Spesso si sente parlare di anime gemelle e di filo rosso del destino. Altro non è che una leggenda di origini orientali che fa riferimento al legame indissolubile che unisce le anime predestinate.
Questa credenza molto antica sostiene, infatti, che esistano dei legami che non si spezzano mai, nonostante le mille difficoltà e avversità che la vita ci presenta giorno dopo giorno. L’unione tra anime compagne, quindi, se realmente baciata dal destino è indistruttibile: qualsiasi cosa accada, il filo rosso farà in modo che queste si ritrovino, anche a distanza di anni o lontane migliaia di chilometri. Negli anni a questa tradizione sono stati associati frasi e simboli, tra cui il bracciale di filo rosso che ognuna di noi ha visto almeno una volta nella vita al polso di qualcuno.
Curiose di saperne di più? Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere sulla leggenda del filo rosso, il significato, se è vera – o, perlomeno, se affonda le sue radici in una storia realmente accaduta – e tutto ciò che comporta.
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IL FILO ROSSO CHE UNISCE LE ANIME GEMELLE ARRIVA DA LONTANO
Poeti, cantanti e artisti hanno dedicato alle anime gemelle frasi e opere, celebrando quell’empatia speciale che unisce solo due persone predestinate, che si appartengono.
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La leggenda del filo rosso, però, è molto di più e attribuisce al rapporto tra anime gemelle un significato ancora più profondo, che trascende dal semplice sentimento provato reciprocamente l’uno per l’altra.
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la LEGGENDA DEL FILO ROSSO CHE UNISCE LE ANIME GEMELLE nasce in cina
Il filo rosso rappresenta un legame indistruttibile, più forte di tutto e di tutti, di qualsiasi ostacolo o avversità. C’è quasi del divino in questa suggestiva leggenda, che come stiamo per scoprire è davvero antichissima e – proprio come la credenza induista del chakra del cuore – viene da molto lontano, più precisamente in questo caso dalla Cina.
LA STORIA CHE HA ISPIRATO LA LEGGENDA DEL FILO ROSSO
Tra le credenze orientali probabilmente più famose, la leggenda del filo rosso viene erroneamente reputata giapponese quando, in realtà, nasce in Cina. Proprio lì, infatti, è ambientata la storia che ha dato origine alla leggenda, durante la dinastia Tang che ha regnato sulla Cina dal 618 al 907 d.C, quindi un’infinità di tempo fa!
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La leggenda vuole che le anime gemelle siano legate da sempre e per l’eternità da un filo rosso sottilissimo, legato al mignolo della mano sinistra oppure, secondo altre versioni della stessa credenza, alle caviglie. La leggenda è nota come 運命の赤い糸 Unmei no akai ito, ossia appunto leggenda del filo rosso del destino. Facciamo un salto nel passato e ripercorriamo la storia che la ispira.
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Secondo i racconti, proprio durante la dinastia Tang un ragazzo chiamato Wei, orfano di entrambi i genitori sin da quando era bambino, desiderava sposarsi per creare finalmente una famiglia tutta sua. Non riusciva, però, a trovare moglie. Un giorno si recò nella città di Song, dove conobbe un uomo che si propose di presentargli la figlia del governatore locale. I due si diedero appuntamento per il giorno seguente, ma quando Wei si presentò al luogo dell’incontro trovò solo un anziano che aveva accanto a sé un enorme sacco e leggeva un libro incomprensibile, scritto in caratteri che non aveva mai visto.
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“Proviene dall’Aldilà“, gli spiegò e aggiunse di occuparsi da sempre degli uomini e delle loro unioni. Wei, allora, gli manifestò la sua volontà di mettere su famiglia: “Cerco una moglie da quando sono bambino. Potrebbe essere la figlia del governatore?”. L’anziano lo deluse, dicendo: “No, tua moglie ora ha solo 3 anni, la sposerai quando ne avrà 17“.
L’uomo misterioso gli spiegò anche che quel sacco conteneva il filo rosso del destino, quello che unisce le vere anime gemelle. “Il filo rosso del destino per legare marito e moglie. Questo filo non si può vedere, ma è proprio questo il modo in cui due persone possono essere legate per sempre, tagliarlo è impossibile“.
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L’anziano, a quel punto, prima di sparire nel nulla gli indicò il mercato, spiegandogli che la sua anima gemella era la figlia di un’anziana donna, Chen, che sedeva lì, malandata e sporca. Deluso e sdegnato, Wei ordinò al suo servo di uccidere la bambina in cambio di denaro, per dimostrare al vecchio saggio che avrebbe scelto da solo chi sposare. Il servo portò avanti il suo compito, ma non riuscì a colpire mortalmente la piccola. La ferì tra gli occhi, sulla fronte, ma credette in ogni caso di averla uccisa e di aver fatto felice il suo padrone.
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Negli anni a seguire, Wei continuò a cercare la donna della sua vita, la moglie perfetta, e si dimenticò completamente dell’accaduto. Un giorno, però, conobbe il governatore della vicina città di Shiangzhou, che gli offrì in sposa la sua splendida figlia di 17 anni. I due iniziarono a frequentarsi e Wei si accorse che la ragazza portava sempre una piccola pezza sulla fronte.
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Dopo averla sposata, le chiese perché e tutti i nodi vennero al pettine. La ragazza iniziò a raccontare: “Mio padre era governatore a Song, ma morì con mia madre e mio fratello quando avevo 3 anni. Fui cresciuta dalla mia governante, che si chiamava Chen. Un giorno un pazzo provò a uccidermi al mercato, facendomi questa cicatrice. Solo qualche anno dopo mio zio mi prese con sé“.
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Tutto sembrò chiaro a Wei, a quel punto. Sua moglie era proprio quella bambina a cui il vecchio saggio l’aveva legato per sempre con il filo rosso del destino che unisce le anime gemelle. I due si amarono per tutta la vita ed ebbero un figlio, proprio come voluto dal fato.