggressive, all’attaccamento nelle sue più controverse forme sino al lutto e al trauma che rivivono e si ripetono.

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Credits: @poorthingsfilm Via Instagram. Una delle immagini tratte dal film

In effetti da tutta la storia emergono molto vividamente temi cari alla psicologia e in qualche senso alla psicoanalisi.

Si osservano, per esempio, le tre istanze freudiane così come concepite classicamente: la forza pulsionale dell’Es che non vede regole e limiti nella sua espressione, il Super Io che cerca di regolamentare i desideri e le pulsioni, e l’Io che si forma gradualmente in un processo di integrazione. Dalla pura pulsione sessuale, dalla mancanza di controllo assoluto verso gli impulsi erotici, a quelli aggressivi fino alla costruzione di una morale e di un carattere riflessivo che sposa valori affettivi e sceglie sulla base di principi che diventano salienti”.

Non è finita qui. Nella prossima pagina il Dottor Femia proseguirà la sua recensione sul film “Povere creature!”, facendoci riflettere su interessanti temi che vengono trattati nel film, tra cui il femminismo, il lutto e non solo. Continuate a leggere.

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