Negli ultimi mesi abbiamo sentito più e più volte un termine: hair shaming. Se n’è parlato nel web, sui vari social, dalla campagna Pantene sino ad arrivare ad un film di Netflix – ispirato all’omonimo libro – Nappily Ever After, Dacci Un Taglio. Ma che cos’è esattamente l’hair shaming? Quanto questo fenomeno può avere un impatto nella vita delle persone?

Oggi vorremmo provare insieme a voi a dare delle risposte a queste domande, affrontando un argomento profondo e complesso come l’hair shaming. Partiremo dal film per scoprire cosa si cela dietro al vasto e affascinante mondo dei capelli. Se siete pronte, cominciamo!

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DACCI UN TAGLIO, NAPPILY EVER AFTER: UN FILM NETFLIX

Nel 2018 è uscito su Netflix un film alquanto interessante. È una commedia drammatica, che con la giusta leggerezza e il giusto tatto, inserisce lo spettatore in quadro complesso che è quello dei capelli per la cultura afro-americana, ma non solo.

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Credits: thetempest.co



Già il titolo originale del film, ci spinge ad una prima riflessione. Sappiamo che ogni fiaba finisce con “E vissero tutti per sempre felici e contenti”, che inglese è tradotto con “happily ever after”. È interessante la scelta di sostituire Happily con Nappily!

NAPPY È L’UNIONE DI DUE TERMINI NATURALLY E HAPPY

Quindi già nel titolo vediamo un messaggio di felicità, legata all’accettazione di chi si è, vivere naturalmente felice e contenta.
Ora veniamo alla trama, promettiamo di non spoilerare troppo!

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Violet Jones è una bellissima donna afro-americana che ha fatto della perfezione la sua vita. Ha un lavoro prestigioso, un uomo affascinante e in carriera, una bella casa, delle amiche fidate. Vestita sempre in modo impeccabile, impiega grandi sforzi ed energie per la sua chioma. Liscia, lunga, fluente, sempre lucida e al proprio posto.

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I suoi capelli rappresentano l’immagine che lei vuole dare al mondo, una giovane ragazza nera, impeccabilmente bella come richiedono i canoni occidentali. Ben presto però, in seguito ad una delusione amorosa, intraprende un viaggio verso l’accettazione della sua vera identità.

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Passo dopo passo di spoglia di Violet Impeccabile Jones, facendo spazio alla parte più vulnerabile, vera e umana di sé stessa. Si rende conto di come sin da piccolina, in un mondo circondato da bambini dai capelli apparentemente perfetti, sia stata obbligata ad adeguarsi per evitare le prese in giro e i rifiuti.

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Credits: womenandhollywood.com

Cos’è successo ai tuoi capelli? Sembri un cespuglio! Tutte frasi e gesti che sin dalla tenera età l’hanno spinta al rifiuto delle sue origini. Da questa consapevolezza inizia la risalita verso la vera Violet Jones.

HAIR SHAMING, DISAGIO PER UNA CORONA MERAVIGLIOSA

Shame vuol dire vergogna e umiliazione, quindi l’hair shaming non è altro che il far vergognare e umiliare una persona per i propri capelli.

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Chiedere ad una persona ogni giorno se si è lavata i capelli è hair sharing!
Credits: hellogiggles.com

È una condizione che ti spinge a non sentirti adeguata, a sentirti condizionata da ciò che le persone e la società dicono di te. Si può partire dalle piccole superstizioni e cliché, come ci ha voluto trasmettere anche la campagna Pantene.

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Credits: marieclaire.com

Le bionde sono stupide, le rosse portano sfortuna e le donne con i capelli bianchi sono vecchie e fuori luogo. Sino ad arrivare a rifiuti legati alla natura dei propri capelli, che mettono in discussione l’identità di un individuo. I capelli afro sono un cespuglio trasandato, se non li lisci non vai bene per la società.

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Credits: elle.com

Per una donna, ma in generale per un essere umano, è importante sapere chi si è, ed è fondamentale amarsi e accettarsi. Se ci viene negato questo diritto, siamo come bussole smagnetizzate.

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Credits: Pantene.com

L’hair shaming fa proprio questo. Con continue pressioni sociali, nega alle persone di accettare la propria identità, spingendole a omologarsi per canoni e ideali di bellezza imposti. Negli Stati Uniti d’America il 12,7% della popolazione è afro-americana, una percentuale potremmo dire piuttosto modica non credete ?

