Qual è il punto? A nostro avviso, non è (o non solo) la solita questione del “c’è gente con problemi veri”; le foto di Paola ci hanno piuttosto fatto riflettere sul fatto che in fondo non c’è nulla che possa impedirci di essere felici, se lo vogliamo veramente… Perché questa ragazza, che ha subito giovanissima due orribili operazioni e ora si ritrova disabile, sembra il ritratto della gioia di vivere. Certo, non sarà l’unica al mondo ad avere questa forza (basta fare un giro in un reparto di oncologia pediatrica…), ma il fatto che sia un personaggio pubblico, una modella, le permette di sfruttare la sua visibilità per fare del bene e ispirare le persone che stanno cercando di trovare questa stessa determinazione in mezzo alle difficoltà.
Ogni volta che sale sorridente in passerella, manda un messaggio potente a chiunque abbia subito un incidente simile al suo.
Paola non è la prima modella che ha ricominciato a sfilare dopo l’amputazione di una gamba; è successo qualche anno fa alla top Lauren Wasser. Il suo caso aveva fatto molto scalpore in quanto l’amputazione era stata necessaria dopo che Lauren era stata colpita da Toxic Shock Syndrome (TSS) scatenata da un assorbente interno!
Tuttora Lauren e la sua famiglia sono impegnate in una grossa causa contro l’azienda produttrice degli assorbenti
Questo accadeva nel 2012, ma quest’anno, la ora 28enne Lauren ha calcato le passerelle della New York Fashion Week ed ha posato per Nike nel catalogo natalizio di Nordstrom.
Se negli ultimi tempi sono salite alla ribalta storie di donne forti e coraggiose che rifiutano di incarnare i tipici cliché sull’invalidità, lo ha fatto anche un film, Me Before You con Emilia Clarke protagonista, che è oggi bersaglio di feroci critiche per gli “stereotipi disumanizzanti sulla disabilità” che veicola. L’intera premessa del film (e del libro da cui è tratto) è che una vita da disabile non è degna di essere vissuta, è un destino peggiore della morte – questo almeno secondo i suoi detrattori.
Anche Clio ha letto il libro e ci ha riferito di essere stata disturbata da questa concezione della disabilità.
Per gli stessi motivi, ai tempi era stato molto criticato il film Million Dollar Baby con Ilary Swank!
Qui trovate altri articoli su persone che hanno saputo trasformare un handicap in un mezzo per lanciare un messaggio potente e positivo.
1) LIZZIE VELASQUEZ, LA DONNA PIÙ BRUTTA DEL MONDO
2) LUCY, LA BEAUTY GURU CIECA CHE HA INCANTATO YOUTUBE
E vi ricordate l’iniziativa dei manichini disabili, “Nessuno è perfetto”?
3) MANICHINI DISABILI: NESSUNO É PERFETTO, AVVICINATEVI
Ragazze, abbiamo pensato di proporvi la storia di Paola Antonini perché secondo noi sono sono sempre situazioni che fanno riflettere, e come ha saputo ispirare migliaia di fan su Instagram chissà, forse riuscirà a toccare il cuore anche di qualcuna di voi :-)! Conoscevate già questa modella-guerriera? E Lauren Wasser? Avete letto il libro da cui è tratto il nuovo film di Emilia Clarke? Se sì, siete d’accordo che promuova uno stereotipo sbagliato? Aspettiamo i vostri commenti! Un saluto dal Team Clio!
Solo un appunto, non per critica ma per sottolineare ulteriormente un aspetto:
la ragazza – cazzutissima – non è che sia senza una gamba a causa di due orribili operazioni;
è senza gambe a causa di un orribile demente che guidava ubriaco, le operazioni le hanno salvato la vita.
Queste persone hanno veramente capacità eccezionali.
