Spesso quando parliamo di icone del mondo del beauty e del make up analizziamo figure professionali che hanno creato brand che ancora oggi sono famosissimi, o che hanno dedicato delle collezioni a personaggi delle spettacolo.
Oggi invece, vogliamo focalizzare la nostra attenzione su quelle donne che hanno stravolto l’idea di make up durante l’epoca in cui sono vissute, e come la loro personalità abbia cambiato le regole della beauty routine arrivando in qualche modo fino a noi. Sia perché ancora attuale, sia per la loro importanza storica.
Scopriamo insieme quali sono alcune delle donne che sono state considerate tra le più influenti e iconiche nel mondo del make up. Curiose? Iniziamo!
CLEOPATRA, UNA BELLEZZA LEGGENDARIA E L’INTRODUZIONE DEL KOHL
Che Cleopatra fosse bellissima ce lo raccontano i ritrovamenti d’arte egizia, le storie e leggende che derivano dal suo nome. Sappiamo che stregò il cuore di Giulio Cesare e di Marco Antonio. Benché si pensi sempre a lei come emblema della bellezza egiziana, era di origini Macedoni. Salì al potere giovanissima e regnò sull’Egitto per vent’anni.
Il suo trucco è stato reso celebre grazie ai moltissimi film realizzati in età moderna sulla sua vita. L’interpretazione più famosa e che ha reso la bellezza di Cleopatra immortale è sicuramente quella di Liz Taylor nel 1963. Il suo make up è uno dei più antichi, e si deve a lei l’introduzione di un prodotto che è ancora oggi molto utilizzato: il kohl o, come viene oggi più semplicemente chiamato, il kajal.
è grazie a Cleopatra se ancora oggi utilizziamo il kajal
Nel suo beauty look, non mancava la tradizionale parrucca intrecciata e sugli occhi portava un ombretto verde, derivato dalla malachite. Nell’antico Egitto, gli uomini e le donne si truccavano per dichiarare il proprio stato sociale oltre che per motivi legati alla religione.
Elizabeth Taylor nel film Cleopatra
Secondo degli studi portati avanti dal Museo del Louvre, gli ingredienti all’interno del kohl servivano a mantenere in salute gli occhi, schermando i raggi solari e aumentando l’attività delle cellule autoimmuni. Il suo make up è ancora oggi ammirato e viene riprodotto da cantanti e attrici: come nel caso di Katy Perry nel suo video “Dark Horse” del 2014.
Katy Perry nel video “Dark Horse” del 2014 omaggia il look di Cleopatra
ELISABETTA I UN MAKE UP AUSTERO PER UNA REGINA
Continuiamo con le “donne di potere” e soffermiamoci sul make up e la skincare della Regina Elisabetta I. Nell’epoca in cui visse, i suoi colori e tratti somatici non erano considerati belli. Essa infatti aveva i capelli rossi e la pelle olivastra, in un epoca in cui l’ideale di bellezza era rappresentato da pelle chiara, capelli biondi e guance e labbra tinte di rosso.
Per uniformasi agli stereotipi di bellezza del suo tempo Elisabetta I utilizzava grandi quantità di cerone, con cui rendeva la sua pelle eburnea. Questo prodotto (molto tossico all’epoca) non assomigliava affatto a quello in commercio oggi, e non lasciava respirare la pelle. Questo trucco causava un invecchiamento precoce della pelle e la comparsa di profonde rughe già in età giovanile.
Cate Blanchett interpreta la Regina Elisabetta I nel film Elizabeth
La regina inoltre copriva con il cerone anche le sopracciglia, che non venivano ridisegnate, conferendole così uno sguardo severo. Infine lo rendeva ancora più penetrante e magnetico tingendo le ciglia di nero. Sulle labbra stendeva una mistura realizzata con la cocciniglia (colorante chimico ricavato dall’ insetto).
Nel film del 1998 Elizabeth, l’attrice Cate Blanchett interpreta la Regina, e per tutto il film i suoi make up sono stati curati nei minimi dettagli, seguendo quelli che erano gli usi del tempo.
SADA YACCO, LA PRIMA ATTRICE DONNA DEL GIAPPONE
Se il nome di Sada Yacco non vi dice nulla, è perchè di lei non si è parlato per decenni. Nata alla fine del ‘800 è oggi conosciuta come la prima attrice donna del Giappone. Prima di diventare attrice, venne istruita per essere una geisha e durante tutta la sua vita utilizzò quel tipo di trucco. Nel 1894 si sposò con un attore e da li venne introdotta all’arte del teatro.
Sada Yacco mentre interpreta il ruolo di Ofelia
In quel periodo storico era considerato sconveniente per una donna recitare e salire su di un palcoscenico. Ma, quando la compagnia teatrale approdò in America, la sua fama divenne inarrestabile e fu a tutti gli effetti la prima donna giapponese a diventare un’attrice, arrivando anche a dirigere una scuola di recitazione.
Adooooro questi post!
Coraggio tesoro ❤
Succedono giornate così. Anche per me è un periodo un po’ negativo che spero si risolva velocemente. Ma non bisogna cedere, ci sono tante cose per cui vale la pena essere felici 🙂 anche se non ci conosciamo ti mando un forte abbraccio, è dura ma ti auguro di sorridere presto!
E tu scrivi 🙂 un abbraccio anche da parte mia 😉
Bellissimo questo articolo!
Grazie infinite Fefe82. Un bacio!
Un abbraccio da noi Adriana 1980, ci dispiace molto per la tua perdita ❤️
Grazie, un bacione!!!
Grazie ragazze ❤
Avete lasciato Audrey Hepburn!!!!
