DEPRESSIONE POST ALLATTAMENTO: LE TESTIMONIANZE DI ANGELA E FRANCESCA
Angela e Francesca sono due mamme del TeamClio. Entrambe hanno un passato di allattamento al seno esclusivo ed entrambe, ognuna a suo modo, hanno risentito del distacco.
LA STORIA DI ANGELA
La mia non è stata una vera e propria depressione post allattamento, intendiamoci, però il momento in cui si smette di allattare è sempre difficile per una donna che ci ha creduto e che, come me, ha avuto dei momenti iniziali molto pesanti. L’allattamento infatti non è una passeggiata, è forse il periodo più difficile dopo il parto, il momento in cui ti rendi conto di essere in grado di poter nutrire tuo figlio ma non per questo ci puoi riuscire.
Credits: Foto di Unsplash | Dakota Corbin
La parte iniziale dell’allattamento è stata molto frustrante per me, ho dovuto consultare un’ostetrica, andare spesso al consultorio, sono passata per due mastiti e febbre a 40 ma non ho mollato e ho allattato la mia bambina per 15 mesi.
MAMMA E FIGLIO AVVERTONO, IN MODO DIVERSO, IL DISTACCO, CHE NON SEMPRE GENERA LA DEPRESSIONE POST ALLATTAMENTO
Ho scelto poi io dopo l’anno di iniziare a smettere, per avere un nuovo equilibrio e per riprendere a dormire tutta la notte, cosa necessaria quando si lavora. Ma il momento del distacco è stato comunque complicato, siamo andate avanti fino ai 15 mesi e anche se sapevo di fare la cosa giusta, sentivo che era il mio corpo ad essere esausto così come la mia mente, mi sembrava troppo difficile mollare.
Lasciare andare per sempre quel legame speciale, che solo una mamma che allatta può capire e che una volta finito non si ripeterà più. L’allattamento è stato per me un’esperienza unica e molto sofferta, ecco perché quando è arrivato il momento di andare avanti e di smettere, ci è voluto un po’ di tempo affinché mi abituassi all’idea, sebbene sia stata io stessa a volerlo. Più andavo avanti e più era inutile: allattavo solo un po’ la mattina prima del biberon e come se fosse un dolce risveglio per la mia piccola.
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Quando poi a un certo punto ho visto che anche lei se ne dimenticava, ho capito che forse questa ‘coccola’ continuava ad essere speciale solo per me e ho deciso di mettervi fine. Certo che per me non si è trattata assolutamente di una depressione post allattamento ma piuttosto un vivere con dispiacere la fine di una fase magica tra mamma e figlia che non si ripeterà più. E i giorni successivi sono stati una ‘mancanza’ di questi attimi unici e rari.
LA TESTIMONIANZA DI FRANCESCA
Al corso preparto mi avevano ‘insegnato’ che avrei dovuto allattare al seno il mio bambino, che era naturale così, proprio come fanno gli animali con i loro cuccioli. Già prima del parto ne sentivo il peso, mi chiedevo, proprio come altre future mamme del corso, se ci sarei riuscita.
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In verità ce l’ho fatta quasi subito, grazie anche al parere di infermiere, ostetriche e del mio ginecologo. Ero sotto osservazione, ma – stranamente – non mi dava fastidio: mi/ci stavano aiutando e così è stato.
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Anche per me è stata una scelta naturale, bella ma anche molto faticosa. Allattavo a richiesta, ma il mio bimbo è sempre stato un orologio svizzero: ogni 3 ore richiedeva la poppata. E, sì, anche di notte.
Capite bene che non riposavo molto, mi sfiniva, l’allattamento al seno ti toglie letteralmente le forze. Ero stanca ma anche contenta, anzi addirittura gelosa di quel momento a due.
Ecco perché ho sofferto un po’ quando il mio cucciolo ha raggiunto il sesto mese. Iniziava lo svezzamento, quello classico, quindi a poco a poco. La poppata veniva sostituita da una pappa, poi da due fino ad arrivare a mangiare, per così dire, come un adulto.
La notte chiedeva e si attaccava ancora, lo richiedeva come fosse un momento obbligato. E manteneva costante la richiesta, se non ogni 3 ore, ogni 4. Non solo ero sfinita: già intorno ai suoi 8 mesi non avevo più abbastanza latte.
Come lo sapevo? Si attaccava, stava un po’ e poi si staccava e piangeva. Non era soddisfatto, la suzione per lui era diventata difficile. Abbiamo provato per un po’ ma ormai non ce la faceva a tirare e io avevo capito che non potevo più essere una sua fonte di nutrimento.
A malincuore non lo facevo attaccare più, cercavo di farlo abituare al distacco, anche se io stessa non mi abituavo a quella fine.
La mia non è stata una vera e propria depressione, ma sicuramente una fase in cui ho sofferto per la fine di quel legame unico e perché mio figlio, si vedeva, non voleva staccarsi definitivamente, tanto che nelle due settimane successive rifiutava persino il biberon. Poi tutto è rientrato, ha accettato il latte artificiale ma ha continuato a non darmi pace la notte per molto tempo.
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Ragazze, siamo alla fine e ora tocca a voi! Avete avuto esperienze dirette o indirette di depressione post allattamento? È stata una fase o un periodo più duraturo? Avete dei consigli? Fateci sapere tutto nei commenti! Un bacione dal TeamClio!