Ciao a tutte!
In questo post oggi parleremo di un capo d’abbigliamento che ha letteralmente segnato il secolo scorso, entrando a far parte della storia degli Stati Uniti d’America e di quella di tutto il mondo: stiamo parlando del tailleur rosa Chanel di Jackie Kennedy!
Questo famosissimo tailleur a doppio petto, rosa con colletto blu e cappellino a tamburello in coordinato, è diventato l’emblema non solo dell’assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy, ma anche della fiera resistenza della moglie Jackie, che l’ha indossato ancora sporco di sangue durante il giuramento del successore Johnson, oltre che dei cambiamenti sociali che la moda dell’epoca stava cominciando a riflettere.
Siete curiose di scoprire cosa si cela dietro ad un “semplice” tailleur rosa Chanel? Allora potete conoscere tutti gli interessanti retroscena leggendo il post ;-)!
IL TAILLEUR ROSA CHANEL: CHIC, DINAMICO E DI CLASSE
Il tailleur indossato dalla first lady il 22 novembre del 1963 era un simbolo della borghesia chic secondo cui una donna, indossandolo, poteva dimostrare di essere indipendente, di classe ed intelligente, messaggio a cui la stilista Gabrielle “Coco” Chanel teneva molto e che cercava di comunicare il più possibile con i suoi abiti.
Credits: edesseredonna.it
Già dagli anni ’20 e ’30 i vestiti creati da Chanel avevano il merito di dare alle donne, per la prima volta nella storia della moda, quella comodità che, in precedenza, era prerogativa esclusiva degli uomini. Ma è a partire dagli anni ’50 che Chanel, tornata alla ribalta dopo un temporaneo ritiro dalle scene modaiole, si è ribellata al revival della moda costrittiva dell’epoca portando in auge, all’età di ben 71 anni, il tailleur: comodo, versatile e adatto ad ogni tipo di occasione, il tailleur era il must have di ogni donna che voleva vestirsi con stile e praticità.
Credits: vogue.it
JACKIE KENNEDY E L’AMORE PER LA MODA FRANCESE
Jacqueline “Jackie” Kennedy ha sin da subito accolto e abbracciato gli ideali e lo stile della moda di Chanel, al punto da far ricevere al marito, durante la campagna elettorale del 1960, diverse critiche rivolte alla sua devozione nei confronti della moda francese d’alto costo, che la accusavano di non sostenere l’economia americana preferendo indossare vestiti europei.
Credits: technologytell.com
Tuttavia lo charme e il carisma della first lady non solo conquistarono l’America, ma anche il resto del mondo, al punto da permetterle di indossare qualunque cosa volesse senza più ricevere alcun tipo di rimprovero. A colpi di sorrisi, diplomazia e charme la first lady fu così libera di indossare vestiti realizzati sia in America che in Francia.
Credits: reddit.com
La maison di provenienza del famosissimo tailleur però è stata oggetto di discussione perché, sebbene molti sostengano che fosse di Chanel, altri dicono che fosse una creazione adattata appositamente per la first lady dalla boutique Chez Ninon, per la precisione una copia approvata dalla maison Chanel stessa ma con modifiche e aggiunte capaci di adattarsi al meglio alla first Lady. Tuttavia, lo stile francese è sempre stato una certezza per quanto riguarda questo tailleur, ricercato e ammiratissimo da Jackie Kennedy.
Credits: theladyinwaiting.org
UN CAPO DI IMPORTANZA STORICA E IL “ROSA FIRST LADY”
L’iconico tailleur indossato da Jackie Kennedy non ha fatto parlare di sé solo dopo l’assassinio di Dallas, ma anche prima, soprattutto per il suo colore: per quanto infatti ormai oggi come oggi il rosa sia un colore a cui si è in generale molto abituati, negli anni ’50 il rosa era una novità nella moda, ed era associato specialmente alla first lady che aveva preceduto Jackie alla casa bianca, ossia Mamie Eisenhower, così appassionata di questo colore da farlo ribattezzare dagli storici “Rosa Mamie” e dall’opinione pubblica “Rosa First Lady”.
Mamie Eisenhowes e il Rosa First Lady. Credits: realtor.com
In questo modo il colore rosa e ciò che simboleggiava il tailleur di Chanel (libertà, indipendenza e dinamismo) crearono un connubio tra tradizione e innovazione che si adattava perfettamente a Jackie Kennedy, che con la sua bellezza non convenzionale ed il suo fascino ha incantato il mondo.
Ma quanto mi piacciono questi post “storici”… ma proprio tanto…
Brave. Post bellissimo e colto.
