CATENELLA DA VITA AFRICANA: NON UN SEMPLICE ACCESSORIO PER LA PANCIA
- La catenella da vita africana si presenta come una collana da portare all’incirca all’altezza dell’ombelico.
- In Occidente si utilizza principalmente a scopo decorativo e lo si fa anche in Africa, da dove ha origine, ma nasconde più di un significato.
- Chiamata in moltissimi altri modi – che a breve scopriremo – la catenella africana da girovita ha un valore simbolico che varia a seconda dell’area territoriale.
- In alcune tribù è indossata anche da uomini, adulti e bambini, persino neonati.
- Si realizza con determinate perle e, a seconda del significato, se ne possono indossare anche più di una.
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La catenella da vita africana, soprattutto in estate, per molte diventa un accessorio imperdibile e irresistibile. Ideale per adornare il punto vita e, in ogni caso, l’area addominale, sta benissimo sia quando si sta in costume da bagno che quando si indossano gonne o pantaloni a vita bassa, ma non solo. Inoltre c’è chi la adora così tanto che ne fa sfoggio anche sopra gli abiti.
Ma qual è il significato della catenella da vita africana? Non ci resta che scoprire insieme qualcosa in più sulla storia di questo accessorio, che va ben oltre lo stile e il glam. Via col post!
I NOMI ORIGINALI DELLA CATENELLA DA VITA AFRICANA
Chi non ha mai visto, soprattutto in estate e al mare, qualche persona con indosso la catenella da vita africana? Certamente tutte abbiamo pensato a un accessorio per decorare una parte del corpo, al pari di una qualsiasi body chain, che può adornare tutto l’addome, il petto e anche la schiena.
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Eppure la catenina da vita ha un significato molto più profondo, importante, persino mistico.
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LE CATENINE DA VITA SONO UTILIZZATE AMPIAMENTE NON SOLO IN AFRICA
Prima di entrare nel dettaglio della sua storia, è utile sapere che ci sono dei nomi specifici per definire questo complemento di stile.
Generalmente noto come belly chain, la catena da girovita in Africa – continente d’origine – è conosciuta con una varietà di altri nomi. Il più diffuso è certamente Baya, che è il modo per definirla nell’area dell’Africa occidentale. Altri nomi sono Giri-Giri, Yomba, Jel-Jelli, Bin-Bin, Idi, Djalay-Djalay.
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Nell’area meridionale del continente nero è nota come Chisasa o Wusang’a, mentre in Nigeria è conosciuta, in base alle etnie, in altri diversi nomi, quali: Mgbaji, Jigida, Bebe(di), Ileke, o Lagidigba.
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Inoltre i nomi contraddistinguono anche i materiali con cui sono realizzate le collane. Ad esempio il lagidigba è fatto di gusci di noce di palma mentre si utilizza il vetro per il bede(di).
LE ORIGINI DELLE CATENINE DA VITA
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Arrivati a questo punto appare abbastanza semplice ipotizzare che la catenella da vita africana abbia origini piuttosto antiche. Ma quello che forse non si sa è quanto antiche esse siano.
Infatti risalgono, a quanto pare, all’antico Egitto. Le donne egiziane le utilizzavano come complemento dell’abbigliamento tradizionale, sia per modellare la forma della vita che come simbolo del proprio stato di appartenenza. Si potevano identificare come cinture pelviche. Tuttavia resta interessante l’appartenenza alla zona, dove era maggiormente diffusa, quindi l’Africa occidentale, dove tutt’oggi è ampiamente utilizzata.
Resta però il fatto che la catenina da vita si è diffusa in tutto il continente. Pare che fosse diffusa soprattutto in Libia, Sudan e Nigeria ma anche Senegal e Ghana, dove si utilizzava sempre come status symbol. In poche parole era importante, in questi territori, mostrare il proprio rango, esprimendo nobiltà e influenza sociale. Ovviamente le catenine erano anche simbolo di femminilità.
L’unica distinzione con le donne egiziane stava nella finalità di mostrare e segnare i riti legati al passaggio della femminilità, ovvero il menarca, come segno di intimità, sessualità e fertilità. Tuttavia avevano anche un valore spirituale, oltre che estetico.
In particolar modo nella zona meridionale del Ghana le collanine da vita, qui conosciute con il nome di bragoru o dipo, venivano indossate dalle giovani dopo il primo menarca. In questa occasione le donne anziane bagnavano e vestivano le giovani con le collanine di perle. Queste ultime poi ballavano mettendosi in mostra davanti a tutti, così da attirare possibili corteggiatori maschi. Ad oggi, a causa delle varie contaminazioni culturali, il bragoru non si pratica più nei villaggi.
Ma tornando alle donne ghanesi, queste un tempo indossavano le collanine per attirare gli uomini, i possibili corteggiatori, perché le perline delle catenine facevano rumore e provocavano nel cervello maschile impulsi irrefrenabili.