È VERO CHE IL FRUTTOSIO FA MALE E ANDREBBE EVITATO?
- Spesso ci si domanda se il fruttosio fa male. Il fruttosio è contenuto naturalmente nella frutta e nel miele.
- Questo zucchero può essere utilizzato come dolcificante a cibi e bevande.
- Il metabolismo del fruttosio possiede alcune differenze rispetto a quello del glucosio.
- Il consumo elevato e continuato del fruttosio fa male poiché ha un effetto negativo sul metabolismo lipidico.
- L’assunzione di frutta in quantità raccomandata per una sana alimentazione determina un apporto di fruttosio lontano da quello ritenuto dannoso.
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Il fruttosio fa male? Qual è il modo migliore per conferire dolcezza agli alimenti? Ecco le tematiche che tratteremo nel corso di questo post.
Tutte le informazioni sono puramente a scopo divulgativo e non sostituiscono in alcun modo il parere di un esperto. Per indicazioni specifiche rivolgetevi sempre la vostro medico e al dietista, nutrizionista di riferimento.
Ragazze, volete capire se e perché il fruttosio fa male? Allora non perdetevi questo post! Siete pronte? Iniziamo subito!
CHE COS’É IL FRUTTOSIO?
Per comprendere se e perché il fruttosio fa male è necessario fare qualche passo indietro e scoprire che cos’è il fruttosio. Per prima cosa stiamo parlando di uno zucchero semplice, nello specifico il fruttosio è un monosaccaride.
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I principali monosaccaridi sono costituiti da fruttosio, glucosio e galattosio, i quali rappresentano le unità di base da cui si originano gli oligosaccaridi e i polisaccaridi. Dall’unione di una molecola di fruttosio con una di glucosio si ottiene il saccarosio, ovvero il comune zucchero da cucina che utilizziamo per dolcificare cibi e bevande. Il fruttosio si ritrova naturalmente nella frutta e nel miele.
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Il contenuto di fruttosio nella frutta e nei prodotti da essa derivati varia in funzione dei fattori legati al frutto come lo stato di maturazione e al trattamento subito dopo la raccolta. Ad esempio, quelli relativi alla conservazione e alle tecnologie utilizzate nella trasformazione della frutta nei prodotti derivati.
IL CONSUMO DI FRUTTOSIO NELLA NOSTRA DIETA
Il fruttosio è uno zucchero che da tempo viene introdotto in misura moderata nella nostra dieta attraverso il consumo di frutta e di miele.
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Tuttavia, attualmente il fruttosio deriva anche dall’assunzione di cibi a cui questo zucchero è stato aggiunto sotto forma di sciroppi. Infatti, tra i dolcificanti di recente introduzione ritroviamo proprio l’HFCS, Hig-Fructise Corn Syrup cioè sciroppo di mais ad alto contenuto in fruttosio.
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Questo dolcificante è prodotto industrialmente tramite l’idrolisi enzimatica del polisaccaride amido. L’HFCS è molto utilizzato negli Stati Uniti, meno in Europa, dove è addizionato a diversi alimenti tra cui bevande gasate, succhi di frutta, yogurt, diversi tipi di salse come il ketchup, dolci, merende, biscotti e così via.
È INTERESSANTE ANALIZZARE IL METABOLISMO DEL FRUTTOSIO
Analizzando il metabolismo del fruttosio ritroviamo alcune differenze tra questo monosaccaride e il glucosio. Il fruttosio è assorbito più lentamente rispetto al glucosio, ma il suo utilizzo da parte dei tessuti risulta essere più rapido.
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Inoltre, al contrario di quanto avviene per il glucosio, il metabolismo del fruttosio è non è insulino-dipendente. In pratica, il fruttosio non necessita dell’ormone insulina per poter entrare nelle cellule.
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Il metabolismo del fruttosio avviene quasi esclusivamente a livello epatico. In una condizione di eccesso di substrati energetici, può essere convertito a glicogeno, lattato o acidi grassi.
IL FRUTTOSIO FA MALE?
Il fruttosio fa male? Eccoci finalmente arrivate a rispondere a questa domanda. Il fruttosio ha un potere dolcificante più alto di quello del saccarosio e un indice glicemico più basso.
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Queste caratteristiche per lungo tempo hanno portato a considerare il fruttosio come un’alternativa migliore dello zucchero saccarosio sia per i soggetti sani che per quelli affetti da diabete.
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Attualmente, considerando gli effetti globali del fruttosio, questa indicazione non risulta essere più valida.
Infatti, quello che si osserva è che il consumo cronico di fruttosio determina degli effetti negativi sul metabolismo lipidico poiché porta a un aumento dei trigliceridi nel sangue. Questa condizione rappresenta un fattore di rischio per lo sviluppo di danni al fegato, tra cui l’accumulo di trigliceridi ovvero la steatosi epatica, conosciuta comunemente come “fegato grasso”.
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SI CONSIGLIA DI LIMITARE L’USO DI FRUTTOSIO COME DOLCIFICANTE
Queste problematiche legate al fruttosio sono il risultato di consumi elevati e reiterati nel tempo.
Per questo motivo, si raccomanda di limitare l’utilizzo del fruttosio come dolcificante ed il consumo degli alimenti e bevande formulate con fruttosio e sciroppi di mais ad alto contenuto di fruttosio.
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Invece, l’introduzione di frutta in quantità raccomandata determina un apporto di fruttosio in quantità lontane da quelle che esercitano effetti negativi sulla salute.