KATE E IL SOGNO DI DIVENTARE MODELLA, SCAVALCANDO LA SINDROME DI DOWN

Che la diversità non sia vincolante, lo ha dimostrato Kate Grant, diciannovenne dell’Irlanda del Nord affetta da sindrome di down, incoronata reginetta di bellezza al Teen Ultimate Beauty Of The World 2018. Eppure il futuro di Kate era stato descritto diversamente dai medici, secondo i quali non avrebbe imparato a leggere, avrebbe avuto difficoltà nel dialogo e non sarebbe mai stata in grado di portare avanti una conversazione completa.

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Credits: @Khara Pringle

Le cose hanno però preso una strada molto diversa: Kate sognava di diventare modella e di abbattere il tabù che circondano la sua malattia. Sfortunatamente i tentativi di trovare lavoro tramite agenzie di moda, l’hanno portata a ricevere solo a rifiuti.

La magia di Kate è avvenuta grazia ai social e a sua madre che postando una foto della figlia in abito da sera, domandava se davvero fosse assurda la sua idea di voler fare la modella.

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Credits: Facebook



Quel post ricevette ben ventiseimila condivisioni arrivando fino a Taylor-Rae, direttrice del Teen Ultimate Beauty Of The World, concorso di bellezza aperto a tutti, indipendentemente da taglia, età e stato sociale.

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Credits: @Phoenix Features

KATE SOGNA DI POTER ISPIRARE GIOVANI CON LA SINDROME DI DOWN A CREDERE IN LORO STESSI

Kate venne invitata come rappresentante dell’Irlanda del Nord e, lo scorso agosto, è salita sul palco di quell’evento inclusivo,  incoronata Reginetta di Bellezza. “Il mio sogno è diventato realtà. E quel sogno è avere la possibilità di ispirare giovani con la sindrome di Down e altri bisogni speciali, a credere in loro stessi“, ha detto Kate.

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Credits: @Gillian Abraham

KATIE, MADELINE E MARIAN: SFILANO IN PASSERELLA E LA TRISOMIA 21 NON LE PUÒ FERMARE

Kate è stata la prima ragazza con sindrome di down ad essere incoronata reginetta di bellezza a un concorso internazionale, ma ci sono altri casi di giovani con la trisomia 21 che hanno abbattuto il tabù di questa malattia.

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L’australiana Madeline Stuart nel 2015 è stata la prima a sfilare in pedana con la sindrome di down, mentre Katie Meade nel 2017 è diventata testimonial di una linea di prodotti per la cura dei capelli, chiamata non a caso “Fearless”, cioè senza paura.

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Credits: @Deccanchronicle.com

O ancora Marian Avila, che ha realizzato il suo sogno e ha sfilato alla New York Fashion Week, indossando le creazioni della stilista Talisha White.

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Credits: @euronews.com

L’obiettivo dichiarato della stilista è cambiare il mondo con la sua azienda, ma non solo creando vestiti, bensì facendoli indossare a donne come Marian, che possono rompere i confini e dimostrare al mondo, non solo del fashion, che non ci sono barriere.

Ragazze, questo post è finito, ma prima di andare non potete non leggere anche:

1) WORLD VITILOGO DAY: LA VITILIGINE È DAVVERO UNA MALATTIA? 23 FOTO VI FARANNO CAMBIARE IDEA

2) SAVAGE X FENTY: LA CELEBRAZIONE DEL CORPO DELLE DONNE A OPERA DI RIHANNA

3) “BOY”, LA LINEA DI MAKE-UP MASCHILE DI CHANEL È SOLO MARKETING O È LOTTA PER L’INCLUSIVITÁ

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Katie Meade.
Credits: @folhadodia.com

Ragazze speriamo che questo post vi sia piaciuto. Cosa ne pensate degli eventi all’insegna dell’inclusività nel mondo della moda? Conoscevate già le storie che vi abbiamo raccontato in questo articolo? Fatecelo sapere nei commenti! Un bacione dal TeamClio!

13 COMMENTI

  1. Grandissimi passi avanti, senza dubbio.
    Saremo davvero “avanti” quando sulle passerelle sfileranno bellissime ragezze/i bianchi, neri, blu, senza gambe, senza testa, da 50 kg, 25 o 200 e nessuno parlerà della sfilata come un “passo avanti”…ma ne parleranno per gli abiti incredibilmente belli o trash, ecco…lì sarà un mondo migliore.

