QUALI SONO I FATTORI CHE SCATENANO L’AFFATICAMENTO DA ZOOM?
Abbiamo parlato finora di affaticamento da Zoom (e piattaforme simili) e di come il fatto di essere sempre connessi, in qualche modo, alla dimensione virtuale (specialmente se lavorativa) risulti a lungo andare stancante. Ma quali sono gli altri fattori che provocano questo disagio?
Credits: Foto di Pexels | Liza Summer
Pensiamo a un meeting online con molti partecipanti. Si riesce a vedere ben poco degli interlocutori e di certo non si carpiscono dettagli importanti come lo sguardo o la gestualità che, invece, dal vivo aiutano capire meglio sia il messaggio che l’intenzione. Questo è un primo motivo di stress.
Credits: Foto di Pexels | Nataliya Vaitkevich
Anche vedere continuamente la propria immagine sullo schermo è, per molti, motivo di agitazione e stress. Ovviamente facciamo riferimento perlopiù a persone molto insicure, ma capita a tutti di sentirsi inadeguati circa il look scelto oppure per come la propria pelle appare in video (in questo caso specifico si parla di Skinxiety, ossia ansia per l’aspetto della pelle).
Credits: Foto di Pexels | Karolina Grabowska
Aggiungiamo, tra i fattori di stress, il fatto che non tutti hanno un’ottima dimestichezza con il computer e con le piattaforme abitualmente adoperate per le videochiamate di lavoro.
Via Giphy
Anche i più esperti, inoltre, possono trovare delle difficoltà specialmente quanto sopraggiungono problemi tecnici tra cui, per esempio, un ritardo nella voce dell’interlocutore o un audio disturbato.
COME SUPERARE LA ZOOM FATIGUE E SOPRAVVIVERE ALLO SMART WORKING
La Zoom fatigue non è, però, un ostacolo insormontabile. Molto dipende da noi e dal nostro atteggiamento. Per prima cosa, è fondamentale limitare il numero delle riunioni: l’ideale sarebbe concordare con i propri capi degli appuntamenti schedulati ed evitare, invece, meeting “a sorpresa” o comunque troppo frequenti.
Credits: Foto di Pexels | Vlada Karpovich
Anche la durata delle videochiamate di lavoro è importante. Gli esperti suggeriscono di non superare mai i 45 minuti e di effettuare sempre una pausa di 15 minuti tra una riunione e l’altra.
Credits: Foto di Pexels | Tima Miroshnichenko
Quando si può evitare, è preferibile non attivare il video e interagire solo in modalità audio, come una semplice chiamata telefonica, oppure optare per una mail, più rapida e meno impegnativa.
Credits: Foto di Pexels | Liza Summer
L’IMPORTANZA DELLA DISCONNESSIONE PER CONTRASTARE IL PROBLEMA
Ciò che è più difficile è capire come centrarsi e non perdere di vista la vita reale. Bisognerebbe sempre ritagliarsi dei momenti di totale disconnessione dal lavoro e, più in generale, dal virtuale. Può essere utile fissare un orario entro cui “staccarsi” dai vari dispositivi, tablet e smartphone inclusi.
Credits: Foto di Pexels | Samson Katt
Per arginare i danni, inoltre, è necessario fare delle brevi pause – anche solo di 10-15 minuti – ogni 2-3 ore di lavoro, da dedicare a un po’ di stretching se si riesce. Specialmente quando si lavora alla scrivania, questa abitudine aiuta a limitare eventuali rischi per gli occhi e problemi al collo e alla schiena.
Se siete interessate ad altri approfondimenti a tema emozioni e relazioni, non perdetevi questi post:
1) TUTTO SUL GHOSTING: DI CHE SI TRATTA E COME SUPERARLO
2) COME RICONOSCERE UN AMORE TOSSICO
3) FARE AMICIZIA DA ADULTI: PERCHÉ ALLE VOLTE RISULTA DIFFICILE?
Via Giphy
Bene, ragazze, anche per oggi è tutto! Questo era il nostro focus sulla Zoom fatigue, problema sempre più diffuso specialmente tra chi lavora in smart working. Come sempre, a questo punto, la parola passa a voi: ne avevate già sentito parlare? Diteci tutto nei commenti, un bacione dal TeamClio!