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Credits: msbuy.com

È interessante sapere però che, gli afro-americani, negli USA, comprano il 70% delle parrucche. Percentuale piuttosto elevata. Questi dati sono sintomo di una situazione che non possiamo e non dobbiamo ignorare.

Ragazze siamo a metà del post! Nella prossima pagina parleremo di un episodio di hair shaming che pochi anni fa ha scosso l’opinione pubblica mondiale e affronteremo ancor più in profondità l’argomento. Se siete interessate, continuate a leggere il post!

44 COMMENTI

  1. Io dico sempre e penso e ne sono fermamente convinta che “ad essere tutti uguali siamo sempre in tempo a diventarlo”….ma quello che ci contraddistingue come persone è la nostra unicità. Vuol dire che ogni persona è un universo di sfaccettature diverse ed è giusto così altrimenti saremmo prodotti in fabbrica con una matrice. Io trovo orribili, stupidi, insensati e da ignoranti qualsiasi tipo di shaming. Chi deve vergognarsi è quella parte di società che ha il “potere” non scritto di imporre un modo di pensare unilaterale, che in questo caso riguarda i capelli….se non sono lisci non vai bene!! È assurdo questo è un modo celato di limitare la libertà personale. Sarò una mosca bianca per la società, ma io adoro i capelli delle ragazze di colore mi sarebbe piaciuto nascere con quei capelli, ma i miei li ho sempre apprezzati, curati e acconciati come più mi piacevano. Grazie team per questo post.

  2. Credo che a subire hairshaming, di questi esempi, siano solamente gli afrodiscendenti. Per il resto, non si tratta di hairshaming, ma di pregiudizi/luoghi comuni, e sono due cose diverse. La campagna di Pantene, a parte per Bellamy, crea confusione su questo punto.

  3. Chiunque faccia hair shaming dovrebbe chiedersi se è un adulto o un bambino delle elementari, perché manco alle elementari ho visto questi pregiudizi (e ho fatto le elementari con un gruppo di bambine troppo precoci che si credevano chissà chi a causa degli adulti!).
    Detto questo, la maggiorparte di questi pregiudizi non sono della cultura italiana ma anglosassone, in italia ho visto e sentito più discriminazione sulla lunghezza e la texture: ” hai i capelli corti allora sei un maschio/una lesbica!”
    Oppure: ” hai i capelli troppo fini/ ricci vanno tenuti a 3 centimetri perché non si possono pettinare!” (detto da chi o nonsa poco e nulla di cura dei capelli o è pigro e non vuole sbattersi).
    Spesso rivolti ai bambini e agli adolescenti.

  4. Sinceramente l’unica situazione seria di quelle descritte riguarda le ragazze della scuola in Africa, per il resto a mio avviso si tratta solo di trovate pubblicitarie e di stereotipi del ‘700 (le rosse che portano sfortuna??) o degli anni ’50 (le bionde stupide). Inoltre non capisco la posa della Ferragni in una foto di prodotti o campagne per capelli: perché mimare una pistola?

  5. Scusate vado Ot ma non so dove scriverlo: Clio stavi benissimissimo con i capelli alla festa,sai che ti sto copiando per quanto rigurda la piega e la lunghezza!!io però ho un colore più scuro e sfumature sul ramato..per favore ci faresti un post con la tua hair routine aggiornata? grazie e scusate

  6. Ma veramente esiste l’hairshaming? Siamo nel 2018, mica nel Medioevo! Io nella mia realtà, piccola, diciamo, non vivendo in una grossa città, non ho mai visto ne subito questo tipo di bullismo, che non sta ne in cielo ne in terra, come tutte le altre forme di bullismo. Ma questa proprio non la capisco, forse perché non ne ho mai avuto a che fare direttamente. Davvero si pensa ancora che una rossa porti sfortuna? Ma siamo pazzi? O che il colore di capelli faccia l’intelligenza? Molto grave peraltro il caso della scuola in Sudafrica, è l’ennesima forma di apartheid, quello è il caso più grave di tutti. Comunque il fatto che molte donne con i classici capelli africani ricorrano a metodi che li lisciano o alle parrucche potrei pensare che sia per il fatto che magari sono difficili da gestire. Ho conosciuto una ragazza che ha i capelli afro e per molti anni ha tenuto le treccine perché ha detto che sono molto difficili da acconciare e tutto. Però libertà assoluta su questo! Non voglio veramente credere che una persona venga discriminata per i capelli. Come se io venissi derisa o schernita perché ho i capelli fini che si sporcano in fretta da chi invece ha la fortuna di non avere questi problemi, sarebbe un mondo seriamente stupido, altro che evoluzione della specie.

