DIGIUNO INTERMITTENTE: DI CHE COSA SI TRATTA?
- Tutti i giorni senza rendercene conto pratichiamo dei periodi di digiuno come risultato della comune suddivisione dei pasti.
- Il nostro organismo risponde a questa condizione mettendo in atto degli adattamenti.
- I protocolli digiuno intermittente prevedono l’alternanza di fasi di alimentazione a fase di astensione dal cibo.
- L’interesse verso questa pratica nasce dall’ipotesi di ottenere benefici per la salute.
- Gli schemi di digiuno intermittente possono essere piĂą o meno rigidi a secondo del lasso di tempo passato senza mangiare.
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Il digiuno intermittente in realtà non rappresenta propriamente una novità . L’astensione dal cibo, che sia questa volontaria o la conseguenza di un mancata accessibilità alle risorse alimentari, è da sempre presente nella storia dell’umanità . Pensiamo ad esempio alle carestie, ma anche alla rinuncia al nutrimento legata a motivazioni spirituali o di altro tipo. Indipendentemente dalla ragione, tutte queste condizioni portavano ad alternare periodicamente un’alimentazione più abbondante ad una più ridotta.
Nel corso di questo post cercheremo di capire come funziona il digiuno intermittente e quali sono le sue potenzialità e criticità . Ci teniamo a precisare che non intendiamo assolutamente convincervi o meno a seguire queste pratiche alimentari, il nostro obiettivo è solamente quello di fornire informazioni a scopo divulgativo. Le scelte alimentari influenzano la nostra salute, perciò vi consigliamo caldamente di evitare il fai da te e di rivolgervi al vostro medico e al dietista nutrizionista di riferimento.
Ragazze, siete curiose di scoprire che cos’è il digiuno intermittente e come funziona? Allora iniziamo subito!
DIGIUNO INTERMITTENTE COME FUNZIONA?
Iniziamo subito a capire che cos’è il digiuno intermittente e come funziona: si ispira ai modelli di astensione dal cibo messe in atto nella tradizione di molti popoli. Nella pratica prevede l’alternanza di fasi di digiuno, ovvero in cui non si mangia, a fasi in cui ci si alimenta.
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Se ci riflettiamo un attimo, in un certo senso questa modalitĂ di assunzione di cibo rappresenta per la maggior parte di noi la norma, dove il periodo piĂą lungo di digiuno corrisponde al lasso di tempo che intercorre tra la cena e la colazione.
DIGIUNO INTERMITTENTE: ESEMPIO PRATICO
Le tipologie di digiuno intermittente proposte sono diverse, vediamo un esempio pratico. Si passa dai protocolli che prevedono un’astensione dal cibo di breve durata assimilabile al quotidiano digiuno notturno, fino ai regimi più estremi dove il lasso di tempo senza introdurre cibo diventa più importante.
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ESISTONO DIVERSI PROTOCOLLI DI DIGIUNO INTERMITTENTE
Un esempio pratico di digiuno intermittente da attuare in due o tre giorni non consecutivi della settimana consiste in 15-18 ore di digiuno. Questo prevede di consumare una prima colazione, inserire poi un pasto di metà giornata meno ricco a cui seguirà l’evitamento di qualsiasi cibo e bevanda calorica fino alla mattina successiva.
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Solitamente viene consigliato di ridurre l’assunzione di zuccheri semplici e di privilegiare alimenti di origine vegetale come legumi, ortaggi, cereali di tipo integrale senza dimenticarsi la corretta assunzione di acqua.
Negli altri giorni della settimana in cui non si pratica il digiuno si dovrebbe ritornare al regime alimentare abituale che ovviamente non significa “mangiare a ruota libera”, rischio di cui parleremo nel corso del post.
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Ci sono poi protocolli più rigidi caratterizzati da una riduzione severa dell’assunzione di energia giornaliera o la rinuncia completa dal cibo per lunghi periodi.
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Tra le tipologie di digiuno intermittente ritroviamo anche quello conosciuto come digiuno modificato o dieta mima-digiuno. Questo approccio dalla durata di 5 giorni prevede un consumo di 1000-1100 kcal nel primo giorno da ridurre a 800 kcal in quelli successivi, da praticare una volta ogni 3-4 mesi o una volta ogni 30 giorni.
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Il mima-digiuno è la tipologia più in voga, probabilmente anche perchè sono stati prodotti kit ad hoc che, sebbene non siano necessari, comportano un guadagno per chi li produce e li sponsorizza ed è forse questo il motivo per cui vengono proposti.