LE CARATTERISTICHE DELLA COSIDDETTA “SINDROME DI BRIDGET JONES”
“Questa sindrome ormai riconosciuta pare più diffusa nelle donne e nella fascia di età dei 35enni, quelle che in certo modo avvertono che ‘il tempo sta per scadere’, qualcosa di connesso col famoso orologio biologico che ticchetta in ognuna.
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In molti casi a questo tipo di timore si accompagnano anche sentimenti di vergogna, rabbia, con pessimismo e sfiducia verso sé stessi e verso gli altri. Talvolta proprio in funzione di questa latente paura ci si accontenta di relazioni disfunzionali o poco appaganti, e spesso questo timore della solitudine genera problematiche profonde, avendo preso origine da nuclei e temi dolorosi della persona che ne soffre.
Si possono osservare credenze nucleari per cui chi ne soffre vede sé stesso come una persona di poco valore: si ritengono vulnerabili, in qualche modo ‘sfigati’, poco capaci di adattarsi agli altri, non meritevoli di amore in quanto poco interessanti o poco simpatici, o scarsamente piacevoli.
COME SI MANIFESTA LA ANUPTAFOBIA
In questa condizione si possono manifestare attacchi di panico, paura di impazzire o sintomi depressivi di astenia, ritiro, inibizione con auto-accusa e l’abilità emotiva.
Spesso in questo profilo si caratterizza la ricerca di sé stessi negli altri, con un forte bisogno di approvazione e validazione esterna del proprio valore personale.
Accanto a questi sentimenti si possono unitamente sperimentare sentimenti di invidia e gelosia con rancore verso le relazioni precedenti che si sono chiuse, in realtà per i motivi più diversi.
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Ma non ci sono analisi lucide della situazione: dalla paura di rimanere soli si innesca una sorta di circolo vizioso irrazionale e inarrestabile che tende a confermare le credenze patogene e il vissuto di malessere, con sentimenti di tristezza che a loro volta mantengono vivi i sentimenti di ansia e angoscia esistenziale.
COME SUPERARE LA PAURA DI RIMANERE SINGLE: UTILI CONSIGLI PROFESSIONALI
Quali consigli dare a chi è vittima di questa ansia e timore di rimanere solo per tutta la vita?
- Individuare le credenze disfunzionali che sostengono il timore irragionevole;
- Non selezionare gli eventi e la realtà sulla base dei vissuti emotivi di ansia in eccesso;
- Non favorire comportamenti di evitamento e inibizione;
- Non favorire comportamenti di iper-compensazione e di eccessiva ricerca;
- Favorire il dialogo con i pensieri negativi ed automatici che caratterizzano la paura, focalizzandosi sullo scenario temuto della solitudine;
- Defocalizzare il pensiero dallo scenario temuto della solitudine”.
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Firma
Dott. Giuseppe Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva (APC), Socio Sitcc – Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva.
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Ragazze, speriamo che questo post del Dottor Femia vi possa essere utile. Ora, come di consueto, vi lasciamo la parola: avevate già sentito parlare della anuptafobia? Cosa ne pensate? Se vi va, condividete la vostra esperienza con noi nei commenti. Un bacione dal TeamClio!