“Il tailleur indossato dalla first lady il 22 novembre del 1963 era un simbolo della borghesia chic secondo cui una donna, indossandolo, poteva dimostrare di essere indipendente […]”
Fino a qualche mese fa, se avessi letto una frase del genere ci avrei anche creduto… Ma da quando una mia amica, che studia moda, mi ha raccontato la storia di Coco Chanel (come è nato il suo personaggio, come l’ha costruito, il suo brand, etc.), ho le idee un po’ diverse rispetto a prima. Tutta la sua carriera è più o meno incentrata sui partner che avuto (e ne ha avuti!) e quasi ognuno di loro le è stato utile per qualcosa (che sia un’ispirazione o anche un investimento finanziario).
Ad es., già agli esordi (parliamo degli inizi del ‘900) Chanel ebbe la “fortuna” di farsi finanziare un suo lavoro da Boy Capel, il suo vero e primo amante. Non solo, lui mise anche i soldi a disposizione per farle aprire la sua boutique al 31 Rue Cambon e, qualche anno dopo, Capel aprì per Chanel un nuovo negozio nella località balneare di Deuvillea. Se pensate che su Wikipedia trovate scritto “Capel fu per Chanel non solo un amante, ma anche il suo finanziatore”, mi sa che non sono una pazza che parla a vanvera lol.
E dopo Boy (dal quale, credo, prende il nome una delle ultime borse di Chanel, la “Boy Bag”) ce ne sono stati così tanti di uomini che quando la mia amica mi ha raccontato la sua storia, ho pensato “ah però, Coco!”. In un breve riassunto, tra le sue varie relazioni possiamo ricordare…
– il duca di Westminster, Hugh Richard Arthur Grosvenor (1925) che fece nascere in Chanel l’interesse per il tweed scozzese e sempre lui che le permise di essere invitata negli Stati Uniti dove ebbe la chance di realizzare abiti per i film;
– il Granduca Dmitrij Pavlovic, cugino dello zar Nicola II (anni ’20) che presentò a Chanel il profumiere Ernest Beaux, grazie al quale ad oggi ancora abbiamo il classico e famoso “Chanel N°5”;
La lista prosegue, ma è solo per dare un’idea. Che Coco Chanel fosse la Taylor Swift dei tempi nostri? (Per chi non lo sapesse, la Swift si è fatta una carriera scrivendo canzoni tutte riguardanti i suoi TANTI ex – googlateli). Questo non lo so e non spetta a me dirlo. Ciò che so, è che qualora rileggessi “Chanel” e “indipendente” nella stessa frase, sarò la prima a non crederci e a smentire la notizia. Chanel sarà tante cose per me (classica, smart, raffinata), ma indipendente no.
Avere finanziatori o trovare ispirazione dal proprio vissuto in che modo rende una persona non indipendente?
Per altro, se non è indipendente una donna povera che, senza sposarsi, all’inizio ‘900 riesce a creare dal nulla un impero… Mah.
Interessante! Mi sa che non lo sapevo 🙂
Comunque da quel che ho capito il Team intendeva che chi indossava i tailleur Chanel si sentisse indipendente. Non che Chanel fosse indipendente.
Comunque ha fatto bene. Solo io sono una scema single. :’D
Ciao TeamClio, bellissimo post!!! C’è un solo problema: ora vorrei un tailleur rosa!!! *-*
Stupendo post!!!!
Se i tuoi finanziatori sono, guarda caso, sempre gli amanti che cambi periodicamente ogni 2-3 anni, e il tuo vissuto è quello di una che io definirei una mistress, beh… proprio dal “nulla” non hai creato un impero. Hai saputo giocarti delle buone carte (e per questo, tanto di chapeau) ma definirti donna “indipendente” anche no. Magari una volta creato l’impero, è diventata indipendente (e grazie…), ma dire che Chanel si è costruita un nome un brand da donna indipendente è una barzelletta – e parla una a cui Chanel, come stilista, piace.
Piccolo pezzo importante che ho dimenticato di aggiungere è che, prim’ancora di conoscere Boy Capel, Chanel era la piccola mistress di uno dei suoi amici, Etienne Balsan, noto protagonista del “bel mondo parigino”. E non sono io a chiamarla mistress, girati un po’ google o leggi qualche libro inerente.
“At Moulins, Chanel met the young French ex-cavalry officer and the wealthy textile heir Étienne Balsan. At the age of twenty-three, Chanel became Balsan’s mistress, supplanting the courtesan Émilienne d’Alençon as his new favorite.
For the next three years, she lived with him in his château Royallieu
near Compiègne, an area known for its wooded equestrian paths and the
hunting life.
It was a life style of self-indulgence; Balsan’s wealth and leisure
allowed the cultivation of a social set who reveled in partying and the
gratification of human appetites, with all the implied accompanying
decadence; Balsan lavished Chanel with the beauties of “the rich
life”—diamonds, dresses, and pearls.”
