L’attaccamento è una vera e propria forza che ci accompagna per tutta la nostra vita. Secondo la teoria dell’attaccamento, infatti, lo stile di attaccamento che abbiamo avuto da piccoli, durante la prima infanzia, con le proprie figure di riferimento, influenza le nostre relazioni adulte, in particolare quelle significative e amorose.

Di tutto questo e di molto di più ci parlerà in questo post della sua rubrica, il Dottor Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva, con un’accurata spiegazione riguardo alla teoria dell’attaccamento, alle categorie per classificare l’esperienza di attaccamento e ci fornirà utili consigli professionali su cui riflettere. L’argomento vi ha incuriosite? Lasciamo subito la parola al Dottor Femia.

Cliomakeup-teoria-attaccamentoCredits: Foto di Pexels | Arina Krasnikova

CHE FORZA L’ATTACCAMENTO! PER TUTTA LA NOSTRA VITA “DALLA CULLA ALLA TOMBA”

“Come eravamo da bambini, molto piccoli, con le nostre figure di accudimento? Come ci comportavamo quando ci separavamo da loro e come ci trovavano quando tornavano a riprenderci? In loro assenza e al loro ritorno eravamo sicuri di noi? Oppure allarmati? Angosciati? Silenziosi?

Noi non lo ricordiamo, eppure lo stile di attaccamento che abbiamo avuto durante la prima infanzia (con le figure di riferimento) influenza le nostre relazioni adulte e, in modo particolare, quelle di amore o significative.

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Credits: Foto di Pexels | Josh Willink


Dunque, le forme di attaccamento dell’infanzia sembrano influenzare lo sviluppo emotivo di ciascuno di noi, influiscono sulla capacità socioaffettiva. Ed è stato dimostrato come le prime relazioni di attaccamento condizionano le relazioni delle persone nella vita adulta. Dal tipo di attaccamento avuto da bambini si sviluppano degli schemi e dei modelli che entrano in azione poi nella vita sociale e sentimentale da grandi. Da alcune esperienze negative della prima infanzia possono scaturire malesseri emotivi e psichici anche di notevole rilievo.

SECONDO LA TEORIA DELL’ATTACCAMENTO SI PUÒ FAR RIFERIMENTO A TRE CATEGORIE PER CLASSIFICARE L’ESPERIENZA DI ATTACCAMENTO

Secondo la teoria dell’attaccamento possiamo fare riferimento a tre categorie per classificare l’esperienza (e il conseguente modello di riferimento) di attaccamento.

LA CATEGORIA DEFINITA SICURA/AUTONOMA

Una categoria definita sicura/autonoma vede un bambino sicuro che riesce ad esplorare l’ambiente in assenza della figura di attaccamento che poi diventa un adulto che si rapporta agli altri tollerando la separazione e apprezzando i momenti di condivisione e di riavvicinamento.

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Credits: Foto di Pexels | Ba Tik

LA CATEGORIA DEFINITIVA INSICURA/AMBIVALENTE

Una categoria definita insicura/ambivalente che alterna comportamenti di pianto alla separazione con atteggiamenti di ricerca di vicinanza nei momenti di riavvicinamento alternati a pianto e agitazione e rifiuto.

Da adulto questo stile di attaccamento potrebbe esitare in un modello di riferimento che si riattiva nelle relazioni significative e di amore adulto in atteggiamenti ambitendenti in cui si alternano ricerca dell’altro e distacco dall’altro, ricerca di prossimità e rassicurazione mista a evitamento dell’intimità.

LA CATEGORIA DEFINITA INSICURA/EVITANTE

Una terza categoria definita insicura/evitante in cui il bambino non manifesta angoscia alla separazione e rifiuta la figura di attaccamento nei momenti di riunione. Questo adulto potrebbe manifestare la tendenza a distaccarsi dagli altri con conseguenze nelle relazioni e nella manifestazione della propria intima emotività.

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Secondo questa teoria lo stile di attaccamento sicuro deriva da un’esperienza con una figura di attaccamento (FDA) responsiva, amorevole e costante nel fornire le proprie cure.

Lo stile ambivalente deriva da una FDA imprevedibile e scostante, mentre lo stile evitante avrebbe avuto a che fare con una genitorialità indisponibile, distaccate e rifiutante rispetto ai bisogni di cura e alle richieste di vicinanza e rassicurazione”.

Non è finita qui. Nella prossima pagina il Dottor Femia continuerà a parlarci dell’attaccamento e della teoria dell’attaccamento, fornendoci anche utili consigli professionali in merito. Continuate a leggere.