Nonostante si siano fatti numerosi passi avanti rispetto al passato, gli stereotipi di genere ci sono e nessuno ne è immune: capita a tutti di utilizzarli, spesso in maniera inconsapevole, e tutti ne siamo vittime.
In questo post della sua rubrica del Blog ClioMakeUp, il Dottor Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva, ci parlerà degli stereotipi di genere per cercare di andare oltre: ci spiegherà che cosa sono, come possiamo riconoscerli, quali sono le cause e la psicologia dietro lo stereotipo. Inoltre, ci fornirà utili consigli per impedire che si attivino i meccanismi dello stereotipo, per superarli e fermarli. Siete pronte? Lasciamo subito la parola al Dottor Femia.
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OLTRE GLI STEREOTIPI DI GENERE
“Nessuno è immune da stereotipi: tutti li utilizziamo, in modo inconsapevole, e tutti ne siamo vittime. Essere vittime di stereotipi, che producono pregiudizi e discriminazione, può provocare dolore profondo, disagio che si cronicizza, stress e alla fine veri problemi di matrice psichica: vergogna, inadeguatezza e relazioni interpersonali connotate da paura del rifiuto e diffidenza.
Alle volte gli stereotipi si costituiscono in costellazioni rigide di pensiero fino a diventare causa di stigma sociale. Lo stereotipo di genere, oltre al classico assunto maschio/femmina che sappiamo essere stato da generazioni causa di pregiudizi, discriminazioni e conflitti, diventa più complesso rispetto all’intersessualità nelle sue diverse declinazioni.
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Dunque fermare l’automatismo dello stereotipo e del diverso: la soluzione potrebbe essere quella di assumere un atteggiamento consapevole e dunque osservare quando la nostra mente ricorre ad uno stereotipo per prendere consapevolezza del fatto che la nostra mente stia ricorrendo a una scorciatoia al fine di inquadrare un fenomeno e di formulare un giudizio su un fenomeno nuovo o poco familiare.
L’intersessualità richiede flessibilità cognitiva e apertura mentale; spesso spaventa, confonde, inibisce e pertanto stimola il ricorrere uno stereotipo familiare quasi rassicuratorio.
COME FERMARE E SUPERARE L’AUTOMATISMO DELLO STEREOTIPO DI GENERE
Forse possiamo immaginare due vie per superare lo stereotipo di genere e per riflettere sulle sue conseguenze e sul suo impatto emotivo. La prima linea è sensibilizzare sui costi emotivi di chi subisce lo stereotipo: raccontare e mostrare i danni di chi è vittima di pregiudizi potrebbe risultare efficace al fine di attivare empatia e comprensione conducendo ciascuno a gestire quel processo cognitivo che si cela dietro lo stereotipo con lo scopo di fermarlo prima che colpisca.
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Una seconda via, meno intuitivamente riconoscibile, potrebbe essere quella di cercare di capire la psicologia di chi lo stereotipo lo mette in atto. Cosa si nasconde dietro, per esempio l’omo o la transfobia, o una psicologia controllante e ansiosa? Diversi studi dimostrano come l’omofobia possa ricorrere in personalità con difficoltà di accesso e gestione della propria omosessualità.
SPESSO DIETRO LO STEREOTIPO C’È QUALCOSA DI NON RISOLTO O DI POCO RICONOSCIUTO
Spesso dietro lo stereotipo si muove qualcosa di non risolto o poco riconosciuto.
In buona sostanza è importante capire questa origine e analizzare l’affezione allo stereotipo per intervenire e in qualche maniera interrompere la trasmissione intergenerazionale di modelli schemi di pregiudizio.
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Gli stereotipi sono, infatti, non solo comodi ed economici a livello cognitivo (ovvero ragionare per stereotipi è più facile!), ma apparentemente meno costosi a livello emotivo: consentono a chi si muove dietro lo stereotipo di evitare vissuti di dolore e rifiuto”.