Si sente sempre più spesso parlare di sindrome dell’impostore. La società contemporanea è sempre più competitiva e la motivazione al successo condiziona il modo di comportarsi degli individui. È molto comune provare la sensazione di non meritare davvero i propri successi o di aver raggiunto un’importante posizione lavorativa solo per fortuna o avendo ingannato gli altri.

Questo fenomeno prende, appunto, il nome di sindrome dell’impostore. In questo post della sua rubrica del Blog ClioMakeUp, il Dottor Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva, ci spiegherà che cos’è, se effettivamente esiste un disturbo della personalità di questo tipo, chi ne soffre e le principali cause. Inoltre, ci fornirà utili consigli professionali per riuscire a superarla. L’argomento è ciò che fa per voi? Lasciamo subito la parola al Dottor Femia.

indrome-impostore-donna-disagio-lavoro-computerCredits: Foto di Pexel | Yan Krukau

QUANDO L’IMPOSTORE VIVE DENTRO DI NOI

La sindrome dell’impostore prevede un sentimento di inadeguatezza, di colpa e di vergona che colorano questo profilo psicologico. Ha a che fare con individui in carriera o che si muovono in ambiti professionali di alto livello o comunque connotati da spinta alla performance e da agonismo lavorativo in contesti lavorativi che sollecitano la competizione.

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Credits: Foto di Pexel | Tima Miroshnichenko


Normalmente chi è vittima della sindrome dell’impostore inizia a dubitare del proprio valore professionale non appena inizia ad avere successo; poi, a macchia d’olio, questo tipo di diminuzione dell’autostima può pervadere anche gli altri ambiti della vita e del sentire personale.

LA SINDROME DELL’IMPOSTORE: CHE COS’É? ESISTE DAVVERO QUESTO DISTURBO?

La percezione di ‘non meritevolezza’ dei propri successi e scarsa percezione delle proprie qualità, esiste davvero o è una risposta fisiologica dell’individuo a un mondo connotato da competitività, antagonismo e una generale superficialità relazionale?

Esiste davvero la sindrome dell’impostore? Perché si pensa di non meritare i propri successi e traguardi? E chi ne soffre?

La risposta è no: non esiste un reale disturbo della personalità collegato al dubbio di non meritare il successo che si ha, ma sicuramente, invece, esiste un fenomeno che sembra ricorrere spesso in associazione ad altri quadri di disagio e sofferenza.

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Credits: Foto di Pexel | Anna Shvets

Nel 1978 Pauline Clance e Suzanne Imes coniano questi termini: la sindrome dell’impostore descrive le persone che, nonostante i successi e i dati positivi e reali a favore delle proprie capacità di successo e di affermazione, non si mostrano capaci di interiorizzare i propri traguardi, temendo sempre di essere ‘smascherati’ e scoperti come inadeguati, non capaci, impreparati. Queste persone sentono di non essere veramente i responsabili fautori delle loro abilità, leggono i propri successi come una sopravvalutazione operata dagli altri, una questione di fortuna immeritata o, addirittura, un inganno.

QUESTA SINDROME TROVA TERRENO FERTILE NELLA SOCIETÀ CONTEMPORANEA

Nella società odierna, caratterizzata da un tasso aumentato di competitività e di richiesta di performance sempre migliori, la sindrome dell’impostore trova il suo terreno più fertile. Infatti, avendo questa sindrome a che fare appunto con il successo, si può pensare che essa potrebbe in qualche senso cercare di disattivare la convinzione di essere invidiati. Oppure potrebbe essere il risultato di un senso di colpa generale che si declina in una forma di pericoloso autosabotaggio. O ancora questa sindrome oggi può facilmente generarsi da contesti professionali che procurano stress acuti a causa delle perfomance e dei severi alti standard di riferimento.

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Credits: Foto di Pexel | Andrea Piacquadio

Sicuramente, il perfezionismo gioca in questi casi un ruolo come valore generale a cui fare capo, o a cui, inconsapevolmente, ribellarsi. Per questo, anche se non possiamo, come detto, parlare di un vero e proprio disturbo, dobbiamo riconoscere che esiste in alcune persone un tipo di reazione negativa e asimmetrica rispetto al proprio successo in una società che è interamente orientata ad ottenerlo, quel successo: come se certi soggetti fossero schiacciati dal peso dell’aspettativa che loro stessi hanno rispetto ai risultati del proprio operato.
Paradossale, ma vero, le persone che soffrono di questa sindrome, invece di interiorizzare l’esperienza del successo, interiorizzano (o hanno interiorizzato) uno schema o una credenza di sé connotata da un’inadeguatezza tale che neanche le esperienze di affermazione personale riescono a scardinare, mantenendo, al contrario, un’immagine negativa e irrisolta che proviene da un vissuto profondo di scarsa autostima.

COME SUPERARE LA SINDROME DELL’IMPOSTORE: UTILI CONSIGLI

Quali consigli si possono dare a chi si rende conto di soffrire della sindrome dell’impostore?

  • Dialogare con i pensieri negativi alla base della credenza di inadeguatezza;
  • Ricostruire la storia di questo profondo senso di sfiducia verso le proprie capacità;
  • Non trattare l’impostore come se fosse un amico che vuole proteggerci anche se con critica.

Firma

Dott. Giuseppe Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva (APC), Socio Sitcc – Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva.

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Ragazze, speriamo che questo post del Dottor Femia vi possa essere utile per comprendere che cos’è la sindrome dell’impostore di cui si sente parlare sempre più spesso. Condividete questo post con tutti coloro che possono essere interessati all’argomento. Un bacione dal TeamClio!