Il marchio Dove, noto per produrre prodotti per l’igiene personale mirati soprattutto ad un target femminile, spesso è stato apprezzato per le sue pubblicità, di frequente volte ad includere donne di ogni tipologia non facendo distinzioni in base al colore della pelle, alla taglia o all’età delle testimonial scelte. Per questo, potrà sorprendervi scoprire che il colosso venditore di creme e bagnoschiuma, nelle ultime settimane, è stato nel mirino per via di uno spot pubblicitario che non solo non è piaciuto a molte persone, ma che è anche stato considerato razzista.
Il web non ha esitato a dire la sua, al punto da creare un ashtag mirato a boicottare il brand, in segno di protesta verso il messaggio veicolato dallo spot che, in tanti, hanno considerato offensivo. Ma qual era il suo contenuto? E come ha reagito la Dove a questo tipo di critiche? Per scoprirlo, ragazze, continuate a leggere, anche per sapere cosa ne pensa una delle protagoniste di questa pubblicità tanto discussa!
Credits: veja.abril.com.br
LO SPOT IN CUI TRE DONNE SI TRASFORMANO L’UNA NELL’ALTRA
Nello spot, una donna nera si toglie la maglia e diventa bianca
La pubblicità incriminata del bagnoschiuma Dove consisteva in un video di circa tre secondi postato sulla pagina Facebook americana del brand. Lo spot ritraeva una donna nera che, togliendosi la maglia, si rivelava essere una donna dalla pelle bianca la quale, facendo la stessa cosa, mostrava poi di essere una donna asiatica.
Gli utenti che hanno espresso il loro malcontento nei confronti della pubblicità sono stati migliaia, al punto da far togliere poco dopo il video dalla pagina Facebook di Dove, con tanto di scuse da parte del brand.
Sull’ account Twitter della Dove, è stato poi anche specificato che la pubblicità non era stata in grado di rappresentare in modo ragionevole e oculato le donne nere, rimarcando il dispiacere dell’azienda per la potenziale offesa da essa causata.
IL FIUME DI CRITICHE SOCIAL E #BOYCOTTDOVE
Queste scuse, però, non hanno arginato il fiume di critiche rivolte al brand, molte delle quali hanno paragonato lo spot alle pubblicità dei saponi di fine 19 esimo secolo. Esse sono passate alla storia poiché, molto di frequente e in modo decisamente offensivo, mostravano persone nere che, dopo l’uso del prodotto, diventavano bianche, associando dunque la pelle scura ad un’idea di sporcizia e trascuratezza.
È stato anche creato un ashtag ad hoc, chiamato #boycottdove, per invogliare i consumatori a boicottare il brand non comprandone più i prodotti.
La Dove ha ulteriormente specificato, in modo più approfondito, il messaggio che il brand voleva veicolare: l’intento originario doveva consistere nel mostrare tre donne di diverse etnie per celebrare la diversità, e sottolineare come il prodotto potesse dare soddisfazione e buoni risultati su ogni tipo di pelle.
Come il brand ha fatto in diverse pubblicità passate
Il brand ha anche aggiunto di star rivalutando i procedimenti per creare e approvare i suoi contenuti pubblicitari e mediatici, per evitare che si ripetano in futuro episodi del genere, poiché il marchio tiene a fare dell’inclusività uno dei suoi punti di forza.
LE ACCUSE DI RAZZISMO VERSO DOVE DEL 2011
Uno spot controverso del brand che ha suscitato reazioni analoghe risale al 2011
Tuttavia, la Dove è stata nel mirino dell’opinione pubblica per una tematica analoga già nel 2011, anno in cui è stata criticata per via di una pubblicità che mostrava tre donne, in piedi e fianco a fianco, vestite solo di un asciugamano, con sopra la scritta “prima” e “dopo”. Ogni donna aveva al suo fianco un’altra dalla pelle più chiara, e il testo della pubblicità recitava: “Pelle visibilmente più bella”.
Molte persone hanno interpretato l’insieme degli elementi della pubblicità come un modo per affermare, più o meno implicitamente, che la pelle visibilmente più bella era quella più chiara, anche per via della posizione delle scritte “prima” e “dopo”.
Sebbene fossero riferite ai due quadri appesi alla parete di sfondo dello spot (che mostravano lo stato della pelle prima e dopo l’uso del prodotto), potevano facilmente essere scambiate per dei riferimenti alla donna dalla pelle più scura (la cui posizione combaciava con quella della scritta “prima”) e a quella dalla pelle più chiara (che era nella stessa posizione della scritta “dopo”).