  7. Che poi anche lì mi pare come riporta il post ci sia stata un’esagerazione visto che il regolamento prevedeva cose decisamente normali. E ci leggo solo insofferenza a rispettare le regole.

  8. Io ricordo di aver avuto una compagna di corso africana che, con orgoglio, si rifiutava di farsi i capelli con le treccine per renderli più simili ai nostri lisci occidentali. Mi diceva però che, se avesse portato le treccine, sarebbe stata più “accettata”.
    Per il resto credo che la nostra cultura odierna abbia superato i diktat su colore e texture. Negli anni ’80 tutte a farci la permanente, per me che sono con capelli a spaghetto una tortura continua e capelli bruciati.

    Oggi posso scegliere se lasciarli così o arricciarli, non c’è più il concetto di omologazione che c’era prima

  9. la Ferragni che gira col parrucchiere in tasca è la modella ideale per una campagna di donne “accettatevi come siete”! hauahahah ma sarebbe stato lo stesso epr chiunque di quel mondo

  10. ma quanto puzzano ‘ste campagne e tutto ciò che ci gira attorno?? suvviaaaa … che ci sia ancora strada da fare nell’accettazione degli afroamericani in molte parti del mondo è un fatto (serio, di cui si può discutere ma non in questi termini per favore)!

    … che qui ci siano multinazionali che ogni giorno si inventano ‘na piaga sociale dove infilare campagne di marketing, marchette, pubblicità progresso, prodotti ad hoc, che facciano swiiish mi raccomando, per tutte le esigenze (3/4 inventate a tavolino) mammmaaa miaaa!!!

    Detto ciò si può parlare di pregiudizi, di come gli adolescenti vivano questo continuo confronto con la perfezione (che non esiste..guardatevi la ferragni beccata senza i 365 filtri del signore ed i parrucchieri :p …i capelli sono di paglia), della discriminazione che credo riguardi molto di più la cultura afro che noi, ma il film.. la pubbblicità, gli spot .. naaa.. distinguiamo vi prego! O poi non poniamoci dalla parte delle donne vere.. se restano solo parole …

  11. A me da ragazzina suggerivano di “sfoltire-accorciare”.
    Ovviamente me ne fregavo altamente, oppure rispondevo a tono (dalla serie: “fatti gli affari tuoi”). Però ci provavano, eccome se ci provavano, a cercare di farmi sentire inadeguata.

  12. Diciamo che esistono persone che rompono a chi ha i capelli ricci. A me hanno detto sempre di sfoltirli, di tenerli corti/legati, che sono “tutta capelli”, che ho un aspetto disordinato. Ovviamente li ho sempre mandati a ca@@re. Però, purtroppo, è un fenomeno esistente: tu nutri troppo ottimismo circa l’intelligenza umana.

  13. I capelli, oltre all’essere molto pallida, erano il motivo principale per cui venivo presa in giro alle medie. Ci stavo malissimo, perché erano gli anni dei capelli liscissimi e scalati, e io invece me li ritrovavo tanti, crespi e con la tendenza a gonfiarsi al mimino segno di umidità. Mi davano ogni tipo di soprannomi. In più avevo qualche filo bianco (veramente pochissimi, ma per genetica quelli mi sono usciti già allora, anche a mio padre è capitato lo stesso) e appena una delle ragazze se n’è accorta non mi hanno dato tregua. La prima cosa che ho fatto alle superiori è stato un riflessante, e poi ho continuato ad accanirmi con phon e spazzola per anni, piastravo la frangetta ecc. Non ho mai più avuto prese in giro, ma in compenso al secondo anno di università avevo i capelli distrutti. Poi è cominciata la rinascita, e ho scoperto che in realtà ho una specie di ricci, più che un mosso come pensavo. Sto leggendo articoli e guardando video e li curo molto, e effettivamente adesso (anche se siamo ancora ben lontani da come li vorrei) sto ricevendo anche qualche complimento per come stanno 🙂

  14. pensa che, per assurdo, io che ho i capelli sottili e “mossini” (portati lisci) pagherei oro per averli lisci e folti.. altro che hair shaming: quello me lo farei da sola per i capelli che mi ritrovo!

