Nel mondo della cosmesi si parla sempre più di Clean Beauty, una filosofia che vorrebbe una bellezza pulita non solo in termini di ingredienti, ma anche di trasparenza nei confronti del consumatore.
Clean Beauty, infatti, non significa necessariamente marchi organici o naturali al 100%. Certo, alcuni brand hanno deciso di adottare un approccio biologico rispetto alle formulazioni, ecosostenibile nella scelta del packaging ed essenziale in quanto agli ingredienti, liberandosi degli agenti controversi.
Un’esigenza data non solo dalla crescente preoccupazione per il pianeta, ma anche dalla necessità di soddisfare nuove generazioni di clienti: i Millenials e la Generazione Z, infatti, sono tra i principali sostenitori della Clean Beauty e il mercato non può far altro che adeguarsi.
Allora bellezze, è il momento di esplorare più nel dettaglio la Clean Beauty per conoscerne tutti i segreti. Pronte? Iniziamo!
COSA SI INTENDE ESATTAMENTE PER CLEAN BEAUTY?
Non ci sono dubbi: la Clean Beauty non è più solo una filosofia riservata ad alcuni brand indie e di nicchia, ma una vera e propria ossessione per il benessere che ha investito inevitabilmente anche i prodotti cosmetici.
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Una tendenza dettata non solo dal sempre maggior numero di persone aventi una pelle sensibile – secondo i dermatologi la causa è la crescente esposizione all’inquinamento e alla luce blu – ma soprattutto la maggiore attenzione con cui vengono lette le etichette cosmetiche.
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Sono questi i fattori che hanno reso la Clean Beauty un trend molto discusso e una filosofia sposata da un numero crescente di brand, che si prendono cura della pelle attraverso ingredienti naturali e genuini.
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Il concetto stesso di Clean Beauty è legato a un utilizzo esclusivo di ingredienti naturali o ottenuti da fonti sostenibili e rinnovabili e, perciò, etici e virtuosi. È davvero così? “Clean” – pulito – si riferisce, in realtà, a ingredienti “non tossici” e cioè sicuri per il consumatore.
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clean si riferisce a ingredienti non tossici
Manca, in realtà, una definizione precisa di questa tendenza cosmetica, la cui unica regola rimane scegliere componenti che non compromettano la salute della pelle. A questo si unisce un approccio più consapevole al mondo della bellezza, fatto di una maggior attenzione verso la provenienza degli ingredienti e dello smaltimento del packaging.
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L’ATTENZIONE PER GLI INGREDIENTI
Se è vero che il focus è cercare di scegliere ingredienti che non siano da ritenersi “tossici” per la pelle, la realtà è che non esiste una vera e propria regolamentazione globale: l’Unione Europea, infatti, ha messo al bando almeno 1300 ingredienti cosmetici, mentre negli Stati Uniti sono circa 30.
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Molti termini come naturale, bio o organico, inoltre, hanno perso il loro valore, infatti, spesso vengono utilizzati solo per finalità di marketing, senza che vi sia una vera corrispondenza con la realtà. Per questo Clean Beauty dovrebbe significare esclusivamente “privo di agenti irritanti”.
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Ci sono poi numerosi ingredienti che vengono accuratamente evitati dai consumatori stessi, più o meno a ragione: coloranti artificiali, oli minerali, siliconi, SLS, ftalati e, naturalmente, i tanto discussi parabeni.
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La regola d’oro per destreggiarsi nella lettura dell’INCI nel rispetto dei dettami della Clean Beauty? Evitare la dicitura “derivato da”, che spesso indica un ingrediente naturale trasformato in qualcosa di diverso.