Sapete cosa? Questa ragazza é un esempio forza talmente grande e ha così tanta gioia di vivere che, a guardarla, nemmeno ci si fa caso alla sua protesi: ciò che si nota di piú é il suo luminosissimo sorriso. Chapeau.
Non posso che provare ammirazione per lei e tutte quelle persone come lei capaci di tirare fuori una tale forza interiore da riuscire ad andare avanti, e con un sorriso sulle labbra!, anche di fronte a difficoltà estreme. Io lo ammetto, non ce la farei, mi faccio prendere da sconforto e negatività anche nella quotidianità a volte, anche se in effetti avrei poco di cui lamentarmi. Applausi, applausi, applausi.
UNA VERA GUERRIERA! ! Penso ci sia molto da riflettere su ciò che è stata costretta suo malgrado a subire e a come ha deciso di reagire! Brava brava davvero!
Condivido tutto quello appena detto però vorrei solo fare una precisazione: credo ci sia una differenza abissale tra la sua disabilità e quella del personaggio in Million Dollar Baby. Io sono convinta che ogni vita vale la pena di essere vissuta però quando si è costretti a stare in un letto paralizzata dal collo in giù forse chiederei anche io di staccare la spina!
In tutto ciò, tanto di cappello per questa modella e speriamo possa essere d’esempio davvero per tutti!!
Buona giornata a tutte :*
Seguo il Blog da un po’ di tempo senza mai intervenire, questo articolo è molto bello ma, senza andare così lontano abbiamo anche in Italia alcuni esempi di forza, un esempio che la vita non si ferma anche se siamo senza arti, Beatrice Vio “Bebe” a causa della menngite ha subito l’amputazione di gambe e braccia http://foto.ilgazzettino.it/photogallery_img/MED/35/94/113594_20150928_107661_701.jpg, poi c’è Giusy Versace che qualche anno fa ha partecipato a Ballando con le stelle e, tante altre persone che nonostante la disabilità conducono una vita normale, felici di essere al mondo, il punto su cui bisogna riflettere “non c’è nulla che possa impedirci di essere felici, se lo vogliamo veramente…” questo deve entrare nella testa di ognuno di noi, senza bisogno di pensare a chi è stato sfortunato e ha saputo rialzarsi e vivere felicemente.
Ragazza magnifica, un esempio di gioia e voglia di rivalsa sulla vita spesso bastarda. Guardando le foto..noto la protesi dopo…spicca il suo sorrisone..come scrive qualcuna più sotto, traspare una gran forza e ciò non vuol dire che questa ragazza non abbia i suoi momenti tristi, di rabbia…di lacrime….perché ogni guerriero che si rispetti, cade..soffre e si rialza…e potrà cadere centinaia di volte e si rialzera’ ancora..perché è questo che fanno i guerrieri.
❤
Oi pensavo la stessa cosa, lo sai? (Parlo di Million dollar baby.) Anche per una decisione come la sua ci vuole molto coraggio.
E’ un film che amo molto, anche se non posso vederlo tutte queste volte perchè poi sto male per tre giorni.
Sono totalmente d’accordo con te. Un conto è potere riprendere in mano la propria vita e ricominciare a condurre un’esistenza normale, un conto accanirsi su una vita, che vita non è più. Non è prorpio inerente a questo post, ma ho fatto la stessa discussione pochi giorni fa con una ragazza. Martedì sera è morta mia nonna (94 anni, cataratta a entrambi gli occhi, sorda, quasi non più autonoma) e io ho commentato con un “meno male”. Ora, era mia nonna, è ovvio che le voglio e le ho voluto tanto bene, ma vedere una persona come lei, che è sempre stata di una forza incredibile, in un letto di ospedale a farsi la pipì addosso, boh, per me era una fitta al cuore ogni volta. Mia mamma ha deciso di firmare per portarla a casa, almeno è morta insieme alle sue figlie nel suo letto. Insomma, la ragazza non ti dico quante me ne ha dette!
