Ecco il video:

Il finale della storia quindi è questo: quando a fare le smorfie è una bambina evidentemente disabile, i genitori smettono di imitare lo schermo. I bambini invece continuano come se di diverso non ci fosse proprio niente.

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Quindi il video si conclude dicendo “see the difference”, guarda la differenza. Si ma quale? Quella che si vede con gli occhi di un bambino, appunto. E quindi l’unica “differenza” presente nel video è la diversa reazione tra genitori e figli.



Ovviamente non è così “facile” la cosa: i genitori non si interrompono per cattiveria, ma per una forma di “rispetto“. Il problema nasce proprio quando quella forma di rispetto, di attenzione e premura finisce per etichettare e di conseguenza “ghettizzare” quell’aspetto verso il quale si voleva avere cura. Vi ricordate il post sul progetto con De-Lab, per il quale un mio tutorial è stato tradotto nel Linguaggio dei Segni Italiano (LIS)? L’idea è la stessa: quella di essere inclusivi e non esclusivi. A volte quella cura “in meno” può far sentire gli altri… esattamente come gli altri.

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I bambini, nella loro semplicità non hanno visto la differenza tra l’ultima bambina e le altre: l’idea di divertimento ha facilmente reso tutti partecipi di un unico gioco, senza etichette che, peraltro, non servivano proprio perchè il gioco non si è interrotto. La bambina disabile era perfettamente in linea con le altre immagini, permetteva benissimo ai bambini di riprodurre una boccaccia come le altre persone prima di lei.

Un messaggio simile lo lanciava un video non più nuovissimo, nel quale una bambina raccontava con estrema semplicità l’autismo del fratellino. La stupiva il vai-e-vieni dei medici, in quanto la sua diagnosi era semplice: il suo fratellino era nato sulla terra come tutti, ma apparteneva un pochino anche alla Luna (lo trovate qui). Non lo trovava strano o diverso, lo trovava unico, come ogni sorella direbbe del suo piccolo fratellino.

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E infine non mi ricordo più dove e quando, confesso, avevo letto un articolo di una mamma che, in occasione di qualche gara sportiva o una recita scolastica, aveva chiesto a suo figlio di indicargli il bambino con cui era tanto amico e che lei non aveva mai visto. Il figlio le ha detto “è quello con la maglietta rossa” e lei, nell’articolo, si stupiva piacevolmente di questa risposta, constatando che il suo amico con la maglietta rossa era l’unico bambino nero della classe. Aveva quindi ammesso a se stessa e ai suoi lettori che se lo avessero chiesto a lei lo avrebbe descritto con il colore della sua pelle.

 

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Tutto ciò per dire, ragazze, che le differenze le creiamo noi e non nasciamo con in testa delle etichette da appiccicare alle cose e alle persone. Quand’è che si smette di fare la boccaccia a una bimba disabile che te la fa? Quand’è che il bambino con la maglietta rossa diventa un bambino nero e quando l’autismo una cosa così complicata da spiegare?

Ovviamente questa riflessione la possiamo ricollegare alle cose dette circa i pregiudizi sul lavoro: pensate che ai bambini il tatuaggio di papà faccia paura? O che i capelli colorati della zia gliela facciano sembrare una poco di buono?

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E vi ricordate la pubblicità di Always, che si chiedeva a partire da quando fare una cosa “come una ragazza” diventasse un insulto?

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Ragazze, voi cosa ne pensate? Gli adulti possono imparare davvero dai bambini? Voi vi sareste messe il dito nel naso? Riuscireste davvero a spiegare perchè sì o perchè no? Il video vi è piaciuto? Io ammetto di essermi commossa… Quando pensate che scatti quel qualcosa in grado di cambiare le reazioni di bambini e adulti? Chi è che decide cosa sia “diverso”? Pensate che la presenza di video come questi siano prova del fatto che le cose stiano cambiano!? Aspetto i vostri commenti!! Ciao bellezze!

198 COMMENTI

  1. Argomento difficile.,..
    Io penso che le nostre etichette mentali “da grandi” nascano nell’adolescenza.
    Penso che i bambini siano puri e siano i grandi, ma chi è davvero grande?, a istruirli male e iniziare il loro processo di “giudicare gli altri”.
    Se avete tempo guardate il video yt “amore gay- le reazioni dei bambini”. Ecco, credo che valga lo stesso discorso: sono gli adulti quelli che etichettano, creano le etichette e le trasmettono ai figli proprio come quell’unico bambino che dice che suo padre gli ha “insegnato” che sono malati. Loro non si sognerebbero mai di dare etichette, ma purtroppo lo faranno perché qualcuno gliele insegna.

  2. Mio nipote è cerebroleso dalla nascita. Secondo i medici non sarebbe arrivato a 18 anni, e ora ne ha 22. Secondo i medici non aveva le capacità intellettive per parlare e capire chi parla, invece biascicando lui si fa capire e capisce tutti i nostri discorsi. Secondo i medici averlo messo in un centro per disabili era la soluzione migliore, invece vive con i suoi genitori e tutti i giorni va a lavorare con loro (hanno una falegnameria).
    Proprio ieri sera sua mamma mi ha raccontato di quanto si è divertito alla cena di Natale con la sua ex classe delle medie.
    La disabilità c’è ed è innegabile, ma più li trattiamo come persone normali più loro staranno a loro agio con noi e non si sentiranno diversi!!!

  3. Sicuramente i bambini sono meno precondizionati, ed è giusto così.. Io devo ammettere che avrei reagito come i genitori, non per “cattiveria” (come hai puntualizzato tu).. anzi forse non avrei neanche cominciato a fare le boccacce allo schermo 🙂

  4. Sono dell’opinione che i bambini vivono tutto come un gioco e anche questo video lo dimostra: indipendentemente dalla persona che appare sullo schermo copiano la smorfia. Ed è questo ciò che manca agli adulti, l’essere vincolati da dei principi, giudizi, etc… fa perdere la naturalezza che si possedeva quando ancora si era più piccoli. Per fare un esempio, credo molto nella teoria del fanciullino di Pascoli… ognuno di noi ha questa parte rimasta un po’ infantile, sta a noi sfruttarla o meno ed è ciò che i bambini hanno pienamente.

    Come hai fatto notare tu, Clio quando è apparsa la bambina disabile i genitori hanno smesso di fare le smorfie non per cattiveria, ma per rispetto. Può essere, ma non è certo facendo così che si manca di rispetto a loro, ci sono mille altri comportamenti che denotano ciò.

  5. Sono d’accordo che i rapporti con le persone disabili debbano essere inclusivi (nel mio piccolo ci provo, ad esempio quando incontro persone con qualche tipo di disabilità ho tendenza a provare a comunicare con loro come fossero persone normali, i limiti alla conversazione li lascio fissare a loro) però quando la disabilità c’è comporta tutta una serie di problemi e difficoltà che un bambino non è in grado di comprendere. C’è ovviamente il rischio che i “grandi” esagerino la cosa ed arrivino a trattare il disabile come fosse di vetro ma non la vedo come una cosa dettata solo dall’etichettare/incasellare le persone.
    Non so il video mi ha lasciato un po’ tiepida, l’idea di base non era male ma mi è sembrato poco spontaneo per cui non mi ha comunicato molto.

    Mi viene da dire poi che i bambini possono essere fantastici così come enormemente crudeli, certe volte le differenze fra loro e altri le notano eccome e sanno comportarsi in modi cattivissimi senza per forza che siano gli adulti a dargli l’imbeccata. Per cui anche sotto questo punto di vista il messaggio del video non mi sembra qualcosa di assoluto.

  6. Sinceramente non penso che chiunque possa capire cosa significano veramente queste parole. Ci saranno persone e persone che si commuoveranno due minuti davanti a questo post e poi nella vita “offline” sono le prime a giudicare gli altri. Io sono da sempre stata una persona sempre critica nei confronti della gente nuova, che non conoscevo. Ma sto imparando a cambiare da quando è stata diagnosticata a mia sorella alla sola età di 4 anni la ceroidolipofuscinosi, o morbo di Batten, malattia rara di carattere genetico e degenerativa che col passare degli anni le ha rubato la vista, la parola e il moto. Sono passati già 10 anni ma ancora non riesco ad accettare la sua malattia, proprio per il fatto che la figlia con entrambi i geni affetti potevo essere io, e non lei. Ed è questo che mi fa pensare: siamo uguali, completamente uguali. Il nostro codice genetico è pressoché uguale (diciamola così senza che io vi stia ad annoiare parlandovi di genetica, crossing over e cose simili), l’unica differenza sta in un semplice gene, 1 solo. Io ne ho uno sano e uno difettoso, lei 2 difettosi. Io sono semplicemente portatrice, lei è affetta. Tutti mi dicono che sono i casi della vita, e forse è vero. Se non mi fossi trovata in questa situazione, penso che le mie scelte fino ad oggi (ho solo 20 anni) sarebbero state molto diverse. Adesso studio medicina, per me la cosa più bella e entusiasmante che possa aver scelto di fare. In qualsiasi modo Clio grazie per occuparti anche di questi argomenti e di non limitarti solo al make up. Grazie anche a chi segue questa ragazza per avermela fatta scoprire e a chi capirà che le persone con “malattie” sono semplicemente individui che hanno maggiormente bisogno del nostro aiuto

  7. beati i bambini che riescono ad essere genuini e senza pregiudizi… io mi sentirei a disagio a fare le boccacce a quella bambina perchè mi sembrerebbe di prenderla in giro ma se lo fa un bambino non c’è niente di male perché è ancora un anima pura!
    l’unica cosa cerco di non etichettare le persone con il colore della pelle specialmente quando parlo con mio figlio perché non è giusto…

  8. Mia figlia Emma va a danza con una bambina che ha la sindrome di Down, e che TUTTI trattano esattamente come le altre bimbe.
    Ho dovuto, mio malgrado, spiegare a Emma che cos’è la sindrome di Down perchè a scuola un suo campagno molto “furbo” (con genitori evidentemente molto più “furbi” di lui….) ha dato del mongoloide ad un altro bambino. Lei non aveva mai sentito questa parola e me ne ha chiesto ragione.
    Le ho spiegato che quel bambino è stato molto stupido perchè si tratta di una malattia, e non si può usare una malattia per insultare qualcuno; che chi nasce malato o disabile è solo più sfortunato, ma che merita tutto il nostro rispetto e non va trattato diversamente, perchè al mondo siamo tutti diversi, per mille ragioni, ma siamo tutti uguali.
    Non è stato facile, ma credo che abbia capito, perchè l’atteggiamento con la sua amichetta (nella quale ha riconosciuto i tratti somatici tipici delle persone down quando le ho mostrato delle foto per farle capire) non è affatto cambiato.
    Come al solito, è l’esempio che diamo ai bambini che li fa diventare le persone che saranno…
    Children see, children do.
    … e speriamo bene.
    Un bacione!

