Regina dei varietà: è morta Raffaella Carrà. Si è spenta nel primo pomeriggio di lunedì 5 luglio. A dare la notizia è stato il compagno di una vita, Sergio Japino, una notizia che è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Inaspettata e cruda, forte e spiazzante, proprio come era la stessa grandissima Carrà.
Il suo corpo era stato attaccato da qualche tempo da una malattia, che lei aveva tenuto segreta, ben nascosta agli occhi del suo pubblico. L’artista non voleva trapelasse la sua sofferenza, per conservare nelle menti dei suoi fan e di tutti coloro che l’hanno conosciuta il ricordo vivido e lucido di una Raffaella sempre luminosa e scintillante.
La sua vita è stata costellata di successi nazionali e internazionali. Con lei sono cresciute intere generazioni, milioni di persone hanno visto in suoi programmi, i suoi balletti e ascoltato le sue canzoni, le sue battute e la sua inconfondibile risata. E chi, almeno una volta nella vita, non ha cantato un suo pezzo o non ha indossato l’iconico caschetto biondo? Riviviamo insieme la magnifica vita di Raffaella Carrà, dagli esordi alle sue ultime apparizioni, passando dai look e a tutto ciò che l’ha resa indimenticabilmente una star.
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CHI ERA RAFFAELLA CARRÀ, LA DONNA SIMBOLO DEI VARIETÀ
Bologna, 18 giugno 1943. Questa è la data di nascita di Raffaella Maria Roberta Pelloni, il cui nome d’arte era semplicemente Raffaella Carrà.
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Si deve al regista Dante Guardamagna il cambio del suo nome, che ha associato la giovanissima artista ai pittori Raffaello Sanzio e Carlo Carrà.
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Sin da piccola guardava i programmi televisivi; a ispirarla fu Il Musichiere e una profonda voglia e tanta passione per la danza. A 8 anni si trasferì a Roma e studiò all’Accademia Nazionale di Danza prima di approdare al Centro sperimentale di cinematografia. Mise le basi per quella che sarebbe stata una vita di successi.
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RAFFAELLA CARRà HA MOSSO I SUOI PRIMI PASSI NEL CAMPO DELLA RECITAZIONE
I primi ruoli arrivarono proprio in quel periodo. Nel 1952 lavorò nel film Tormento del passato di Mario Bonnard. Seguirono altri piccoli ruoli, poi il teatro, la radio e poi la tv. Fu scelta dal regista Stefano De Stefani per affiancare in qualità di valletta Lelio Luttazzi nel programma Il Paroliere questo sconosciuto.
Continuò con la recitazione, lavorò con grandi registi, tra cui Mario Monicelli, ma non riscosse mai il successo sperato, per cui si concentrò prevalentemente sulla tv, lanciandosi sulla conduzione televisiva ma anche sul canto.
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Fu la prima showgirl, fu la soubrette che aveva voce in capitolo e che dava anche scandalo. Impossibile dimenticarla in Canzonissima, accanto a Corrado, quando si presentò con un look super audace, mostrando la pancia. L’ombelico scoperto della Carrà destò scalpore mentre cantava la sigla Ma che musica maestro, che divenne un successo colossale. Il gradimento del pubblico nei confronti di Raffaella Carrà crebbe così tanto che la consacrò icona della tv italiana.
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E via di canzoni, veri e propri tormentoni del passato, molti dei quali conosciuti anche fuori dall’Italia; basti pensare a Tuca Tuca!
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E poi arrivarono altri brani che segnarono la sua vita, tra cui il pezzo disco music Rumore, che divenne disco di platino, Fiesta e, soprattutto, A far l’amore comincia tu, rieditato e remixato nel 2011 da Bob Sinclar.
Con Bob Sinclar. Credits: @djprince_music Via Instagram
Il pezzo divenne poi la colonna sonora del film premio Oscar La Grande Bellezza (2013) di Paolo Sorrentino. Fu poi la volta di Tanti Auguri, l’inno all’amore libero dagli schemi e dalle congetture, ascoltato anche nei Gay Pride, celebrati nel Pride Month. Nel 1980 pubblicò Pedro, altra hit conosciutissima.
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E ancora continuò a lavorare in Rai in Fantastico, sempre accanto a Corrado, per condurre tra il 1983 e il 1985 il programma Pronto, Raffaella, che la consacrò a regina della tv e presentatrice apprezzata e di successo; fu poi spostata nella fascia serale con il programma Buonasera, Raffaella.
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Continuò a condurre programmi ma ebbe un calo di popolarità quando, per due anni, si spostò sulle reti Fininvest. Tornata in Rai, ricominciò a brillare e non si fermò mai. Nel 1995 presentò il suo nuovo programma Carràmba! Che sorpresa, un format originariamente inglese che incollò alla tv milioni di spettatori. Lo show piacque così tanto che la parola carrambata è entrata a far parte del dizionario della lingua italiana col significato di sorpresa incredibile.
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Nel 1997 rifiutò la conduzione di Sanremo, ma ne fu protagonista nel 2000, quando fu affiancata come presentatrice del festival da Piero Chiambretti, Enrico Papi, Megan Gale e Massimo Ceccherini. Tuttavia questa edizione si rivelò un flop sotto tutti i punti di vista. E di programmi ne fece ancora tantissimi altri, tra cui The Voice, il talent show all’insegna della musica.
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Sentimentalmente ha avuto due grandi amori: prima Gianni Boncompagni, poi Sergio Japino. Non ha mai avuto figli ma diceva di averne molti, anzi moltissimi, come tutti quelli che aveva adottato a distanza e che la riempivano di gioia.