Il mondo della pubblicità ha, alla sua base, un concetto estremamente importante, ossia quello della comunicazione di massa. Se fatta bene, è proprio essa che permette al prodotto che viene pubblicizzato di essere conosciuto dal più grande numero di persone possibile, e di persuaderle a comprarlo. Quando però la comunicazione presenta delle sviste, può causare un effetto contrario, suscitando nel consumatore, al posto della fiducia, sensazioni come rabbia ed indignazione. È stato il caso del colosso di abbigliamento svedese H&M, che ha recentemente sollevato un polverone mediatico per via di una felpa verde dal valore di 7,99£!
L’indumento, indossato da un piccolo modello di pelle scura ritratto in una foto sul sito di H&M, presentava infatti una scritta che recitava “La scimmia più cool nella giungla”. La pubblicità è stata subito tacciata di razzismo, tenendo conto del fatto che il termine “scimmia” è, purtroppo, ancora spesso usato come insulto verso le persone dal background etnico. Ma come si sono manifestate le proteste verso questa pubblicità poco riuscita, e quali sono stati i loro esponenti più celebri? Per scoprirlo ragazze, assieme a tanti altri avvenimenti degni di menzione su questa faccenda, non vi resta che continuare a leggere il post!
H&M: PUBBLICITÀ RAZZISTA E LE CRITICHE SUI SOCIAL NETWORK
“H&M è razzista. Bisogna boicottarlo”
La prima protesta si è sollevata sui social network, specialmente su Twitter, con esternazioni molto chiare e di condanna nei confronti di H&M. Qualcuno, in un tweet, scrive senza giri di parole: “H&M è razzista. Bisogna boicottarlo”, diffondendo l’hashtag #boycottH&M, “boicotta H&M”.
Altri ancora hanno allargato la critica alla pubblicità proponendo delle riflessioni che coinvolgono altri brand, come questo utente che ha scritto: “Ancora razzismo superficiale da parte di H&M. Non è niente di nuovo quando di tratta di queste catene di abbigliamento, come anche Abercrombie e Tommy Hilfiger, che hanno una lunga storia di utilizzo dei loro prodotti per trasmettere un messaggio razzista.”
Altre persone, però, hanno proposto anche un altro punto di vista, secondo cui, da parte di H&M, più che un intento razzista c’è stata una cattiva strategia di marketing, che ha avuto un esito infelice a causa di quella che, a detta loro, è stata una “svista”.
Questo utente di Twitter, infatti, scrive: “Lo state interpretando come qualcosa di razzista quando si tratta solo di un modello, questo è ciò che è sbagliato in persone come voi, vi offendete quando qualcosa viene fatto senza intenzione di fare danni”.
Un altro ancora, invece, dice: “Sapete che non lo stanno chiamando “scimmia”? È solo una felpa con la parola “scimmia” scritta sopra, siete voi che la state rendendo razzista”.
LA RISPOSTA DI H&M ALLE ACCUSE DI RAZZISMO
In seguito alle polemiche sorte, H&M ha prima velocemente rimosso la fotografia del modello dal sito lasciandone solo una che ritraeva la felpa, fino ad arrivare a rimuovere del tutto dal catalogo anche quest’ultima, la cui scritta è stata determinante nella serie di reazioni che sono susseguite.
Il brand, a riguardo, ha dichiarato successivamente su Twitter: “Capiamo che molte persone sono turbate per l’immagine della felpa per bambini. Noi, che lavoriamo da H&M, possiamo solo essere d’accordo. Siamo profondamente dispiaciuti che questa fotografia sia stata fatta, e ci pentiamo dell’attuale stampa.
“Investigheremo sul perché questo è avvenuto, per evitare che questo tipo di errore accada di nuovo”
Inoltre, non solo abbiamo rimosso l’immagine dai nostri canali, ma anche la felpa dalla nostra offerta di prodotti. È ovvio che le nostre trafile non sono state seguite in modo appropriato. Questo è indubbio. Investigheremo molto sul perché questo è avvenuto, per evitare che questo tipo di errore accada di nuovo”.