DIETA FODMAP, DI CHE COSA SI TRATTA?
- La dieta FODMAP è un possibile approccio che può aiutare a controllare i sintomi che accompagnano particolari condizioni tra cui la sindrome dell’intestino irritabile.
- L’acronimo FODMAP sta per Fermentable Oligosaccharides Disaccharides Monosaccharides And Polyols.
- Questi composti si ritrovano in un’ampia gamma di alimenti come cereali, frutta e verdura, latte.
- Il protocollo dietetico generalmente prevede tre fasi.
- Risulta fondamentale essere seguiti da personale esperto e che il percorso sia fortemente personalizzato in base alle caratteristiche individuali.
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La dieta FODMAP è indicata per il trattamento di alcune specifiche problematiche dove può essere d’aiuto nell’alleviare i disturbi e perciò migliorare la qualità della vita. Trattandosi di una dieta di esclusione, a cui dovrà seguire una graduale reintroduzione, è essenziale evitare il fai da te e rivolgersi sempre ad un professionista.
Tutte le informazioni sono puramente a scopo informativo e non sostituiscono in alcun modo il parere di un esperto. Per indicazioni specifiche rivolgetevi sempre al vostro medico e al dietista nutrizionista di riferimento.
Ragazze, se volete capire su cosa di basa la dieta FODMAP questo è il post che fa per voi! Siete pronte? Iniziamo subito!
TUTTO SULLA DIETA FODMAP
La dieta FODMAP, ideata e studiata alla Monash University, è attualmente riconosciuta a livello internazionale. È un approccio dietetico che può portare dei benefici nel trattamento della sindrome dell’intestino irritabile e in altre condizioni caratterizzate da un’eccessiva fermentazione intestinale come nel caso del gonfiore addominale funzionale.
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La dieta FODMAP non è un regime alimentare da seguire per tutta la vita ed inoltre non esiste un solo schema che sia valido per tutti.
CHE COSA SONO I FODMAP?
L’acronimo FODMAP sta per Fermentable Oligosaccharides Disaccharides Monosaccharides And Polyols, ovvero oligosaccaidi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili.
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Infatti, l’importante caratteristica dei FODMAP è quella di essere rapidamente fermentabili da parte dei microrganismi del nostro intestino.
FODMAP É L’ACRONIMO DI OLIGOSACCARIDI, DISACCARIDI, MONOSACCARIDI E POLIOLI FERMENTABILI
I FODMAP possono essere scarsamente assorbiti a causa di un meccanismo di trasporto troppo lento o per un’inefficace o ridotta attività degli enzimi digestivi.
Per questo motivo, quando digeriti solo parzialmente, richiameranno acqua per effetto osmotico e saranno sottoposti a fermentazione da parte del microbiota liberando gas.
UN TRATTAMENTO DIETETICO PER SPECIFICHE CONDIZIONI
Introducendo alimenti ad alto contenuto di FODMAP questi composti subiranno una fermentazione con l’aumento della produzione di gas.
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Tuttavia, mentre i soggetti sani non percepiscono alcun disturbo, quelli che soffrono di problematiche di ipersensensibilità viscerale possono riportare alcuni sintomi che causano disagio come pancia gonfia, dolore addominale e disturbi dell’alvo.
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La dieta a basso contenuto di FODMAP può essere efficace nel migliorare la sintomatologia in soggetti affetti da sindrome dell’intestino irritabile. In particolare, si è dimostrata utile nel miglioramento del dolore e del gonfiore a livello addominale e nella regolarizzazione dell’alvo migliorando sia la diarrea che la stipsi.
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È importante sottolineare che i FODMAP non sono assolutamente sostanze dannose o da evitare. Al contrario ritroviamo questi composti in alimenti fondamentali per seguire una sana alimentazione. Infatti, in assenza di specifiche indicazioni mediche, non è necessario e nemmeno vantaggioso seguire questo protocollo dietetico.
DIETA FODMAP: LISTA
Come dicevamo precedentemente nella lista della dieta FODMAP ritroviamo gli oligosaccaridi, i disaccaridi, i monosaccaridi ed i polioli.
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La “O” sta per oligosaccaridi, quelli a cui facciamo riferimento sono i fruttani e i galatto-oligossaccaridi. Si ritrovano naturalmente in alcuni alimenti tra cui i prodotti a base di grano e segale, nei legumi, nella frutta secca, nei carciofi, nella cipolla e nell’aglio. Non possediamo un enzima in grado di degradarli perciò, una volta arrivati nel colon, saranno fermentati.
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La “D” indica il disaccaride lattosio, lo zucchero naturalmente presente nel latte. Questo composto, per essere assorbito, necessita l’azione dell’enzima lattasi. In alcuni casi si può avere una riduzione della sua funzionalità, come nell’intolleranza al lattosio.
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Tuttavia, anche i soggetti con questa problematica sono in grado di tollerare una certa quota di lattosio. Perciò non per forza bisogna rinunciare al latte, l’alternativa potrebbe essere quella di scegliere la versione delattosata o lo yogurt.
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Il monosaccaride che dà come contributo all’acronimo la lettera “M” è rappresentato dal fruttosio. Questo lo ritroviamo nella frutta con quantitativi maggiori in alcune tipologie ad esempio mela, pera, mango, nel miele e in alcune verdure. Inoltre, il fruttosio è spesso utilizzato da parte dell’industria alimentare come dolcificante.
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La “P” sta per polioli. Quelli maggiormente presenti negli alimenti sono il mannitolo e il sorbitolo. Li ritroviamo ad esempio in mele, pere, cavolfiore, funghi e taccole.
Molti polioli sono anche utilizzati come dolcificanti artificiali in caramelle e gomme da masticare.