  15. non entro in merito alla questione hair shaming perché personalmente mi sembra l’ennesima bassezza allucinante a cui siamo arrivati.. come dire “non so per cosa prenderti in giro e quindi lo faccio per i capelli” O_o
    che poi come scrivevo nel commento a Maria Luisa qui sotto, altro che fare hair shaming alle persone con i capelli ricci e folti, io pagherei per avere capelli del genere al posto dei miei sottilini e senza definizione, altroché.
    più che tutto però francamente vorrei far notare che la ferragni, che ultimamente si lancia in ogni tipo di causa, magari farebbe meglio a fare campagna “no hair shaming” senza colore e beach waves create due secondi prima dal suo parrucchiere, eh.
    che razza di messaggio di autoaccettazione è?!

  16. Sono belli anche i capelli lisci: li puoi spazzolare e pettinare, e farci un sacco di acconciature. Il punto è che le persone vanno accettate, nel fisico, nei capelli, nel colore della pelle, per come sono, senza rompere/offendere.

  17. diciamo che semplicemente, per quanto mi riguarda, mi ritrovo quasi sempre ad apprezzare quello che non ho XD
    ma a parte questo concordo assolutamente: ognuno è bello nella sua diversità e particolarità.

  18. Ragazze, io ho più del doppio dei capelli di una persona normale, per di più molto mossi! Sapete quanti commenti mi hanno fatto negli anni: da criniera, a zazzera a cespuglio (per indicare solo i più carini)… Non vi dico quando è umido (e io lavoro in un posto molto umido)… La gente fa finta di nascondersi apposta dietro i miei capelli… Metteteci poi che non sono un donnone. E comunque capelli come i miei non si lavano tutti i giorni … Sapete quanti commenti ed occhiatacce mi sono beccata da chi ha un tipo di capigliatura tale che può e deve lavarli ogni giorno? Quasi me l’hanno detto in faccia che ero sporca a non lavarli tutti i giorni… Certe espressioni :Manco avessi i pidocchi… Comunque l’ho sempre presa molto sul ridere e con filosofia, i problemi della vita sono altri e la mia chioma è il mio tratto distintivo. Mi dispiace che c’è gente che si fa venire complessi per questo tipo di battute, ma fatevelo dire da una che ne ha sentite tante, mi sembra esagerato! La gente poco fine ed educata che ti fa il commento tagliente c’è sempre e sempre ci sarà.. ma mi sembra eccessivo parlare di body shaming, che è qualcosa di ben più grave. Un po’ di cose bisogna imparare a farsele scivolare addosso, non si vive più sennò

  19. Escluso il caso di Pretoria a sfondo inequivocabilmente razzista – è vero che l’apartheid è stato abolito ma la mentalità delle persone non si cambia così facilmente, ci vogliono generazioni – sono proprio state le mie amiche di colore a farmi cambiare idea sul movimento nappy. Stavamo appunto parlando della serie di Netflix e loro mi hanno detto che è proprio nella cultura afro usare parrucche non per adeguarsi ad una apparenza più “white” ma perchè è proprio di moda a loro piace cambiare spesso e una parrucca o una weave sono la cosa più semplice (quindi ho dubbi sulla validità del fatto che la maggior parte delle parrucche è comprata da persone di colore … non riflette necessariamente un senso di disagio è lo stesso che dire che la maggior parte delle creme schiarenti è comprata dalle donne asiatiche o che la maggior parte dei prodotti depilatori è comprata dalle donne caucasiche , l’unica con i capelli naturali si è messa a ridere e dice che lei non le usa semplicemente perchè prudono, ma non perchè si deve riavvicinare alla sua etnia (è del Ghana). Alle altre non è piaciuta la serie perchè “mi fa sentire in colpa tutte le volte che accendo la GHD”. Mi hanno detto che per loro è un movimento che vuole far diventare una stigma quello che ormai è solo una questione di gusto personale ed ha superato l’aspetto razzista, insomma in conclusione pensano che sia un passo indietro.

  20. hahah io sono cresciuta negli anni 80 quando andavano di moda i capelli a criniera di leone e le permanenti impazzavano, non so se ti ricordi Nicole Kidman … quindi per me non è mai stato un dramma avere una chioma di capelli ricci e folti anzi mi facevano tutti i complimenti. Allora ce la prendavamo con gli sfortunati dai capelli a spaghetto che finivano col bruciarseli a forza di permanenti … ora ce li bruciamo noi ricci con la piastra e se la godono loro. L’anno prossimo andranno di moda le bocce pelate … sono tutte piccolezze e bisogna farsele scivolare addosso

  21. non è questione di nutrire ottimismo nell’intelligenza umana secondo me, io ho perso le speranze con il dilagare dei social media, è questione di crearsi un filtro mentale che blocchi tutta la fuffa e i commenti ignoranti che comunque lasciano il tempo che trovano altrimenti non si vive più e io voglio vivere serena, quindi certe persone per me occupano solo spazio.

