Nell’immaginario collettivo il Natale viene visto come un periodo di gioiosa celebrazione, capace di scatenare emozioni positive come vicinanza, appartenenza e riunione.
La verità, però, è che non per tutti è così. Il Natale e il periodo delle festività scuotono emozioni di diverso tipo, da quelle effettivamente positive a quelle negative come ansia, rabbia, angoscia e tristezza. È quello che viene definito il “Mal di Natale”.
In questo post della sua rubrica, il Dottor Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva, ci parlerà del Natale come detonatore di emozioni, facendoci riflettere su come le feste vengano vissute da ciascuno diversamente in base al proprio stato emotivo e su come molte persone si sentano quasi “obbligate” a essere felici. Inoltre, fornirà utili consigli professionali per chi vive il Natale con ansia e sofferenza. L’argomento è ciò che fa per voi? Lasciamo subito la parola al Dottor Femia.
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IL NATALE COME DETONATORE DI EMOZIONI
“Il Natale come volàno di emozioni, di ricordi, oscilla fra vuoti e pieni, fra desideri, distacchi, abbracci. Il Natale sfiora sensibilità e con lui spesso riaffiorano memorie e sensazioni che vengono da lontano. Una festività che porta con sé mille significati, sollecita riflessioni, sospende il fare frenetico della vita quotidiana.
Il Natale, dunque, stimola molto temi psicologi, scuote emozioni di diverso ordine, da quelle positive che ci rivedono buoni, alleati, uniti, a quelle negative di angoscia, rabbia, tristezza.
Si muovono nella finestra natalizia molti processi psichici di diversa natura fra loro contrastanti: condivisione, costrizione, doverizzazione, cooperazione, altruismo; si risvegliano, al contempo, valori e rancori.
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Non mancano certamente i ricordi, memorie felici e memorie nostalgiche che potrebbero intrecciarsi durante questi momenti che ripercorrono storie familiari e momenti legati all’infanzia.
Luci, regali, riunioni di famiglia, retorica e buoni sentimenti veri, calore e momenti di bilancio: le feste natalizie sono un frullatore di situazioni ed emozioni che durante il resto dell’anno se ne stanno buone sottopelle, latenti e sopite.
IL “MAL DI NATALE”: QUANDO L’ATMOSFERA DELLE FESTE È FONTE DI ANSIA E, ADDIRITTURA, DI ANGOSCIA
Questo a qualcuno piace tantissimo, e sono quelli che aspettano le feste tutto l’anno e iniziano con gli addobbi e gli acquisti a novembre, mentre per altri questa atmosfera squillante e lucente è fonte di ansia e addirittura di angoscia.
Esiste, infatti, quello che viene definito ‘mal di Natale’, dopo che si è stati in grado di registrare, proprio durante le feste natalizie, un aumento dei livelli di ansia e di depressione.
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Dunque, il Natale sembra essere vissuto diversamente sulla base del proprio stato emotivo. In buona sostanza, se sono felice tendo mediamente a viverlo con serenità, se, invece, affronto un momento di difficoltà e vivo tensione, allora è molto probabile che io viva il Natale in modo congruo allo stato affettivo ed emotivo di ansia.
CHE COS’È IL CONGRUITY EFFECT, IL MECCANISMO COGNITIVO PER IL QUALE L’EMOZIONE ATTIVA FA EMERGERE PENSIERI, IMMAGINI E RICORDI CONGRUENTI ALLO STATO AFFETTIVO ESPERITO
In questo momento di festività potrebbe presentarsi un processo di ragionamento che definiamo: “il mood congruity effect” ovvero quel meccanismo cognitivo per il quale l’emozione attiva in un determinato momento fa emergere pensieri, immagini e ricordi congruenti con quella emozione. Uno stato emotivo di tristezza potrebbe orientare la mente ad attenzionare in modo selettivo ricordi di nostalgia e perdita che confermano lo stato di malinconia.
Un’indagine ha segnalato come addirittura il 20% della popolazione durante il Natale, nonostante cene, incontri e appuntamenti, si senta più sola”.