Ciao a tutte!
Perché tutti parlano di Emma Watson, ultimamente? La risposta, teoricamente, dovrebbe essere “perché sta uscendo il film Disney più atteso dell’anno e lei è la protagonista”. Ci riferiamo, ovviamente, a La Bella e La Bestia, che ha posto Emma sotto i riflettori tanto quanto non capitava dalla saga di Harry Potter. Da allora, l’attrice ventiseienne aveva avuto modo di farsi riconoscere come una diva atipica: dopo qualche anno di “emancipazione” dal personaggio di Hermione Granger, diventando icona di stile e musa di Lancôme, si è presa una pausa dal cinema, si è iscritta (e laureata) in Università e, soprattutto, è diventata ambasciatrice delle Nazioni Unite per i diritti delle donne, diventando una vera icona femminista della nostra epoca.
Da lì, la sua attività principale, pur non rinunciando alla recitazione, è stata quella del “buon esempio”: ha lanciato una campagna rivolta agli uomini per i diritti delle donne, HeForShe, ha organizzato un “club del libro femminista” online, che continua a funzionare molto bene e ha trasformato il suo ruolo di fashionista in una vetrina per la moda ecosostenibile.
Torniamo alla domanda iniziale: perché tutti parlano di Emma Watson, ultimamente? In realtà non tanto per l’uscita del film disneyano, quanto per il fatto di aver posato in topless per Vanity Fair e per le conseguenti accuse di incoerenza e anti-femminismo. A cui si è aggiunta una vecchia faccenda che ha a che fare con una certa Beyoncé… Emma si è tradita e macchiata di incoerenza, o chi la critica ha toppato tutto?
EMMA WATSON E IL TOPLESS: LA POLEMICA E IL TWEET DI JULIA HARTLEY-BREWER
“Beauty & the Breast” (La bella e il seno) è il titolo con cui è uscito il primo articolo quantomeno perplesso sulla coerenza tra il parlare di femminismo e posare in una foto in cui si (intra)vede il proprio seno. Il commento più celebre è stato quello della giornalista inglese Julia Hartley-Brewer, la quale ha twittato: “Emma Watson: ‘Femminismo, femminismo…Disparità salariale di genere… Perché oh perché non vengo presa sul serio…Femminismo…Oh ecco le mie tette’ ”.
Il senso della critica, in questo caso, consiste nel mostrare un’incoerenza tra il contenuto della foto – Emma e il petto coperto solo dal bolero di corda – e quella che viene considerata come un’ “ossessione” di Emma per il femminismo.
Julia Hartley-Brewer
E questa nota polemica verso il femminismo stesso dell’attrice, prima ancora che verso la fotografia, la si coglie dal tono con cui la giornalista ha voluto “fare il verso” ad Emma Watson, mostrandola come un po’ lagnosa e un po’ vittimista.
IL VIDEO-RISPOSTA DI EMMA WATSON GIÀ VIRALE
Emma ha risposto alla critica in un’intervista con la stampa durante la promozione de La Bella e La Bestia. Il video, uscito l’altro ieri, ha già fatto il giro del mondo: “Questa situazione mi ha semplicemente rivelato quanti fraintendimenti ci sono ancora e quanta incomprensione ci sia circa ciò che il femminismo è. Il femminismo è dare alle donne una scelta.
Credits: Vanity Fair
Il femminismo non è un bastone con cui colpire altre donne. È qualcosa che ha a che fare con la libertà, è liberatorio. Riguarda l’uguaglianza. Davvero non so cosa abbiano a che fare le mie tette con tutto questo. È davvero disorientante”. A questo punto dell’intervista interviene anche il suo partner nel film Disney, Dan Stevens, in difesa del fotografo che ha scattato il servizio, dicendo “Tim Walker è un grande. Mi ha fotografato con dei fiori nella barba”; e Emma aggiunge “La maggior parte della gente è confusa. Sono sempre abbastanza esterrefatta”.
Credits: Tim Walker
A questo punto Dan è curioso, forse si è perso la polemica e chiede :“Cosa dice la gente?”, e Emma: “La gente dice che non potrei essere femminista e…” – “e avere le tette?!” conclude sagacemente Dan. Esatto: “e avere le tette”.
Credits: Vanity Fair
RICAPITOLANDO: NUDITÀ E FEMMINISMO
Il problema sembra essere questo: essere femminista, secondo chi appoggia la critica di Julia Hartley-Brewer, sembrerebbe implicare necessariamente un pudore tale da eliminare tutto ciò si riferisce al corpo femminile. O, comunque, tale da non apparire mai come sensuale. Siccome quello di Emma era un servizio di moda, tra l’altro, sembrerebbe allora promuovere un ritorno al passato: abiti più castigati, tessuti più coprenti, forme meno sexy.
Una foto di Emma Watson all’epoca degli ultimi Harry Potter
E dobbiamo dire che noi stesse siamo abbastanza stupite da quanto seguito abbia avuto questa idea, visto l’ovvio paradosso: l’ossessione di coprire la donna ha sempre avuto implicazioni tanto maschiliste quando quella di renderla mero oggetto sessuale. Insomma, si tratta di un terreno scivoloso, quello in cui si pensa di poter facilmente mettere dei limiti in grado di definire in che percentuale si possa mostrare il proprio corpo per potersi definire femministe.