Il dismorfismo corporeo nasce da una distorsione della percezione di sé ed è caratterizzato dalla tendenza a preoccuparsi e a focalizzarsi su uno o più difetti fisici, siano essi reali o presunti.
Questo fenomeno, più comune di quel che si immagini, si accompagna a sentimenti di ansia, di allarme, di inadeguatezza e di tristezza che possono diventare anche molto acuti. Come capire se si soffre di questo disturbo e quali sono le caratteristiche?
In questo post il il Dott. Giuseppe Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva, ci spiegherà che cos’è il dismorfismo corporeo, quali sono le cause, ci svelerà che cosa succede alle persone che ne soffrono e ci fornirà utili consigli professionali. L’argomento vi ha incuriosite? Lasciamo la parola al Dottor Femia.
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DISMORFISMO CORPOREO: CHE COS’È E DA COSA È CARATTERIZZATO
“Il dismorfismo corporeo (Body Dysmorphic Disorder, BDD) si caratterizza per la tendenza a preoccuparsi in modo eccessivo di un difetto fisico reale o presunto con ruminazione mentale e controlli ripetuti a carattere compulsivo.
Questo fenomeno nasce da una distorsione della percezione di sé e si accompagna a sentimenti di inadeguatezza, ansia, allarme e, infine, sentimenti di tristezza anche molto acuti. Le persone che ne soffrono valutano in modo erroneo ed esasperato delle caratteristiche del proprio corpo che vedono come difetti insopportabili e impresentabili, crucciandosi e preoccupandosi di come gli altri vedono tali caratteristiche. In realtà molto spesso questi difetti non sono tali, o comunque non sono tanto evidenti da ‘disturbare’ nessun altro se non il soggetto stesso, che mostra così non riuscire ad accettare sé stesso.
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CHE COSA SUCCEDE ALLE PERSONE CHE NE SOFFRONO?
Mia moglie sorrise e disse: <Credevo che ti guardassi da che parte ti pende.>
Mi voltai come un cane a cui qualcuno avesse pestato la coda: <Mi pende? A me? Il naso>
E mia moglie, placidamente: <Guardatelo bene: ti pende verso destra.>
Avevo ventotto anni, e sempre fin allora ritenuto il mio naso, se non proprio bello, almeno molto decente, come insieme tutte le altre parti della mia persona. Per cui m’era stato facile ammettere e sostenere quel che di solito ammettono e sostengono tutti coloro che non hanno avuto la sciagura di sortire un corpo deforme: che cioè sia da sciocchi invanire per le proprie fattezze. La scoperta improvvisa e inattesa di quel difetto mi stizzì come un immeritato castigo.
All’inizio del famoso romanzo di Pirandello “Uno, nessuno e centomila” il protagonista si rende conto di avere un impercettibile difetto al naso che non aveva mai notato e, da quella notazione, parte addirittura per mettere in discussione la sua intera esistenza, ponendosi domande tormentose su come la gente lo veda e lo giudichi. Questo è più o meno quello che succede alle persone che soffrono di dismorfismo corporeo: partendo da una caratteristica ‘non ideale’ del proprio sé corporeo, costruiscono un castello di pensieri e rappresentazioni negative, tanto preoccupanti e disturbanti da arrivare a dare un vero disagio psichico che può sfociare in disturbi alimentari, disordini delle relazioni sociali, ossessioni fino alle volte ad arrivare al delirio”.
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