Innanzitutto condoglianze a te e alla tua famiglia.
Credo che questa ragazza di cui ci parli abbia agito senza un briciolo di empatia… non mi sono mai trovata (fortunatamente) in una situazione come quella che hai vissuto tu, ma capisco benissimo quello che hai detto.
Io non ce la farei MAI. Mi piangerei addosso per il resto della mia vita. E non uscirei più per la vergogna della protesi. Già quando ho l’herpes mi sembra che tutti guardano solo quello. Ti rendi conto?
Esattamente come dici te: la ragazza – cazzutissima – è un esempio per tutti noi.
Vero. Ammiro e condivido l’amore per la vita che ha la ragazza del post, ma non riesco nemmeno ad immaginare come possa essere vivere in certe condizioni. Di sicuro non me la sento di giudicare chi, in determinate condizioni, non riesce a vedere la bellezza della vita.
a scuola, quando dovevamo disegnare dei bozzetti per degli abiti da realizzare che sarebbero stati scelti per una sfilata, ho disegnato un modello per le persone con protesi che fosse comodo ma di design, ed il figurino l’ ho disegnato con una protesi. l’ articolo mi ha fatto pensare a quest’ episodio.
Quanta forza, determinazione, voglia di vivere! Questa si che è una donna da cui prendere ispirazione!
Ciao a tutte! Ci sono persone che riescono a trovare una forza, un coraggio e una voglia di vivere incredibili! E io, che spesso mi lamento e mi piango addosso per cose molto meno gravi e serie, le ammiro molto.. e dovrei imparare molto da persone così! Grazie di questo post, un bacione!
Zuzi come sempre hai ragione , anch’ io come te quando ho qualcosa sul viso penso che guardino solo quello , lei è una ragazza con tripli attributi e per colpa di un idiota ubriaco è rimasta così … è un bell’ esempio da farci fermare un attimo a pensare . ( non dormire ne ) ti tengo sveglia ahah
Mah , il parlare senza connettere il cervello è cosa ormai d’ abitudine , molto probabilmente questa ragazza non ha mai provato certe cose e ha parlato tanto per parlare , comunque tante condoglianze carissima , un abbraccio .
Penso che le persone come questa ragazza abbiano una grande capacità di resilienza: http://www.mentesana.it/la-salute-mentale-othermenu-12/140-la-resilienza.html
Mi fai morire.
C’è la governante che mi ha vista e mi fa: “Zuzi. Ma hai fatto la notte?”
Grazie di questo post….evviva questi/queste guerriere!
Mi spiace..
Se ne accorta anche lei …ahah
Mi dispiace che tua nonna sia stata male, ti faccio le mie conoscenze.
Sai che c’è, a 94 anni trovo GIUSTO e NATURALE che una persona muoia nel suo letto, penso che sia anche più “umano”. Io in un ospedale ci lavoro ed è sempre tutto così asettico, spersonalizzato. Un momento così delicato come la morte di una persona è giusto che venga vissuto in intimità, nelle mura domestiche accanto ai propri cari. Capisco il tuo punto di vista e lo condivido. Anche mio nonno, ormai 4 anni fa è morto all’età di 90 anni ed ha voluto farlo a casa sua e nel suo letto (ormai un privilegio) noi abbiamo trovato giusto rispettare la sua scelta.
Ma che brava. Bisogna sempre pensare a che è meno fortunato di noi.
è successa la stessa cosa per mia nonna. anche io ho pensato che nonostante tutto era meglio così… aveva mille problemi a tutto e la cosa più scioccante era che di mente era lucida e vedersi così le ha provocato una grave depressione (e sfido chiunque a non avercela con simili condizioni di salute)…
Ecco!la penso proprio come te!
Un conto è perdere un arto o avere altre malattie gravemente invalidanti ma che con forza, tenacia, coraggio, gioia di vivere, pazienza e soprattutto due palle grandi quanto una casa, non ti impediscono di vivere.