  9. Ti ringrazio Clio per questo video..io la penso esattamente così noi tutti siamo diversi c’è chi ha una differenza un po’ più evidente forse e c’è chi la differenza ce l’ha nel carattere e la fa vedere meno ma abbiamo tutti i nostri “deficit”.
    A me non è mai piaciuto compatire le persone solo perché sono disabili, in questo mi aiuta il fatto che vivo con una persona disabile, mio padre non ha la gamba sinistra da prima che conoscesse mia madre e io ho sempre vissuto vedendo mio padre che non era diverso, ma faceva alcune cose in modo diverso. Nessuno della mia famiglia è costetto a comportarsi in modo diverso o particolare con lui solo perché non ha una gamba, anzi la cosa che gli dico più spesso quando mi chiede di andare a prendergli una cosa è : alzati e arrangiati. Non è cattiveria è che lui può farlo, certo non cammina ma usa delle stampelle ma si può muovere! E secondo me questo è il comportamento più giusto perché tutti meritano rispetto, ma non perché hanno una differenza, ma perché sono persone e basta.

  10. Grazie Clio per questo post di riflessione 🙂
    Non è facile non avere pregiudizi od opinioni in merito, indipendentemente da come i nostri genitori ci abbiano cresciute.
    Ognuna di noi sviluppa delle idee e degli atteggiamenti a seconda delle proprie esperienze di vita vissuta, a prescindere dall’educazione che abbiamo avuto.
    E’ giusto fermarsi a pensare, a fare una sorta di esame di coscienza, ogni tanto.

    http://www.lafantasiadiannalia.blogspot.it
    FB: La fantasia di Annalia

  11. Non avrei saputo come reagire, quindi probabilmente sarei rimasta con una faccia da pesce lesso come loro. Non per cattiveria, ma perché nel giro di un nano-secondo mi sarebbero passate per la testa mille opzioni (continuo a fare le facciacce? se lo faccio ora sbaglio? sembra che la sto prendendo in giro?) e alla fine sarei rimasta immobile. Però questo post mi fa riflettere, perché non ho mai pensato che un trattamento quasi di privilegio (anche se non è proprio il termine corretto) possa far sentire queste persone “diverse”. Quando sono seduta sull’autobus e vedo, in piedi, una persona disabile o con un handicap, mi alzo e cedo loro il posto. Lo faccio per gentilezza, non perché sono “diversi”. Forse sbaglio e li faccio sentire compatiti? Spero che si capisca che non è l’obiettivo del mio gesto…
    P.S.: tempo fa ho avuto l’occasione di lavorare con un gruppo di bambini, di cui circa la metà soffriva di un handicap più o meno grave. Tutti giocavano con tutti, senza distinzioni. Ma quando la sera arrivavano i genitori, spesso si sentivano frasi del tipo “No, non stare con lui! Vedi com’è?”.
    Tutto dipende dall’educazione che danno i genitori.

  12. Sono sempre più convinta che se il mondo è un posto orribile è solo perchè è governato dai “grandi”. Le cose sarebbero ben diverse se a farlo fossero i bambini.

  13. ho lavorato per anni nel campo della disabilità, con i genitori, i figli, le famiglie. ho lavorato nelle maglie di dolore che si infittiscono fino a diventare urla disperate di ‘un figlio che doveva essere diverso ‘. l’allenamento costante che ho sentito è stato quello di non giudicare mai il genitore che era stanco e che avrebbe desiderato una vita diversa, e quello di stare in mezzo alle persone- sia adulte che piccoline- con una disabilità senza mai infantilizzarli. notavo come i miei colleghi chiamassero ‘ragazzi’, adulti disabili di 50 anni. ed io sottolineavo loro ogni volta che li dovessimo chiamare ‘signori’. come si sentirebbe la mia vicina di casa di 50 anni se la chiamassi ‘ragazza’? non sarebbe rispettoso. per la sua storia, la sua età. e allora perché ci si può permettere di farlo quando una signora di 50 anni, con un problema cognitivo o psichiatrico? ‘sono malato ma non sono stupido’. me lo disse un signore tanti anni fa quando cercavo di scandire lui il discorso che stavo facendo. quella frase mi è rimasta dentro come una mannaia ed una carezza perché è da allora (agli albori del mio lavoro) che cambiai drasticamente il mio assetto mentale. come diceva nanni moretti in un famoso film, mi pare, palombella rossa: ‘le parole sono importanti!’. è il modo di nominare le cose, a determinare le cose stesse. buona giornata.

  14. Ciao tutte, io imparo sempre dai miei bambini! Mi piace stare in mezzo a loro per la loro ingenuità, il loro modo di vedere il mondo…Mi piace come i miei figli reagiscono a quello che vedono, che sentono, e mi rendo conto come noi adulti vediamo le cose in modo molto diverso e molto meno divertente di loro! Un bacione

  15. Mi è venuto in mente che quando frequentavo l’asilo, in classe con me c’era una bambina con problemi fisici e un lieve handicap mentale. Lei era semplicemente la mia amica.
    Se mi trovassi a fare l’esperimento del video, oggi, probabilmente rimarrei anche io come un’ebete, ma non con cattiveria.

  16. Sarà la musica, sarà la dolcezza di questi bimbi ma mi sono venuti i lucciconi 🙁 Che dire che non hai già detto, non ho esperienze passate su questo argomento, ci penso spesso però, da donna che pensa di avere un figlio mi chiedo come mi comporterei se mio fisso avesse un handicap, come vorrei che si comportassero gli altri con lui e cosa farei.. la risposta non c’è se non lo vivi ma questo video insegna tanto, insegna cose che il cervello bloccherebbe, insegna a seguire il cuore, a spegnere la mente con i suoi blocchi e i suoi schemi per seguire solo l’amore! Grazie Clio!!

  17. Vorrei dire tante cose ma non so da dove è con quali parole iniziare… mi limito così a ringraziarti di cuore per questo magnifico post!

  18. Credo che il punto sia che dal momento che diventiamo “grandi” (rispetto a chi o cosa sarebbe potremmo parlarne per giorni) non riusciamo a non etichettare e giudicare gli altri .E se ce ne rendiamo conto passiamo tutta la vita a lottare contro questa tendenza. Facciamo in modo di non trasmettere questa sorta di malattia ai nostri figli in modo che almeno su queste cose non perdano il loro sguardo puro che ci insegna sempre molto…
    Piccolo aneddoto: una famiglia di amici di origine togolese anni fa decise di ritornare al paese per far conoscere la loro bimba nata qui alle famiglie e per farle vedere il Togo. Visto che la bambina è nata e cresciuta in Italia, seppur circondata da europei e africani, la mamma ha reputato necessario prepararla a ciò che avrebbe visto di diverso, fra cui il fatto che tutte le persone avrebbero avuto la pelle scura. La bimba, di circa 4 anni, andando all’aeroporto ha candidamente detto: “la mia mamma ha detto che in Togo hanno tutti la pelle scura!” Come se fosse un fatto che non la riguardasse proprio! 🙂 Lode alla purezza di chi sa vedere il mondo per il verso giusto. Un bacio a tutte

  19. Nella classe di mio figlio, che fa la prima elementare, c’è una bimba che ha un disturbo comportamentale, l’Adhd, che ne determina un deficit nella capacità di concentrazione. Ebbene, io non ne sapevo nulla, sono state le altre mamme a tempestarmi di “Ma come! Tuo figlio non ti ha detto niente???” così ho chiesto: “Dani, ma A…..a che tipo di bimba è?” e lui :”Bella mamma, coi capelli rossi, che non sta ferma un momento”. Lui non aveva notato nessuna stranezza, come fosse una tra tante! Sono state tutte quelle mamme a far vedere ai loro figli quella bimba come una bimba problematica, nemmeno facesse loro qualche danno! Io non ho detto nulla a mio figlio, per il quale lei è una sua compagna di classe e basta, come tutte le altre. A volte conviene affidarsi alla purezza dei nostri figli, a occhi chiusi

  20. Prima di leggere tutto il post sono andata a vedere il video, tutto mi aspettavo tranne quel finale! Se fossi stata io al posto dei genitori lo devo ammettere mi sarei comportata allo stesso modo. Magari pensando che il mio “non imitare la smorfia” sia una forma di rispetto e invece no! È proprio l’esatta contrario! Cavoli questa cosa mi sta facendo parecchio riflettere… dalla reazione dei bambini dovremmo imparare!
    Bellissimo post Clio 🙂

  21. Io la penso come te Clio. I bambini sono educati dagli adulti e con questo non c’è altro da dire….Però penso anche che sia difficile immaginare cosa passi per la testa di un adulto che vede una disabilità, in quel video ho visto tristezza ma non disprezzo, è anche difficile dire cosa passa per la testa di un genitore in un momento simile….non c’è niente di shocckante in questo video, per me, sono reazioni che conosciamo o immaginiamo e non c’è niente in quei genitori di discriminante o “cattivo”….a volte mi sembra che facciano questi video più per retorica che per reale necessità o scopo educativo.