  2. Saro’ un po’ fuori dal coro ma per me tutto questo e’ sbagliato. Mi spiego: non e’ sbagliata l’inclusivita’, anzi! ben venga un po’ di sano buon senso per chi ha il potere di cambiare le menti piu’ stupide ed acerbe che ancora hanno pregiudizi. Se dico la parola “sbagliato” mi riferisco al fatto che se una persona diversamente abile riesce in qualcosa, o se donne curvy diventano parte di uno show di alta moda, ne siamo tutti meravigliati e gridiamo al cambiamento!. Il vero cambiamento per me, sta nel non parlarne..nel non farne notizia, ma fare come se nulla fosse perche’ per me normale significa renderlo parte del mio quotidiano e non rimanerne stupita. Ora…non so se mi sono spiegata..spero di si c:

  3. Esatto…come dicevo io sotto, ma è ancora presto per assistere alla normalità in quanto normalità, la normalità di un braccio monco o una taglia 48…è ancora visto come fuori dal “normale”…

  4. Il fatto che Hilfiger abbia dedicato una linea alle persone con disabilità non mi sembra un esempio di inclusione ma l’esatto opposto.
    La foto di Ultimate Teen Beauty mi sbra grottesca e non capisco perché la ragazza disabile sia l’unica truccata e perché le altre due siano delle bambine, altro che teen.
    La ragazza con la protesi che ha partecipato a Miss Italia ha lanciato un messaggio importantissimo secondo me ossia che la disabilità non deve impedirti di fare una cosa che hai voglia di fare. Brava!

  5. Esatto, creare una linea “fatta per loro” e’ come sottolineare la loro “diversita’”…

  6. Io non la vedo così, una linea cosiddetta per disabili la vedo come una linea che abbia magari degli espedienti “tecnici” per facilitarne l’atto dell’indossarli, o che magari abbia maglie con maniche di lunghezza diversa, non bisogna essere ipocriti, nessuno normodotato (riferendomi agli arti) comprerebbe maglie asimmetriche, mentre una maglia asimmetrica è comoda per un ragazzo amputato. Io almeno la vedo così.

  7. E paradossalmente, se io volessi un capo di quella linea mi sentirei “strana” perché non ho disabilità. Mah.

  8. Si bel punto di vista. Se gli abiti della sfilata hanno veramente particolarita’ come quelle che dici tu allora la comprendo

  9. Penso che più sfilano modelle con disabilità e più le barriere si abbattono. Il razzismo x me, é la nn conoscenza di una persona diversa da noi… X cui ben vengano queste sfilate. Nn so cosa vuol dire, linee di abbigliamento x disabili, quindi nn commento. Sto passando diverso tempo in ospedale ad accudire parenti malati e sinceramente trovare abbigliamento, pigiami e quant’altro x persone diversamente abili, anche fosse momentaneamente x braccia, gamba ecc ecc ingessata, nn può che farmi piacere ☺️

  10. Hai ragione, quando questo succederà il mondo sarà migliore. Ma ora siamo per così dire in un periodo di transizione, quello che alcuni vedono come una cosa ovvia per altri non lo è ancora. E allora bisogna spiegare, anche se per me e per molti altri è un’ovvieta’, che una persona può essere realizzata e attraente anche se ha una disabilita’. Personalmente ho apprezzato questo post e ne vorrei leggere altri di questo tipo!

  11. Ciao, sono la mamma di Alice 14 anni in Sd..ed anche lei vuol fare la modella ma non sa’ da dove iniziare!!! 😉
    A parte la premessa, sono d’accordo anch’io sul fatto che la vera inclusione sarà realizzata quando non farà più “notizia sensazionale” ….comunque da qualche parte dobbiamo iniziare e, detto fra me e voi, i tempi stanno andando nella giusta direzione. Inoltre volevo condividere con voi il fatto che il sogno di fare la modella per un ragazza con disabilità (in questo caso parlo di Alice) da’ una forte motivazione per prendersi cura del proprio aspetto fisico, motivazione per alzarsi la mattina, per migliorare la propria autostima, per rendersi carina davanti ai propri compagni di classe per i quali sei invisibile…direte come tutti gli adolescenti naturalmente (ho una figlia anche di 18 anni quindi sono già passata dalle varie fasi) ma si sommano qui i pregiudizi ed il limite dovuto alla disabilità…vi garantisco che tutto ciò è molto faticoso. Le persone disabili che vediamo in foto ormai da tutte le parti, hanno fatto un lavoro alle spalle che non possiamo neppure immaginare… Infine ad avvalorare il tutto non dobbiamo dimenticare la possibilità per chi riesce a far “carriera” di ad avere reddito proprio senza “regali” dallo stato… Bravi tutti continuate così!

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