Credi davvero che Coco Chanel sarebbe stata in grado di costruire “un impero dal nulla” se avesse avuto qualche relazione con un bottegaio o, non so… un fruttivendolo? Come mai tutti questi amanti vestono, casualmente, delle cariche importanti e, sempre casualmente, tutti finiscono col finanziare i suoi lavori? Chanel c’aveva poco e niente, e per costruire quel che si è “costruita” ha dovuto fare quella che, al giorno d’oggi, verrebbe definita una poco di buono. O un’arrampicatrice sociale. Nei libri la definiscono una mistress, forse questa è la definizione più corretta. Per una che ha letto il libro di Coco Chanel, una donna così non la definirei mai una donna indipendente, poi non so te…
Sì, ma lei ha fatto benissimo, tanto di chapeau! Se però vogliamo dire esattamente come è riuscita a costruirsi un nome, beh, diciamolo… 🙂
Sono d’accordo! Al massimo la si può tacciare di cinismo e opportunismo ma certamente non si può dire che non fosse indipendente o che qualunque scelta abbia fatto, per quanto potesse essere discutibile, non fosse mirata ad ottenerla.
Bellissimo questo post ragazze complimenti! L’ho apprezzato soprattutto perché non ero a conoscenza di tutti i retroscena e quindi mi ha fatto molto piacere!
E invece è indipendente proprio perchè ha avuto il cinismo di gestire le proprie conoscenze e le proprie relazioni in un modo che le fosse utile per perseguire e raggiungere un obiettivo. Non è stata una mistress perchè voleva essere mantenuta negli agi, ma lo è stata per poter costruire qualcosa che in quel periodo, in quanto donna, non le sarebbe stato altrimenti concesso di costruire.
Non è stata sottomessa ad altri bensì padrona delle proprie scelte (anche e soprattutto nello scegliere a chi accompagnarsi) in un’epoca in cui una donna senza un marito non valeva poi molto e di certo non era ben vista se desiderava lavorare. Figuriamoci creare e dirigere un’attività…
EDIT: aggiungo solo che guardare con gli occhi di oggi a scelte di vita avvenute oltre un secolo fa, in un contesto sociale e culturale profondamente differenti (soprattutto per quanto riguarda la condizione femminile e l’accesso che le donne avevano al mondo del lavoro e alle posizioni che contano), rischia di portare a grossolani errori di valutazione.
Mi sa che abbiamo concetti diversi di donna indipendente. Se moralmente non ti piace che abbia usato le sue relazioni per costruire il suo impero quello è un altro discorso, ma non vedo il nesso con l’indipendenza che per me è altro. Se avesse voluto avrebbe quindi potuto fare la mantenuta finchè durava e mettersi da parte i soldi per la vecchiaia, ma non lo ha fatto. Considerando poi l’epoca in cui viveva e le possibilità che avevano le donne di fare strada, io se vuoi la definisco opportunista, poco di buono la definisci tu.
Sì, okay tutto ciò che hai detto dell’epoca, sarà anche vero… ma io non giustificherei mai un’azione solo perchè “le circostanze non la rendevano possibile”. Quindi perchè viveva in quegli anni, era una donna, tra l’altro povera, e senza marito, è giusto che abbia fatto la mistress a destra e sinistra per costruire un impero che, in altri modi, non avrebbe costruito diversamente e per questo la definamo INDIPENDENTE? E ripeto, mistress non sono io a chiamarla, ma è scritto in diversi articoli web e libri. E a casa mia, che lo fai per essere mantenuta o per costruirti un brand, non ha differenza. Sempre mistress rimani. E ribadisco che non sto criticando ciò che ha fatto, anzi, ti ripeto che ha fatto bene! Ma una donna che veniva dal nulla e che ha saputo sfruttare le circostanze, le situazioni di convenienza, incluso i suoi amanti/finanziatori, più che indipendente io la definirei furba… sveglia.
Siamo tutte indipendenti con i soldi degli altri…
Mi spieghi cosa cambia? Che io frequenti x uomini privilegiati grazie ai quali riesco ad avviare un’attività, o che li frequenti per poi mettermi da parte i loro soldi per la vecchiaia, sempre li sto usando, e sempre non potrei definirmi indipendente. Una donna che si fa dare da diversi uomini soldi, giri di conoscenze, agganci e altro, è indipendente? E’ furba. E’ una persona sveglia. Ma per me l’indipendenza è altro.
Se Coco Chanel fosse stata in grado di fare tutto ciò che ha fatto senza l’aiuto dei suoi amanti, allora l’avrei chiamata indipendente. Perchè il frutto del lavoro sarebbe dipeso da lei, non dal duca x, o dal cavaliere y.