  22. Ciao Clio progetto Bellissimo!!!è vero che i bambini hanno un’ anima pura e innocente ma è anche vero che le prime cattiverie le si fa o le si riceve proprio da bambini, io per anni mi sono chiusa in me stessa sempre di più, proprio perchè presa sempre di mira dagli altri bimbi

  23. clio mi piacciono tanto questi tuoi articoli che ci portano a riflettere… mi hai fatto commuovere! Tanto!! va beh che sono di lacrima facile , ma io adoro i bambini, il loro mondo… ho fatto un anno di servizio civile in una comunità per minori allontanati dalle famiglie, sono stata un anno con loro, ho praticamente vissuto con loro… dal più piccolo di 5 anni, al più grande di 14… ho imparato tante cose nuove, ho visto il mondo con i loro occhi, ho insegnato tanto a loro e loro hanno insegnato di più a me… è stata l’esperienza più importante della mia vita , sono cresciuta tantissimo e allo stesso tempo sono stata bambina insieme a loro e ho imparato a guardare il mondo senza pregiudizi!

  24. Non capisco perché “video shock”.
    I bambini non hanno filtri, non li hanno nel bene e non li hanno nel male, perché come diceva giustamente qualcun altro più sotto, possono essere micidiali quando vogliono.
    Poi cresceranno, si confronteranno, perderanno d’ingenuità e spontaneità e da adulti avranno le identiche sovrastrutture che abbiamo noi.
    Ma il rispetto verso l’altro s’impara da subitissimo.
    Io le linguacce non le avrei fatte, non mi sarebbe venuto spontaneo farle a prescindere, né con gli uni né con gli altri.
    Loro sì, ma perché bambini, tutto qui.
    Scusate se sono spoetizzante.

  25. La penso esattamente come te.
    Io ho sempre un gesto di riguardo, verso la persona anziana, la donna incinta… al tempo stesso ho il timore di muovermi male, di offendere qualcuno, di metterlo in imbarazzo, di farlo sentire fuori posto.
    Mi faccio un sacco di scrupoli, un sacco di domande, di pippe mentali ma la buona fede ce la metto sempre (anche se questo non mi rende intoccabile o migliore).
    Sbagliando s’impara, ci vuole empatia, capire, ascoltare l’altro.
    Scusa il viaggio mentale, è per dirti che condivido al 100%
    Bacissimi bella!

  26. Clio, che bel post! Io sicuramente non avrei risposto alle smorfie, avrei continuato a guardare il video con un’aria un po’ scettica, mezzo sorridente. All’ arrivo della ragazzina disabile avrei infine sorriso per compassione. Ma alla fine so che lei non vorrebbe essere compatita… ma credo ci venga naturale farlo nei confronti di vite più fragili. Non c’è cattiveria nella compassione.

  27. Infatti nel Vangelo, é scritto che Gesù, ha insegnato ai discepoli, che se non sarebbero diventati come i bambini, non avrebbero potuto essere partecipi del Regno di Dio… Ovviamente dove bambino non vuol dire infantile… Probabilmente si riferiva proprio agli esempi che ci hai mostrato, cara Clio, ciao e buone feste a tutti/e. Besos

  28. Non saprei, ho sentimenti contrastanti nei confronti di questo video e di questo post.
    Quando avevo 4-5 anni avevo un’amica zingara, e passavo un sacco di tempo a giocare con lei. A mia madre quest’amicizia non rendeva particolarmente felice, soprattutto perché portavo a casa i pidocchi almeno una volta al mese. Ma non ricordo che mi sia mai stato proibito di continuare a giocarci.
    Detto questo vorrei parlare di giudizi. Oggi sono una persona adulta e come tale posso scegliere chi frequentare e chi evitare. A me piacciono le persone positive e gentili, e preferisco girare da sola piuttosto che circondarmi da chi non è positivo e gentile. Inoltre, mi piacciono e mi attirano le persone che hanno rispetto per se stesse e per chi li sta intorno e questo spesso può significare prendersi cura del proprio corpo e della propria mente. Non siamo più nel Medioevo e lavarsi una volta all’anno nel fiume non è più un’opzione, almeno nella nostra cultura.
    Non credo di essere una persona orribile solo perché quotidianamente giudico chi interseca la mia vita. Vedo chi è nero, chi è disabile, chi è brillante, chi è timido e cerco nei limiti di comportarmi di conseguenza.
    Sì, ecco questo video non mi piace nemmeno un po’, lo trovo superficiale.

  29. I miei nipotini dicono tranquillamente che mio marito “è tutto nero” ma non ci hanno mai fatto caso particolarmente, lui è Robert e basta e l’ unica cosa importante è che si lasci colpire dalla spada laser 😉

  30. Io avrei fatto la stessa cosa che hanno fatto i genitori… perché mi sarebbe venuto spontaneo come segno di rispetto. Però ovviamente, vedendo il video mi rendo conto che in questo modo non li rispetto affatto…. è vero, ci hanno insegnato troppe cose sbagliate senza un senso e senza ragioni, la risposta è sempre stata “si deve fare così e basta”. Vorrei tanto poter avere ancora l’innocenza e la spensieratezza dei bambini. Grazie Clio!

  31. I bambini non hanno filtri e quindi non vedono quello che i grandi definiscono “diverso” da chi poi? Mi piacerebbe essere un po’ di più come i bambini che ho visto nel video perché condivido quello che hai scritto Clio a volte sono convinta che quella “cura/gesto” in più probabilmente non serve!!! E’ difficile però da mamma spiegare cosa ho provato guardando la bambina che ha messo il dito nel naso, mi sono commossa e ho pensato a tutti i genitori che quotidianamente si trovano a dover affrontare situazioni spiacevoli a causa di comportamenti che vorrebbero le persone disabili “ghettizzate” e scusate il termine così forte, ma a chi non vuole vedere queste persone mi piacerebbe chiedere: “….e se ci fossi tu in quella situazione?…” Perdonate lo sfogo, ma tornando al video, si, mi sono commossa profondamente perché quella bambina si divertiva né più né meno degli altri e penso che i loro genitori si siano commossi per lo stesso motivo!! Grazie GRANDE Clio per quello che ci regali ogni giorno :-**********

  32. Non trovo il nesso del tuo discorso tra il lavarsi nel fiume e il comportamento davanti a chi è diverso da noi.

  33. Vero,non li hanno nel bene e non li hanno nel male! Ho una nipotina di 4 anni,a volte il suo non avere filtri è divertente,la rende meravigliosa..altre volte però non è affatto bello! Un paio di anni fa eravamo al ristorante e lei prende, si alza e si dirige verso un altro tavolo nel quale stava cenando un bambino parecchio in sovrappeso con altri amichetti! Beh, va da lui e gli dice “Lo sai che sei proprio ciccione?” Lui povera stella è rimasto malissimo,gli amichetti si sono messi a ridere! Io sono corsa lì a riprenderla,l’ho sgridata in privato però mi ci è quasi venuto da piangere per quel bambino! Il punto è questo,ai bambini si perdonano certe “uscite” proprio perché bambini..ma delle sovrastrutture vanno create per forza. Il rispetto per il prossimo(per il bambino down come per il bambino cicicottello) deve per forza essergli insegnato,il tatto di non indicare una persona con il dito perché ha qualche particolarità(magari perché su una sedia a rotelle che sò) insomma,non si può pensare di rimanere per sempre “puri” e senza alcun filtro!

  34. clioooo.. mi stava scendendo la lacrimuccia..
    è proprio vero quello che disse un mio professore di fisica:

    “i bambini sono più intelligenti, poi crescono e li roviniamo”.. lui lo disse quando spiegò il concetto di tempo e relatività, o qualcosa del genere, dicendo che i bambini non sanno cos’è il tempo, infatti se gli diciamo “ti do una caramella oggi o ti do una caramella domani”, il bambino preferisce quella di ora perchè non sa effettivamente cos’è e quando è il domani.. lo so, non è perfettamente la stessa cosa di questo video, ma il concetto è quello.. è la crescita e le etichette, ecc, che ci fanno vedere le cose in modo diverso.. sarebbe bello poter tornare a vedere con gli occhi di un bambino.. almeno ogni tanto.. bacione!

  35. Quello che io non capisco è il vedere i bambini sempre e solo in positivo, come se fossero esserini innocenti e puri. Credo che chi vede i bambini in questo modo probabilmente si è scordato di com era quand era bambino, e di come erano gli altri bambini. I bambini quando vogliono sanno essere cattivi tanto quanto gli adulti. Sono senza filtri sia nel bene che nel male.

  36. Sì, in effetti sono andata un po’ fuori tema..
    Ma intendevo dire che ad esempio giudico e spesso evito chi non ha una buona igiene personale, mentre da bambina non lo facevo. E mi chiedo se questo rendeva me bimba un’anima pura e me adulta un’anima meno pura?
    A dirti la verità non capisco sto video, mi sento molto confusa a riguardo. Che cosa vuole dire esattamente? Vuole essere polemico? Vuole insegnare qualcosa? Ci dice qualcosa di nuovo?

