A COSA SERVE PRATICARE L’ARTE DEL VIVERE BENE DA SOLI: PERCHÉ DOVREMMO PROVARE A SEGUIRE QUESTA FILOSOFIA COREANA
Come si può facilmente immaginare, la filosofia honjok si sposa molto bene con il momento storico che stiamo vivendo e, in generale, può essere un grande aiuto anche nella vita di tutti i giorni qui in Occidente.
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Spesso, infatti, ci si ritrova da sole dopo la fine di una lunga storia d’amore, a soffrire (comprensibilmente) non solo per il termine della vita a due, ma anche perché non si riesce ad apprezzare a tutto tondo la propria compagnia.
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Imparare a stare bene con sé stessi è un viaggio lungo una vita, indubbiamente, eppure i suggerimenti dell’honjok possono esserci molto utili per iniziare a impostare una diversa visione del mondo da sole.
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Praticare l’honjok non significa, però, vivere in maniera isolata da tutto e tutti: i giovani coreani, per esempio, hanno creato comunità digitali dove scambiarsi pareri e consigli sulla vita in solitaria, per apprezzarne i vantaggi e godere al 100% della possibilità di essere e fare ciò che ci fa stare bene.
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Certo, oltre alla capacità di vivere da soli è importante anche conoscersi nel profondo: una pratica che potrebbe essere utile se affiancata a questa nuova visione della vita è per esempio la meditazione mindfulness.
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In realtà i concetti di base delle due non sono così diversi: imparare a sintonizzarsi con il proprio io per apprezzarne la compagnia.
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ACCETTARE LA SOLITUDINE SECONDO L’HONJOK PER CONNETTERSI CON IL PROPRIO IO, MA SENZA ISOLARSI DAL MONDO ESTERNO
Stare da soli non significa essere soli: sembra una sottile differenza ma se ci pensate non lo è. La filosofia honjok ci insegna ad apprezzare i momenti in solitaria, siano essi “transitori” oppure di natura più “permanente” (si pensi ad esempio a un trasferimento lontani da casa).
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Passare momenti in solitaria è un ottimo modo per conoscersi a fondo, senza “dover rendere conto a nessuno” se non a sé stessi.
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ESSERE SOLI SECONDO L’HONJOK SERVE A CONOSCERSI E DIVENTARE AUTONOMI
Inoltre stare da soli è importante per sviluppare autonomia e indipendenza, ma attenzione: non significa assolutamente isolarsi in maniera volontaria e continuativa. Praticare l’honjok significa avere gratitudine e gioia per i momenti passati in solitudine, ma non invita affatto a tagliare i ponti con il mondo esterno.
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Il messaggio dell’honjok, piuttosto, è quello di sintonizzarsi con il proprio io, i propri desideri e ambizioni, apprezzando il tempo passato con se stessi, per poi comunicare all’esterno obiettivi e aspettative. Imparare ad ascoltarsi, invece che ad ascoltare gli altri.
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Ragazze anche per oggi è tutto. Conoscevate già la filosofia dell’honjok? E come vi sembra l’approccio coreano alla vita in solitaria? Potrebbe esservi utile a vivere meglio i momenti di solitudine? Fateci sapere nei commenti, un bacione dal TeamClio!