Continui a valutare con il tuo metro di giudizio del 2016 scelte di vita maturate oltre un secolo fa. Ed è profondamente errato.
Il mio metro di giudizio è lo stesso di 10 anni fa, comunque sì, concordo che il gap temporale può giocare un fattore importante qui…
Se avesse fatto ciò che ha fatto senza i suoi amanti, non sarebbe stata una donna indipendente, ma una donna in grado di fare miracoli in una società dove spesso le donne non avevano molti diritti in ambito sociale, politico ed economico e dove spesso l’accesso al mondo del lavoro era vietato o largamente ostacolato persino per i lavori più umili, figuriamoci per aprire un’attività propria e dirigerla senza un marito.
Continuo a ritenerla una persona furba e sveglia, ma non indipendente. Può darsi che il suo tempo non le permetteva di essere indipendente, quindi perchè definirla così ad ogni modo…
La determinazione e l’indipendenza sono due cose diverse, ma amen…
Quindi allora un uomo che si crei un giro di amicizie per far partire e prosperare la sua attività imprenditoriale per te non è indipendente? Ma perfavore
Però considera che a quei tempi una donna, soprattutto se nasceva povera, non aveva tanta scelta. Era normale che le ragazze non studiassero, quindi potevano sposarsi, fare figli e rimanere subordinate al marito per tutta la vita, oppure avere degli amanti, che era comunque una scelta non facile perché mal vista dalla società. Certo Coco Chanel avrà avuto denaro, contatti e ispirazioni da questi uomini, ma ha saputo gestirli bene.
Esatto.
Noi oggi abbiamo la libertà di vivere da sole, di lavorare, di votare, di creare un’azienda e di ottenere prestiti e finanziamenti pubblici (ci sono specifici bandi per l’imprenditoria femminile) e privati.
A quanto di questo poteva accedere Coco Chanel ai suoi tempi?
Ribadisco che la sua indipendenza è stata proprio nel riuscire a decidere per sè stessa e per la propria azienda senza vincolarsi nè sottomettersi a nessuno. E’ stata parte attiva e non passiva sia nel lavoro che nelle relazioni personali/sentimentali in un periodo dove non erano cose così scontate per le donne, soprattutto se povere.
Per altro, sospenderei anche il giudizio morale (che nel tuo caso percepisco negativo): come possiamo sapere se abbia circuito o meno i propri amanti? O se li abbia realmente amati, indipendentemente dall’aspetto economico?
Quelle di Coco non erano “amicizie”. Inizia ad essere la mistress di Balsan, e dopo 2-3 anni, lui stesso le presenta Boy Capel e Chanel finisce col mettersi insieme. Di uno era la mistress, dell’altro ha ricevuto finanziamenti per aprirsi negozi e avviarsi un’attività.
Ditemi ciò che volete, ma lei indipendente non ce la chiamo.
Ma poi questi uomini non saranno mica stati tutti fessi, saranno stati in grado di capire se era amore o interesse.
Quindi per te il problema è solo il sesso. Pensala come ti pare. Per me una donna è indipendente se decide da sola come vivere la propria vita, a chi la da direi che sono fatti suoi
Nei miei commenti forse non si capisce tanto, ma io non la sto condannando, nè criticando per ciò che ha fatto. Lei è stata bravissima, per l’epoca in cui viveva, a creare ciò che ha creato. Ma il modo in cui l’ha fatto, seppur giustificabile e apprezzabile, fa si che io non possa vederla come una donna indipendente, ma come una donna furba e sveglia.
Ci sono i libri… ti consiglio di leggerli, poi ne riparliamo.
E diciamolo: l’ha data via come il pane. E allora? Chi siamo noi per giudicare, peraltro in un’epoca completamente diversa?
Concordo con @Ricciolineri:disqus e aggiungo che anche poter decidere autonomamente a chi darla è indipendenza…
Poi però le stesse persone condannano Belen per come si è costruita un nome…
Beh, senza dubbio lei ha saputo darla bene alle persone giuste…
Le stesse persone chi, scusa? Io non condanno Belen. Ha fatto del suo corpo e del suo viso un marchio e buon per lei. Penso che sarà meno duraturo dell’impero creato da Coco, ma in ogni caso di certo non la condanno 😀
Hold on, io non sto giudicando. Sto dicendo che Coco Chanel, per ME, non è simbolo di donna indipendente. Il suo tempo non glielo permetteva? Amen, non dobbiamo chiarmarla donna indipendente per forza. O almeno, io non ce la chiamo così.