  37. ciao a tutte! video e progetto molto molto belli. Trovo che sia molto significativo il fatto che abbiano fatto questo esperimento con i bambini e i relativi genitori, in primis per l’obiettivo del progetto ma anche perchè i genitori hanno potuto captare quanto la loro “educazione” possa influire sul futuro dei loro figli. Se un genitore davanti ad un ipotetico avvenimento nel quale il proprio figlio sta giocando, e a suo avviso infastidendo, con un bambino disabile, automaticamente il bambino capta senza capire il perchè, che quel bambino è diverso dagli altri. Molto spesso non viene fatto per cattiveria, ma come dici tu Clio per rispetto. Non è però facile eliminare le etichette anche se lo si fa in buona fede. A me personalmente piace essere come sono con tutte le persone, indipendentemente da chi o come siano. Mi è capitato più volte di avere a che fare per lavoro con onlus e direttamente con persone con vari problemi ma, sono fiera di dirlo, non ho cambiato il mio atteggiamento. Quindi si le cose stanno forse un po’ cambiando ma credo che per cambiare veramente le cose bisognerebbe che anche si si sente diverso, ma non in senso “negativo” anzi, chi si sente superiore agli altri si sentisse sullo stesso gradino di tutte le altre persone, e questo è difficile. Con quest’ultima frase intendo chi, ad esempio per ricchezza di denaro, si sente di non dover rispettare chi davanti ai suoi occhi ha meno disponibilità economiche o non appartiene al suo livello “sociale”. E questo mi fa un’enorme rabbia, forse non è direttamente collegato al tema del post ma è comunque qualcosa che non permette di eliminare le diseguaglianze sociali, secondo me.

  38. Esatto!
    E questa è una questione di educazione, di non dire sempre ciò che passa per la testa!
    L’intelligenza di una persona la giudico non solo in base a ciò che dice ma soprattutto in base a ciò che NON dice, bisogna capire quand’è il momento di tacere.
    Perché poi, per dirla papale papale, si diventa adulti cafoni!
    E quanti ne incontriamo di adulti cafoni che dicono tutto ciò che pensano perché “eh io non ho peli sulla lingua, eh io sono sincero, eh io pane al pane, vino al vino”.
    Io invece ‘na capocciata, credo sia la categoria che meno sopporto, sì decisamente è la categoria di persone
    che meno sopporto e non faccio niente per nasconderlo!
    “Io sono schietto”.
    No sei un cafone! Non c’è due senza tre!

  39. Esattamente. Io ricordo che all’asilo avevo in classe un bambino con difficoltà motorie, senza malformazioni apparenti ma semplicemente faticava moltissimo a camminare e a correre. Ebbene la maggior parte degli altri bambini lo prendeva in giro perchè per loro era evidente fosse diverso, faceva fatica a fare le stesse cose che facevano loro e quindi da certe attività tendevano ad escluderlo.
    Credo semplicemente che i bambini non diano peso alla diversità solo quando non la vedono o non la comprendono.

  40. un importante spunto di riflessione. Devo ammettere che mi è venuto anche in magone alla gola per la sorellina che definisce il fratellino autistico “unico e appartenete un pò alla luna”. Quanta innocenza e semplicità ci stanno negli occhi dei bambini????

  41. Non credo che voglia essere polemico ma solo dimostrare che i bambini non notano troppe differenze come noi adulti che cataloghiamo impietosamente tutto e tutti magari senza possibilità di ricrederci.

  42. Su questo hai ragionissima, la base è l’educazione e questo nn ci piove. Io penso che, come dici tu, i bambini possono essere davvero cattivi e questo non va lasciato passare “solo perché sono bambini” perché appunto, crescere un adulto cafone.
    Certo è che alcune differenze io credo he non le vedano e le notano solo quando un adulto gliele fa notare.

  43. Bella favoletta, ma quando ero bambina io son sempre stata etichettata come “straniera” dagli altri bambini e sono sempre stata trattata in modo diverso.
    E si parla di asilo, elementari e medie.
    Crescendo forse c’è un po’ più di rispetto, anche se falso. Ma almeno non si viene presi in giro costantemente per la propria diversità.

  44. Clio questo post mi tocca molto! Io ho una sorella che ha un ritardo cognitivo i medici la chiamano una bambina di 5 anni in un corpo di 25enne! Io é inutile dirr che non ho mai fatto differenza tra me e lei.. Anche quando discutiamo non penso mai “ha problemi meglio che non discutiamo” no! Perche’ a parte che sa difendersi benissimo 🙂 e poi lei é per me una sorella senza problemi! Sai quante volte mi ritrovo con gli occhi della gente addosso quando sto con lei? Tantissimi,e poi tra tutti arrivano i bambini che vogliono giocare con lei non creandosi problemi di niente! I bambini sono i veri saggi..da sempre!

  45. Dipende. Dipende anche dall’età.
    Puri sono puri ma non hanno freni inibitori, possono uscirsene con grandi verità che possono fare un gran male.

  46. Sono un pò perplessa anche io e felice di non essere l’unica, nemmeno io avrei fatto le boccacce, magari avrei sorriso ed è per questo che penso che sia stato detto a bambini e genitori di imitare quello che vedevano quindi la trovo una cosa poco spontanea e soprattutto, senza falsi perbenismi posso dire che certe diversità sono impossibili da trattare come se non ci fossero, sarebbe come dire che quella bambina può mangiare da sola..lo trovo un pò ipocrita!

  47. Penso pero k s volesse mettere in risalto il fatto k spesso l’educazione al rispetto può portare le persone a trattare i “diversi” con un attenzione che può infastidirli o peggio metterli a disagio. Come se s provasse pena e basta e non si potesse cosi riuscire ad andare oltre il problema fisico ed instaurare un rapporti vero.

  48. Esatto. I bambini sanno essere cattivissimi e se riescono a notare la diversità, non la ignorano. Si scambia per “purezza”, la semplice ignoranza dell’infanzia.

  49. Sai perché ti do ragione? Perché i bambini crescono con gli stessi genitori che per primi additano il “diverso”.
    Se ti si viene stupidamente considerata diversa è per imitazione.
    Chi hanno come esempio?
    Basta vedere dove viviamo e come si sta diventando. ..

  50. bello spunto di riflessione. è verissimo che, per natura, gli occhi dei bambini non vedrebbero differenze, solo che purtroppo basta poco per corrompere anche loro, imitano i lati peggiori dei grandi e sanno essere anche cattivi. ci vorrebbe un po’ più di consapevolezza da parte degli adulti nell’educarli, e, vice versa, bisognerebbe sapere imparare dal loro modo più innocente di vedere le cose.

  51. Io la cosiddetta innocenza dei bambini la definirei semplicemente per ciò che è: ignoranza. I bambini non sono un concentrato di bontà, è solo che non giudicano quello che non conoscono e non notano. Perché tutto ciò che notano come l’aspetto fisico, le abilità, lo giudicano eccome. Provano subito invidia, gelosia. gli adulti non fanno la linguaccia, perché non vedono solo quella, vedono un bambino che poteva essere il loro, e magari immaginano tutto ciò che quel bambino non potrà avere. Questa si chiama consapevolezza verso ignoranza, non pregiudizio verso purezza.

  52. Mi ha commossa. Credo che ognuno di noi ha potuto vedere o subire la “differenza ” senza x forza avere delle malattie. .
    Come chi è straniero od avere un colore della pelle differente.
    Io l ho vissuto facendo chemio e non c’è di peggio che vedere il pietismo nel volto della gente che ti vede pelata e un pó provata.
    Io mi incazzavo tantissimo perché a volte per superare meglio tutto, chi come me o con problemi più gravi non vuole pietà. ..ma essere trattati alla pari. Normalmente ..

  53. Ciao cara, anche io sono “la straniera” nonostante sia nata e cresciuta in italia..e se da piccola erano i compagni ad etichettarmi e ghettizzarmi a volte ci sono anche i professori che iniziano con da dove viene, da quanto sei in italia, sei mai stata nel tuo paese di origine..e ciliegina sulla torta quest’anno all’università un professore mi ha chiesto se ero cristiana e avevo fatto comunione e cresima -.-
    Spesso mi son sentita diversa e a volte capita ancora solo perchè i miei genitori non sono italiani.. che tristezza

  54. Sinceramente sono combattuta sull’argomento, perchè da un lato è bello accorgersi di come i bimbi non notino certe differenze, ma dall’altro so perfettamente quanto questo sia, a volte, sbagliato per esperienza personale.
    Ho passato infatti gli anni dell’asilo con un cerotto su un occhio per problemi visivi, e le prese in giro o gli sguardi compassionevoli non mi sono certo mancati.
    Non era piacevole ovviamente, e non dico che la mia autostima non ne abbia sofferto, ma alla fine ho iniziato a fregarmene perchè semplicemente ero così e la mia situazione non sarebbe certo cambiata se la gente attorno a me si fosse comportata in maniera differente, non vedevo gran che ed era un dato di fatto, prima lo accettavo prima avrei eliminato il problema.
    Allo stesso modo alle elementari mi sono trovata a pormi lo stesso problema per via di due compagni di classe: uno affetto dalla sindrome di down e l’altro indigente e con grossi problemi familiari; il primo aveva un’insegnante di sostegno a tempo pieno e comportamenti violenti/irrispettosi (senza contare quelli strani al limite della decenza), il secondo aveva gli stessi comportamenti violenti/irrispettosi più una propensione al taccheggio irrefrenabile…come era possibile pensare che fossero “normali”? E soprattutto perchè se il secondo mi rubava la gomma dall’astuccio andava bene mentre se prendeva i soldi dal portafoglio di una mia compagna no? E perchè dovevo cercare di essere socievole con il primo quando alla prima parola che gli rivolgevo lui rispondeva con una parolaccia se andava bene?
    Non sono riuscita a trovare una risposta allora e purtroppo non ci riesco nemmeno oggi, nonostante i miei abbiano speso tempo e fiato nel cercare di spiegarmi il “modo giusto di comportarsi”, ma la domanda rimane sempre la stessa:

    come si insegna ai bimbi a comportarsi in maniera civile senza mettere dei paletti o delle etichette?

