In un’epoca frenetica come la nostra, l’overthinking, ovvero il pensare troppo, è diventato un problema sempre più diffuso. Il costante bombardamento di informazioni e le crescenti aspettative della società possono facilmente intrappolare la mente in un ciclo infinito di preoccupazioni e di pensieri negativi. I pensieri diventano troppi, sono intensi, ripetitivi e, apparentemente, impossibili da fermare.

In questo post della sua rubrica sul Blog ClioMakeUp, il Dottor Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva, ci spiegherà che cos’è l’overthinking, chi ne soffre e può essere considerato un overthinker, quali sono le cause e le motivazioni. Inoltre, ci fornirà utili consigli professionali per fermare il flusso di pensieri che può diventare una trappola mentale. L’argomento è ciò che fa per voi? Lasciamo la parola al Dottor Femia.

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OVERTHINKING, L’ULTRA-PENSIERO CHE AFFATICA E SCHIANTA

L’overthinking è una condizione psicologica caratterizzata da una costante attenzione ad alcuni pensieri, tanto da renderli intensi e ripetitivi.

Chi soffre di overthinking potrebbe passare ore chiedendosi se ha fatto la scelta giusta, oppure potrebbe essere costantemente preoccupato per avvenimenti riguardanti il proprio futuro. Queste idee diventano molto frequenti, spesso intrusive, e possono interferire con la vita quotidiana, creando una vera e propria spirale di pensieri difficile da gestire.

Se le intrusioni mentali diventano frequenti e stressanti, al punto da impattare sul normale funzionamento della vita, l’overthinking potrebbe essere il sintomo di un disagio psichico e generare, a sua volta, stress, ansia, depressione o altre problematiche.

CHI NE SOFFRE E CHI È L’OVERTHINKER

Durante una chiacchierata tra amici F., un uomo maturo e brillante che fa una professione creativa, rivela: “Se ora smettiamo di parlare per un momento io inizio subito a pensare al mio lavoro, a cosa posso fare dopo questa commissione che ho ora, e a quanto mi pagheranno, e se mi pagheranno, e se avrò presto un nuovo cliente, e se invece perdessi  l’ispirazione e non riuscissi più a lavorare e mantenere la mia famiglia. E vado avanti così fino a che qualcuno non mi strappa ai miei pensieri e mi distrae”.

Ecco, F. è un classico overthinker, solo che non è consapevole, crede di risolvere pensando e ripensando. Infatti non è proprio semplice capire quando il pensare diventa eccessivo: nasce da un disagio e finisce per creare ulteriore disagio.

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Un atteggiamento introspettivo e analitico spesso ci porta a pensare intensamente ai problemi nel tentativo di trovare soluzioni, spingendosi a ripensare a fatti accaduti ed eventuali evoluzioni con lo scopo di valutare meglio quanto successo, pertanto potrebbe essere difficile capire quale sia un normale flusso di pensiero e quale sia, invece, la discesa nell’overthinking.

CHE COS’È L’OVERTHINKING

Si può parlare di overthinking quando immergersi nei propri pensieri implica una modalità ripetitiva e apparentemente impossibile da fermare, facendoci finire in una spirale di preoccupazione, dubbio, indecisione. Questo fenomeno si può, infatti, declinare in sfumature ossessive di ragionamento, con sintomatologia a carattere compulsivo, oppure generare un profilo di ansia generalizzata o determinare tristezza e rabbia.

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L’overthinking può volgersi verso il passato, con revisioni e giudizi spesso confusi su fatti accaduti che hanno recato dolore, o verso il futuro, con analisi altrettanto infondate su quali decisioni prendere rispetto a un dato o a un problema da risolvere. L’eccesso di rimuginio non aiuta a risolvere proprio niente, naturalmente, e anzi rende la mente meno lucida, rischiando di portare il soggetto overthinker o verso la depressione, nel caso della ruminazione sul passato immutabile, o verso l’ansia, nel caso dell’ossessione sul da farsi e della preoccupazione per scenari sempre più catastrofici.

QUALI SONO LE CAUSE E LE MOTIVAZIONI DELL’OVERTHINKING

Ma cosa porta a questa spirale discendente della nostra mente, quali sono le motivazioni di una postura mentale che può avere anche gravi conseguenze?

Nell’overthinking noi pensiamo che pensando sia possibile risolvere problemi o prevenire catastrofi, o ancora sciogliere dilemmi. Pensiamo che pensando qualcosa cambi, e allora pensiamo e ripensiamo senza tregua, fino allo stremo delle nostre forze nel tentativo di governare le nostre paure e di annullare rischi. Pensiamo per gestire e controllare i pensieri, in una sorta di paradosso che spesso ci porta a non vivere quello che potrebbe, invece, renderci soddisfatti nell’attuale.

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La mente vaga e divaga alla ricerca di soluzioni, con frenesia e iperfocalizzandosi su qualcosa che ci rende tesi e nervosi. Questa forma di pensiero super analitico ci illude di avere un controllo, e invece ci schianta in trappole della mente. Talvolta si diventa schiavi di meccanismi mentali di iper-razionalizzazione che, in qualche senso, ci portano ad essere non solo stanchi, ma in fin dei conti confusi e poco ragionevoli.

Spesso con il pensiero ci blocchiamo in un cul de sac che cerca soluzioni, ma, invece, produce strettoie psicologiche che non riescono ad avere una prospettiva realistica del problema che si affligge. Alcune strategie della mente che spesso ci mettono in sicurezza e ci permettono di prevenire o risolvere situazioni complesse, quando iperinvestite ci conducono a vicoli che diventano cunicoli circolari in cui non siamo più capaci di dialogare con noi stessi e con la realtà in modo funzionale e costruttivo.

CONSIGLI UTILI PER NON CADERE NELLA SPIRALE DEL PENSARE TROPPO

Quali consigli dare a chi si renda conto di essere preso nella spirale dell’overthinking?

  • Non assecondare la credenza secondo cui pensando si risolvono i problemi e diminuiscono i rischi;
  • Non sottomettersi al meccanismo della ruminazione mentale e ai contenuti di questa modalità di pensiero;
  • Interrompere l’assunto vizioso secondo cui il pensiero è uguale alla realtà. Talvolta, bisogna semplicemente realizzare che, quando preoccupati, potremmo pensare male e in modo eccessivo.

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Letture consigliate

Tribolazioni” di Roberto Lorenzini vai al link: www.stateofmind.it/2013/02/tribolazioni-introduzione/

Firma

Dott. Giuseppe Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva (APC), Socio Sitcc – Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva.

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Ragazze, speriamo che questo post del Dottor Femia vi possa essere utile per capire che cos’è l’overthinking e se siete delle overthinker. Condividete il post e fateci sapere la vostra opinione nei commenti sui social. Un bacione dal TeamClio!