  22. Eccetto i capelli bianchi, ho fatto tutto uguale a te! Perfino i trattamenti disarriccianti dal parrucchiere… E ora i miei capelli naturali mi piacciono tantissimo, anzi sono una delle cose più belle che ho. Certo, non sono facilissimi da gestire perché hanno bisogno di essere di una certa lunghezza e scalatura altrimenti fanno solo mucchio, ma quando sono tenuti bene sono il top 🙂

  23. Evviva la diversità, evviva i capelli ricci, lisci, mossi e di tutti i tipi. Ma parlare di hair shaming… Ha un che di esagerato. Chi fa bullismo, non lo fa solo per i capelli, ma prenderà di mira me per i capellu, qualcun altro per il peso, altri per l’altezza e così via. Se una persona ha un problema con i capelli altrui, è una sua mania, mica una vergogna degli altri. Io ho capelli ricci, tenuti come mossi per anni ma che invece sono splendidi trattati per quel che sono: ricci! Non del tipo di Shirley Temple, e va bé. Una volta, avrò avuto 13 anni, mi sono fatta i capelli più voluminosi del solito, ma mi sentivo carina. Quando mi sono sentita dire “sembri un leone” ci sono rimasta molto male. A distanza di anni, mi rendo conto che di offensivo non c’era nulla. Molte volte i commenti sono solo frasi dette senza alcun intento di ferire. Il fatto che al liceo mi piastrassi i capelli a tutto spiano, era solo perché tutte lo facevano, così come tutte avevano Eastpak o Smemoranda, tutte portavano le All Star eccetera. Quando ho iniziato a fare ciò che piaceva a me e a fregarmene del “tutte fanno” ho visto che anche le cose più strane non venivano criticate. Lo shaming lo facevo solo io a me stessa.

  24. Nella mia esperienza di ragazza dai capelli ricci ho avuto più volte a che fare con questo tipo di spiacevole abitudine, da ragazzina ero stata chiamata “leone” o “barboncino”, anche da persone adulte al tempo. Successivamente, sul posto di lavoro, da giovane ragazza con i capelli precocemente ingrigiti, persone più adulte di me intervenivano con commentini fuori luogo ogni qualvolta si iniziasse ad intravedere un po’ di più la ricrescita. Devo dire che la cattiveria di chi dovrebbe essere una persona matura fa più dispiacere che quella dettata dalla stupidità giovanile…che poi diciamocelo, se sei un ragazzino che si comporta da bullo difficilmente sarai un adulto empatico! Tutt’altra storia ovviamente è quella del razzismo, io ho raccontato della mia piccola realtà di provincia.

  25. Io sono stata bullizzata per diverso tempo a scuola, con la fortuna di trovarmi meta’ delle persone che erano parte del gruppo anche al liceo, quindi non vi sto qui a dire, ma c’e’ da dire una cosa. Sono ancora qui, non ho complessi, ho lavorato su me stessa crescendo con i miei “difetti” se cosi’ vogliamo chiamarli e basta. Non c’ erano tutte queste campagne 10 anni fa, i professori a malapena facevano qualcosa a queste persone, quindi? siamo tutti sopravvissuti. In classe con me c’era un ragazzo gay che parlava sempre di borse, di Madonna e make up e se ne fregava se gli altri lo chiamavano in modi dispeggiativi, solo una volta capito’ che ci rimase talmente male che venne a piangere sulla mia spalla…I bulli non sono altro che bambini/persone tristi, bisogna solo farsene una ragione.

  26. Beh, mica occorre diventare un hater per stigmatizzare dei comportamenti altrui percepiti come sbagliati. A me non ha mai fatto impazzire: ho sempre cercato di ignorarla. Il problema è che pur evitando di seguirla sui social, sono continuamente bombardata da notizie sul suo conto, trasmesse dai media.
    E 9 volte su 10 mi fa storcere il naso.
    Money, Money, Money: e tutto diventa lecito.