    Perchè le cose che sono state dette a me (e credo sia successo a tutti per un motivo o per l’altro di essere presi in giro) non erano piacevoli, e se me le ripetesse un’adulto come minimo si prenderebbe una rispostaccia…

    Oltre al fatto che non trovo così assurdo essere ricordata per le differenze, tornando al periodo della scuola ero “quella con gli occhiali” e dov’è il problema? E’ ed era un dato di fatto, devo forse sentirmi a disagio per essere definita così in mezzo ad un gruppo di ragazzine della stessa età con lo stesso (o quasi) colore di pelle/capelli e altezza?
    Ognuno è fatto a modo suo e sono proprio le differenze a renderci unici, l’unica reale differenza che io vedo stà nell’utilizzo che noi facciamo delle parole e delle etichette non tanto nel fatto che esistano.
    Tutti possiamo essere educati o cafoni, a prescindere dall’età è solo che a spesso non sappiamo come reagire alle cafonerie dei bambini e quindi le lasciamo correre come “perle di saggia sincerità”

  55. hai proprio ragione! vedo crescere i miei nipoti e quando ci si mettono, sono proprio delle piccole iene! XD

  56. Questo video mi sembra un po’ forzato..se io vedessi un video con persone/bambini che fanno smorfie non li imiterei ma sorridei e basta 🙂
    come video progetto comunque è bello e ben fatto per sensibilizzare l’opinione pubblica.. credo che tanto fa l’educazione che si riceve 😉

  57. mi hai tolto le parole di bocca perché stavo per scrivere esattamente lo stesso: sinceramente a me non è venuto spontaneo ed istintivo fare la boccaccia ma sorridere di tutti quanti!

  58. Capisco quello che vuoi dire ma purtroppo per quanti sforzi possiamo fare non possiamo sapere in partenza come reagira quella persona.
    Ci sono quelli che non vogliono aiuto, non vogliono pietà, non vogliono parole ma solo un silenzioso rispetto.
    Altri che invece gradiscono un aiuto, una parola di conforto, magari perché più soli.
    Se una vecchietta ha difficoltà a portare la spesa io le offro il mio aiuto, sapendo che posso andare incontro a un sonoro “oh ma chi t’ha chiesto niente? Non sono mica rimbambita!” o ad un “grazie”.
    Me la rischio, perché la coscienza mi dice questo e finché sono in pace con essa, va bene così.

  59. ai bambini manca la consapevolezza…..questo li rende, a volte tremendamente spontanei e simpatici,a volte tremendamente crudeli e antipatici…ma questa è solo l’evidenza,la natura delle cose. Io ora che mio figlio ha quasi 21 anni dico:”i bambini hanno un unico difetto….POI CRESCONO”….e credetemi ….è così…

  60. gli adulti classificano, danno un nome alle cose, alle persone e ai sentimenti. i bambini provano, sentono, ma non hanno filtri. però ci dimentichiamo che non hanno filtri nè in positivo, nè in negativo.
    gli adulti pensano troppo, i bambini poco. trovare un equilibrio non è facile, così come non è facile parlare di questi argomenti

  61. Ciao pam! devi sempre andare fiera della tua diversità ed infischiatene beatamente delle persone che sanno solo straparlare! ti parlo per esperienza personale: il mio ragazzo è russo e non sai quante volte si lascia prendere dallo sconforto o si arrabbia per alcuni trattamenti che gli vengono riservati in quanto “straniero” e da quando ci conosciamo ogni volta gli ripeto “sono loro che non sanno cosa si perdono! vai sempre fiero della tua diversità perché è ciò che ti rende unico!” ;***

  62. meno male Francesca! almeno tu mi sostieni….sai com’è, quando si ha un’idea diversa c’è sempre il timore di non essere capite o fraintese, specie se ci sono di mezzo categorie “tenere” come i bambini. (che amo, eh, per carità!!!!)
    baci!

  63. E’ vero non sono solo angioletti, ma la differenza la fa la famiglia che ti cresce io in famiglia non ho mai sentito dire lui/lei è diverso da te perché è così che deve essere, mi hanno insegnato che ognuno è com’è al di la dell’aspetto, del colore, delle limitazioni fisiche o mentali che abbia e col tempo, crescendo, ho capito che giudicare qualcuno anche solo per l’aspetto fisico è solo ed esclusivamente una cattiveria; adesso che mio figlio ha iniziato le medie mi rendo conto di quanto la maggior parte degli adulti abbia dimenticato il significato della la parola “rispetto” e della parola “responsabilità”. Un esempio anche “banale”: un compagno di classe di mio figlio a preso una nota perché continuava a disturbare e la madre lo ha giustificato dicendo che è colpa degli altri che lo fanno parlare!!!!!! Pazzesco!!! Io sarò un po’ retrò, ma ho sempre detto a mio figlio che qualora fosse tornato a casa con una nota era perché la meritava!!!! Ciao Ester cara e buona giornata….ora scappo a correggere un paio di espressioni!!!!!!

  64. L’ho pensato anche io. Credo che ai genitori e ai bambini fosse stato esplicitamente richiesto di riprodurre le smorfie e che solo i genitori abbiano smesso spontaneamente di farlo, vedendo i ragazzi disabili. Questo perchè gli adulti hanno visto prima di tutto la disabilità e quindi forse gli è sembrato un gesto di scherno imitarli, mentre i bambini hanno semplicemente visto una persona con cui continuare a giocare. E questo è molto bello secondo me 🙂

  65. tranquilla! leggendo gli altri commenti, ho visto parecchie perplessità riguardo a questo argomento! Un bacio a te! ;***

  66. Concordo! 🙂 tutto sta nell’educazione che ci viene trasmessa. Angioletti proprio non sempre, visto come da piccola sono stata presa in giro da “teneri e dolci” bambini

  67. a me lascia un pò “così” il fatto che ti vogliono spacciare come esperimento sociale reazioni che bene o male tutti conosciamo o tutti immaginiamo….e in un adulto, genitore, che non segue le smorfie di un bambino disabile (magari sta anche pensando alla fortuna che ha avuto che il suo è sano, scusate, ma diciamoci la verità senza peli sullo stomaco, in molti genitori l’hanno sicuramente pensato!) continuo a non vederci niente di strano o sbagliato

  68. sinceramente ti dico che l’ho pensato anche io, anche secondo me è stato esplicitamente richiesto di farlo e nonostante in teoria possa essere una bella idea spingere le persone a non vedere sempre e solo le differenze spronandole ad agire in maniera sempre uguale, condivido il pensiero di Lara: pura retorica, primo perché se davvero parte da una richiesta dei produttori, addio alla spontaneità, secondo perché non trovo giusto trattare tutti con lo stesso metro. Siamo persone differenti le une dalle altre ed è giusto comportarsi diversamente in base a chi si ha davanti, non trattare in maniera uguale tutte le diversità! spero di non essermi incartata troppo! ;***

  69. Bell video. Mi ha comosso..che bello il mondo dei bimbi, cosi spontaneo e solare.Vorrei cosi tanto ritornare indietro anche io.
    Detto questo non lo trovo uno video shock…anzi ribadisce quello che gia sapiamo.la purezza dei bambini.
    Ma questo non vuole dire che i genitori hanno pregiudizi..NO..il loro viso piu che pregiudizio riflete tristezza ..Nessuno puo negare che sarebbe molto meglio sia per il bambino che per la famiglia che lo circonda di essere sanno di salute.E quello che auguriamo tutti ogni giorno.

  70. Ciao ragazze!! Il titolo recita “video shock”, ma io nel gurdarlo non sono rimasta scioccata neanche un pò! Una cosa mi ha stupito e forse non ho capito io.. Ai genitori è stato chiesto di imitare ciò che avrebbero visto sulla schermo? No, perchè se io mi fosse trovata al loro posto non mi sarebbe passato neanche per il cervello di fare a mia volta una smorfia, avrei sorriso, mi sarei chiesta quale fosse lo scopo, ma di certo non mi sarei messa a fare le linguacce. A prescindere dal fatto che a farle fosse una persona sana o disabile.
    I bambini hanno imitato ciò che hanno visto. Non ci vedo niente di eccezionale, ma sarebbe stato altrettanto normale se non lo avessero fatto e se si fossero messi semplicemnete a ridere. Dove sta lo shock? Bambini che fanno le smorfie o le linguacce? Il fatto che anche di fronte alla ragazza disabile, abbiano continuato ad “imitare” ciò che vedevano è altrettanto normale.
    I bambini sanno ciò che viene insegnato loro. Vengono a conoscenza delle differenze soltanto laddove i genitori, gli insegnanti, ecc fanno notare loro che c’è una differenza. I bambini sono intelligenti, onesti, (da noi si dice, “sono la bocca della verità”)innocenti, dicono ciò che vedono e sentono senza filtri, senza secondi fini. Questo a volta può fare male, lo sappiamo che nella loro ingenuità sanno essere anche “cattivelli” nei confronti di altri bambini. Ed è qui che si inserisce il compito del genitore e dell’insegnante, che è quello di educare. Educare al rispetto altrui!

  71. Ciao Francesca!Grazie mille! io cerco sempre di passare sopra ad alcuni commenti e atteggiamenti..ma a volte prenderei a capocciate la gente ahhahahah 🙂 :*

  72. infatti!basta pensare che l’evoluzione della specie umana ha dovuto accettare un compromesso tra la posizione bipede e la capacità gestazionale della donna, l’essere umano è il mammifero più immaturo di tutti al momento della nascita in tutto e per tutto!non è un biglietto da visita esemplare per ciò che siamo?

  73. ciao sorellina! XD ben detto e se posso permettermi educare anche al pensiero che se tratto differentemente le persone non è per maleducazione ma perché mi rendo conto che ognuno è diverso ed ha le proprie esigenze! poi è ovvio che bisogna imparare anche a non far sentire escluso chi è diverso da noi ma credo che qui il discorso sia differente! ;***

  74. Bellissimo commento Free Jazz!

    Mi ha colpito tantissimo la frase “sono malato ma non sono stupido’……quella frase mi è rimasta dentro come una mannaia ed una carezza”
    Penso che non avresti potuto scegliere parole migliori per descriverla!

