Ieri sera è ufficialmente iniziato il Festival di Sanremo 2024, durante il quale si sono esibiti trenta artisti tra cantanti esperti e nuove leve alla loro prima performance alla kermesse.
E proprio di performance vi vogliamo parlare perché non importa, infatti, quanto si è esperti, l’ansia da performace è un’emozione, un fenomeno sociale molto comune. In questo post della sua rubrica del Blog ClioMakeUp il Dottor Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva ci spiegherà che cos’è l’ansia da performance, quali sono i sintomi e le caratteristiche e utili consigli professionali su come gestirla e su come superarla. L’argomento è ciò che fa per voi? Lasciamo subito la parola al Dottor Femia.
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FESTIVAL DI SANREMO? IL DIETRO LE QUINTE E L’ANSIA DA PERFORMANCE
“Cos’è l’ansia da performance? È sentirsi attanagliati dal timore di non farcela, mista alla speranza di scoprirsi vittoriosi e vincenti. Questa situazione ci guida nelle nostre sfide quotidiane, ci dispera quando non riusciamo e ci rallegra quando ci scopriamo capaci e adeguati.
Durante la settimana del Festival di Sanremo spesso sentiamo cantanti ed artisti, anche molto esperti e navigati, raccontare come l’emozione sul palco a volte rischi di bloccarli o sopraffarli. Certo loro si esibiscono davanti a migliaia di persone, ma a tutti può capitare che il ‘mettersi alla prova’ nella vita provochi paura ed emozioni che vanno dalla normale stimolazione adrenalinica a un’ansia da performance che può mandare totalmente nel pallone o provocare disagio profondo.
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Infatti, quella che si chiama ‘ansia da performance’ spesso inibisce, in molti campi: ‘se sbagliassi?’, ‘se facessi male?’ ‘se fallissi tutti capirebbero che in realtà sono un bluff’ ‘che vergogna! Penseranno che non valgo abbastanza, anzi che non merito quello che ho raggiunto!’.
L’ANSIA È UN’EMOZIONE UTILE, MA SMETTE DI ESSERE FUNZIONALE QUANDO CI BLOCCA O CI PORTA A UN’INIBIZIONE
L’ansia è un’emozione utile, ma smette di essere funzionale quando ci blocca e ci porta ad inibizione, o ci costringe ad evitare situazioni di performance per terrore di sbagliare. In tali casi certamente questo tipo negativo di ansia influisce sulle nostre prestazioni, talvolta diventando essa stessa proprio la causa del fallimento rispetto ai nostri standard di perfezione.
L’ansia, di base, si attiva a protezione di uno scopo e dei propri investimenti. Ad esempio, un cantante affermato a Sanremo sente di dover confermare e anzi rinforzare la propria immagine e successo e il rischio è il fallimento, la brutta figura.
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In questa situazione l’ansia, però, potrebbe determinare blocco, potrebbe innescare angoscia e disagio sino ad intaccare, addirittura, la reale potenzialità dell’artista.
L’ANSIA DA PERFORMANCE CERCA DI PROTEGGERE I NOSTRI GOAL
L’ansia da performance, dunque, cerca di proteggere i nostri goal, ma spesso si attiva dai nostri anti-scopi, ovvero i timori che più ci preoccupano, quelli di critica, disprezzo, fallimento, insuccesso.
Si innesca a partire dalla consapevolezza di non avere il controllo di tutto, della possibilità che vi siano variabili che sfuggono dalla nostra volontà: l’imprevedibilità attanaglia e innesca timore e allerta il sistema di vigilanza.
Ma certamente, anche, questo tipo di emozione si muove a partire dalla credenza secondo cui bisogna essere perfetti, e ha un legame stretto con la tendenza ad iperinvestire sulla propria immagine e con la necessità di corrispondere ad un ideale e a un alto standard che ci vede vincenti solo quando impeccabili.
I SINTOMI DELL’ANSIA DA PERFORMANCE
L’ansia da performance può caratterizzarsi con sintomi come vertigini e paura di svenire, prodotta com’è da una miscela di felicità e paura, che rende iper-adrenalinici. In questi casi, quando il ragionamento emozionale prende il sopravvento e ci facciamo governare dalle emozioni negative, finiamo per selezionare ogni cosa sulla base delle sensazioni di allarme.
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Le conseguenze di questo atteggiamento sul piano pratico possono essere o inibitorie (blocco della capacità di iniziativa con atteggiamento rinunciatario o di fuga) o eccitatorie (irrequietezza, tensione, suscettibilità che provocano perdita di lucidità). In tutti i casi si tratta di forme di tensione che provocano disagio talvolta non semplice da gestire con vissuti di impotenza e inadeguatezza.
LE PAROLE CHIAVE DI UN DISAGIO CHE IN MOLTI CONOSCONO
Le caratteristiche dell’ansia da performance, della paura del palcoscenico e del terrore della prova sono molteplici, ecco le parole chiave di un disagio che in molti conoscono.
A.N.S.I.A da P.E.R.F.O.R.M.A.N.C.E:
ADRENALINA: manifestazione di uno stato di allarme provocato da una sensazione di felicità mista a paura;
NEGAZIONE: tendenza a mettere da parte le prove a favore delle proprie capacità di fronteggiare la prova già collaudate in circostanze simili;
SCOPI: motore che spinge e investimento molto alto che, però, si avverte come minaccia;
IMMINENZA: ingrediente dell’ansia che si prova che suggerisce vividi scenari di fallimento istantaneo
ANGOSCIA: stato emotivo che si muove sotterraneo, come riflesso di paura di perdere qualcosa, un mix pericoloso di ansia e tristezza;
PAURA: timore di non essere all’altezza delle proprie aspettative perfezionistiche;
ECCITAZIONE: condizione mentale in cui si avverte forte il desiderio di raggiungere uno stato desiderato (il successo della prova, la gratificazione);
RUMINAZIONE: circolo vizioso di pensieri che allarmano e che giudicano;
FOCALIZZAZIONE NEGATIVA: concentrazione sulle probabilità più nefaste con un grado di ansia anticipatoria che procura stress”;
OSTRACISMO: paura di essere esclusi e non essere accettati, una sorta di FOMO (fear of missing out), il timore di essere tagliati fuori;
*RIMUGINIO: continua ricerca di disconferme, o conferme delle proprie paure e credenze di inadeguatezza o dell’ipotesi di pericolo (inteso come fallimento) e di quella di fare ‘una brutta figura;
MINACCIA: di fallimento e insuccesso;
ANGOSCIA: come un’ombra di fallimento che ci spaventa;
NULLA O TUTTO: come la tendenza a formularsi la situazione secondo un pensiero dicotomico: vincente o perdente, perfetti o falliti.
CONTROLLO: come illusione di risolvere lo stato di ansia;
ECCESSO DI EMOZIONI NEGATIVE: in situazioni in cui il desiderio dovrebbe governare con entusiasmo e determinazione.