Ma se io fossi inchiodata a un letto con la sola testa funzionante penso che desidererei morire. Sarò io debole ma lo vedo come una tortura…la natura sarebbe più Clemente e mi farebbe andare.
Delle volte credo che noi esseri umani perdiamo un tantino la misura.
Mi dispiace per la tua perdita, e capisco in pieno il tuo pensiero e i tuoi sentimenti. Da poco ho perso una nonna ammalata di alzheimer…QUELLA non è di certo vita degna di essere vissuta…piuttosto prigione dell’anima e sofferenza per il malato e per i parenti.
Quando è andata è stato molto triste ma al tempo stesso…giusto, solamente giusto..non saprei come altro definirlo.
Ciao Ragazze, credo che questo sia un argomento molto delicato, e quindi non voglio dilungarmi in retorica inutile, però un paio di cose ci terrei a dirle. Il messaggio trasmesso da questa ragazza è bellissimo e importantissimo, ed è giusto cambiare la nostra concezione di disabilità, o almeno di alcune forme di disabilità, sia per chi ne è affetto, che per chi la “guarda” dall’esterno. Invece di soffermarsi su sentimenti di pena, meglio soffermarsi sull’ammirazione o sulla consapevolezza che una persona non smette di essere una persona solo perchè, come in questo caso, ha una gamba in meno. Detto questo, ci terrei ad aggiungere che ci sono vari gradi di disabilità e, da studentessa di medicina, vi garantisco che una persona che è tetraplegica, o peggio ancora affetta da malattie degenerative che gli impediscono anche di parlare o di fare un sorriso, è un altro paio di maniche. Pensiamo al tetraplegismo, parliamo di persone che non possono alzare un braccio per fare una carezza a qualcuno (e non possono sentirla se viene fatta loro), devono essere imboccati, lavati (mettetevi nei panni di chi è costretto a farsi lavare le parti intime da qualcun altro), spostati, dipendono da altri per qualsiasi cosa. Per non parlare del fatto che la paralisi porta a tutta una serie di patologie secondarie che peggiorano ulteriormente la qualità di vita. C’è chi ha una forza interiore spaventosa e riesce a gestire tutto questo, c’è chi invece sente di perdere la propria dignità in queste condizioni, ricordiamocelo.
E’ bello essere positivi, celebrare l’amore per la vita e ricordare a noi stessi e agli altri che si può sempre andare avanti, ma non si può negare la drammaticità di certe situazioni solo per esorcizzare la paura e la consapevolezza che esistono cose spaventose. Non bisogna estremizzare nè l’una nè l’altra concezione, bisognerebbe avere una visione positiva ma anche concreta ed obiettiva della realtà. Almeno io la penso così.
Un bellissimo articolo, grazie davvero, non conoscevo questa ragazza! Un esempio per tutte noi. Però è molto ingiusto paragonarla a casi di tetraplegia gravi come la storia di Me Before You. E’ facile non lasciarsi definire da una disabilità quando ti permette ancora di avere una vera vita, autonoma, attiva, dinamica. Ma si può davvero criticare chi si trova in un caso ben più grave e decide di prendere una strada diversa? Non è, in fondo, pur sempre un modo di non lasciarsi definire da una disabilità? Un modo per prendere in mano la propria vita? Io ho amato quel libro e mi ha fatto pensare tantissimo. Non senza qualche lacrima 🙂
lo credo anche io.. conosco un signore che ha avuto un attacco di ictus ed ora la sua parte sinistra del corpo è completamente paralizzata, va avanti con un assistente (mio padre) si gode la vita come puo e perchè ha il denaro per viaggiare, ma non sarà mai contento.. gli serve aiuto per ogni cosa e non gli va giu..