  75. eh..diciamo che, se questo mondo va come va, ci deve essere qualcosa di strano in questa umanità che si agita tanto, vero?
    come diceva un film: ‘voi esseri umani siete capaci di sogni di grande bellezza, ma anche di incubi terribili’.
    c’è qualcosa di strano, ma è così, va accettato e dobbiamo cercare qualcosa di bello da vedere, perché c’è, sempre e comunque. l’importante è non smettere di cercare

  76. :-********************** Il mio tesorino è una bravo studente e come sua madre parecchio sensibile e questa è una di quelle cose per cui la presa in giro è quotidiana!!!! Ma lui ne uscirà sicuramente più forte e in grado di superare le situazioni spiacevoli della vita così come le piccole frustrazioni che si presenteranno perché avrà gli strumenti per affrontarli anche grazie a me, mio marito e ai nostri NO che abbiamo detto e diremo per aiutarlo crescere.

  77. sarà un ometto meraviglioso, come la sua mamma e il suo papà! eh sì…i no spesso aiutano molto più che i sì..ovviamente parlo da figlia, non essendo mamma non so cosa significhi, nè quanto (immagino) sia antipatico dire no al proprio bimbo.. però serve, sì, io me li ricordo i no e, soprattutto, ricordo il beneficio che è derivato da quei no!!
    kisses!! 🙂

  78. Infatti, stessa cosa per me.
    E se i genitori non fanno le smorfie non è per cinismo ma per rispetto.
    Io non mi comporto con tutti allo stesso modo, se penso che dietro un persona ci sia del dolore mi scatta qualcosa dentro, e a prescindere da ciò che desidera i miei atteggiamenti sono condizionati da questo suo stato.
    Ho un occhio di riguardo, sì, per una persona malata ho un occhio di riguardo, una delicatezza, un tatto, una pazienza che non ho con tutto il genere umano.
    Mi dispiace ma non posso farci niente.
    Posso fingere, quello sì, ma la sostanza non cambia.

  79. A volte dire no a mio figlio mi è costato tantissimo, ma in questo modo ha imparato prima di tutto a capire perché gli veniva detto imparando a gestire la frustrazione che derivava dalla privazione di quella cosa che in quel preciso momento non poteva ottenere. E’ dura, ma ci sono anche tanti SI che si dicono e che soddisfano non solo lui, ma anche me e mio marito….insomma la ricetta non esiste bisogna crescere con loro regalandogli quanto di meglio abbiamo in noi.

  80. Ciao sorellina! Certo che puoi permetterti, ci mancherebbe altro!:))
    Hai fatto bene a specificare questa cosa sai perchè? Spesso sento parlare di uguaglianza anche un pò a sproposito, affermando che l’uguaglianza impone a tutti di comportarsi allos tesso modo indipendentemnete da chi si ha di fronte. Vero! Verissimo!
    Ma, lo stesso principio di uguaglianza impone che di fronte ad una situazione diversa a nche il mio comportamento sia diverso, che non vuol dire discriminatorio!

    Se ho a che fare con una persona sordo muta o non vedente, il mio comportamneto non potrà essere identico perchè ho davanti una persona con un handicap, del quale devo tenere conto nel momneto in cui mi approccio a tale persona.
    Se sono in pullman o in fila alla cassa, e dietro di me c’è una persona anziana la faccio passare. Questo vuol dire che il mio comportamneto è discriminatorio?
    No! Semplicemnete penso che forse una persona anziana ha più difficoltà a stare in piedi a lungo e il mio gesto è un venirle incontro, e più volte è stato apprezzato!

  81. Nella realtà non è proprio così… i bambini si accorgono eccome delle diversità, la differenza è che rispetto agli adulti riescono a guardare “oltre” con meno difficoltà. Poi però dipende anche dalla situazione in particolare, per esempio quando andavo alle elementari c’era una bimba con la sindrome di down un pò aggressiva e che diceva tante parolacce e purtroppo io mi sentivo sempre a disagio con lei…

  82. mi viene da dire: educazione e buone maniere, queste sconosciute! secondo me c’è tanto finto buonismo e quando le persone chiamano le cose con il loro nome, rischiano di essere etichettate come irrispettose, maleducate, ignoranti e compagnia bella. Non capisco perché negare la bellezza della diversità!

  83. Capisco quello che vuoi dire, ma credo che il senso del video sia semplicemente far capire non SEMPRE i disabili vadano trattati diversamente, in questo caso, per esempio, non era necessaria alcuna diversificazione.

  84. lo immagino…!
    però sai, recentemente ho letto proprio quello che scrivi… dicevano che è giusto dire i no perché il compito dei genitori è anche quello di abituare i figli a sentimenti difficili, che sicuramente troveranno nella vita da adulti.
    la rivista diceva: come potete pensare che possano affrontare la rabbia, la frustrazione, ecc, se non le hanno mai provate? ora, ovvio che uno non fa il nazista e non bisogna esagerare, ma in una certa misura, è giusto abituarli con piccoli gesti. oddio…spero di aver scritto con chiarezza..!!!
    era un punto di vista equilibrato, spero di averlo reso…

  85. e sai perché fa paura? perché alla base di tutto c’è una profondissima ignoranza, proprio nel senso di non sapere e conoscere.

  86. Rispetto il tuo punto di vista ma aggiungo anche che per la mia mentalità, a me questo messaggio non è proprio arrivato, anzi mi è arrivato proprio un senso di forzatura e buonismo. dopo tutto il mondo è bello perché è vario, no? La cosa positiva è che certi post e certi video spingono al confronto e alla riflessione ed è sempre molto bello ed interessante vedere che non tutti la pensano come te! 😉

  87. Esatto! Anche io ho paura delle cose che non conosco. ma mi piace informarmi, chiedere, sapere, ecc.

    E se non so, taccio!

  88. Hai reso benissimo l’idea per me sono stati fondamentali i libri “I no che aiutano a crescere” scritto da una psicoterapeuta americana e “Le madri non sbagliano mai” di Bollea e poi tanta tanta pratica, pazienza, AMORE. Come ti dicevo prima, si cresce con loro e si affronta insieme quello che accade sempre nella prospettiva del domani. E’ sempre un piacere conversare con te :-*****************

  89. Non saprei, ma leggendo un pò di commenti sto notando che molte ragazze non sono rimaste scioccate dal video…

  90. Non so voi, ma non avrei imitato le smorfie senza sapere il significato del video.
    Non voglio passare per una persona cattiva, ma non dobbiamo fare finta che le differenze non ci siano. Con questo non voglio dire che non rispetto, anzi! Già il fatto di trattare e parlare ad un ragazzo paralizzato sulla sedia a rotelle come se fosse un neonato non fa rendere l’idea di uguaglianza (avevo una compagna disabile alle medie)
    Si dice che siamo lo specchio dei nostri genitori, ma se il bambino ha cervello non si fa condizionare da quello che gli viene detto. Io stessa ho il padre omofobo e razzista e mia madre non scherza neanche, ma io non sono cresciuta come loro.
    Per precisare: sono anche fiera di essere diversa dai miei genitori.

  91. Stai scrivendo anche per me, tutto quello che scriverei io ma mille volte meglio di come l’avrei fatto io.
    Amen sorella Francesca.

  92. Sì certo. Poi va pure detto che in uno spot un po’ di buonismo e “recitazione” ci sono sempre eh…

  93. è vero, su quello concordo in pieno! però con me funziona così: lì per lì mi puoi pure fregare e mi possono venire anche gli occhi a cuoricino ma tempo un minuto riparte il cervello analitico e sfasciafavole che è in me! XD

  94. Esterina, tranquilla ti sostengo anch’io!!!:-D
    No, a parte gli scherzi! E’ vero quello che dici, non è mai facile parlare di questi argomneti e proprio per questo mi aspettavo un video che mandasse un bel messaggio, che mi spingesse a riflettere in qualche modo su un argomneto così delicato come i bimbi. Ma ad essere sincera, ho trovato moooolto più interessanti i vostri commenti, molto più istruttivi e acuti i vostri interventi e le vostre esperienze!
    E’ sempre un piacere leggere questo blog, e oggi ne ho avuto l’ennesima conferma!
    Un abbraccio sorellina, buona serata!:********

  95. Bell’argomento Clio.
    Sai che io,forse,non avrei imitato le smorfie?
    Perlomeno non se separata dal bambino!
    Invece insieme al mio ipotetico figlio l’avrei fatto!
    Ma non è questo il punto.
    I bambini sono l’occhio e la bocca della verità,c’è poco da fare!
    Quell’innocenza,quella purezza,durano poco!
    Ad un certo punto inevitabilmente si cambia.
    Ma credo che con una buona educazione da parte dei genitori,e un necessario spiegare le cose,senza nascondersi dietro paure o pregiudizi,renda un futuro adulto più rispettoso di tutti 🙂

  96. eheheheh grazie sorellinaaa!!! 🙂
    sì, non è facile, e quando è così i miei commenti sono striminzitini..! ahahah!! (anche per evitare di dire qualcosa che possa ferire..)
    già, qui ci sono molte girlsss intelligenti, ed è sempre bellissimo leggere pensieri acuti!!
    Clio fa bene a postare cose che vanno al di là del trucco e del beauty, sa che può contare sui cervelli delle sue ciompette che, tanto ciompette non sono!! eheheh
    abbraccissimi anche a te tesorina, buona serata!! 😉

  97. già! come non capirti? anche a me è successo…., ricordo ogni singola parola!
    ma per fortuna si cresce e, mentre da una parte si perde “l’innocenza’, dall’altra si acquista sicurezza!
    un baciotto! 🙂

  98. Anche a me piacciono molto questi post. E’ l’occasione per intavolare delle belle discussioni tra di noi;)
    Mi piace quando dici che più gli argomenti sono delicati, più i tuoi commenti sono striminziti. Dovrei imparare da te! Dico davvero!
    Grazieeeeee!! Baci, baci:**********

  99. Anch’io la penso come voi, ho 22 anni e non so cosa si provi ad essere genitore, ma sono d’accordo sul fatto che l’educazione conta parecchio. Se non viene insegnato il rispetto per gli altri fin da piccoli (diciamoci la verità, non tutti i bambini sono gli esserini angelici descritti nel post), da adulti non saranno altro che cafoni..

