Ciao a tutte,
oggi dedichiamo uno dei nostri post a Ziggy Starsust, a Aladdin Sane, a Halloween Jack, al Duca Bianco, insomma, a lui, David Bowie e anche a David Jones – come si chiamava da bambino. Come lo vogliamo fare? A modo nostro, naturalmente, ripercorrendo i suoi folli e geniali look e quelli dei suoi alter ego che, per sempre, hanno cambiato non solo il modo di vivere la musica, ma anche la moda, la cultura pop e, sì, anche il make-up.
Faccia spigolosa, occhi dalle pupille asimmetriche, sguardo-killer e look da ragazzino inglese. È il 1965 e in David Jones vive già David Bowie. Ma ancora non si vede (troppo bene). Il suo sogno da bambino? Diventare l’Elvis inglese.
Nel ’67 esce il primo album e con lui nasce il personaggio. Lo stile di quello che non è ancora il Duca Bianco si fa timidamente intravedere, ma si fa prepotentemente sentire. La foto qui sotto è del 1970: oggi non vediamo altro se non un long bob e delle beach waves, ma si trattava solo di (poco) tempo: ancora un anno e sarebbe stato leggenda.
Space Oddity era già incisa e David Bowie era già sposato con Mary Angela Barnett.
1971, ed ecco che Bowie scopre il make-up con Life on Mars – e Andy Warhol, con il quale ha un incontro decisivo, in occasione della rappresentazione di Pork: una performance tra il teatrale, il musicale e il trasgressivo adattata dallo stesso Warhol. Praticamente un’anticipazione del Rocky Horror Picture Show che cambierà per sempre la visione di Bowie dello show.
Mai più “soltanto” musica: da quell’anno in poi ogni tour diventerà un personaggio, una storia, una vita rappresentata in modo onirico e alterato attraverso un dramma sempre in scena. Benvenuto Ziggy!
E chi truccava David Bowie, vi state chiedendo? La risposta è qui insieme a lui: Pierre La Roche, una leggenda per il make-up e, non a caso, artista anche del già citato Rocky Horror Picture Show.
1972: la svolta. Bowie inizia ad alternare se stesso al suo primo personaggio, il messaggero umano in contatto con una dimensione aliena noto come Ziggy Stardust: lo si riconosce grazie al mullet (il taglio di capelli diventato un incubo fino a inizi anni 2000) rosso fuoco e all’inconfondibile cerchio dorato sulla fronte.
Ovviamente, insieme al make-up arrivano i suoi costumi e gli abiti che, per sempre, sfideranno, conquisteranno e rivoluzioneranno la moda. Visto che dopo di lui sono state poche le ondate artistiche così potenti e influenti, ancora nelle sfilate degli ultimi anni, possiamo scovare chiari ed espliciti riferimenti al suo genio.
Le labbra dorate di Path McGrath e Prada forse non sono così nuove, dopotutto. 😉
Nello stesso anno esce Pin Ups, album di cover di pezzi amati da Bowie. Una cosa notevole? La copertina al fianco di Twiggy.
Non vi sembra di capire, ora, da chi abbia “preso” il suo occhio Marilyn Manson? E che ne dite del trucco con il contorno “a maschera”? Si era visto nelle campagne delle collezioni MAC e Ilamasqua, qualche anno fa.