OMBRETTO: DAL GIAPPONE UNA STORIA A BASE DI FIORI (E NON SOLO!)

In tema di tecniche cosmetiche innovative, il Giappone si è da sempre distinto in tutto il mondo per l’uso di ingredienti particolari. Nel caso degli ombretti, le tradizioni più comuni arrivano direttamente dal mondo delle geishe, e risalgono all’XI secolo.

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Pic dal film Memorie di una Geisha

Infatti, usavano due metodi molto particolari: uno molto poetico e femminile, l’altro, invece, abbastanza disgustoso.

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Nel primo caso, le donne sceglievano petali di fiori di un determinato colore (generalmente in base al colore del kimono), e li pressavano fino ad ottenere una poltiglia colorata: successivamente utilizzavano della cera per dargli cremosità, e lo applicavano con un pennellino.



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Così facendo, avevano a disposizione una vastissima gamma di colori, attingendo direttamente dalla bellezza dei fiori.

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Il secondo caso è molto meno poetico. Infatti, spesso utilizzavano escrementi di uccelli che, a livello cromatico, avevano sfumature di colore ritenute esteticamente molto belle, e le usavano per dare colore alle palpebre.

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DALLA TOLETTA DI MARIA ANTONIETTA, UNA SERIE DI PRODOTTI “PIUMATI”

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Maria Antonietta è diventata una delle più importanti icone di stile, moda e bellezza della storia. Molto dedita alla cura del suo aspetto, la celebre regina francese sceglieva personalmente tutti i suoi look, facendo confezionare abiti, parrucche, e facendo anche produrre cosmetici particolari secondo antiche ricette di famiglia.

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Kirsten Dunst in Marie Antoinette

La caratteristica più interessante? Molti dei suoi prodotti quotidiani erano ricavati dagli uccelli! La regina infatti utilizzava un elegante piumino di cipria realizzato con candide piume di cigno, ritenute le più morbide e preziose del mondo, degne del volto di una sovrana. Ma soprattutto, Maria Antonietta è stata fra le prime ad usare acque detergenti e tonificanti per la pelle!

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L’Acqua di Piccione era sbiancante e rimpolpante!

Secondo un antico ricettario di famiglia (appartenuto ad una sua lontana antenata, Caterina Sforza) esisteva un’acqua miracolosa, chiamata Acqua d’Angelo per la sua capacità di donare un incarnato perfetto. Altro nome di questo tonico portentoso? Acqua di Piccione! Questo prodotto si otteneva miscelando cetrioli, succo di limone, muschio di quercia, cicoria selvatica, gigli e borragine.

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La toletta di Maria Antonietta

Successivamente si prendevano due piccioni, che venivano lasciati macerare in questo liquido. In seguito, a questo composto venivano uniti zucchero raffinato, mollica di pane bianco, mezza pinta di vino e canfora, e si lasciava riposare per 18 giorni.

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Il necessaire della regina a Versailles

Il risultato era un liquido dal potere sbiancante e rimpolpante che le donne dell’alta società hanno continuato ad usare fino all’inizio del Novecento.

LO SMALTO ROSSO È SEMPRE STATO IL PREFERITO DELLE DONNE

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Antichi pigmenti per smalti

Arriviamo infine allo smalto per unghie. Spesso siamo portate a pensare che lo smalto sia una scoperta relativamente recente, data la sua base chimica composta di nitrocellulosa e plastificanti.

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Antica illustrazione su come si realizza lo smalto

In realtà, lo smalto venne scoperto circa 3000 anni fa, da Egizi e Cinesi. I cinesi avevano scoperto una lacca composta da gomma arabica (una gomma naturale derivata dall’acacia che aveva la consistenza appiccicosa degli odierni smalti), cera d’api, albume d’uovo, e petali pressati di rose e orchidee che conferivano le tonalità vermiglie alla poltiglia.

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Gli Egizi invece utilizzavano l’henné mescolato a resine e gomme. Fra le amanti dello smalto rosso c’erano la regina Nefertiti, che tingeva unghie e capelli della stessa tonalità, e Cleopatra, che prediligeva tinte scure tendenti al bordeaux.

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Pubblicità di smalti vintage

I primi pionieri della nail art? Gli Incas! Durante i loro rituali sacri, erano soliti disegnare immagini stilizzate di uccelli e altri animali, che spesso erano i simboli identificativi delle diverse tribù, realizzandoli con un carboncino o vernici colorate!

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Smalto in polvere risalente al 1800

Per tante altre curiosità sulla storia del trucco, leggete questi post!

1) LE 5 DONNE ICONE CHE HANNO SEGNATO LA *STORIA DEL MAKE UP* NEI SECOLI!

2) A OGNI EPOCA IL SUO TRUCCO: GLI ANNI ’50

3) A OGNI EPOCA IL SUO TRUCCO: GLI ANNI ’20

4) A OGNI EPOCA IL SUO TRUCCO: GLI ANNI ’60

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Ragazze, che ne pensate di questi cosmetici del passato? Provereste mai a realizzare uno di questi prodotti o il solo pensiero vi fa accapponare la pelle? Qual è secondo voi il rimedio più assurdo e stravagante? C’è qualche grande donna del passato che è il vostro modello e ispirazione beauty? Ricordatevi di raccontarci tutto nei commenti, un bacione dal Team!

8 COMMENTI

  1. quando ho letto del rosso rubino e del piccione mi è venuto in mente sergio baracco e il suo “rubino burman”, il “vubino sangue di piccione” 😀 forse le piu vecchie si ricorderanno le televendite di questo personaggio!

  2. ma se il risultato è un liquido miracoloso dal potere rimpolpante … hahha mi sono rotolata dalle risate, ho pensato che allora non siamo solo noi donne moderne a farci abbagliare dalle promesse di ingredienti miracolosi in nome della bellezza … l’abbiamo proprio nel DNA!

  3. Wow mi hanno sempre affascinato la moda e il trucco della Francia di Maria Antonietta.
    Peccato che sono importabili al giorno d’oggi.

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