Si tratta di dichiarazioni sue o dei suoi amanti? Perchè, altrimenti, si tratta di ricostruzioni fatte da altri che, per quanto possano essere accurate nel raccontare lo svolgimento dei fatti, dubito possano riportare fedelmente e senza errore un sentire tanto intimo e personale come può essere la reale natura dei sentimenti che la legavano ai suoi amanti.
Questo lo presumi tu.
Non mi riferivo a te nello specifico, ma mi è capitato più volte di vedere una persona giustificare un personaggio e condannarne un altro seppur l’oggetto della discussione fosse più o meno simile…
Personalmente non apprezzo la Rodriguez perché trovo che non abbia né arte né parte, con chi va a letto non mi interessa. Coco Chanel ha avuto l’intelligenza di creare un impero.
Non discutevo il frutto del loro lavoro, ma il metodo… del lavoro. E’ ovvio che Chanel e Belen per ciò che hanno creato non sono minimamente comparabili.
Che si trattasse di un “sentire tanto intimo e personale come può essere la reale natura dei sentimenti che la legavano ai suoi amanti” lo presumi tu, o te l’ha confidato Coco?
LOL, per favore… L’indipendenza femminile sarà anche evoluta negli anni, la coglionaggine maschile è la stessa.
Ma chi se ne frega! Anche se fosse andata con tutti per soldi o per ottenere un vantaggio per me non vuol dire nulla rispetto alla materia del contendere. Non è in gara per per Miss santarellina dell’anno, ma tu dici che non è stata una donna indipendente e l’unica cosa che sai addurre a pretesto è che l’ha fatto con i soldi dei suoi amanti. Non con i soldi di altri, perchè per tua stessa ammissione quando ti ho fatto l’esempio dell’uomo andava bene, no? Un imprenditore, a meno che non sia ricco di famiglia, fa sempre soldi con i soldi degli altri, si chiamano finanziatori apposta. No l’unico problema è che se li è finanziati con la sua vagina, l’unico bene oltre all’intelligenza, di cui evidentemente disponeva. Basta questo per far sì che non sia una donna indipendente? Per te sì e per me no. Finiamola qui.
Tu sai per quale motivo io vado a letto con un uomo? Se sì, complimenti per la telepatia.
Alla faccia che non stai giudicando 😀
Se ci vai a letto e magicamente lui ti finanzia vari lavori, mi faccio un pensiero.
Se poi vai a letto con un altro uomo, sempre dello stesso livello sociale o persino più alto e, non so, ti permette di aprirti x negozi in x città, mi faccio un altro pensiero.
Dopo x uomini che ti porti a letto, e x vantaggi che ricevi, il mio pensiero diventa una conferma e della telepatia non so che farmene. #nooffensebut
Magari a te frega, io sto esprimendo ciò che penso, e quel che penso è che per ME Coco Chanel non è simbolo d’indipendenza. La pensi diversamente? A me sta bene…
Concordo con te! Stavo leggendo i commenti e non avendo niente da dire al riguardo, me ne sono rimasta zitta.
Ma appena ho letto Belen.. mi è scattata una lampadina, giusto perchè stavo pensando proprio a lei. Non sarebbe stata Belen se non si fosse fatta conoscere per le sue love story (insulse, ma questo è un parere mio)… e possiamo citarne un’infinità. La Gregoracci, che se non andava con Briatore, sarebbe stata una ragazza come tante, oppure ultimo esempio poi chiudo, Anna Falchi. Avrebbe sposato Mr. Ricucci se al posto di fare lady finanza avesse fatto la casalinga disperata con un operario della Fiat a pochi euro al mese? Penso proprio di no!
Oppure sono io a pensare sempre male?
Ma no daiii Ila. Chloe non la sta giudicando, a mio parere, ha solo espresso il suo pensiero. Io ho letto tutto così, in buonissima fede!
Che poi io possa essere d’accordo con Chloe .. quello si. E’ vero. In parte la penso esattamente come lei.
Ma anche la De Filippi, se vogliamo… Non l’avrà data a destra e sinistra, nè avrà mai fatto la mistress (credo), ma vogliamo dire che si è messa con Costanzo per amore? Dai, siamo serie…
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Ah, dai, qualcuna che mi ha capita allora c’è… 🙂
Assolutamente no! Infatti io concordo in pieno con il tuo discorso… Come ti scrivevo potremmo stare qui fino a domani mattina ad elencare i nomi di COTANTO amore…. infinito amore…. immenso amore….
Certo.. come no!
