IL BABYWEARING SI PUÒ FARE DALLA NASCITA? MEGLIO FASCIA O MARSUPIO?

  1. Il babywearing significa letteralmente “indossare il proprio bambino”. È una pratica molto antica, praticata in tutto il mondo.
  2. Quando il bambino è molto piccolo si inizia portandolo in fascia. Per chi è alle prime armi è consigliato iniziare con una fascia elastica, morbida e facile da avvolgere attorno al bebè. Più avanti si potrà passare al marsupio.
  3. Il babywearing è alla base della Kangaroo Mother Care, praticata negli ospedali sui bambini nati prematuri. Si tratta del contatto skin-to-skin tra mamma (o papà) e bimbo, che aiuta il suo sviluppo e gli consente di superare eventuali difficoltà di adattamento.
  4. Portare il bambino “cuore a cuore” aiuta l’instaurarsi del legame tra mamma e neonato, migliora l’umore e aiuta anche nella prevenzione della depressione post-partum.
  5. Non è detto che abbracciando la filosofia del babywearing si abbandoni del tutto l’uso del passeggino, ma soprattutto quando il bambino è molto piccolo e leggero portarlo su di sé ha diversi vantaggi, anche pratici!

cliomakeup-babywearingCredits: Foto di Pexels | Josh Willink

Il babywearing con fascia o marsupio ha tantissimi benefici, primo fra tutti quello di aiutare la madre a sviluppare empatia verso il proprio bambino. Essere pelle a pelle consente a entrambi di produrre ossitocina, l’ormone dell’amore, che aiuta anche a regolarizzare il respiro e il battito cardiaco nel bebè. Non solo, il babywearing si può praticare dalla nascita dopo aver effettuato una consulenza da una specialista del portare e aiuta il bambino nella transizione dall’utero materno al nostro mondo, consentendogli di adattarsi pian piano alla vita fuori dal grembo. Volete saperne di più? Allora continuate a scorrere il post!

PERCHÈ ASSECONDARE LA RICHIESTA DI CONTATTO FISICO CON IL BABYWEARING

Una premessa è doverosa: il bisogno di contatto dei bambini non è un mero capriccio. Avete notato che i neonati vogliono stare sempre in braccio e reclamano la vicinanza della mamma non appena poggiati nella culla o sulla sdraietta?

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Credits: Foto di Pexels | Wayne Evans



Ebbene, ragazze, quello di essere a contatto con la madre non è un vizio, bensì un comportamento assolutamente fisiologico.

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Credits: Foto di Pexels | Laura Garcia

Dopo nove mesi all’interno del grembo materno, i piccoli hanno la necessità di ritrovare le stesse condizioni cui sono abituati: il contenimento, il calore e l’accoglimento totale.

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Credits: Foto di Canva | Winnie Bruce

Ecco perché i neonati piangono quando sono lasciati “liberi nel mondo” (ad esempio, nel passeggino) e invece si calmano non appena presi in braccio o portati in fascia. I supporti per portare ricreano l’ambiente tanto caro ai bebè e stimolano il primo senso che i neonati sviluppano, cioè il tatto.

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Credits: Foto di Unsplash | Jordan Whitt

Essere skin-to-skin permette di consolarlo, aiutandolo nella transizione e nell’apertura verso il mondo esterno. Non solo, portare in fascia consente di sintonizzarsi meglio sui bisogni del proprio piccolo, iniziando a capirsi, parlando la stessa lingua.

I BENEFICI DEL BABYWEARING, QUANDO PORTARE IL BAMBINO AIUTA IL SUO SVILUPPO

I tanti pro del babywearing non sono soltanto legati alla costruzione della relazione con il proprio neonato, ma si intrecciano anche con il corretto sviluppo fisico del piccolo. Come riportato anche dall’Ospedale Bambino Gesù, praticare il babywearing ha numerosi benefici fisici e pratici.

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Credits: Foto di Pexels | Rodnae Productions

Diversamente da ciò che si può pensare osservando un bambino portato in fascia, lui non sta stretto, non soffoca, non prova fastidio.

CON IL BABYWEARING AIUTIAMO LO SVILUPPO MOTORIO E SENSORIALE DEL BAMBINO

Anzi, portare il proprio bambino, prima “cuore a cuore” (cioè pancia contro pancia) e poi sulla schiena migliora il suo tono muscolare, e contribuisce a sviluppare il suo senso dell’equilibrio.

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Credits: @slinglibraryfairy via Instagram

Non solo, aiuta anche a prevenire i disturbi alle anche favorendone il corretto sviluppo. Portare il bambino è particolarmente importante anche per noi se soffriamo di mal di schiena, uno dei più comuni disturbi in gravidanza e nel post-parto: la fascia, indossata nel modo corretto, consente uno scarico del peso ottimale sia per la mamma che per il bambino.

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Credits: Foto di Pexels | Josh Willink

Usare una fascia portabebè può aiutare anche a combattere i fastidi del tratto gastroesofageo, come il temuto reflusso e le tristemente famose coliche del neonato.

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Credits: Foto di Pexels Anna Shvets

Stimolando la posizione eretta, poi, il babywearing aiuta anche a risolvere la plagiocefalia, l’appiattimento di una parte del capo che può peggiorare se il bambino dorme spesso nella stessa posizione in culla o nel passeggino.

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Credits: Foto di Canva | Winnie Bruce

Il bambino portato in fascia o in marsupio interagisce meglio con il mondo esterno e si sente più sicuro di sé grazie alla mediazione della mamma, sempre (e letteralmente) accanto a lui.

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Credits: @mama.yhanni via Instagram

Dal punto di vista pratico, indossare il bambino consente di fare attività fisica, per esempio lunghe passeggiate: se eravate abituate fare sport in gravidanza, non dovrete smettere del tutto! Il babywearing, poi, permette di usare le mani liberamente, diversamente dal passeggino o dall’uso delle sole braccia per sorreggere il bebè.

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Credits: @heritagebabydesigns via Instagram

Ragazze, non abbiamo ancora finito! Nella prossima pagina scopriremo quali sono i supporti portabebè da scegliere per praticare il babywearing e qualche consiglio sulla sicurezza da tenere a mente!

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