  100. parto col dire che mi fa piacere che sempre più associazioni ma anche brand prendano l’iniziativa di fare queste campagne, tutte molto diverse tra loro, ma con un unico significato.
    è un video che certamente fa riflettere su quanto vedere con gli occhi di un bambino è molto più semplice ma penso anche che è un po’ una reazione istintiva quella dell’ultima signora. certo, non l’ha fatto con cattiveria, ma per rispetto, però io penso che una reazione così venga naturale, semplicemente perchè non avendo gli occhi di un bambino, capiamo

  101. io ho avuto il piacere di avere un ragazzo autistico in classe con me alle medie per due anni. mi ha lasciato moltissimo proprio perchè ogni giorno ci ricordava che l’unica cosa che voleva era essere trattato come tutti gli altri, si divertiva tantissimo quando ci prendevano in giro a vicenda nel gruppo scherzando tra di noi e includendo anche lui come con uno qualsiasi di noi. purtroppo però c’è anche chi, invece di provare rispetto e compassione, prova e disgusto arrivando a maltrattare e picchiare le persone così dette “diverse” … è una cosa che mi fa salire il nervoso ogni volta che la sento

  102. tempo fa leggendo un libro ,rimasi fermo a riflettere su questa frase ….”Tutta la storia della vita sulla Terra ci insegna che la «diversità» è un valore fondamentale. La ricchezza della vita, infatti, è dovuta alla sua diversità.questo argomento mi tocca da vicino non potevo dire la mia : )

  103. Secondo me la disabilità allontana le persone, è triste ma succede spesso, quando non la si conosce. Quando si sta a contatto con persone, che a prima vista ci sembrano diverse da noi, solo conoscendole meglio si riescono a vedere i punti in comune, trascorrere del tempo insieme aiuta a vedere ciò che ci rende simili e non diversi. I bambini secondo me, proprio per questo, dovrebbero crescere negli ambienti più vari possibili, è una ricchezza immensa crescere in una classe multietnica e con bambini “diversi” e lo dico per esperienza personale. Io non ho mai capito il razzismo perché alle elementari la mia classe era formata da bambini di tutto il mondo e in mensa facevamo un gioco durante il pranzo, bisognava indovinare il significato di alcune parole straniere =) Così come avevamo un compagno con un handicap e a turno lo accompagnavamo in un centro per disabili a fare delle attività, e questo momento era per noi il più divertente della settimana.
    Questo per dire che anche i genitori dovrebbero riflettere su alcuni aspetti prima di lamentarsi con le maestre del fatto che gli stranieri rallentano il programma e chiedano per questo di creare classi separate, oppure hanno paura che un bambino con un handicap possa spaventare il proprio figlio.
    Forse sono andata fuori tema però il succo è che bisogna guardare agli altri come persone che possono darci qualcosa e non togliercelo =)

  104. Una bella riflessione dobbiamo Fare!! Grazie Clio per interessarti a queste cose, e farci vedere che in tantissime cose soltanto manca un cambiamento di modo di pensare…. grazie di nuovo scusate il mio italiano….

  105. Sinceramente, io da bambina non ricordo di essere stata così innocente. Secondo me questa ingenuità e “immacolatezza” dei bambini è un po’ romanzata… Abbiamo fin da piccoli pregi e difetti, facciamo grossi sbagli e grandi cose sia da bambini che da adulti, forse l’unica differenza è la consapevolezza con cui agiamo…

  106. Grazie Clio per questi bellissimi post lavoro da una vita con la disabilità e c’è bisogno di diffondere la cultura dell’ integrazione c’è tanta strada da fare…..

  107. Ma che viaggio mentale! Hai perfettamente ragione (che strano darti ragione, non capita proprio mai…)
    Buonissima serata :*

  108. Mio fratello, alle elementari, aveva un compagno di classe di colore. Uno solo, gli altri tutti “pallidini” eh eh. Beh, un giorno ha letteralmente tirato scema la mamma: le parlava di un suo compagno, lei non capiva quale, e lui che insisteva imperterrito…dopo una buona mezz’ora lei capisce e sbuffa “dimmi quello di colore no???” E mio fratello le casca dalla nuvole con un “Ah vero” XD
    Pensiamo troppo, ecco 😉

  109. Anche a me ha commosso molto, per l argomento, ma penso che anche la canzone di sottofondo facesse la sua parte… Ammetto che non avrei fatto la boccaccia alla vista della ragazza disabile, per rispetto e perché mi veniva da piangere, ma anche perché penso che chiunque abbia un minimo di sensibilità non si metterebbe mai a fare delle linguacce neanche per scherzo… I bambini sì hanno fatto la linguaccia, ma perché loro non conoscono certe cose, men che meno i problemi di una persona disabile e lo fanno con innocenza e penso che sia giusto che i genitori glielo spieghino pian piano il rispetto verso chiunque e in particolare verso queste persone!

  110. Sinceramente, se uno di quelli adulti avesse fatto una boccaccia come l’ultima bambina, l’avrei trovata non dico una cosa maleducata, ma una cosa indelicata sì.
    Indelicata perchè un adulto sa cosa c’è dietro una malattia, che non sono tutte rose e fiori, che ci sono delle preoccupazioni quotidiane più o meno gravi.
    Che ti senti fortunato ad avere un figlio, ma anche dispiaciuto per lui se ad esempio è in carrozzina e non può correre come i suoi coetanei, o ha qualche altro problema. Che pensi al suo futuro e speri che la sua strada sia spianata, ma pensi anche che una volta che tu non ci sarai più, chi si occuperà di lui? E cose così.
    Un bambino queste cose non le sa, e meno male!, quindi posso accettare che faccia la boccaccia. I bambini in generale hanno un’innocenza che fa vedere loro le cose più semplicemente (poi ci sono anche quelli per i quali le malattie altrui sono lo spunto per prese in giro e cattiveria, ma questo è un altro discorso).

    Quindi penso che nella vita tutti abbiano un ruolo, i bambini devono fare i bambini, e gli adulti devono fare gli adulti =)

  111. Secondo me cmq loro dicono le cose Che sentono in giro e sta li ai gentoo a insegnargli cosa dire e quando.

  112. esatto! secondo me è proprio questo il senso del video! capire si le diversità ma andare oltre e non limitarsi al problema, per quanto grande, in modo da non emarginare chi è meno fortunato di noi.

  113. sono d’accordo con te, infatti non penso che il video voglia dire”facciamo finta che le diversità nn esistano”, purtroppo esistono perchè un bambino disabile purtroppo non ha le stesse capacità, a volte motorie, a volte mentali, di un bambino fisicamente sano. Io credo che il video voglia più che altro insegnare a rispettare certe persone in un altro modo. E’ chiaro che ci sono miliardi di casi e tutti diversi. Capita che il bambino down sia maleducato e irrispettoso come un bambino “scientificamente” sano; il problema alla base è proprio come vengono educati. C’era una mia compagna di calsse che è balbuziente e strabica e qualsiasi parola uno le dicesse lei rispondeva molto male. Col crescere ho capito il perchè : i suoi genitori tendevano a giudicare in malomodo qualsiasi tipo di persona che avesse a che fare con lei “ah quello la prende in giro” “ah quello è gentile e fa finta” ecc. E’ ovvio che lei si SENTIVA DIVERSA e NON APPREZZATA e il suo rispondere male era,oltre che ad un’abitudine, uno scudo per difendersi, a modo suo. Purtoppo ci sono delle persone più sfortunate di noi ma accettarli cosi’ come sono li aiuta ad accettare loro stessi. Ecco credo che sia più questo il senso, accettare. Poi è il mio punto di vista, mi piace confrontarmi con gli altri. Non vuole assolutamente essere una critica. Scusa il poema ahah 🙂

  114. Hai perfettamente ragione! Molto spesso non sono i bambini a creare differenze e disagi ma i genitori che non sempre capiscono!

  115. Ciao sono d’accordo con te su tutto! Tranne che su un punto: i bambini capiscono benissimo la diversità da soli e purtroppo sono i primi a escludere ciò che non è nella “norma”. È solo con il tempo e gli insegnamenti degli adulti che i più piccoli imparano a non avere paura della diversità.

  116. Tesoro, GRAZIE.
    Io porto avanti da anni una mia campagna personale di de-santificazione dei bambini! 😛
    Odio coloro che, qualsiasi cosa faccia un bambino, anche se evidentemente sbagliata o maleducata, dicono “va beh ma è solo un bambino”. Eh no mia cara/caro, proprio perchè è “solo un bambino” va educato nella maniera corretta, dato che, come dicevi anche tu, non hanno filtri.

    Con questo non voglio dire che odio i bambini, anzi magari un giorno ne avrò di miei, solo che la penso come te 🙂

  117. Idem, in una classe del mio asilo c’era una bambina con la sindrome di Down, e mi ricordo che era sempre con le maestre perchè veniva lasciata in disparte dai bambini.
    ll fatto che i bambini non vedano e non diano peso alla diversità è un po’ una cavolata 😉

  118. Proprio sul tema dei pregiudizi, è su YouTube una campagna intitolata #MoreThanLabels, che invita a guardare oltre, a riconoscere nelle persone universi complessi che non si possono circoscrivere in “etichette”. Uno spunto per tornare a guardare il mondo e il prossimo senza giudicare, proprio come fanno i bambini!

