Angelina Jolie si trasforma nella leggendaria Maria Callas in questo ritratto intimo e struggente firmato Pablo Larraín, il film “Maria”, uscito nelle sale italiane il 1° gennaio 2025 dopo essere stato presentato in anteprima mondiale in occasione della 81ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.

Un film che ci porta negli ultimi, tormentati, giorni della più grande soprano di tutti i tempi. Larraín, maestro nel decostruire le icone femminili del ‘900, ci regala il capitolo finale della sua trilogia dopo “Jackie” e “Spencer”. “Maria” è un’opera ipnotica e visionaria, che fonde realtà e fantasia in un flusso onirico di immagini e musica. Larraín orchestra una sinfonia visiva di rara bellezza, in cui passato e presente si fondono in un vortice di emozioni. Le arie della Callas punteggiano la narrazione, trasportandoci nel mondo interiore di una donna che ha vissuto solo per l’arte.

Il Dottor Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva, approfondirà tutto questo nella sua recensione del film “Maria” di Pablo Larraín con Angelina Jolie, con tantissimi spunti e interessanti riflessioni. Siete pronte? Lasciamo subito la parola al Dottor Femia.

Credits: @lidocinemas Via Instagram. La locandina del film Maria di Pablo Larraín

LA TRAMA DEL FILM “MARIA” DI PABLO LARRAÍN: UNA NARRAZIONE FOCALIZZATA SUGLI ULTIMI GIORNI DI VITA DELLA CANTANTE

Maria”, diretto dal regista cileno Pablo Larraín e interpretato dalla ‘diva’ Angelina Jolie, racconta gli ultimi giorni di vita della più grande e famosa delle cantanti liriche, Maria Callas, che, prima di morire a soli 53 anni, viene colta nell’atto di fare i conti con la sua fama, il passato, il bilancio di una vita straordinaria, ma, sul finire, estremamente malinconica.

Credits: @mariafilmofficial Via Instagram. In questa immagine Angelina Jolie nei panni di Maria Callas, con alcuni dettagli sul costume indossato per la Tosca


Un film che spinge alla riflessione sul senso della vita e su quanto il perfezionismo sia un mostro che non sente ragione e sopratutto – un mostro che mai si ritiene soddisfatto anche di fronte alla genialità non smette di avanzare richieste e innescare sentimenti di inadeguatezza e ansia.

LA RECENSIONE DEL FILM “MARIA” CON ANGELINA JOLIE: LA PSICOLOGIA DELLA DIVA

E se la musica fosse solo angoscia? Nasce dalla povertà e dal dolore!
Una perfetta descrizione di quella brusca oscillazione fra esaltazione e disprezzo di sé, fra potenzasuccesso e fallimento esistenziale, della depressione che può provenire dalla perdita, e infine la creatività che viene accudita in compagnia di un maggiordomo e una domestica. Il film su Maria Callas descrive l’origine che brucia ancora”, origine di un’assoluta Diva che tutti riconosciamo come la regina dell’opera.

Credits: @mariafilmofficial Via Instagram. In questa immagine Angelina Jolie nei panni di Maria Callas con una vestaglia in lana ispirata all’originale, disegnata dal Massimo Cantini Parrini

Che dilemma esistenziale meraviglioso: cantavo a pagamento prima e adesso?
Una voce interiore di un’esistenza che, nonostante l’affermazione tanto ambita, non trova del tutto pace. Un giorno Maria e in occasioni speciali Callas, la psicologia di questa icona descrive le repentine fluttuazioni fra eccitazione e sconforto, fra orgoglio e disperazione.

Seguendo la storia appare chiaro che non basta il successo e l’affermazione di sé per essere felici quando si attivano ferite profonde che dal passato ancora riemergono con prepotenza attaccando il proprio senso di amabilità.

Non è interessante l’effetto che puoi avere sugli altri, anche se non hai una vera voce” dice di Marilyn. Una Dea del perfezionismo che pratica una forte astinenza dal cibo per essere bella e appetibile. Una Dea che cerca e sposa un padre – quello che non ha avuto – una regina rabbiosa e malinconica.

@Credits: @mariafilmofficial Via Instagram. In questa immagine Angelina Jolie nei panni di Maria Callas in una delle scene del film

Ferruccio e Bruna, i domestici che le sono accanto nell’ultimo tratto, cercano di prendersi cura di lei, di trovare una cura per lei. Invece il medico dice: “questo suo sangue racconta una storia! I farmaci che prende stanno facendo cedere fegato e cuore“. I farmaci che lei prende “per non diventare una rana” possono ucciderla, eppure lei non riesce a smettere, vuole cantare per sé stessa e vuole avere lei il controllo del finale: nell’opera non c’è ragione, nell’arte non c’è ragione!

La madre le diceva: “Io ti ho messa al mondo perché badassi a me”, ma poi le diceva anche che era inamabile e grassa.

IL TRAUMA DIVENTA IL VEICOLO DELLA MUSICA DI MARIA CALLAS

Maria scrive la sua autobiografia e la sorella cinicamente le consiglia di chiudere la porta del passato e cerca di assolverla dalle colpe di un vissuto traumatico che ritorna. Ma proprio il trauma diventa il veicolo della sua musica, una sorta di affezione ad uno schema di rifiuto che diventa cibo per la sua Arte.

Credits: @mariafilmofficial Via Instagram. Il ciak del film “Maria” con un’immagine del dietro le quinte

Un’atmosfera visionaria si respira dall’inizio alla fine – il teatro in testa- e le emozioni scorrono – fino a farti venire il nodo alla gola. Il racconto di una settimana prima di lasciare la voce, e la vita, in un film che riavvolge un’esistenza intera, compreso un amore eccezionale che, però, dopo la fase di love bombing rinnova svalutazione e rifiuto, procurando sofferenza e dolore.

Firma

Dott. Giuseppe Femia, Psicologo, Psicoterapeuta, Psicodiagnosta, Scuola di Psicoterapia Cognitiva (SPC) e dell‘Associazione di Psicologia Cognitiva (APC), Socio Sitcc – Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva.

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Ragazze, speriamo che questo post del Dottor Femia con la recensione del film “Maria” di Pablo Larraín su Maria Callas, interpretata da Angelina Jolie, vi sia piaciuto. Condividetelo con coloro con cui vorreste andare a vedere il film o con cui l’avete già visto. Un bacione dal TeamClio!