mi spiace molto per la perdita..nel tuo caso avrei esclamato la stessa cosa, l’ unica nonna che mi è rimasta è una donnona forte, fa ancora tutto da sola per me è un esempio di forza anche con tutti gli acciacchi che ha e se mai dovrò vederla allettata che non potrà piu muoversi allora lascero che la natura faccia il suo corso e sarò contenta che finalmente si sentirà bene e di nuovo con il suo amore
Credo sia un argomento troppo delicato e complesso da trattare in un blog di cosmetica e bellezza…. Si rischia, come in questo caso, di trattarlo senza la dovuta conoscenza degli argomenti e quindi, con troppa superficialità. Mi piace questo blog e lo seguo tutti i giorni, e apprezzo tanto il lavoro che fate, si vede il vostro impegno, ma x me con questo articolo avete un po’ “toppato” stavolta….
Esatto, inutile accanirsi quando i soldi e le energie della sanità possono essere rivolti a qualcuno che può avere un futuro!
Anche la mia nonna aveva la mente ancora lucida, e si vergognava come una matta della sua situazione… Poverine☹️
Infatti, a 94 anni chiunque ha fatto il proprio corso ed è fisiologico che ci sia una fine. E anche io vorrei morire nel mio letto.
Grazie mille gabry, un abbraccio a te
Parto dal presupposto che conosco quello di cui sto parlando perché la mia migliore amica è disabile.
Secondo me non c’entra solo il fatto di accettare la disabilità ma anche dell’ambiente. Se un disabile vive in un posto dove fa fatica a vivere (parlo per esperienza: certe città bellissime, per esempio Firenze, sono impraticabili per una carrozzina) non si sente invogliato a vivere appieno viste le evidenti difficoltà; ma se c’è un nucleo familiare e un gruppo di amici che danno un supporto positivo non è così difficile accettare una disabilità, soprattutto se come quella delle due modelle cioè ”arrivata” dopo una vita da normodotati.
L’accettazione è un problema importante, quasi essenziale, e credo vada favorita e non impedita.
Concordo appieno 🙂
Anche la mia nonna era forte, lucida e autonoma fino quasi alla fine. Purtroppo vederla e vedersi così era terribile per tutti. Comunque certo che c’è differenza, era per dire appunto che la ragazza per quanto sfortunata sia stata ha trovato la forza di lottare e adesso ha ancora tutta la vita davanti, quindi ogni sforzo valeva la pena di essere fatto.
Più che altro credo che ultimamente le persone abbiano una visione del mondo molto egoistica. Io penso che a 94 anni sia giusto e fisiologico che una persona lasci questo mondo, soprattutto se vive una vita terribile, con la lucidità di capire cosa le sta accadendo. Penso che anziché accanirci a tenere in vita persone così, che anche se superano la bronchite poi si prendono la polmonite, dovremmo concentrarci e spendere energie per persone che davvero possono salvarsi!
ma si infatti 🙂
Ho letto tutti i commenti e sono d’accordo con quello che si è scritto…condoglianze a Elenaelle per la perdita della nonna. Anch’io come tante di voi penso che ci sia disabilità e disabilità questo è un esempio su tanti di come si possa rinascere a causa di un incidente dovuto all’assoluto non rispetto per la vita propria e degli altri quando ci si mette alla guida ubriachi!!!! Diverso è quando, anche in seguito ad un incidente ci si risveglia inchiodato ad un letto o quando si nasce con una grave disabilità. Quindi l’unica conclusione a cui posso arrivare è: “…non c’è nulla che possa impedirci di essere felici, se lo vogliamo veramente…” non è sempre fattibile e neanche sperabile. Grazie e ciao a tutte.