  27. Noooo ma perché mai?! Vorrei io averli ricci e folti, so che sarebbero difficili da gestire ma sarei felicissima! Pensa che ho mia sorella che ha tanti capelli, belli sani e grossi ma sono dritti come spaghetti e spesso e volentieri le faccio i ricci con la piastra 🙂 Fai bene a mandarli a c****e, e sì, so che c’è gentaglia in giro ma proprio per il fatto dei capelli non avevo mai sentito nessuno che insulta per via dei capelli… Mah…

  28. L’ho visto anche ioooooooooooooo! Stavo zappingando e mi sono fermata a guardarlo proprio in quel momento..Ci credi che non mi si chiudeva la bocca???? Poi continuava a dirle se faceva parte del gruppo I Cugini di Campagna… ma io dico… come ti viene in mente? Sono sicura che non voleva offenderla ma essendo in una trasmissione televisiva non era proprio il caso secondo me, bisogna fare molta molta attenzione quando si parla. Maria De Filippi ha tentato un recupero dicendo anche alla ragazza di lasciarla perdere ma certo bello non è stato

  29. Al di là dell’insofferenza alle regole (su cui sono d’accordo con te in generale) io non sono un’esperta quindi non saprei dire se la larghezza delle treccine eccetera sia effettivamente una costrizione o un modo per limitare l’espressione della loro cultura.

  30. Su questo nemmeno io, ma forse volevano solo cercare di far stare tutte ordinate? Allora andavano pure senza divisa… secondo me a scuola è necessario che ci si concentri sullo studio. Nel tempo libero e a casa dai estro alla tua creatività manifestandolo dalla punta dei piedi a quelle dei capelli. Ho proprio timore su queste chiave di lettura che danno a delle regole comportamentali che vogliono solo condurre alla disciplina, fondamentale nell’età della formazione. Si è decisamente perso il senso della misura.

  31. Sulla buona fede di Tina non mi pronuncio, perché secondo me quando ridi in faccia ad una persona per una sua caratteristica, tanta buona fede non puoi avere!poi è una mia opinione per carità, sta di fatto che vedendo come ci è rimasta la ragazza, Tina dovrebbe quante meno scusarsi!

  32. Io sono una di quelle spaghetti, sono contenta che anche tu hai condiviso quel periodo così “carico”. Però, secondo me, oggi c’è più apertura ed io, liscia, spesso mi arriccio

  33. Sì, sono di nuovo d’accordo con te però ho due perplessità: il fatto che A. si sistemi i capelli più alla moda rispetto a B implica che sia meno studiosa e disciplinata di B? Inoltre (e la questione ruota tutta qui intorno secondo me), per le caucasiche è più facile disciplinare i capelli rispetto a chi ha la chioma riccia o crespa o selvaggia, quindi è una discriminazione.

  34. Su questa cosa che per uno è più facile e per uno più difficile e quindi a parità di regola ci sia discriminazione credo sia un concetto molto sbagliato. È lo stesso per cui alle donne ai test d’ingresso di alcune facoltà scientifiche si da più tempo. Le regole so regole. E mi sembra che a farsi una coda ci arrivano tutti. Non bisogna leggere discriminazione ovunque. Diventa un lasciapassare per infrangere le regole e fare due pesi due misure.

  35. Sì ma lì si parla di diametro di treccine e cose simili, io ho i capelli lisci e sfigati quindi non avrei problemi a rispettare le regole ma capisco pure che una persona con i capelli crespi e afro possa avere difficoltà.

  36. ho sempre odiato i miei ricci, alle medie mi ostinavo a pettinarli ed era un disastro.. la prof di francese una volta mi ha chiesto se avessi preso la scossa.. una cosa orribile. Mi sono ostinata a lisciarli per anni, anni ed anni di stiratura chimica… da qualche anno non li maltratto piu, continuano a non piacermi ricci e crespi ma pazienza.. anche se spesso mi vergogno di uscire con i capelli non definiti e crespi.. e ho passato i trenta, quindi dovrei fregarmene ma non ce la faccio 😐

  37. buona sera non sapevo neanche l’esistenza del termine hair shaming; be che posso dire l’ho subito fino alle superiori ( in terza mia mamma mi ha anche costretto a rasarli perché a cercare di essere come le altre, erano diventati uno schifo);in quel periodo era rarissimo vedere ragazze con i capelli ricci o mossi -ora se ne vedono di più, quindi per me era un incubo- ricci quasi afro biondo rossi in più superavo già il 1,80 cm di altezza, me ne hanno combinate di tutti i colori oltre gli insulti, dal appiccicarmi la gomma pane ad usare l’accendino o le forbici. Purtroppo ancora in molti ambienti sociali, nel lavoro “non rappresenti la bellezza estetica….”e perfino tra gli uomini vieni considerata un alieno nonostante gli apprezzamenti per lo più femminili. 🙁

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