Nel frenetico mondo moderno, tra lavoro, social media e relazioni interpersonali, molte persone si possono trovare a fare compromessi per compiacere gli altri. Questo fenomeno, noto come people pleasing, può sembrare innocuo, ma alla lunga può avere effetti negativi sulla salute mentale e sul benessere. Le persone che adottano questo comportamento spesso mettono le esigenze e i desideri degli altri prima dei propri, nel tentativo di ottenere approvazione ed evitare conflitti.
In questo post della sua rubrica sul Blog ClioMakeUp, il Dottor Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva, ci spiegherà che cosa si intende per people pleasing, chi è un people pleaser, quali sono e come riconoscere i segnali tipici e le cause. Inoltre, ci fornirà utili consigli per superarlo. L’argomento vi ha incuriosite? Lasciamo subito la parola al Dottor Femia.
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CHI È UN PEOPLE PLEASER
“Piacere a tanta gente è una gabbia seducente“. (“Lo spettacolo”, Litfiba).
A tutti piace piacere, a (quasi) tutti dà soddisfazione e anche gioia sentirsi approvati e apprezzati. Ma c’è qualcuno per cui il desiderio di piacere agli altri viene addirittura prima dei propri e veri desideri e bisogni.
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Alcune persone preferiscono compiacere l’altro piuttosto che fare quello che vogliono, tanto che a volte non sanno nemmeno più cosa vogliono davvero. Il desiderio di compiacere il prossimo non nasce da un generico altruismo, ma da una necessità, a volte patologica, di essere accettati, approvati, amati.
PEOPLE PLEASING: CHE COS’È E DI CHE COSA SI TRATTA
Talvolta si parla, in questi casi, di people pleasing: di che si tratta precisamente?
Si tratta di una situazione di disagio che nasce dalla necessità di evitare conflitti e critiche fino ad annullare le proprie necessità, che a sua volta è figlia di una scarsa autostima ed è in relazione con tratti di dipendenza che si manifestano in una totale accondiscendenza al volere di qualcuno che si reputa di valore e che si mostra forte e potente.
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Questa proiezione relazionale, totalmente prona a quello che gli altri vorrebbero o che si pensa si aspettino, implica una serie di costi emotivi che si muovono dalla fatica per passare alla tristezza fino ad arrivare alla disperazione; la disperazione è data dalla vera e propria paura di non esistere se non in relazione agli altri, soprattutto a coloro che sono deputati a restituire complimenti o un pizzico di buona stima di sé che, per l’appunto, dipende dall’altro.
Questo comporta una sottomissione del proprio valore personale agli altri e al loro giudizio. Spesso in questi casi si nasconde una storia familiare connotata da un amore sotto condizione: queste persone spesso ricevevano affetto solo quando erano ‘brave’, si comportavano bene ed erano disponibili ai bisogni genitoriali.
COME RICONOSCERE I SEGNALI TIPICI E LE CAUSE
In questo tipo di disagio è tipico che si prediliga il punto di vista altrui a discapito dell’amor proprio, praticando un diniego del proprio sentire e della propria personalità, affidandosi per la percezione e per il giudizio di sé totalmente al prossimo e, soprattutto, al prossimo che si è scelto come ‘giudice’.
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Questa tipologia di problematica potrebbe portare la persona ad essere compiacente persino in psicoterapia nei confronti dello psicoterapeuta, cioè questo schema di autosacrificio di sé potrebbe ripetersi anche nella relazione terapeutica: questi pazienti potrebbero arrivare a mentire durante le sedute asserendo che le cose vanno meglio per soddisfare lo specialista e trarre piacere dalla sua soddisfazione, complicando il percorso stesso di cura.
UTILI CONSIGLI ANTI PEOPLE PLEASING
Ecco utili consigli anti people pleasing:
- Riflettere sulla natura e l’origine di questo bisogno di piacere agli altri;
- Provare a riconoscersi delle qualità intrinseche autonomamente;
- Provare ad affrontare il conflitto che potrebbe scaturire dalla manifestazione del proprio punto di vista.
- Uscire dalla dialettica del giudizio che precede e segue ogni azione e comportarsi secondo i propri valori, seguendo i propri reali bisogni, alla ricerca del proprio piacere e del proprio benessere.
Firma
Dott. Giuseppe Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva (APC), Socio Sitcc – Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva.
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Anche per oggi è tutto, speriamo che questo post del Dottor Femia vi possa essere utile. Ora vi lasciamo la parola: avevate mai sentito parlare di people pleasing? Qualcuno di voi si riconosce in questo comportamento? Fateci sapere tutto nei commenti. Un bacione dal TeamClio!