Dico una scemenza se mi pare di aver sentito (o letto) da qualche parte che è stata Elizabeth Taylor a creare il look di Cleopatra? E’ possibile che questa notizia non abbia alcun fondamento e onestamente potrei aver travisato tutto ma mi sembra di ricordare che il discorso riguardasse la passione che la Taylor aveva per il make up e le capacità nell’applicarlo. Studiando con la make up artist del film l’idea poi si è trasformata nel look di Cleopatra.
Magari però la sto confondendo con Joan Collins?
Ti capisco, soffro anche io spesso di nostalgia e per questo ti lascio una frase che, in qualche modo, riesce a consolarmi sperando che faccia lo stesso con te.
“Nessuno se ne va davvero finché vive nel nostro cuore e nei nostri ricordi”.
Un abbraccio!
Belli belli questi articoli storici!questo mi ha fatto sorridere, perché attualmente si punta il dito dicendo che ci si trucca troppo, che si perde la bellezza naturale e blabla.
A conti fatti, forse è l’epoca in cui ci si mette meno roba sulla faccia ahah chissà se anche nelle altre epoche le icone venivano criticate per il loro troppo trucco!
Un abbraccio forte tesoro
speravo anch io di trovarla nel post <3
e fai scendere la lacrimuccia pure a me! un abbraccio virtuale
Ti ringrazio, ma a distanza di 10 anni per mia madre e 6 mesi per mio padre e nonostante io non sia più una bambina…mi sento orfana, orfana e con un vuoto enorme dentro, che tutta la gioia e l’amore dei miei bimbi e mio marito…non possono colmare, sono amori diversi….
Ma ti ringrazio e ti abbraccio ❤
Cara si è orfani a tutte le età, non credo esista un momento della vita in cui sia più facile perdere l’amore e la figura guida di un genitore. È normale che altri tipi di amore non colmino il vuoto che senti!però concedi a questi altri amori di aiutarti ❤ e vedrai che pian piano, starai meglio.
Loro saranno sempre con te, ricordartelo ❤
Ho acquistato un porta kajal settimana scorsa in un negozietto della mia città e il titolare (arabo, ndr) mi ha confermato quanto in parte sapevo.
Il kajal viene e veniva usato moltissimo dalle popolazioni nomadi nelle zone arabe.
Serviva a proteggere gli occhi perché impediva alla sabbia di penetrare negli occhi oltre a proteggere gli occhi da infezioni.
Le madri per abbellire gli occhi dei bambini e tenere lontano il male
il trucco di quel film non lo ha ideato lei ma si è spesso dovuta truccare da sola su quel set a causa dei numerosi scioperi delle maestranze, una volta finito di girare era così stanca che se andava in giro per Roma con il trucco di scena rendendolo di moda un anno prima che uscisse sugli schermi 😉
Il makeup della Monroe nasconde mille trucchetti, dalla matita per labbra rossa nella rima interna inferiore per rendere più bianco l’occhio, all’ombra delle ciglia finte disegnata sopra l’occhiaia per rendere lo sguardo più languido, ai 6/7 strati diversi di prodotto sulle labbra per personalizzare texture e colore del rossetto (compreso un burro labbra da lei spignattato che voleva brevettare), alla correzione del fondo base di Max Factor con dell’oro puro e del bianco ottico per un moderno effetto soft focus
Il make-up alla Twiggy proprio non mi piace!
Ecco, grazie. Ora mi sono chiarita le idee. Ricordavo qualcosa di particolare in merito a quel make up che coinvolgeva direttamente Liz Taylor ma ho confuso i dettagli con qualcun altro apparentemente (qualcun altro di cui non ho speranze di ricordare il nome chiaramente.)
Grazie per la spiegazione però, sono cose che mi piace conoscere per davvero.
Il bello di questo blog è che si può parlare di tutto…ma sopratutto di chi siamo veramente, con le nostre forze e fragilità… E anche se virtuali spero che gli abbracci che ti stiamo mandando arrivino a scaldarti un po’ la giornata…
Siete un bel sostegno ❤
Cleopatra è una delle figure femminili da riabilitare, è sempre e solo menzionata per la bellezza e la vanità, in effetti quello che ha folgorato gli uomini più potenti della storia non è il suo aspetto fisico, le monete e i busti in marmo la ritraggono con lineamenti ordinari e un naso molto pronunciato, ma un’intelligenza fuori dal comune e una mente politica acutissima … che sia passata alla storia solo per essere bella la sminuisce molto …
il cerone elisabettiano non portava solo all’invecchiamento precoce era base di piombo e causava avvelenamento da piombo…
Io sapevo che Elisabetta I aveva la sifilide e probabilmente aveva anche perso i capelli… Cate possono tentare di imbruttirla quanto vogliono, sembrerà sempre una dea.
Comunque, delle icone citate la più influente secondo me è Marilyn: il suo era un trucco sostanzialmente semplice ma eterno e di grande effetto. Con un trucco così non si può sbagliare.
Come faceva ad avere la.sifilide se lei era la.regina vergine??
Sembra che avesse ereditato la malattia dal padre.
Sì anch’io sapevo che si trasmette sessualmente, ma così ho letto, poi boh, non so se sia vero.
Articolo davvero interessante. Purtroppo, però, molto mal scritto (come spesso mi è capitato di notare). Leggo il blog da sempre e lo apprezzo moltissimo visto che la maggior parte dei post ha un contenuto interessante, divertente e a volte addirittura forte, che fa riflettere. Mi dispiace ancora di più, quindi, vedere quanto sia trascurata la grammatica e soprattutto una forma sintatticamente corretta del testo. A volte è seriamente disturbante leggere alcuni passaggi così mal scritti da doverli rileggere per coglierne il senso. Vi prego, investite in una persona che possa apportare dei miglioramenti in questo senso perché è davvero un peccato.