Eccome……:-)
Siamo tutte indipendenti con il potere, i soldi, le influenze, le conoscenze e gli agganci degli altri…
Domattina mi metto col duca di Babilonia (non esisterà neanche ma amen), mi faccio finanziare qualche lavoretto, mi avvio un’attività, e se ho culo come Chanel (in entrambi i sensi, potrei aggiungere) la gente dirà che ho costruito un impero da donna indipendente. Oh, mica male… quasi quasi…
Oh bè, le ha dato della poco di buono in mille modi diversi. Se così voi non state giudicando non vorrei proprio essere presente quando giudicate 😉
Ma onestamente… tu, che sei molto più giovane di me (perchè ho letto in altri post che ti sei appena laureata), andresti mai insieme a uno come Briatore che guadagna due lire? Quanta ipocrisia!
Visto che mi hai invitato a leggere e informarmi, l’ho fatto.
Pensa un po’ che ho scoperto che Coco Chanel era talmente poco indipendente che nel 1916 o 1918 (le fonti non sono chiare sull’anno esatto) restituì al suo amante/finanziatore Capel tutti i soldi che lui le aveva dato per avviare l’attività.
Wow quindi la tua linea di ragionamento è che Chanel non è una donna indipendente perchè ha avviato un’attività grazie a un prestito di soldi ricevuto da un adulto consenziente.
Il dio soldo comanda sempre… ma sempre….
L’hanno capito in tante nel 2016, l’aveva già capito Coco nel 1900. Quindi oltre ad essere furba e sveglia, le aggiugo anche all’avanguardia…
Ti ripeto. Stiamo parlando di indipendenza o di motivazioni nelle relazioni? Non mi risulta che siano le stessa cosa. E comunque quei due sono sposati da non so neanche quanti anni e lui adesso non è più nessuno. Se ne potrebbe tranquillamente liberare se volesse
Guarda… Chanel ha iniziato il suo impero alla mia età… Domattina se mi va me ne trovo uno, due, dodici, ventisette, e me ne costruisco uno pure io… se poi fra 100 anni mi garantiscono che passerò come donna indipendente e non come una mistress, ci metto la firma stasera!
Se ti fossi informata davvero, e non leggendo due frasi su Wikipedia, avresti saputo che quel prestito di soldi di Boy Capel è il 10% delle cose che Coco Chanel ha ricevuto dai suoi amanti. Sì, quello specifico investimento lo ha poi restituito, ma leggiti LA STORIA di Coco Chanel, poi se Clio rifà un post su di lei ne riparliamo…
Lol, e grazie… Dopo che ormai lo ha usato per anni per costruirsi un nome nella televisione, adesso “se ne potrebbe tranquillamente liberare se volesse”. Ma dai, sul serio fate?
Qua non si può esprimere un pensiero qualsiasi che tutte ad attaccare. Anche per me l’indipendenza non è quella di Coco ma quella ad esempio delle prime laureate negli stessi anni in cui viveva lei che studiavano facendo i lavori umili permessi dalla società!! O le attiviste che scendevano in piazza. Ognuno ha le sue eroine :))
Magari non avranno creato imperi come quelli di Chanel, ma di certo sono più vicine loro alla definizione di indipendenza rispetto a Coco Chanel (a mio avviso).
Comunque attaccata no, non mi ci sento… mi meraviglia solo un po’ il pensiero generale degli utenti. Ma non più di tanto, io vado sempre contro corrente quindi ha senso lol…
LA STORIA vuole che grazie ai suoi amanti abbia anche conosciuto persone che le hanno aperto delle opportunità lavorative importantissime (la creazione del profumo Chanel n. 5, le opportunità lavorative negli USA, ecc).
Ohibò, è quello che succede quotidianamente agli imprenditori anche oggi: grazie alle proprie conoscenze personali, o agli amici degli amici, creano nuove iniziative imprenditoriali.
E comunque stai iniziando a esporre ragionamenti circolari:
– prima il problema era che avesse ricevuto soldi dai propri amanti, ma ti ho dimostrato che li ha poi restituiti;
– poi il problema era che abbia sfruttato le conoscenze personali per avviare nuovi progetti, ma è quello che fa qualunque imprenditore che non voglia fallire ma che, al contrario, voglia accrescere la propria attività.
In tutto questo continui a porre l’accento sul fatto che abbia avuto molti amanti sottintendendo che ci sia per forza del marcio dietro.
Questo aspetto non incide in alcun modo sulla capacità imprenditoriale di chiccessia.
A questo punto ammetti che ti disturba la sua libertà sessuale e amen.
In questo caso, però, ti ricordo che la libertà sessuale è una delle componenti fondamentali dell’emancipazione e dell’indipendenza femminile perchè per una donna non c’è indipendenza e libertà più grandi di poter decidere liberamente se e con quale uomo stare – o non stare – indipendentemente dal fatto che ciò avvenga per amore o per interesse.
Bellissimo post, di quelli che ti lascia la voglia di andare in giro a documentarsi, a scoprirne di più.
