BELLA E FEMMINISTA: POVERE CREATURE! È UN FILM FEMMINISTA?

“Povere creature!” è davvero un film femminista? Certamente propone la rappresentazione di un femminile che si ribella ad ogni forma di sottomissione, una figura di donna che riesce non solo ad addomesticare gradualmente i propri impulsi, ma che, proprio in quanto libera dalle norme sociali e convenzionali, con un carattere dirompente che non vede paura e colpa, arriva a domare il maschile che vuole dominare lei.

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Credits: @poorthingsfilm Via Instagram. Una delle immagini tratte dal film

Inoltre, forse il messaggio della storia parla anche di come diventiamo fragili e sensibili quando ci scontriamo con valori e regole stereotipate di comportamento: la protagonista diventa consapevole non mediante la costrizione o la punizione, ma attraverso un processo di coscienza che, in totale libertà, sceglie valori e priorità di riferimento.

Il personaggio di Bella parla certamente di una forza femminile che si autodetermina, riflette sui nodi del passato, sulla dipendenza, sulle ragioni che la conducono a desiderare di morire fino a liberarsi dalle catene e dagli schemi di compiacenza e paura per raggiungere una propria identità autonoma e libera dagli schemi

Il riverbero psicoanalitico dell’uccisione del padre fino alle istanze primitive che governano (??) è spontaneo, e alla fine salvifico”.

IL LUTTO E IL TRAUMA DI FRANKENSTEIN

Altri due temi che percorrono la storia e la collegano ad argomenti di interesse psicologico: sono il lutto e il trauma.

Il creatore di Bella (interpretato con ironia da Willem Dafoe) è vittima di un trauma violento e del carattere sadico del padre, e in ogni modo cerca di liberarsi degli effetti della sua storia carica di sofferenza.

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Credits: @poorthingsfilm Via Instagram. Willem Dafoe in una delle immagini tratte dal film



É qui che vediamo un chiaro riferimento e rimando non solo alla storia di Frankenstein (uno scienziato che cerca di riportare alla vita qualcosa che non ha più vita, negando la morte e tentando di superarla), ma anche alla storia personale dell’autrice del grande romanzo gotico, Mary Shelley. La creatrice di “Frankenstein o il moderno Prometeo” ha ella stessa una biografia dominata dal lutto e dalla perdita (la morte della madre Mary Wollstonecraft, una delle prime pensatrici femministe, di tanti dei numerosi figli, dell’amato Percy Shelley), una storia luttuosa come costruzione letteraria che nasce e si sviluppa in un clima di dolore per la perdita che in qualche senso cerca rielaborazione.

In questa doppia evocazione del romanzo e della sua autrice, il film descrive lo Scienziato-Frankenstein che vuol superare la morte ignorando i limiti della fisica e dell’etica, e la Creatura (evocata intelligentemente dal titolo italiano) –Bella che prende possesso della sua vita sfuggendo al suo padrone-creatore, superando anche lei tutti i limiti.

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Credits: @poorthingsfilm Via Instagram. Una delle immagini tratte dal film

Vediamo il lutto che cerca di mettere assieme pezzi e di andare oltre dando nuova vita seppure con note sadiche e strategie machiavelliche di controllo e dominio.

In qualche senso vengono rappresentati la maturazione e i processi di sviluppo della personalità, dai desideri, allo sviluppo della morale, alla socialità e alla capacità di ragionare nel rispetto degli affetti e con la progettualità di costruire un’esistenza con scopi attivi che tendono a risolvere il dolore o che si muovono a partire dalla sofferenza subita.

Alla fine, proprio in chiusura, Bella decide di essere altruista e di diventare un medico che possa lenire sofferenza, trasformando la sua storia, che passa attraverso la libertà sfrenata e l’egoismo più ancestrale e indomabile, in qualcosa di virtuoso e funzionale, avendolo stabilito senza mai essere costretta da nessuna delle figure che ha incontrato nel suo accidentato percorso”.

Firma

Dott. Giuseppe Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva (APC), Socio Sitcc – Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva.

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Ragazze, speriamo che questa interessante recensione del Dottor Femia sul film “Povere Creature!” di Yorgos Lanthimos vi abbia dato degli spunti su cui riflettere e che vi abbia anche incuriosito a vederlo, se non l’avete ancora fatto. Ora vi lasciamo la parola: quante di voi hanno già visto il film? Cosa ne pensate? Vi è piaciuta l’interpretazione di Emma Stone? Fateci sapere tutto nei commenti. Un bacione dal TeamClio!

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