ESISTONO DEI TRUCCHI PER FAR ADDORMENTARE I BAMBINI? VA BENE FAR ADDORMENTARE UN NEONATO IN BRACCIO?
- La vita dei neogenitori è ricca di domande e dubbi, per esempio su come far addormentare un neonato.
- Sul web ormai da qualche tempo spopolano consulenti del sonno o sleep trainer che propongono ai genitori delle strategie per far addormentare i bambini senza eccessivo sforzo o fatica.
- In realtà non sempre è necessario preoccuparsi se il bambino non dorme o dorme poco: l’importante è provare a creare una routine della nanna che possa fargli comprendere che è arrivato il momento di dormire e cercare di abbracciare, almeno all’inizio, il suo naturale ritmo sonno-veglia.
- Per un po’ di tempo è stato famoso l’approccio di Eduard Estivill e Sylvia de Béjar, gli autori di “Fate la nanna”, ma oggi si tende a seguire di più un’impostazione di educazione Montessoriana. Più avanti vedremo nel dettaglio le differenze.
- I pediatri sono concordi, però, nel consigliare ai genitori di non lasciar piangere i bambini prima di addormentarsi: questo non agevola la nanna, anzi, li fa sentire abbandonati.
- Gli esperti sostengono, inoltre, che fare cosleeping per il primo anno d’età aiuta i bambini ad addormentarsi più facilmente, oltre ad dare una mano a prevenire la SIDS (la cosiddetta “morte in culla”).
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La tematica è una delle più scottanti per mamme e papà, stanchi per le notti in bianco: come far addormentare un neonato? Va bene far dormire un bambino in braccio? E lasciar piangere un neonato se si sveglia di notte, lo “aiuta” a imparare ad addormentarsi da solo? In questo post vedremo insieme qualche strategia che può aiutare i genitori a impostare una corretta routine del sonno con il proprio neonato e bambino, e indagheremo sui diversi approcci che ancora oggi resistono in merito alla tematica. Vi aspettiamo qui sotto!
I LIBRI SUL SONNO: DA ESTIVILL ALLE NUOVE USCITE, ALCUNI TITOLI CHE SPIEGANO COME FAR ADDORMENTARE I NEONATI
È probabilmente uno dei libri più venduti in tutto il mondo, ma ultimamente il metodo per far dormire un neonato di Eduard Estivill e Sylvia de Béjar sostenuto nel manuale “Fate la nanna” sembra decisamente superato.
I pediatri, i pedagogisti e anche gli psicologi infantili, infatti, affrontando il tema della nanna del neonato hanno criticato ogni metodo di addormentamento del bebè che si basa sulla sua non-consolazione ovvero sul farlo piangere fino a che non si addormenta. Tecnica che è stata ampiamente descritta proprio da Estivill e de Béjar: nel loro libro viene sostenuto come il mancato sonno del bambino sia una “piaga sociale” da risolvere proprio lasciando piangere i neonati per diversi minuti (prima uno o due, per poi aumentare questo intervallo di tempo) prima di consolarli, fino ad arrivare a un momento in cui gli stessi “si addormentano da soli” senza piangere né chiedere il supporto di mamma o papà.
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Gli esperti sottolineano come questo approccio sia dannoso per la salute del bambino: il pianto alza i livelli di cortisolo (l’ormone dello stress) e può influire -alla lunga- anche sul sistema endocrino del bebè. Non solo, l’unico strumento di comunicazione del neonato è proprio il pianto: non rispondere al suo richiamo equivale a far passare il messaggio che “non sa comunicare” con risvolti negativi anche sulla sua autostima. Il bambino, dopo un po’, non piangerà più di notte non perché ha imparato ad addormentarsi da solo nel lettino, ma perché l’esperienza gli ha insegnato che nessuno andrà a consolarlo.
Superato questo approccio, quindi, che manuale acquistare per far addormentare un neonato? In commercio i libri sulle routine di nanna spopolano, e ora presentano approcci più soft e fisiologici del sonno del bebè. Al loro interno potrete trovare consigli e idee su come impostare la routine del sonno con il vostro bambino, ma anche come interpretare i segnali del sonno nel neonato, capire il loro pianto e distinguerlo da quello della fame: sicuramente indicazioni molto utili per chi è alle prime armi.
L’importante, comunque, quando ci si approccia a questi libri per far addormentare i neonati, è avvicinarsi con estrema imparzialità e affidarsi sempre e comunque al proprio pediatra di riferimento per valutare insieme il da farsi e in caso di dubbi e incertezze.
Infine, sembrerà scontato ma non lo è: basatevi sempre sul vostro bambino e ascoltatelo! Far addormentare un bambino in braccio e fornirgli il contatto di cui ha bisogno migliora la sua autostima oltre ad abbassare i livelli di cortisolo e stress.
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Ma cosa fare, invece, se vogliamo provare a far dormire un neonato nel suo lettino? Ora vedremo insieme qualche utile consiglio per accompagnarlo naturalmente a un sonno più sereno.
UNA PREMESSA: IL SONNO DEL NEONATO È DIVERSO DA QUELLO DELL’ADULTO
Mamme e papà, sappiamo che non dormire sia complicato, ma partiamo da una importantissima premessa sul sonno del neonato: è molto diverso da quello degli adulti! Infatti il ciclo di sonno del bambino è di circa 50-60 minuti solamente (nell’adulto sono 90 minuti) e le fasi REM sono più frequenti. Durante queste fasi, il sonno è più leggero e i risvegli, quindi, più frequenti, almeno fino ai 3 anni di vita.
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IL SONNO DEL NEONATO NON È UGUALE A QUELLO DI UN ADULTO: BISOGNA IMPARARE A CONOSCERLO E PAZIENTARE
Si capisce, quindi, come sia assolutamente dannoso e irrealistico aspettarsi che i neonati dormano tutta la notte o come noi adulti. È normale che il bambino si svegli di notte, ma esistono alcuni modi per minimizzare l’impatto del mancato riposo sul benessere di tutta la famiglia: in primis, gli esperti suggeriscono di far dormire il bambino vicino alla mamma per sincronizzare il sonno di neonato e mamma, appunto, oltre che per la facilità di gestione delle poppate notturne.
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Dare conforto, contatto e rispondere ai bisogni del bebè è il modo più veloce per far riaddormentare un neonato. Inoltre non tutti i bambini sono uguali: per sapere se è vero che il bambino non dorme bisogna valutare le ore di sonno nella totalità delle 24 ore.
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Fondamentale, poi, non scoraggiarsi: sappiamo che non riposare è difficilissimo, ma prima o poi troverete il modo giusto per voi e il bebè per farlo addormentare più facilmente.