Davvero davvero bello. Brave!
P.s. Che bello, ho di nuovo un pc, sono quasi commossa ç_ç
Ti stai facendo un grande flash mentale che, se è per me, puoi risparmiarti… tu non mi stai dimostrando nulla che io già non sapessi (quella che si è informata 5 min fa sei tu, non io) nè io devo “ammetterti” nulla.
I giri di conoscenze di un certo livello Coco Chanel se li sognava se non andava a letto con il duca di Westmister o “chicchessia”. Pensi che lo avrebbe incontrato per strata Ernest Beaux, se non fosse stato per il Granduca Dmitrij Pavlovic, cugino dello zar Nicola II?
E ripeto che io non ho nessun “problema” nei suoi confronti (continuo a leggere la parola “problema” nel tuo commento e mi vien da ridere, quindi è bene che chiarisca il punto). Per voi Coco Chanel è simbolo d’indipendenza? Amen, per me no.
Per me Chanel è stata un’abile e furba donna che, nell’epoca in cui ha vissuto, è stata in grado di creare ciò che in pochi hanno creato e a trasformarsi da Gabrielle a Coco. Il suo metodo di lavoro non lo elogio, ma nè lo condanno. Di certo il tempo in cui viveva non permetteva alle donne di poter essere indipendenti in maniera facile, o in nessun altro modo, ma questo non giustifica (per come sono io) il fatto che debba essere definita come donna indipendente. La ritengo furba, sveglia, all’avanguardia, ma non indipendente. La sua epoca non concedeva alle donne l’indipendenza? Ok, bene. Non significa che l’unico metodo possibile al raggiungimento dell’indipendanza, però, debba essere riconosciuto come giustificabile. Le giustifico ciò che ha fatto per il desiderio che aveva (= creare un impero, aprirsi un’attività nella moda, etc.), ma questo non ME (= a me) la fa vedere come donna indipendente. Questo è il succo del post. Come vedi io non ho nessun problema verso di lei, semplicemente non rientra nella mia definizione di donna indipendente. A te/voi sì? Mi sta bene…
ahahhaha. il concetto è perfetto ma ti faccio ridere ancora di più
l’emblema non è Briatore…ma BERLUSCONI!! Oltre gli 80 , lei mia coetanea anzi più giovane yeah
Si, guarda… lasciamo perdere. Qui sfioriamo lo schifo assoluto!
Ma è SICURAMENTE amore…. non trovi? 🙂
Bhe! chiamami come consulente. Qualcosa da fare lo si trova sempre….
Mi eviti di farmi il mazzo in una piccola azienda, con più oneri che onori e soprattutto senza orari, con uno stipendio fermo dal giorno dell’assunzione (20 anni fa). Solo e rigorosamente aumenti sindacali.
E’ una delle cose più vecchie del mondo……
Non sono d’accordo con te. Tieni presente che siamo dietro ad un PC e certe cose possono essere percepite in maniere diverse. Purtroppo non si possono sentire i toni di voce, ecco il limite del computer. Magari viso a viso il tutto sarebbe stato diverso! Magari sarebbe stata una discussione ancor più accesa, come magari si sarebbero placati gli animi immediatamente.. riuscendo ad esprimere tranquillamente le proprie opinioni!
Il fatto è che Belen di talento non è che ne abbia messo molto, ha messo parecchia immagine. E’ questo che è contestato, mica che sia stata fidanzata con qualcuno. Chanel c’ha messo tutt’altro talento. Mi pare che il paragone non ci azzecchi niente.
Non si parlava delle loro doti, ma dei mezzi che hanno utilizzato per creare la loro carriera (chi un brand, chi un personaggio), ovvero: gli uomini. E in questo non ci vedo nulla di indipendente, nè in Belen, nè in Coco.
Ciao cara Clio, ho appena visto il tuo video che parli del’estate. Mi hai commossa!!!
C’è tanto di me nelle tue parole e parlavi colma di emozioni che hai cercato di tenere sotto controllo.
Brava!!!!!
Chi ti ha ferito non sa cosa ci si prova se non sei 90/60/90….una norma che qualcuno ha stabilito. Un corpo non dice niente della persona interiore che sei.
Clio, sei unica e rimani così. Chi non ti apprezza non ti ha mai meritata.
Ti abbraccio forte forte.
Ciao
Anna dalla Germania/ Francoforte
Mi rispondi senza entrare nel merito delle questioni che ti propongo, bensì girandoci attorno. Contenta tu.
Certo però che è curioso accostare il concetto di “non giudicare qualcuno” a più o meno velate insinuazioni sul suo essere poco di buono.