  119. si ma un conto è aiutare una persona anziana, un’altro guardare con pietà una persona con una disabilità…

  120. Il disabile vuole esserci, ma il più delle volte per il mondo è trasparente. Quando cammina per strada quasi sempre chi lo incontra cerca di non poggiargli gli occhi addosso, nemmeno per quella frazione di secondo che viene istintiva. Si dice che lo si fa per educazione, ma il più delle volte diventa una forma di emarginazione. I disabili vanno visti per potersi rendere conto che sono prima di tutto persone e i bambini li guardano.
    Qualcuno, molto più saggio di me, tanto tempo fa diceva “se non ritornerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli” proprio perché i bambini non fanno distinzioni di religione, di ceto o di razza. Quando iniziano a vedere le differenze é perché siamo stati noi adulti a fargliele vedere. I bambini vedono col cuore senza farsi tante paranoie come noi adulti. Dovremmo essere noi ad imparare da loro. Forse non sarà educato fissare un disabile e fare mille domande come farebbe un bambino, ma almeno in quel momento quel disabile è stato visto.

  121. Santa subito.
    E mi sono trattenuta eh.
    Ma sapessi quante volte mi sono imbattuta in bambini di una maleducazione infinita le cui madri non solo non dicevano nulla ma anzi, se glielo facevi notare s’incacchiavano pure perché “i bambini devono essere liberi di potersi esprimere”.

  122. ahahahhhh sorellina, tu sei già fantastica come sei!!!
    però hai ragione, è bello imparare le une dalle altre! così ci miglioriamo sempre di più!
    pensa che io, all’inizio, scrivevo i pensieri modulandoli meno… poi ho capito che a leggere sono le persone più disparate, con le storie e i vissuti più diversi… quindi ho pensato che dovevo pensare bene a quali parole scrivevo, tenendo conto della sensibilità di ognuna. è facile ferire, mi sono detta.
    le parole hanno un peso non indifferente, secondo me, quindi vorrei dosarle al meglio, in ogni occasione e con chiunque.
    le parole rimangono aggrappate al nostro cervello, l’importante è che ci rimangano quelle che fanno del bene al cuore o che ci fanno divertireeeee!!!!! eheheheh 😉
    ti abbraccio dolce sorellina mia e ti auguro una splendidissssimisssima giornataaaaa! tvb!!! :-****************

  123. mooooooooolto bello e anche moooooolto vero!!! è talmente crudo e reale che non c’è altro da dire.. se non che quegli stessi bambini del video un giorno diventeranno come i loro genitori, come me e anche come molti di noi, e sarà cosi sempre, ovunque! Purtroppo diventare “grandi” significa essere sempre meno bambini, meno sinceri! é triste ma è vero!

  124. Concordo pienamente… Semplicemente essere adulti, significa capire/avere una consapevolezza maggiore.. Quella consapevolezza che ti blocca dall’emulare la bimba disabile con il dito nel naso, e ti fa riflettere…

  125. Concordo solo in parte…il video è molto bello, ma non possiamo negare che quella forma di rispetto è data in parte da strutture mentali che a volte limitano l’integrazione del diverso, ma in parte è data dall’esperienza dell’adulto che non riesce a fermarsi all’osservazione dell’immagine.
    E’ sopontaneo avere un “richiamo” alla sofferenza che può provocare la situazione di disabilità (al disabile, alla famiglia, ecc) e al fatto che da adulti si è consapevoli di essere in una situazione in cui se sei il soggetto più “forte” devi essere anche quello che protegge.
    Probabilmente avrei trovato più costruttivo un esperimento fatto di persona, e soprattutto non basato su uno scimmiottamento, che tocca quelle corde di ambiguità che un adulto ha bisogno di elaborare proprio perchè è normale avere un freno davanti alle situazioni sconosciute. Credo che non avrebbero fatto lo stesso i genitori di bambini con disabilità, o che lavorano nel sociale. Bisogna abbattere queste barriere ed è vero che molte volte i bambini aiutano, ma i bambini sono gli stessi che isolano il disabile se mangia sputacchiando, per capirci. Insomma, bel video e bello l’intento, ma un po’ fuori dalla realtà a mio avviso. Concordo in pieno con divinanda per il resto, ha espresso bene in quali situazioni l’adulto dovrebbe sbloccarsi e aiutare l’integrazione!

  126. Ciao Sara:) Ti ringrazio!
    Come dici bene tu su questo punto non la pensiamo allo stesso modo… ma il bello è questo no? confrontarsi non solo con chi la pensa per filo e per segno come te, ma soprattutto con chi ha anche un’altro punto di vista:)
    Ti auguro una buona giornata, un abbraccio!:))

  127. Oh grazie Esterina! Mi fai arrossire *-*
    Mi sopravvaluti! in realtà, sono una ragazza come tante, niente di più:)
    E’ da un pò che scrivo sul blog, ma nonostante questo, ogni volta, prima di scrivere un commento, penso che sono in tante a leggere questo blog e come dici tu, è facile che qualcuna possa sentirsi ferita o anche, semplicemente, toccata dalle mie parole. E all’inizio questo mi frenava molto. Però poi, ho pensato che, in fondo, ognuna di noi porta il suo contributo, il suo bagaglio fatto di pensieri e riflessioni proprie, e modificarli significherebbe non essere onesta verso chi mi legge, ma soprattutto verso me stessa.
    Allora cerco, in qualche modo, di bilanciare le due cose. Da un lato non rinuncio ad esprimere il mio pensiero per quello che è, giusto o sbagliato che sia, dall’altra cerco di scegliere le parole più adatte, sapendo che quelle parole rimarranno lì, scritte, ben visibili da tutti e chiunque, oggi o domani, potrà leggerle.
    Quando mi limitavo a leggere il blog, ricordo che adoravo i tuoi commenti e quelli della nostra “sorellina” Emily:) Entrambe riuscite a dire il vostro pensiero con garbo, educazione ,a allo stesso tempo con chiarezza. E difficile che veniate fraintese e in questo, per me, voi siete un esempio da seguire!
    Oh mamma, ho scritto una pergamena!!!! Scuuuusami, mi sono fatta prendere la mano. Ma a volte, ho l’impressione di parlare con un’amica di vecchia data:-D
    Grazie mille Sorellina! Ti auguro anch’io una bellissima giornata! Ricambio l’abbraccio e anche il tvb!!;)) :**************************

  128. L’innocenza dei bambini è un po’ troppo idealizzata, non li trovo così buoni e puri, io sono sempre a disagio in loro compagnia perché ho timore di quel che possa uscire dalle loro boccucce innocenti “sei sua mamma?” rivolgendosi ad una mia amica che ha la mia stessa età indicando me “la mamma non era contenta che venivi” “la mamma ha chiuso la porta a chiave della sua camera per non farti entrare” detto da un bimbo a cui dovevo fare la baby sitter, “cosa sono quei segni intorno agli occhi?” a mia mamma e le sue zampe di gallina, “non è vero! Non è vero! ” vari bambini su qualunque cosa detta dai genitori… Pensiero impopolare ma ben venga l’impura età adulta e i suoi filtri e la sua ipocrisia.

  129. Ma figurati, anche fosse stata una critica sarebbe andata benissimo lo stesso non temere 🙂
    Ho scritto il mio “papirozzo” proprio perchè mi è capitato di trovarmi in tante situazioni differenti che però non mi hanno più di tanto aiutata a capire come gestire simili situazioni, quindi mi faceva piacere il confronto, anche se ho visto che molte sono dubbiose come me.
    Purtroppo so che suona brutto da dire ma credo che il detto “un peso una misura” sia proprio vero, perchè davanti ad ogni persona bisognerebbe trovare un modo per coesistere e se possibile andare d’accordo a prescindere dalle necessità che si hanno.
    E si, anche io penso che tanto facciano i genitori, anche se purtroppo non sempre è facile risalire alle motivazioni di certi comportamenti indotti e non dalla famiglia.

  130. Premetto che coi bambini ci lavoro…
    Non è solo questione di “innocenza” ma anche di non conoscenza di ciò che è “socialmente ammissibile”, diciamo così.

    Sono molto dolci i bambini in questo video, ma ricordiamoci che sono gli stessi bambini (però più piccoli) che se vedono qualcuno in carrozzina, magari puntano il dito e chiedono “Mamma, perché è seduto lì?”. In quel caso non preferiremmo l’educazione degli adulti all’innocenza dei bambini?

    Secondo me rispettare non è discriminare.

  131. Neanche io lo avrei fatto ma anche perche a parte tutto il problema del disabile che molte ragazze oltre a te hanno parlato qua sotto ma onestamente quale adulto si metterebbe le mani nel naso?

  132. io non credo affatto che a bloccare i genitori sia stata la disabilità, pittosto nche sa stato il “dito nel naso”! e’ un gesto maleducato, non divertente come le altre smorfie, e nemmeno io l’avrei fatto. sopratutto sapendo che mi stanno riprendendo poi….

  133. io non credo affatto che a bloccare i genitori sia stata la disabilità,
    piuttosto che sia stato letteralmente il “dito nel naso”! e’ un gesto maleducato, non
    divertente come le altre smorfie, e nemmeno io forse l’avrei fatto.
    sopratutto sapendo che mi stanno riprendendo poi….

  134. Penso che a non bloccare i bambini sia stata la loro innocenza e il fatto che non siano condizionati da tutte i canoni sociali di comportamento che hanno gli adulti. In un certo senso il video è utile perchè fa riflettere su questo aspetto ma non mi trovo molto d’accordo sul messaggio che si vuole trasmettere in questa particolare occasione. Non penso si possa vedere il pregiudizio in quanto il cervello degli adulti ragiona ed ha istinti diversi rispetto a quello dei bambini.
    Ci vorrebbe un “esperimento” differente per dimostrare i pregiudizi degli adulti che i bambini non hanno nelle svariate situazioni.

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