SHEIN E I PLAGI AI PICCOLI (E GRANDI) DESIGNER: CASI DI DESIGN INFRINGMENT?
Un’altra questione che sembra gettare ombre su questo e-commerce riguarda il copyright infringment: digitando online nella barra di ricerca “plagio Shein” rimarrete stupite -se già non ne eravate a conoscenza- della quantità di accuse e inchieste legate proprio alla tendenza del colosso cinese a ricreare nei minimi dettagli capi di grandi e piccoli competitor e designer. Con una semplice ricerca sui principali social network, poi, vedrete come esistono anche profili che comparano i vestiti prodotti da Shein con quelli di altri brand: un’alternativa low cost a capi che, spesso, non tutti possono permettersi.
Credits: Foto di Unsplash | Charlota Blunarova. Credits: @couponsnake.com
Nella moda e nel beauty, si sa, le tendenze “tornano” (un po’ come il trend delle sopracciglia sottili anni ’90) e non è infrequente notare come anche i brand di fast fashion si “ispirino” alle collezioni delle grandi marche. Quello che ha portato molti giovani designer a chiedere di boicottare Shein è stato proprio il fatto che questo marchio ha, a loro detta, infranto le norme sulla proprietà intellettuale copiando i loro design senza permesso.
Credits: @indigochilduk Via Instagram | Uno dei tanti post di designer indipendenti contro l’uso del proprio design da parte di Shein senza autorizzazione
Shein è corsa ai ripari creando il programma Shein X per cui dà la possibilità ai designer emergenti di produrre capi da loro disegnati per il colosso cinese. Questo però non ha placato le critiche.
LA SOLUZIONE È SMETTERE DI COMPRARE SU SHEIN O IN GENERALE FAST FASHION?
Bene ragazze, arrivate a questo punto viene proprio da chiedersi: devo smettere di comprare su Shein? Cosa posso fare se cerco capi fashion più etici ma non posso permettermi di spendere troppo per un vestito?
In primis, come avevamo già specificato all’inizio del post, questo articolo non vuole essere un’accusa specifica al solo brand Shein: abbiamo riportato dati e inchieste indipendenti su quest’azienda, ma va da sé che il problema dell’inquinamento, della produzione eccessiva e delle condizioni di lavoro non sempre trasparenti abbracciano l’intera categoria del mondo del fast fashion.
Credits: Foto di Unsplash | Francois Le Nguyen
ECCO COSA POSSIAMO FARE PER MIGLIORARE LE NOSTRE ABITUDINI DI CONSUMO
Il nostro contributo può muoversi su diversi fronti: in primis, un limite agli acquisti presso le catene di fast fashion. Al posto di acquistare capi mensilmente, facciamolo una volta a stagione, cercando di allungare la vita dei nostri vestiti, abbinandoli in maniera sempre diversa per evitare di vederli “fuori moda”. Anche cercare di comprare capi evergreen da mixare tra loro, e limitare l’acquisto di vestiti che sappiamo essere cool per una sola stagione, può aiutare.
Credits: Foto di Unsplash | Crew
Infine, il vintage può essere la risposta migliore che coniuga prezzi accessibili a una migliore etica di acquisto: andremo a dare nuova vita a vestiti che, altrimenti, finirebbero anch’essi in discarica. Comprare usato sta, per fortuna, diventando una pratica sempre più comune: diamo una chance a questa modalità di consumo, più etica e accessibile.
Se vi è piaciuto questo post, ragazze, non perdete altri approfondimenti fashion:
1) I TIPI DI JEANS CHE NON PENSAVI DI VOLER CONOSCERE
3) FORME DEL CORPO FEMMINILE E COME ESALTARLE CON I VESTITI GIUSTI
FONTI:
channel4.com
reuters.com
greenpeace.org
Via Giphy
Ragazze, anche per oggi da parte nostra è tutto. Avevate già sentito queste critiche al modello Shein? Voi cosa ne pensate? Come cercate di avere un approccio più etico all’acquisto di capi di abbigliamento? Fateci sapere come sempre nei commenti, un abbraccio dal TeamClio!