Ciao ragazze!

Oggi vi parlo del progetto strabiliante di una laureata ad Harvard, Grace Choi, che ha inventato Mink, una stampante 3D in grado di produrre trucchi di qualsiasi colore! Se l’idea vi incuriosisce, leggete oltre!

Se non avete mai sentito parlare di stampanti 3D, si tratta di strumenti che permettono di creare oggetti tridimensionali, partendo da software di modellazione 3D; è un universo in espansione, infatti proprio di recente al Samsung Galaxy Studio ho avuto la possibilità di stampare un ciondolo utilizzando questo tecnologia!

Tornando a noi, l’idea che ha portato Grace a inventare Mink è molto semplice e d’impatto: pare che dopo numerose ricerche abbia scoperto che tutti i brand, dai più economici a quelli lussuosi, tendenzialmente usano ingredienti simili per creare i trucchi. Quello che fa davvero la differenza è il colore, che viene comprato per cifre esorbitanti dalle marche prestigiose; questo sarebbe il motivo per cui raramente vedremo un ombretto Essence giallo limone o di un verde smeraldo intenso, mentre nella palette Electrics di Urban Decay troviamo le tonalità più pazze, intense e particolari sul mercato.


Con la sua stampante Grace abbatte questi limiti: il colore è alla portata di tutti, con semplici programmi di campionamento è possibile salvare una nuance che vediamo sul computer (dalla foto di un fiore primaverile al rossetto di YSL che vediamo sul sito di Sephora), per poi stampare il nostro make-up personalizzato. Nella dimostrazione fa vedere la creazione di un ombretto, ma spiega che sarà possibile realizzare anche rossetti, fondotinta, blush… insomma, qualsiasi prodotto desideriamo!

Grace seleziona il colore che le interessa da un video di Michelle Phan
E questo è l’ombretto che ha ottenuto!
Lo swatch
Mette la cialdina in una palette e… voilà, l’ombretto è servito!

Il prezzo della stampante sarà di 300 dollari, circa 200 euro, mentre le cartucce e i materiali saranno venduti a parte, ma a prezzi accessibili; se pensate a quanto spendiamo in trucchi non è neanche una cifra così esagerata! Il target sono le ragazze tra i 13 e i 21 anni, perché a quell’età sono ancora disponibili a sperimentare e non hanno abitudini radicate; si possono immaginare utilizzi social di Mink, per esempio si fa riferimento a una ragazzina che investe nella stampante e poi produce trucchi per le sue amiche a un costo simbolico, magari organizzando party a tema.

Un punto fondamentale della spiegazione di Grace è il riferimento alle beauty blogger, vere e proprie opinion leader in ambito cosmetico; sarà sufficiente far provare la stampante a una Youtuber influente per scatenare nel pubblico curiosità e interesse. Tra l’altro si parla di computer e tecnologia, quindi di ambiti vicini alla comunità beauty online.

Ragazze, io cosa penso di questa stampante cosmetica? Sicuramente l’idea è geniale, ma sono scettica su due punti: in primo luogo non sono d’accordo con il presupposto di base, cioè che le donne cerchino solo il colore nei trucchi. Per quanto mi riguarda il colore è importante, ma fino a un certo punto: sono la texture, la durata, l’intensità del pigmento, la sfumabilità di un ombretto, la sensazione di comfort di un rossetto a fare realmente la differenza. Mink permette di stampare un gloss del rosso perfetto, ma se dopo 10 minuti il colore sparisce, allora l’investimento diventa inutile e andrei subito da Sephora a comprarne uno nuovo. Il secondo problema è la qualità del materiale: ora, non so sulla base di quali ricerche Grace sostenga che Chanel e Essence usano gli stessi ingredienti, ma sinceramente non mi sentirei del tutto sicura a spalmarmi in faccia un fondotinta creato con la stampante 3D!

Insomma ragazze, è sicuramente un’invenzione che potrebbe rivoluzionare l’industria cosmetica, ma c’è ancora tanta strada da fare; per ora ne sta parlando tutto il mondo, ma tra qualche settimana l’interesse calerà e torneremo a pensare a quale correttore o mascara comprare prossimamente.

Voi cosa pensate di Mink? Vi ispira? Se fosse già disponibile sul mercato fareste l’investimento? Vi fidereste a usare un prodotto creato con la stampante? La questione del colore è effettivamente un problema che sentite vostro?