Indipendente significa “che non dipende, che non è soggetto o subordinato ad altre persone o ad altre cose” e, in particolare, detto di una persona “che non dipende finanziariamente da altri, che non intende, nelle sue opinioni e decisioni, seguire il giudizio, l’autorità, il modo di vedere e di pensare altrui”.
Nulla nell’operato di Chanel cozza con tale definizione. Stabilito che ha preso in prestito e poi restituito i soldi necessari per l’inizio dell’attività, rendendosi quindi in pochi anni economicamente autosufficiente, in cosa non avrebbe avuto autonomia? A chi sarebbe stata assoggettata nelle proprie opinioni e decisioni?
Questo non l’hai ancora detto in tutti i post che hai scritto.
Ho detto “il paragone non ci azzecca” proprio per questo: tu confondevi doti e indipendenza nel paragonarle. E’ l’indipendenza che non c’entra nulla nel paragone, perché a Belen sono le doti contestate, mica l’indipendenza o meno.
Ma in un po’ tutta la discussione mi pare ci sia un po’ di confusione sul concetto di indipendenza. Non mi pare che Chanel abbia fatto la parassita, ma proprio per nulla.
Ma vabbè, non voglio riavviare la discussione, mi sembra che ci siano già abbastanza commenti in merito. Si vede che pensiamo a concetti diversi.
Ripeto che tu hai letto 2 frasi di Wikipedia e hai portato avanti il tuo pensiero, io ho letto il libro di Coco Chanel e mi sono fatta un’idea a 360°. Poi io ho già risposto come la penso al riguardo, non ho saltato nessuna domanda nè ci ho girato attorno. Ne stai facendo una questione più grande di quella che è, e stai risultando pesante (soprattutto con tutte quelle definizioni da vocabolario).
Per quanto abbia restituito il primo finanziamento, ci sono tante cose che Coco Chanel non ha potuto e non ha restituito e dalle quali è dipesa, come lo stile di vita dei suoi partner che non puoi comprarti dal giorno alla notte, ma che puoi semplicemente vivere se frequenti un certo tipo di persone – e Coco ha avuto relazioni solo con duca, cavalieri e personaggi dell’alta società; come i vari negozi che i suoi amanti le hanno comprato, sempre per avviare l’impresa e darle delle opportunità; ribadisco gli agganci con persone che lei non avrebbe minimamente avuto se non fosse stato, di nuovo, per i suoi partner, e dai quali, quindi, è dipesa – perchè niente relazione col duca di Westmister = niente incontro col tipo x che le propone l’affare x. E’ tutto un mix di cose che le hanno facilitato, e permesso, la creazione del suo impero. Non è un semplice “prestito di soldi che poi ha restituito”.
Ripeto, leggiti la storia completa di Coco Chanel, e avrai luce su vari punti che non conosci… poi se ti sei impuntata a volerla difendere a spada tratta, allora lascia stare. Ognuno capisce quel che vuole capire. Se i miei commenti sono stati fraintesi, mi correggo, e ribadisco che non l’ho giudicata (sono davvero l’ultima che giudica gli altri, vado avanti col vivi e lascia vivere), ritengo semplicemente che Coco Chanel non rientri nella MIA definizione di donna indipendente. Tutto qui.
Si, è vero… ci sono tanti commenti…
Ti pensavo giusto ieri.
A come fare per ritrovarti. Come state?
Lo sai che ora abbiamo una gattina pure noi?
parlando di capi chanel,questo marchio lo trovo sempre particolare e raffinato,mio marito lavora in una ditta dove chanel fa tessere dei tessuti da loro,e devo dire che sono favolosi,dei disegni,delle cose molto belle,e ovvimente x me inaccessibili nonostante a parigi lui sia andato in un negozio invitato e la direttrice le ha anche detto se tornate ecco il mio biglietto da visita così vi faccio lo sconto…seee….tanto sarà sempre super inaccessibile lo stesso
Per me l’indipendenza è il risultato e può non coincidere con i mezzi utilizzati per raggiungerlo.
Anni affascinanti……grazie del post!
Sì sì infatti il tuo commento era interessante! 🙂
Che peccato che alcune persone parlino spesso a vanvera…mi appoggiò al tuo commento.
Bellissimo articolo che classe Jackie
Io avevo visto il film con Audrey Tautou, espone la vita Chanel in modo corretto, magari infiocchettandola un po’?
Non l’ho mai visto quindi non saprei dirti… Io parlo per ció che ho letto nel suo libro!
Indipendenza è anche decidere a chi darla fupri dalle convenzioni sociali..e poi… Chi lo dice che non era amore?
Scusa ma belen non penso che entrerà nella storia…
Me lo auguro……
Io ritrovi i post a pezzi
Come stai Zuzana? E la micina nuova?