LA PET THERAPY SI FA SOLO CON I CANI? QUALI SONO ALCUNI ESEMPI PET THERAPY?
- Con il termine pet therapy ci si riferisce, come suggerisce il nome stesso, alla terapia con animali.
- Generalmente per la pet therapy cani e gatti sono gli animali più conosciuti e utilizzati, ma non sono i soli: anche i cavalli, per esempio, sono spesso utilizzati nella terapia e (forse non tutti lo sanno) anche i pesci e i porcellini d’India.
- Gestire gli animali domestici in casa con bambini può essere complicato, e non tutti hanno gli spazi adeguati: per questo la pet therapy, in caso di necessità, viene svolta presso centri con professionisti specializzati e non può essere sostituita in toto dalla vita con un animale in casa.
- I pazienti della pet therapy cui viene proposta questa cura basata sull’interazione con gli animali sono nella maggior parte dei casi bambini e anziani con diverse problematiche, che spaziano dai problemi motori ai deficit cognitivi, giungendo anche a condizioni degenerative come la demenza o alla depressione.
- I benefici della pet therapy sono di diverso tipo e vanno dall’abbassamento della pressione sanguigna e del livello di ansia fino a un maggiore controllo del corpo e un miglioramento della relazione medico-paziente.
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Parlare di pet therapy significa allargare il discorso delle terapie a supporto del paziente, non limitandosi a considerare efficaci sono quelle mediche “tradizionali”. La terapia con animali, infatti, può risultare particolarmente utile come affiancamento delle classiche terapie in soggetti specifici, come anziani e bambini, o in persone con ridotta capacità motoria. Il rapporto con gli animali che si instaura con la pet therapy e l’aiuto di professionisti specializzati nel campo aiuta il paziente sotto diversi aspetti: venite con noi del post per scoprire tutto quello che c’è da sapere sulla pet therapy. Quali animali si usano, i benefici e a cosa serve nello specifico.
COS’È LA PET THERAPY NEL DETTAGLIO: COME È NATA LA TERAPIA CON ANIMALI?
Ufficialmente riconosciuta in Italia nel 2003, le origini della pet therapy in realtà risalgono intorno agli anni sessanta del 1900, quando venne coniato il termine dallo psicologo clinico Boris Levinson.
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Ad oggi con il termine pet therapy si intende la terapia con animali d’affezione (“pet”, in inglese) che può avere effetti benefici sul paziente.
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Generalmente quando si pensa alla terapia con animali sono diverse le immagini che si formano nella nostra mente, quindi è bene fare chiarezza: con il termine pet therapy si indicano, infatti, due tipi di terapie ed approcci molto diversi, sebbene abbiano ugualmente effetti positivi sui pazienti, che approfondiremo dopo.
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LA PET THERAPY HA DIVERSI BENEFICI IN BASE ALLE NECESSITÀ DEL PAZIENTE
La prima è la terapia assistenziale con animali, anche detta AAA Animal Assisted Activities: si tratta di attività che mirano a migliorare la qualità di vita del paziente grazie al rapporto con l’animale. Per esempio, la pet therapy AAA è quella offerta ai pazienti durante il loro periodo di degenza ospedaliera.
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La seconda tipologia di terapia con animali è la cosiddetta AAT Animal Assisted Therapy: si tratta della “vera e propria” pet therapy, una terapia ben specifica che viene portata avanti grazie al supporto di preparati professionisti della salute che impostano sedute terapeutiche e un piano ben preciso con obiettivi finali.
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È a questa pet therapy cui ci si deve affidare, per esempio, per migliorare le competenze fisiche o cognitive dei pazienti.
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I BENEFICI DELLA PET THERAPY, DALL’UMORE ALLE CAPACITÀ MOTORIE
Ma perché ci si affida alla pet therapy? A oggi, infatti, sembra che l’interesse attorno a questo tipo di terapie sia veramente aumentato, tanto che sono sempre di più i corsi pet therapy e la richiesta di operatori specializzati.
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Nel corso del tempo, i benefici della terapia con animali si sono dimostrati evidenti, per esempio la pet therapy ha consentito di:
- migliorare l’umore del paziente
- ridurre il livello di ansia, noia e agitazione
- migliorare il rapporto medico-paziente
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- migliorare e affinare le capacità motorie nei pazienti con deficit
- migliorare le interazioni interpersonali
- aumentare l’autostima del paziente e il suo ottimismo
- migliorare le capacità cognitive
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