DOVE SI TROVA IL SODIO? NON SOLO NEL SALE
Le fonti di sodio nell’alimentazione sono di varia natura. Come detto in precedenza, si trova naturalmente negli alimenti, c’è quello contenuto nel sale aggiunto nella cucina casalinga o a tavola e quello contenuto nei prodotti trasformati (artigianali e industriali) nonché nei consumi fuori casa.
Tra i prodotti trasformati, la principale fonte di sale è rappresentata dal pane e dai prodotti da forno (biscotti, crackers, grissini).
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Forse non ci pensiamo più di tanto, perché non sono classificati come alimenti ricchi di sale, invece ne contengono una grande quantità. Per esempio, un panino da 50 g, contiene ben 330 mg di sodio.
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I derivati dei cereali sono una fonte importante di sale, perché li consumiamo tutti i giorni e in quantità più elevate rispetto, per esempio, agli insaccati, ai formaggi, o alle patatine fritte, che in assoluto contengono maggiori quantità di sale ma sono consumati in quantità minori.
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Anche alcuni condimenti sono ricchi di sodio, come per esempio il dado da cucina e il granulato, il ketchup e la salsa di soia.
RIDURRE LA QUANTITÀ DI SALE È UN GIOCO DA RAGAZZI: LE INDICAZIONI SULLA QUANTITÀ GIORNALIERA
Ridurre la quantità di sale che si consuma giornalmente non è difficile, soprattutto se la riduzione avviene gradualmente. Il nostro palato è in grado di adattarsi facilmente ai cambiamenti.
Lo sa bene chi è passato da bere il caffè zuccherato a berlo amaro: all’inizio il sapore era terribile, ma una volta fatta l’abitudine, non si può tornare indietro!
La stessa cosa succede con il sale: dopo poco tempo, gli stessi cibi che prima sembravano privi di sapore, diventeranno saporiti al punto giusto.
Inoltre esistono diversi modi per dare sapore agli alimenti senza utilizzare il sale: erbe, spezie, cipolla, aglio, succo di limone e aceto danno aroma al cibo e ne migliorano le qualità organolettiche.
C’È DAVVERO SALE E SALE? ECCO QUALE SCEGLIERE
Sia l’Organizzazione Mondiale per la Sanità che il Ministero della Salute italiano consigliano il consumo di sale iodato, ovvero sale comune al quale è stato aggiunto iodio sotto forma di ioduro e/o iodato di potassio. Questo al fine di correggere la carenza di iodio, che ancora oggi in Italia è diffusa.
Lo iodio è un minerale che nell’organismo umano favorisce il funzionamento del metabolismo e della tiroide.
Il sale marino ha basse quantità di iodio, perché perde questo elemento durante il processo di raffinazione per l’eliminazione delle impurità. Il sale iodato ha lo stesso sapore e le stesse caratteristiche del sale comune e sebbene sia quello raccomandato, deve essere utilizzato sempre in minime quantità.
È DA PREFERIRE IL SALE IODATO O IL SALGEMMA
Un’alternativa al sale iodato può essere il salgemma, che è invece cloruro di sodio allo stato puro e non ha bisogno di essere raffinato, motivo per il quale è molto più ricco di iodio.
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Dott.ssa Anna Gerbaldo
DIETISTA
Fonti:
LARN, Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed energia per la popolazione italiana
Consumo di sale e salute – Ministero della Sanità
www.sinu.it
www.humanitas.it
Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana, INRAN
Sapete invece quando il sale fa bene? Quando viene utilizzato come scrub! Ecco 3 post con delle belle idee per una pelle liscia e vellutata:
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Ecco, invece di aggiungere il sale sul cibo, lanciatelo alle spalle: tiene lontana la sfortuna! 😂 Credits: @giphy.com
Ragazze, voi mangiate molto salato? O ne utilizzate poco? Di solito lo sostituite con le erbe o le spezie? Raccontateci le vostre abitudini nei commenti!