Anche io ho ”criticato” ogni tanto la superficialità con la quale certi argomenti spinosi e delicati venivano affrontati. Ma proprio stavolta non mi sembra che le ragazze del team siano state indelicate o superficiali. Anzi, ho apprezzato il fatto di voler lanciare un messaggio positivo senza però addentrarsi in questioni mediche/tecniche/psicologiche ecc che a loro non competono. Giusto per farci conoscere questa bella e forte guerriera 🙂 Lei è un esempio, una tra i tanti purtroppo, poi io per prima per esperienza (non personalissima) so bene che non è tutto così facile, e che non tutti riescono a vivere come se niente fosse dopo che non si è più la persona che si era, a seguito di incidenti o altro. Però, è bello vedere che c’è chi si accetta e non si arrende nonostante tutto. È un messaggio positivo soprattutto per coloro che non riescono ad accettarsi, secondo me!
Parole sante! 🙂 A ognuno la possibilità di scelta, senza giudizi da parte di chi non sa e non vive quelle condizioni
…che ragazza straordinaria <3 <3 l'ammiro moltissimo <3 !
Più che per la disabilità credo che Million Dollar Baby avesse fatto parlare di sé per il tema dell’eutanasia…
Comunque bellissimo post, questa ragazza è d’ispirazione!
Io invece credo che sia giusto che si parli di certi argomenti anche senza affrontarli troppo in profondità, basta mantenere delicatezza e rispetto. È sempre un’ occasione per una riflessione personale o semplicemente per conoscere qualcosa di nuovo! 🙂
No Zuzi, io invece credo che ce la faresti anche tu. Da ciò che scrivi, come lo scrivi, sento la tua voglia di vita. Staresti a pezzi per giorni, settimane, mesi forse ma poi ti rialzeresti e inizieresti di nuovo a vivere. Anche solo per tua figlia. O semplicemente per te stessa. Penso, spero che in certe terribili situazioni si sappia trovare, in fondo nascosta da qualche parte in noi, la forza di farlo.
Caspita. Ti ringrazio. Davvero.
Credo che questa ragazza(molto coraggiosa e vitale)trovi un gran conforto nei social e nel fatto che viene seguita e può essere di esempio agli altri…Uno dei rari casi in cui considero i social utili.E’ giusto non mascherare le protesi e non vergognarsene perché chi non ha subito queste disgrazie tende a non voler vedere certe cose,a girare il viso dall’altra parte,a far finta che queste persone non esistano.
Detto questo,credo che certi argomenti meriterebbero di essere approfonditi molto,molto di più(soprattutto perché si è citato il caso di million dollar baby e dell’altro libro),per cui eviterei di affrontarli in così poco spazio.
Concordo.
Grazie mille Paola per questa segnalazione di un’altra “guerriera”!
Ottima osservazione! È anche importantissimo anche l’ambiente in cui una persona con disabilità si trova a vivere! Un bacio!
:-*
Ciao TeamClio, non so che dire! Incredibile la forza della modella!
Condoglianze!
Non riesco a capire come si può equiparare il disabile che perde una gamba, ma come ci dimostrano queste ragazze coraggiose possono fare tutto ciò che vogliono e il personaggio di milion dollar baby, che rimane in stato quasi vegetativo con tubi in ogni orifizio alimentata da una flebo con piaghe che non ci possiamo nemmeno immaginare in attesa di una morte lenta per il disfacimento e il blocco dei suoi organi interni. Queste ragazze per me sono forti e coraggiose ma per favore non equiparate tutte le disabilità.
Esatto! ognuno ha il diritto alla sua ma chi dice ciò di Me Before You significa che non ha letto davvero il libro! sono due situazioni e due punti di vista completamente diversi, e nel libro viene affrontato il come ci si riprende da queste situazioni, questa ragazza già si è ripresa!
Grazie a te per l’ottimo blog, per gli ottimi consigli che dai.
PS: la pelle de viso ti ringrazia… il portafoglio meno 😉
L’amputazione è la mia paura peggiore.
Poi, magari come è successo un po’ a tutti, potremmo stupirci di noi stessi anche in un evento tanto brutto dando prova di insospettate skills.
Ma spero di non doverlo mai scoprire.
Quanto hai ragione!