CHE COS’È L’IPEREMESI GRAVIDICA? QUANTO È FREQUENTE?
- Quando si parla di iperemesi gravidica ci si riferisce a una condizione di nausea e vomito molto gravi che si presentano durante la gestazione.
- Insieme all’acidità in gravidanza, anche la nausea, soprattutto nel primo trimestre è un sintomo estremamente comune.
- Il problema sorge quando si giunge a una condizione di vera e propria iperemesi gravidica, quando cioè la condizione di nausea e vomito porta alla disidratazione.
- Molte quindi si staranno chiedendo quanto dura l’iperemesi gravidica: non c’è una risposta univoca, in generale si risolve entro la diciottesima settimana, in rarissimi casi può persistere oltre questo “limite” di tempo.
- La nausea in gravidanza colpisce, nel primo trimestre, fino a 3 donne su 4; nella sua forma peggiore, cioè l’iperemesi, si stima invece che siano colpite solo lo 0,5% delle donne.
- Come trattare l’iperemesi gravidica per stare meglio? Purtroppo in questi casi non è possibile seguire la corretta dieta in gravidanza, soprattutto nella fase acuta. Sentito il parere del medico, normalmente si procede con una sospensione del cibo per via orale e una sua reintroduzione graduale.
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L’iperemesi gravidica può essere uno dei sintomi più fastidiosi in gravidanza; un po’ di nausea, soprattutto nel primo trimestre, è molto comune e colpisce fino al 75% delle gestanti. Il problema sorge quando questa condizione non si risolve spontaneamente, perché il suo protrarsi potrebbe portare la gestante a soffrire di estrema disidratazione e carenze nutritive. Se vi state chiedendo l’iperemesi gravidica quanto dura, sappiate che non c’è una risposta univoca; per fortuna esistono alcuni trattamenti medici che possono far stare meglio la donna. Quanto alle cause dell’iperemesi gravidica, non sono ancora state descritte nel dettaglio, anche se generalmente si ritiene siano dovute a un fattore ormonale.
Ragazze, se vi interessa l’argomento seguiteci per scoprire tutto quello che c’è da sapere sull’iperemesi in gravidanza.
COS’È L’IPEREMESI GRAVIDICA NEL DETTAGLIO E COME RICONOSCERLA
La nausea in gravidanza colpisce la maggior parte delle donne in dolce attesa, e normalmente si risolve entro le prime 12 settimane (o poco più).
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In una bassa percentuale, le gestanti possono sviluppare l’iperemesi gravidica, ovvero una condizione di nausea e vomito incontrollati. Il disagio non si limita, quindi, alla nausea mattutina, ma si estende per tutta la giornata.
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La durata dell’iperemesi gravidica è variabile: purtroppo non ci sono indicazioni precise in merito. Generalmente si risolve entro la diciottesima settimana di gestazione.
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Tra le cause papabili potrebbero esserci le modificazioni ormonali tipiche della gestazione, quindi si può dire che l’iperemesi si risolve sicuramente con il parto, essendo legata alla sola gravidanza. Raramente, infatti, può protrarsi oltre la 18esima settimana; in questi casi, è d’obbligo un’osservazione medica costante.
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L’IPEREMESI GRAVIDICA NON È SEMPLICE NAUSEA
Ma come riconoscere l’iperemesi gravidica? Si può distinguere dalla “classica” nausea del primo trimestre perché diventa veramente invalidante per la donna, provocando disidratazione, perdita di peso, carenze nutritive.
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Se gli episodi di vomito sono sporadici, non si soffre di iperemesi gravidica, quindi.
IPEREMESI GRAVIDICA, I SINTOMI CHE LA ACCOMPAGNANO CHE POSSONO INDICARNE LA PRESENZA
Come dicevamo poco fa, se vi capita di avere una condizione di nausea e vomito costanti, la possibilità di soffrire di iperemesi gravidica è alta. Questa condizione si accompagna ad alcuni sintomi, che insieme all’osservazione della paziente, possono aiutare il medico a effettuare la diagnosi.
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Infatti, tra i sintomi dell’iperemesi gravidica rientrano:
- perdita di peso
- mancanza di appetito
- spossatezza
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- disidratazione
- carenze nutritive
- acetone (o chetosi) dovuto al digiuno prolungato
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- ovviamente, nausea e vomito costanti
- sete e bocca secca
- tachicardia e cadiopalmo
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Questo elenco di sintomi legati all’iperemesi in gravidanza non è esaustivo e ha il solo carattere divulgativo: come sempre, vi incoraggiamo a rivolgervi al vostro medico curante per una visita approfondita.